La musica per salvare i giovani dalla schiavitù e dalla violenza

Salvare il futuro dei giovani che vivono in condizioni di marginalità attraverso l’educazione, la scuola, l’istruzione. E’ il comune denominatore dei due progetti che il Concerto di Natale in Vaticano potrà sostenere, l’uno di Scholas Occurrentes che vuole intervenire sulla piaga del bullismo e l’altro promosso dalla Fondazione Don Bosco nel mondo per aiutare i bimbi schiavizzati nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo.

L’arte a servizio della pace e della fraternità
Artisti di diverse nazionalità si alterneranno in Aula Paolo VI offrendo la loro creatività per inviare al mondo un messaggio di “pace, tenerezza , accoglienza”, come ha chiesto loro il Papa ieri ricevendoli in udienza. “E’ stato un momento molto bello” racconta  al microfono di Federico Piana, mons Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che organizza l’evento. “Il Mistero del Natale” dice “ci aiuta a spalancare la nostra coscienza e a guardare chi vive in difficoltà e l’arte in particolare riesce, come ci ha detto il Papa a toccare i registri più intimi e a seminare tenerezza. Il Santo Padre non si stanca di dire che per educare servono tutti i linguaggi, della mente, del cuore e delle mani”.

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Radio, bella e possibile anche nell’era digitale

Per alcuni è “la vera novità del ‘900”, per altri è “sintesi perfetta tra cuore e tecnologia”. Fatto sta, che non riesce ad invecchiare. E’ la Radio, e del suo domani se ne è parlato proprio oggi, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, durante il convegno “Interferenze: il futuro della radio nell’ambiente digitale a 80 anni dalla morte di Guglielmo Marconi“.

Esperti del settore e studiosi si sono confrontati sul passato, sul futuro e  sul presente del mass media “più romantico” della storia – come lo ha definito qualcuno – e di cui Pio XI  ne intuì le potenzialità con largo anticipo. E se feconda fu la collaborazione tra lo Stato pontificio eGuglielmo Marconi,  inventore e premio Nobel per la fisica in virtù del suo “contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili”, altrettanto fruttuoso e ricco di possibilità sembra prospettarsi il domani della radio.

Ma qui, la cosa si complica e i punti di vista si moltiplicano. Ci sono i puristi per i quali la radio è pura immaginazione, pura voce e puro suono e null’altro; e altri ancora per i quali “la radio è al passo coi tempi se capace di mettere insieme elementi diversi”. E poi c’è lei, Elettra, la figlia del grande inventore, che si commuove ricordando l’entusiasmo e la generosità che animava il padre.

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Un calcio per la pace: nel Kurdistan un torneo per la coesione sociale

A 25 chilometri da Suleymaniyah ad Arbat, nel Kurdistan iracheno, un campo di rifugiati che accoglie circa 6.000 persone per lo più siriani, si è trasformato in questi giorni in un laboratorio di pace e coesione sociale: l’idea è stata dell’associazione romana Sport Against Violence insieme alla ong Un Ponte per…

Un campo profughi diventa laboratorio di pace e coesione
Insieme hanno dato vita ad un torneo di calcio a 7, a squadre miste, per ragazzi e ragazze dai 16 ai 27 anni per farli divertire, ma soprattutto per farli conoscere e integrare in una delle aree del mondo messe più in ginocchio dalla guerra. Si sono raccolti a giocare insieme infatti, come ci ha raccontato da Arbat, Elena Laurenti di Sport Against Violence, ragazzi del campo, ragazzi provenienti dai centro giovanili delle città di Arbat e Suleymaniyah e un gruppo di sfollati curdi, “persone costrette da eventi esterni a convivere con le difficoltà di essere diversi per lingua,provienienza, cultura e religione”.

Giovani iracheni siriani e curdi insieme a sognare un futuro diverso
Elena racconta di condizioni di vita durissime nel campo, di isolamento e di povertà e del sogno di questi ragazzi di tornare presto nelle loro case.”La cosa che colpisce di più”, dice,” è che nonostante tutto questi ragazzi abbiano sempre il sorriso sulle labbra e che siano carichi di voglia di fare e di speranza”. Per sostenerli, oltre al torneo di calcio, ci spiega Elena Laurenti, si organizzano altre attività sportive di basket e pallavolo e si formano i volontari locali a seguire i giovani, proprio ad utilizzare lo sport come strumento di non violenza, rispetto, regole condivise e pacifica risoluzione delle controversie che possono nascere dall’interazione.

“Devastati dalla guerra hanno ciascuno una storia diversa, molti hanno conosciuto la violenza dell’Isis” dice ancora Elena Laurenti  e” non è facile la sfida di conoscersi, fare amicizia e integrarsi”, ma in questo lo sport aiuta, è un “linguaggio universale che non ha bisogno di parole e favorisce naturalmente lo stare insieme”.

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Papa: necessario assicurare esistenza e vitalità della stampa cattolica

“Voi avete un compito, o meglio una missione, tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà”. Sono le parole rivolte dal Papa ai membri dell’Unione Stampa Periodica Italiana (Uspi) e della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc), che festeggia il suo 50° anniversario, nell’Udienza che si è tenuta a fine mattinata nella Sala Clementina, in Vaticano. Rappresentano le circa tremila testate giornalistiche edite o trasmesse, da medie e piccole imprese editoriali e da enti e associazioni no-profit.
Una realtà libera e responsabile
La vostra voce “è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica”, dice Francesco:
“Nel nostro tempo, spesso dominato dall’ansia della velocità, dalla spinta al sensazionalismo a scapito della precisione e della completezza, dall’emotività surriscaldata ad arte al posto della riflessione ponderata, si avverte in modo pressante la necessità di un’informazione affidabile, con dati e notizie verificati, che non punti a stupire e a emozionare, ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un sano senso critico, che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate.”
Evitando così il rischio, sottolinea il Papa, di trovarsi “costantemente in balia di facili slogan” volti “a manipolare la realtà, le opinioni e le persone stesse”. Al compito di offrire un’informazione meno massificata e soggetta alle mode, può rispondere più facilmente la media e piccola editoria, prosegue il Papa, perché più legata al territorio e alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti concreti.
L’importanza della stampa e degli altri mezzi di comunicazione diocesani
Così anche i settimanali diocesani iscritti alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Essi, afferma Francesco, possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione:
“Lavorare nel settimanale diocesano significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sono la “bussola” del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni.”
Occorre un rinnovato impegno per garantire la continuità del vostro impegno
Strumenti preziosi ed efficaci, dunque, i settimanali diocesani, sia in forma cartacea che digitale. Con caratteristiche peculiari come la “serenità, precisione e completezza” dell’informazione, un linguaggio pacato e chiaro “così che la pubblica opinione sia in grado di capire e discernere” la realtà, e non di sentirsi “stordita e disorientata”. Il Papa sottolinea poi i “peccati della comunicazione” da evitare: la disinformazione, la parzialità, la calunnia, la diffamazione, peccati gravissimi, dice, che danneggiano la gente.
“Per tutti questi motivi è dunque auspicabile che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici, e che vengano tutelati il lavoro e la dignità del suo compenso per tutti coloro che vi prestano la loro opera. (…) Invito la società civile e le sue istituzioni a fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori.”
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Foglietto Letture Salmo Liturgia III Domenica Avvento – Gaudete

17 Dicembre 2017  III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) – GAUDETE

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: VIOLA O RASACEO

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Il messaggero, annunciato nel vangelo di domenica scorsa, è descritto in modo più dettagliato dall’evangelista Giovanni. Egli ci ricorda, infatti, i dialoghi che Giovanni Battista ebbe con sacerdoti e leviti, venuti da Gerusalemme per interrogarlo. Era forse il Messia? No, rispose Giovanni Battista: “ Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia ” (Gv 1,23).
Sant’Agostino commenta: “Giovanni Battista era una voce, ma in principio il Signore era il Verbo. Giovanni fu una voce per un certo tempo, ma Cristo, che in principio era il Verbo, è il Verbo per l’eternità” (Serm 293)
“ Egli – dice l’evangelista Giovanni – venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui ”. Vi sentiamo un’eco del prologo: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo ” (Gv 1,9).
Anche noi dobbiamo essere suoi testimoni (Gv 15,27) e ciò, prima di tutto, nella santità delle nostre vite perché “ mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia ” (Is 61,10).

17 Dicembre 2017 III Domenica Avvento commento di don Fabrizio Crotti

La pericope evangelica di oggi è composta dal primo dei brani del Prologo del vangelo di Giovanni(1,1-18) in cui si fa riferimento a Giovanni battista, e dal primo episodio narrato ne “libro dei segni”, cioè la testimonianza resa da Giovanni ai sacerdoti e leviti inviati dai giudei(1,19-28). I versetti presi dal prologo sottolineano il ruolo di Giovanni nella storia della salvezza; e il  ruolo è definito a partire dal ruolo di testimone inviato.

L’oggetto della testimonianza è indicato con il simbolo della luce che, insieme con la vita, è uno dei grandi simboli giovannei.

Dal contesto del prologo appare chiaramente che “la luce” cui si fa riferimento è quella di cui si è detto:”nel Verbo era la vita e la vita era la luce degli uomini”(1,4). Più avanti si legge infatti che Giovanni fu il primo a parlare della preesistenza di Gesù e quindi a lasciar intravvedere le dimensioni trinitarie del mistero di Dio. In conseguenza di questa rilevanza, la testimonianza di Giovanni è considerata, nel quarto vangelo,come estesa a tutti gli uomini (egli venne…perchè tutti credessero per mezzo di lui).

La prima parte della testimonianza concreta per gli inviati dei giudei(1,19-21) è tutta al negativo: Giovani dichiara che cosa non è. La negazione di essere Elia si può spiegare con la concezione che vede in Elia il precursore immediato di Dio e quindi,di fatto, giungerebbe a considerare Giovanni come il messia. La decisa negazione “non sono Elia”ha perciò la funzione di fugare un tale fraintendimento.

La parte positiva della risposta (1,22-23) presenta lo steso testo di Is 40,3 incontrato in Mc 1,3. anche nel quarto vangelo abbiamo allora un accenni iniziale all’idea che la venuta di Gesù è la realizzazione della “via del Signore”.

La risposta alla domanda perché allora battezzi si mantiene sostanzialmente nel quadro delle affermazioni dei Sinottici. Essa collega l’attività di Giovanni a uno che viene dopo di lui. Nella redazione giovannea è accennato immediatamente il tema della necessità di una lettura molto più profonda della realtà:”in mezzo a voi sta uno che non conoscete”. Per ora non viene presentato il tema dello Spirito, che nel quarto vangelo, diviene oggetto del brano seguente (1,32-33) in cui appare finalmente Gesù, proclamato da Giovanni “Agnello di Dio” e “Figlio di Dio” (1,29-34).

La prima lettura presenta un accostamento interessante di due testi forti, presi ancora una volta dall’ultima parte del libro di Isaia.

La prima parte (61,1-2) è costituita dalle parole che Gesù leggerà, per introdurre la propria presentazione, nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,16ss). Esse esprimono la consapevolezza di un personaggio che sarà consacrato dal Signore con lo Spirito Santo e si sente inviato per la evangelizzazione dei poveri. La sua venuta realizza la guarigione dei cuori spezzati, la liberazione degli schiavi, l’uscita dal carcere dei prigionieri.

Questo primo passo isaiano è poi tagliato in modo da trovare il suo apice nell’annuncio dell’”anno di misericordia del nostro Dio”. In questo modo la venuta di colui che è atteso viene ad identificarsi con il tempo della restaurazione efficace, di cui l’anno giubilare era semplicemente immagine.

Il secondo passo è incerto nella sua collocazione nel contesto del libro isaiano. La collocazione liturgica propone una delle soluzioni migliori, precisamente quella che lo collega all’inizio del cap.61 identificando in un unico personaggio i due che parlano.

Il testo è incentrato sulla gioia grande dell’evangelizzazione dei poveri. Essa è paragonabile solo all’emozione dello sposo e della sposa che si vestono per i giorno delle loro nozze. In questo modo appare sullo sfondo il team grande delle nozze: il messaggero avanza sullo sfondo dell’unione sponsale che finalmente si compie, tra Dio e il suo popolo.

L’evangelizzatore procede vestito splendidamente di salvezza e di giustizia. La terra torna germogliare in tutto il suo rigoglio, mentre giustizia e lode si impiantano, per dono dell’azione di Dio, presso tutte le genti. Il tema delle nozze, che era partito dall’evangelizzazione dei poveri, si allarga significativamente a coinvolgere anche le nazioni pagane.

La seconda lettura è la parte finale di 1Ts in cui si susseguono alcune richieste alla comunità (16-22) e una benedizione preghiera-rassicurazione che chiude di fatto la lettera.

Si inizia con tre atteggiamenti fondamentali che da sempre la chiesa ha considerato caratterizzanti il tempo d’avvento.

Anzitutto è richiesta la gioia, che è necessario vivere sempre, anche nei momenti complessi, difficili, oscuri, e non solo nelle situazioni di prosperità e benessere.

Poi si parla della preghiera incessante, senza interruzioni. E’ noto come questa raccomandazione, se presa sul serio, possa generare un’ascesi decisiva di preghiera per attuare la richiesta di questo ininterrottamente.

La terza esortazione è a ringraziare sempre. L’insieme delle tre esigenti indicazioni, è suggellata della’impegnativa dichiarazione:”questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi”.

Una seconda serie di comandi (19-22) riguarda chiaramente il discernimento. Il v 20 forse andrebbe tradotto senza articolo(non disprezzate profezie) per rendere più comprensibile agli ascoltatori che non si tratta del rispetto degli antichi scritti profetici, ma il fenomeno della profezia contemporaneo ad ogni epoca ecclesiale.

La benedizione conclusiva chiede per la comunità il raggiungimento della pienezza della perfezione. L’attenzione è rivolta in modo molto forte anche ai singoli. Si parla infatti di spirito, anima e corpo, che sono le diverse dimensioni in cui è leggibile un uomo. Possiamo interpretare così:spirito = il livello in cui l’uomo è in grado di accogliere lo Spirito di Dio, anima= il livello che possiamo definire piuttosto psicologico, corpo=il livello in cui l’uomo fa esperienza di se stesso come oggetto possibile delle proprie azioni.

La preghiera inserisce anche in questo caso la “venuta del Signore nostro Gesù Cristo” che ancora una volta si unisce alla rassicurazione della fedeltà di Dio alle sue chiamate.

Bonus bebè anche alle mamme straniere con permesso di soggiorno breve

Il bonus bebè andrà anche alle mamme straniere, in regola col permesso di soggiorno, di qualsiasi tipo sia. L’Inps infatti darà attuazione all’ordinanza del Tribunale di Milano che ha ordinato all’Istituto di dare il premio alla nascita pure alle mamme straniere che hanno avuto un figlio nel 2017 in possesso di un permesso di soggiorno e non solo quello di lungo periodo. Lo fa sapere l’Inps. “L’istituto – si legge sul sito dell’Istituto – ha già interessato i ministeri vigilanti e la Presidenza del Consiglio dei ministri e sta predisponendo i necessari interventi sulle procedure online”.

“Con ordinanza 12 dicembre 2017, n. 6019 – si legge ancora in un chiarimento pubblicato sul sito – il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Apn, Asgi e Fondazione Giulio Piccini avverso le circolari Inps in materia di premio alla nascita, per aver limitato l’accesso al beneficio economico ad alcune categorie di donne straniere e precisamente alle sole donne titolari della carta di soggiorno o carta di soggiorno permanente. Il Tribunale – prosegue la precisazione – ha conseguentemente ordinato all’Inps di estendere il beneficio in questione a tutte le future madri regolarmente presenti in Italia che ne facciano domanda e che si trovino nelle condizioni previste dall’articolo 1, comma 353, legge 11 dicembre 2016, n. 232″.

L’Inps ribadisce che le circolari che avevano limitato l’erogazione del Premio alla nascita (800 euro una tantum) alle mamme in possesso della carta di soggiorno permanente, sulla base dei requisiti previsti per il Bonus bebè deciso con la legge di Stabilità 190/2014 “sono state redatte seguendo le indicazioni scritte della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’Istituto – si legge – aveva fatto presenti queste restrizioni e da alcuni mesi aveva chiesto ai ministeri di valutare la possibilità di cambiare orientamento e fornire indicazioni per estendere la copertura prevista per i soggiornanti di lungo periodo anche agli altri possessori di permesso. In ottemperanza all’ordinanza sopra citata – conclude l’Istituto – l’Inps ha già interessato i ministeri vigilanti e la Presidenza del
Consiglio dei ministri e sta predisponendo i necessari interventi sulle procedure online”.

La decisione del Tribunale di Milano segue una sentenza del Tribunale di Bergamo, che aveva riconosciuto il diritto al bonus a 24 mamme eritree. Il “premio nascita” di 800 euro una tantum va concesso, secondo i giudici milanesei, a tutte le madri, anche quelle straniere che l’Inps aveva escluso perché non in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Il Tribunale di Milano ordina così all’Istituto nazionale previdenza sociale di estendere il premio a tutte le mamme straniere regolarmente soggiornanti in Italia e giudica “discriminatoria” la condotta dell’Istituto, il quale ora dovrà revocare le proprie circolari e pubblicare sul proprio sito una “nota informativa” che informi della estensione del beneficio.

In sostanza, spiega il giudice milanese Silvia Ravazzoni, non può essere l’Inps a escludere l’una o l’altra categoria di stranieri, e l’Istituto dovrà eliminare “la condotta discriminatoria attraverso l’estensione del beneficio assistenziale”a tutte le future madri regolarmente presenti in Italia che ne facciano domanda e che si trovino nelle condizione giuridico-fattuali” previste dalla legge 232 del 2016. «Non è quindi neppure necessario, come avevano fatto invece altri giudici, fare riferimento a quelle norme comunitarie che prevedono la parità di trattamento per i titolari di permesso unico lavoro – commentano i legali delle associazioni che hanno presentato ricorso –: in questo caso è proprio la legge nazionale istitutiva a prevedere il beneficio con la massima ampiezza, persino senza alcun limite di reddito».

«Confidiamo che ora l’Inps si adegui rapidamente alla decisione del Tribunale» ha commentato l’avvocato Alberto Guariso. Nel frattempo, sottolineano le associazioni, è importante che tutte le donne straniere che si trovano almeno al settimo mese di gravidanza entro il 31.12.2017 facciano domanda all’Inps al fine di poter beneficiare della decisione milanese che, lo ricordiamo, riguarda la “discriminazione collettiva” e quindi tutte le donne straniere regolarmente soggiornanti in Italia, indipendentemente dal titolo di soggiorno».

Il “Bonus mamma domani” consiste in un’una tantum di 800 euro che l’Inps eroga alla nascita del figlio (per il 2017). Nella circolare sul bonus l’Istituto di previdenza aveva introdotto, seguendo le indicazioni dei ministeri vigilanti, gli stessi requisiti previsti per il bonus bebè (una misura che era legata al reddito e che veniva erogata mensilmente e non una tantum).

da Avvenire

I santi del 16 Dicembre 2017

Sant’ ADELAIDE   Imperatrice
Borgogna, 931 – Seltz, Francia, 16 dicembre 999
Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all’età di sei anni rimane orfana di padre e nel 947 sposa Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo soli tre anni di matrimonio, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi lei rifiuta…
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Sant’ ADONE DI VIENNE   Vescovo
Sens, c. 800 – 875
Entrato nell’abbazia di Ferrieres-en-Gatinais, dopo anni di vita monastica venne proposto da S. Remigio quale vescovo di Vienne dove rimase fino alla morte. Importante vescovo della Francia Medievale, restaurò la disciplina ecclesiastica e regolò l’ufficiatura divina tenendo vari sinodi ed esercitando una benefica influenza sulla vita politica del tempo….
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Sante MARTIRI D’AFRICA
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Sant’ AGGEO   Profeta
VI secolo a.C.
Il santo profeta Aggeo, al tempo di Zorobabel, re di Giuda, ammonì il popolo perché riedificasse la casa del Signore, dove poi sarebbe stata posta l’Arca della Santa Alleanza….
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San BEANO
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San MACARIO DI COLLESANO   Monaco
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Sant’ EVERARDO DEL FRIULI   Marchese
Sec. IX
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Sant’ ALBINA   Martire
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San BOBOLENO (O BOBULENO) DI BOBBIO   Abate
† 652-653
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Sant’ ADELARDO   Monaco
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Beato SEBASTIANO MAGGI   Sacerdote
Brescia 1414 – Genova 1496
Nato nel 1414 a Brescia col nome di Selvatico, appena 15enne entrò come Sebastiano nel convento domenicano della città, del quale poi divenne priore. La dedizione allo studio gli valse il titolo di maestro in sacra teologia. Fu chiamato a reggere vari conventi – Santa Maria delle Grazie a Milano, poi Brescia, Mantova, Verona, Piacenza e Bologna…
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Beato ONORATO (VENCESLAO) KAZMINSKY   Cappuccino
Biala, Polonia, 16 ottobre 1829 – Nowe-Miasto, Polonia, 16 dicembre 1916
Onorato, al secolo Venceslao Kozminski, nacque a Biala Podlaska il 16 ottobre 1829. Ricevuta la prima educazione in famiglia e compiuti gli studi primari a Plock, si recò a Varsavia per gli studi di architettura. Nel 1846 subì una crisi religiosa, superata la quale entro nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Varsavia, e venne ordinato sacer…
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Beato DOMENICO DOSSO   Mercedario
XIII secolo
Armato da San Pietro Nolasco il 10 agosto 1218, giorno stesso della fondazione dell’Ordine Mercedario, il Beato Domenico Dosso, cavaliere laico, prese parte alla ripresa delle isole Baleari in Spagna sugli invasori saraceni. Durante la sua vita si distinse per un’estrema pietà e rare virtù, non mancò di assitere alla morte del Santo fondatore. Carico di anni…
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Beati GIACOMO E ADOLFO   Martiri mercedari
† Tunisi, 1314
Questi due mercedari spagnoli, di origine catalana, Beati Giacomo e Adolfo, furono mandati in redenzione a Tunisi in Africa nell’anno 1314, sotto il generalato del Beato Arnaldo de Rossinol. Conclusa la loro redenzione nella quale avevano liberato molti schiavi s’imbarcarono per far ritorno, ma catturati in alto mare dai pirati mori, furono ancora ricondotti…
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Beato GIOVANNI WAUTHIER   Sacerdote e martire
Fourmies, Francia, 22 marzo 1926 – Ban Na, Laos, 16 dicembre 1961
Il percorso di padre Jean Wauthier, Missionario Oblato di Maria Immacolata, è stato segnato dalla seconda guerra mondiale: divenne rifugiato e, per raggiungere il noviziato della congregazione dove aspirava ad entrare, dovette attraversare la Francia devastata dai bombardamenti. Dopo il servizio militare nell’Africa del Nord come allievo ufficia…
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Beati MARTIRI DEL LAOS
† 1954/1970
Sotto il nome di martiri del Laos vanno in realtà considerati due gruppi di sacerdoti (in gran parte missionari) e laici autoctoni, uccisi negli anni dal 1954 al 1970 da parte di guerriglieri comunisti del movimento Pathet Lao. Il primo gruppo comprende sacerdoti sia della Società delle Missioni Estere di Parigi, sia dei Missionari Oblati di Ma…
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Beata MARIA DEGLI ANGELI (MARIANNA FONTANELLA)   Vergine carmelitana
Torino, 7 gennaio 1661 – 16 dicembre 1717
La beata Maria degli Angeli, al secolo Marianna Fontanella, è stata la prima carmelitana italiana a salire all’onore degli altari: a proclamarla beata fu Pio IX nel 1865. Nata il 7 gennaio 1661 da una famiglia nobile piemontese, superata l’opposizione dei genitori, entrò poco più che quindicenne nel Carmelo di Santa Cristina a Torino. Di…
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Beato CLEMENTE MARCHISIO   Sacerdote e fondatore
Racconigi, Cuneo, 1 marzo 1833 – Rivalba, Torino, 16 dicembre 1903
Nacque il l° marzo 1833 a Racconigi (CN). Fu sacerdote infaticabile, prima come vicep arroco a Cambiano e a Vigone, poi, per 43 anni, come parroco a Rivalba, dove mori il 16 dicembre 1903. Senza nulla sottrarre alla cura pastorale dei suoi parrocchiani, fondò e diresse per 28 anni l’Istituto delle Figlie di s…
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Beato FILIPPO SIPHONG ONPHITAK   Protomartire della Thailandia
Nong Sëng, Tailandia, 30 settembre 1907 – Mukdahan, Tailandia, 16 dicembre 1940
Filippo Siphong Onphitak, padre di famiglia, essendo stato espulso il sacerdote del paese di Songkhon fu nominato guida della comunità cristiana e, allo scatenarsi della persecuzione contro i cristiani, fu attirato con l’inganno vicino al fiume Tum Nok e quindi ucciso a colpi d’arma da fuoco il 16 dicembre 1940. Dieci giorni dopo subirono …
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Beata ELISABETTA DI SAN FRANCESCO   Clarissa
† 1534
www.santiebeati.it/dettaglio/94954