8 dicembre, modifiche al traffico per il Mercatino di Natale di via Emilia Santo Stefano a Reggio Emilia

– In occasione della Festa dell’Immacolata, lunedì 8 dicembre, per permettere lo svolgimento del mercatino Natale a Santo Stefano, vengono adottati i seguenti provvedimenti di variazione della viabilità: il divieto di sosta permanente con rimozione forzata dalle ore 1 alle ore 24 in via Pasubio, nel tratto compreso tra il civico 4 fino a via Emilia Santo Stefano su ambo i lati; l’interruzione della circolazione stradale e il divieto di sosta permanente con rimozione forzata dalle ore 1 alle ore 24 in via Emilia Santo Stefano, nel tratto da piazza Gioberti (esclusa) a via Monte Pasubio (esclusa), e in via Minghetti, nel tratto compreso tra i civici 1/C – 2/C e via Emilia Santo Stefano; l’istituzione del doppio senso di circolazione in: corso Garibaldi con sospensione della corsia bus; via Davoli, via Nuova; via Mazzini con sospensione della corsia bus.

Stampa Reggiana

Parola di Dio del giorno 6 Dicembre 2025

Lettura del Giorno

Dal libro del profeta Isaìa
Is 30,19-21.23-26

Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme,
tu non dovrai più piangere.
A un tuo grido di supplica [il Signore] ti farà grazia;
appena udrà, ti darà risposta.
Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione
e l’acqua della tribolazione,
non si terrà più nascosto il tuo maestro;
i tuoi occhi vedranno il tuo maestro,
i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te:
«Questa è la strada, percorretela»,
caso mai andiate a destra o a sinistra.
Allora egli concederà la pioggia per il seme
che avrai seminato nel terreno,
e anche il pane, prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso;
in quel giorno il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato.
I buoi e gli asini che lavorano la terra
mangeranno biada saporita,
ventilata con la pala e con il vaglio.
Su ogni monte e su ogni colle elevato
scorreranno canali e torrenti d’acqua
nel giorno della grande strage,
quando cadranno le torri.
La luce della luna sarà come la luce del sole
e la luce del sole sarà sette volte di più,
come la luce di sette giorni,
quando il Signore curerà la piaga del suo popolo
e guarirà le lividure prodotte dalle sue percosse.

Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,35-10,1.6-8
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Tv2000, speciale sui 60 anni del Concilio Vaticano II

basilica San Pietro Roma

lopinionista.it

Domenica 7 dicembre Tv2000 propone lo speciale “La Chiesa del Concilio” per i 60 anni dalla chiusura del Vaticano II

In occasione dei 60 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, Tv2000 e Tg2000 propongono uno speciale dal titolo “1965 – 2025 – La Chiesa del Concilio”, in onda domenica 7 dicembre in seconda serata. La trasmissione, condotta da Gennaro Ferrara, ripercorrerà le tappe di quell’assemblea ecumenica che segnò profondamente la storia della Chiesa universale.

Il Concilio Vaticano II si concluse l’8 dicembre 1965 con una solenne celebrazione presieduta da Papa Paolo VI in Piazza San Pietro. Sessant’anni dopo, lo speciale offrirà una riflessione sull’eredità di quell’evento e sulle attese di una Chiesa che, anche attraverso il Sinodo dei Vescovi, continua a porre al centro temi e speranze emersi in quell’epoca di rinnovamento.

Tra gli ospiti della serata:

  • Cardinale Mario Grech, Segretario del Sinodo dei Vescovi.
  • Gian Franco Svidercoschi, decano dei vaticanisti italiani.
  • Suor Linda Pocher, teologa e docente della Pontificia Facoltà Auxilium di Roma.
  • Romolo Pietrobelli, centenario, già presidente della Federazione universitaria cattolica italiana e dei Laureati Cattolici, testimone diretto del fermento conciliare.

Lo speciale sarà arricchito da filmati d’epoca e da contributi di studiosi ed esperti, per restituire al pubblico la memoria di un evento che ha segnato il cammino della Chiesa contemporanea.

A cura di Gennaro Ferrara, Alessandra Giacomucci e Dario Quarta, con la regia di Alessandro Tresa.

Jesus, dibattito a 60 anni da Vaticano II su riforme incompiute

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“Il tema dell’ordinazione femminile resta aperto perché, nonostante il magistero nel passato abbia posto dei freni molto duri, si continua a discuterne.

Guardando in avanti, io credo che potrà passare un decennio, forse due, ma avremo anche le donne a presiedere l’eucaristia.
È un cammino irreversibile perché il no all’ordinazione femminile non ha fondamenti sufficienti nella Sacra Scrittura”.
Lo afferma monsignor Severino Dianich, “decano” dei teologi italiani, nel dibattito organizzato dalla redazione del mensile Jesus in occasione dei sessant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II (8 dicembre 1965).
Al dibattito, che viene pubblicato sul numero di dicembre della rivista con il titolo “Quel che resta del Concilio – Alle radici della Chiesa sinodale”, hanno partecipato anche lo storico della Chiesa Daniele Menozzi, la canonista Donata Horak, la teologa Cristina Viganò e il giornalista e conduttore televisivo Marco Damilano.
A sessant’anni di distanza dal Vaticano II, dunque, la rivista Jesus ha voluto chiedere ai cinque esperti invitati in redazione che cosa è stato realmente attuato e che cosa è invece rimasto sulla carta. Tanti i temi toccati, spiega una nota, “dalla questione della liturgia a quello della sinodalità, dal tema del laicato e quello della crisi dei preti, dal nodo delle parrocchie a quello del dialogo ecumenico”. La riflessione è partita dal tema della riforma liturgica, voluta dal Concilio e attuata poi da Paolo VI.
Sul tema, lo storico Daniele Menozzi ha detto: “Lo scisma lefebvriano dalla metà degli anni Settanta in poi ha inalberato come proprio emblema il mantenimento della “Messa di sempre”.
Dietro questo slogan c’è un grande equivoco o, peggio, una grande truffa, perché non esiste la “messa di sempre”. La messa è cambiata continuamente nel corso dei secoli”. In realtà, dietro la ribellione lefebvriana c’è, secondo Menozzi, “l’opposizione all’insieme dei decreti conciliari, in particolare ciò che i tradizionalisti ritenevano particolarmente dannoso, cioè il riconoscimento della libertà religiosa e la fine dello Stato cristiano”.
La riforma liturgica del Vaticano II non è stata pienamente realizzata, secondo la canonista Donata Horak:”Riuscire a realizzare Sacrosanctum Concilium, la costituzione del Vaticano II sulla liturgia, comporterebbe che si fosse veramente realizzata Lumen Gentium, la costituzione conciliare sull’ecclesiologia. Cioè che il popolo di Dio avesse preso coscienza della sua dignità battesimale, della possibilità di prendere la parola”. Ancora oggi, osserva, “nella liturgia non c’è mai un momento in cui il popolo di Dio prende la parola con autorevolezza. E non c’è una rappresentatività delle donne.
L’impianto rimane quello di una Chiesa fondata sulla disuguaglianza… cioè su un’ecclesiologia preconciliare”.
Senza dubbio, sul tema della partecipazione di tutti i fedeli alla vita della Chiesa molto ha fatto papa Francesco, rilanciando la questione della sinodalità: per Dianich, in particolare l’esperienza di quest’ultimo sinodo dei vescovi è “qualcosa che lascerà dei segni e che è capace di portare molti frutti negli anni futuri” perché “per la prima volta nella storia della Chiesa è stato un sinodo di vescovi e non vescovi insieme… con lo stesso diritto di parola e di voto”.

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Maculopatia senile, positivi i primi dati sulla terapia genica

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Potrebbe curarla con 1 sola iniezione. Via libera atteso nel ’27

La terapia genica potrebbe essere presto utilizzata per curare in modo definitivo anche malattie oculari comuni, e non solo forme rare, a partire dalla maculopatia senile umida, la forma più aggressiva e rapida di degenerazione maculare legata all’età.

Sono infatti positivi i primi dati di efficacia fino a 4 anni della terapia genica ABBV-RGX-314: in un vicino futuro, potrebbe dunque bastare una sola iniezione per curare la patologia e l’approvazione per la nuova terapia è attesa nel 2027.
A dimostrarlo sono i dati più aggiornati con un follow-up fino a 4 anni presentati al congresso internazionale FLORetina in corso a Firenze, che confermano i risultati di un recente studio pubblicato su The Lancet che ha valutato la compatibilità biologica e il potenziale terapeutico della terapia genetica ABBV-RGX-314.

Positivi a 2 anni anche gli esiti delle sperimentazioni su una seconda terapia, la 4D-150. Entrambe le terapie potrebbero potenzialmente ridurre fino a una sola le iniezioni intravitreali necessarie per il trattamento della malattia ed essere disponibili dal 2027.
“I risultati presentati hanno dimostrato efficacia e sicurezza della terapia sia da un punto di vista anatomico, che funzionale con stabilizzazione o miglioramento dell’acuità visiva. Inoltre, molti pazienti hanno avuto bisogno di poche o, addirittura, nessuna iniezione supplementare di anti-Vegf durante gli anni di follow-up, dimostrando la capacità di RGX-314 di fornire una risposta duratura dopo una singola somministrazione”, afferma Stanislao Rizzo, presidente di FLORetina Icoor, direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico A. Gemelli Irccs e Professore ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica di Roma.

Trenord, due nuove corse sulla linea Domodossola-Milano

Trenord, due nuove corse sulla linea Domodossola-Milano

Ossola News

A partire da domenica 14 dicembre entra in vigore l’orario invernale di Trenord. Per l’occasione, è in programma una modifica anche sulla linea Milano Centrale – Domodossola,  che potrà contare su due nuove corse: il treno 2417, con partenza da Domodossola alle 7.54 e arrivo a Milano Centrale alle 9.35, e il treno 2440, con partenza da Milan Centrale alle 20.25 e arrivo a Domodossola alle 22.04. I nuovi treni circoleranno tutti i giorni.

“Democrazia alla prova”: a Genova tre-giorni di analisi e dialoghi promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità

“Democrazia alla prova”: a Genova tre-giorni di analisi e dialoghi promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità

GENOVA-ADISTA. Ha come titolo “Democrazia alla prova” la tre-giorni di analisi e dialoghi promossa dal Forum Disuguaglianze e Diversità che si svolgerà al Palazzo Ducale di Genova dal 23 al 25 gennaio 2026.

«Di fronte a un mutamento sociale e politico segnato da profonda complessità, all’indirizzo preso dalla trasformazione digitale, alla straordinaria concentrazione di ricchezza e potere in poche mani, a una potente dinamica autoritaria che penetra le democrazie, alla sua coesistenza con il neoliberismo, può la democrazia rigenerarsi? Come?». Sono le domande che guideranno l’iniziativa. «La prospettiva – spiegano gli organizzatori – non è quella usurante della “crisi della democrazia”, poiché la democrazia, per sua natura, non è mai data una volta per tutte, ma è un sistema che legittima e governa conflitti e tensioni, che è in continuo divenire e che deve continuamente adattare i propri dispositivi al contesto e rigenerarsi. Il problema oggi è il ritardo di questo adeguamento». Il punto di partenza è offerto da un insieme di assunti, curato come la tre giorni da Fabrizio Barca e Luca Borzani, che sarà messo in discussione durante i lavori. Si ascolteranno interventi su Stati Uniti, India, Cina e Italia e il punto di vista delle nuove generazioni sulla democrazia alla prova. Il confronto tra relatori e relatrici di diverse discipline e campi di azione, di ogni fascia generazionale e di Paesi diversi aiuterà a comprendere “che fare”.

Nel documento di base vengono argomentate alcune questioni, a partire dalle quali si ragionerà sulla necessità della democrazia di rigenerarsi e su come questo processo possa compiersi. Queste, per titoli, le affermazioni centrali: per “democrazia” intendiamo un sistema costituzionale che mira ad assicurare a tutti e tutte un peso effettivo sulle decisioni pubbliche, la possibilità di non essere dominati e subalterni e una comune uguaglianza; la democrazia non è mai data una volta per tutte, ma è per sua natura un sistema in continuo divenire che deve continuamente adattarsi al contesto; la democrazia, pur non essendo necessaria al capitalismo, può convivere con esso e influenzarlo; il neoliberismo ha eroso la capacità della democrazia di conseguire i propri obiettivi; il neoliberismo ha anche saputo intercettare la transizione digitale piegandola a strumento di concentrazione di ricchezza e potere; la democrazia non è stata capace di rinnovarsi per far fronte alla crescente complessità delle decisioni pubbliche; gli strumenti per il controllo e il confronto pubblico sono stati indeboliti, favorendo la direzione autoritaria; molti movimenti e organizzazioni di cittadinanza attiva, con un significativo ruolo delle nuove generazioni, si sono opposti al neoliberismo, ma non hanno pesato a livello di sistema; il neoliberismo ha progressivamente perso egemonia, e ha così accentuato il suo tratto illiberale, in assenza di alternative democratiche, dentro al populismo si è spesso affermata la versione autoritaria; la fase in atto in molta parte dell’Occidente e del mondo può essere interpretata come una convergenza di neoliberismo e autoritarismo; la dinamica autoritaria è cementata e incoraggiata da un’azione possente sul senso comune.

È a partire da queste affermazioni, e dallo scenario che delineano, che la democrazia è sfidata a rinnovare i propri dispositivi, dimostrando di essere in grado di governare l’accresciuta complessità nell’interesse di una maggiore giustizia sociale e ambientale, di dare vita a processi di decisione e produzione dei beni pubblici fondamentali che siano innervati da un confronto democratico di valori, interessi e conoscenze.

La tre giorni vedrà alternarsi analisi e dialoghi a più voci. Le prime due sessioni “Democrazia, Stato, neoliberismo e autoritarismo: passato e presente” e “Democrazia, Stato, neoliberismo, autoritarismo: futuro” si intersecano guardando alle stesse vicende con due diverse prospettive: quali siano le questioni a cui il neoliberismo prima e l’autoritarismo poi hanno offerto una risposta che la democrazia non riusciva a dare, divenendo così egemoni; come la democrazia ha cercato di reagire e può reagire alla prova a cui è sottoposta. La terza sessione “Nuove generazioni e democrazia” è guidata dal punto di vista delle nuove generazioni, per comprendere l’equilibrio fra la consapevolezza delle ingiustizie e le intuizioni sul rinnovamento della democrazia, e una sfiducia in tutte le forme organizzate, partiti in testa. Nella quarta sessione “Stati Uniti, India e Cina” viene preso di petto il caso Stati Uniti, per cogliere l’essenza della gravissima svolta autoritaria in atto, e domandarsi se essa dipenda da condizioni di quella nazione o anticipi tendenze generali. Ci si pongono poi simili domande anche sull’India, la più grande democrazia al mondo, e sulla Cina, analizzando come vengano prese le decisioni in quel particolare modello di governo. Si chiude con una quinta, e fondamentale, sessione dedicata all’Italia, dove ci si interroga sulle premesse e sulle specificità della dinamica autoritaria in atto, sui suoi nessi con il capitalismo e con la società italiana, sul fortissimo aumento dell’assenteismo elettorale, sulla sfida di contendere l’attuale senso comune prevalente, e sulle opportunità di una reazione politica radicale a cui concorrano le forme organizzate del lavoro e della cittadinanza attiva.

Interverranno, fra gli altri: Gaetano Azzariti (Università Sapienza, Roma), Filippo Barbera (Università di Torino, Forum Disuguaglianze e Diversità), Lucio Caracciolo (Limes), Guido Formigoni (Università Iulm, Milano), Piero Ignazi (Università di Bologna), Alfio Mastropaolo (Università di Torino), Serena Sorrentino (Cgil), Nadia Urbinati (Columbia University, New York), Chiara Volpato (Università di Milano-Bicocca), Franco Monaco (giornalista)

Il documento con gli assunti che guidano i lavori: https://bit.ly/democrazia-alla-prova-assunti

Il programma della tre giorni: https://bit.ly/democrazia-alla-prova-programma

Link per prenotarsi: https://palazzoducale-genova.midaticket.com/categoria/democrazia-alla-prova/