Il profilo Facebook si eredita

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Facebook deve assicurare ai genitori l’accesso al profilo sul social network della figlia morta sei anni fa. È una sentenza del tribunale federale di Karlsruhe destinata a fare storia, perché, oltre a rappresentare una sconfitta pesante per il gruppo di Mark Zuckerberg sul fronte legale, segna un notevole spartiacque per il futuro, visto che sul fronte dell’eredità digitale le sentenze sono ancora poche e spesso contrastanti fra loro. Anche le lettere e i diari vengono ereditati dai genitori, spiega la sentenza della corte suprema, quindi non c’è motivo di prevedere un comportamento diverso per i contenuti digitali.
I due genitori sperano così di poter sapere di più sulla morte della figlia proprio accedendo al profilo, bloccato da Facebook dopo la sua morte e nel quale quindi non si poteva accedere nemmeno con le password, in possesso dei genitori stessi. La ragazzina, 15 anni, morì infatti nel 2012 cadendo sui binari della metropolitana davanti a un treno, e non è mai stato chiaro se si sia trattato di suicidio o di un incidente.

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Radio Giornale 14 Luglio 2018

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Mille giovani per la pace

Contro i muri nel Vecchio Continente e per un’amicizia globale oltre “confitti, chiusure e divisioni tra gli Stati”. Questa la proposta sulla quale i mille ragazzi provenienti dall’Europa e da Paesi come Siria e Libano lavoreranno fino a domenica nella manifestazione promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.

Tra cultura e riflessione

In programma, si legge in un comunicato della Comunità, “assemblee, feste, visite alla città, momenti di condivisione” e anche di preghiera, con una Messa a Santa Maria in Trastevere prevista per domani pomeriggio. Molti anche gli eventi culturali, con la partecipazione allo spettacolo “Giudizio Universale. Michelangelo and The secrets of the Sistine Chapel” all’Auditorium della Conciliazione e visite ai “luoghi della solidarietà” della Comunità di Sant’Egidio, nel suo cinquantesimo anniversario.

Domenica visita alle Fosse Ardeatine

Culmine dell’evento la visita domenica mattina alle Fosse ardeatine, per ricordare gli orrori della Seconda guerra mondiale, “un grande momento di riflessione e di proposte per un’Europa capace di costruire unità e pace che guardano al futuro, non muri e divisioni che fanno ritornare al passato”.
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Le religioni educhino personalità libere

Rinunziare a ogni prerogativa, a ogni pretesa mondana … cambiare il nostro atteggiamento, offrendo ai nostri fratelli, dal profondo della nostra storia, una parola di senso e di speranza dentro la fatica e la disperazione comuni … spogliarci di quel che offusca e divide, per fornire un volto pulito e aperto a chi si aspetta da noi un segno di prossimità e di affetto”. È l’invito che mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ha rivolto ieri ai rappresentanti delle religioni e delle confessioni cristiane, all’incontro svoltosi nell’ambito del 394.mo festino di Santa Rosalia, il programma delle celebrazioni dedicate alla patrona del capoluogo siciliano.

I media minacciano la relazione con il proprio “io”

Di fronte alla realtà attuale, alle problematiche e alle emergenze di oggi, il presule ha offerto una riflessione sull’uomo interiore, sull’alterità, sul rispetto del creato e sul potere. Per una “libera e consapevole determinazione”, l’arcivescovo di Palermo ha suggerito di fare del proprio credo una fonte di riflessione e silenzio e di impegnarsi per educare personalità libere. “La fideistica adesione ai media e alla rete, il dominio dei dati che controllano e orientano sentimenti e comportamenti planetari … minacciano oggi … la libera e consapevole determinazione” ha detto mons. Lorefice, per giungere a scelte umane autentiche occorre invece un “contatto con noi stessi, con la nostra interiorità”.

Le religioni devono difendere il diritto dell’altro

Con uno sguardo all’altro, l’arcivescovo di Palermo ha esortato a spogliarsi “degli orpelli della diffidenza, del primato, della divisione delle donne e degli uomini sulla base della religione”, a superare la “paura angosciosa dell’alterità che sembra esaltare la chiusura … il respingimento dell’altro che bussa alle nostre porte”. “Noi siamo qui a portare una parola di fiducia e a difendere il diritto dell’Altro” ha sottolineato.

Nessun compromesso con il potere per amore dell’uomo

Circa la relazione dell’uomo con il creato, il presule ha invitato ad abbandonare l’antropocentrismo e lo “sfruttamento scellerato” della natura, mentre sul connubio religioni e potere ha rimarcato che “in nome dell’amore a questo mondo” occorre svuotarsi di ogni primato, “mettere da parte qualunque forma di compromissione, per mostrare agli uomini un volto di libertà”. “In un momento così grave, di crisi epocale, di cambiamento radicale, la nostra parola deve levarsi in difesa del povero e dell’oppresso – ha aggiunto mons. Lorefice – in nome di un diritto che precede ogni altro, e che è il diritto di ogni uomo ad essere libero, uguale, felice, ad essere uomo senza aggettivi, senza precisazioni”.  Per l’arcivescovo di Palermo, “vessazioni, muri, respingimenti, leggi liberticide, sfruttamento degli ultimi e dei senza voce devono trovare” nelle religioni il muro che interrompa “il viaggio dell’ingiustizia, dell’egoismo, del cinismo del potere che distrugge e annienta per conservarsi, per autorigenerarsi”.

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Meditazione del 14 Luglio 2018 dalla Radio Vaticana

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