Arte e luci, Assisi a Natale accende la pace

Arte e luci, Assisi a Natale accende la pace

di Giuseppe Matarazzo
Nella città di san Francesco le facciate delle chiese si colorano e si illuminano con le opere di grandi artisti e messaggi di speranza e dialogo. Un viaggio immersivo, fra eventi, mercatini e presepi. Nel 2026 le celebrazioni per gli 800 anni dalla morte del Poverello

Avvenire
La pace ad Assisi prende le forme e i colori dell’arte, con la potenza della luce e di un messaggio che supera qualunque barriera. Nel cuore dell’Umbria, la città di San Francesco, a Natale, regala un’esperienza unica: fino al 6 gennaio, le facciate delle chiese e dei monumenti più importanti diventano tele luminose che si animano e colorano grazie a spettacolari proiezioni artistiche che reinterpretano il tema della pace attraverso capolavori dell’arte moderna e contemporanea. Un progetto immersivo e inedito, frutto del lavoro congiunto di storici dell’arte, lighting designer e creativi digitali, che trasforma la città in un racconto visivo capace di parlare al mondo. Un preludio particolarmente significativo in vista del 2026, anno in cui Assisi e il mondo celebreranno gli 800 anni dalla morte di San Francesco (1226), figura universale di pace, dialogo e fraternità. Ed ecco il “Presepe di Greccio” di Köder sulla chiesa superiore della Basilica, Chagall sulla Basilica di Santa Chiara, Magritte sulla Cattedrale di San Rufino, Klimt sull’Abbazia di San Pietro e Picasso sul Santuario di Rivotorto. La pace, qui, non è solo assenza di conflitto, ma speranza, perdono, accoglienza, rinascita, valori profondamente francescani che rivivono nelle opere degli artisti e da qui si diffondono in tutto il mondo. Cuore del progetto è Piazza del Comune, dove la tematica “Pace sulla Terra” viene interpretata attraverso una selezione di alcune opere di Banksy, il più grande street artist contemporaneo, che ha portato ad Assisi la propria arte rivoluzionaria con la mostra “Peace on Earth”, visitabile alla Rocca Maggiore fino all’11 gennaio.
il “Presepe di Greccio” di Köder sulla chiesa superiore della Basilica / Ufficio stampa Città di AssisiBanksy illumina la piazza del Comune / Ufficio stampa Città di Assisi Klimt sull’Abbazia di San Pietro ad Assisi / Ufficio stampa Città di AssisiChagall sulla Basilica di Santa Chiara / Ufficio stampa Città di AssisiIl “dialogo” di Picasso sulla facciata del Santuario di Rivotorto / Ufficio stampa Città di Assisi
il “Presepe di Greccio” di Köder sulla chiesa superiore della Basilica / Ufficio stampa Città di Assisi

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È la prima volta che l’arte contemporanea viene utilizzata per animare il Natale attraverso la tecnica dell’illuminazione mappata di chiese e monumenti, che da anni rende iconiche e speciali le luci natalizie ad Assisi (lo scorso anno il tema era il “Cantico delle creature”), confermando la vocazione della città a essere laboratorio di linguaggi nuovi senza tradire la propria anima millenaria.
Accanto alla luce dell’arte, il Natale ad Assisi è anche presepe, nel senso più autentico e francescano del termine. Non potrebbe essere altrimenti nella città che custodisce il ricordo del primo presepe della storia, voluto da San Francesco a Greccio. Presepi artistici punteggiano vicoli e piazze, mentre grandi allestimenti trovano spazio davanti alla Basilica inferiore di San Francesco e nel chiostro di Santa Maria degli Angeli. Nei palazzi storici – Monte Frumentario, Galleria Le Logge, Palazzo del Capitano del Perdono – è esposta una straordinaria collezione di circa 800 presepi provenienti da tutto il mondo, tra cui spicca l’imponente Presepe Siciliano di Angela Tripi, già applaudito a Parigi.
Nelle frazioni del territorio, i presepi viventi rievocano la Natività con partecipazione popolare e cura dei dettagli; quello di Petrignano, per la prima volta, raggiunge il cuore di Assisi con un suggestivo corteo storico tra i vicoli medievali. Il viaggio nel tempo continua con la musica: “DeMusicAssisi Winter Edition” riporta il visitatore nel Medioevo attraverso repertori natalizi, zampognari, concerti e spettacoli di musica antica, fino a un originale Capodanno medievale che coinvolge il pubblico in un banchetto in musica. Un modo giocoso e colto di riscoprire le radici culturali della città serafica.
Mercatini artigianali, attrazioni per bambini, il Trenino del Natale, artisti di strada e appuntamenti popolari come il Capodanno in Piazza e la Befana che si cala dalla Torre del Popolo completano un calendario ricco e inclusivo (programma completo su www.visit-assisi.it). Il tutto sullo sfondo di un centro storico Patrimonio Unesco, che proprio questo mese, celebra i 25 anni del prestigioso riconoscimento.

Per il prossimo anno tre libri che non invecchiano

Per il prossimo anno tre libri che non invecchiano

La poesia di Elliot, il romanzo di Morante e il saggio di Anders: il Novecento che parla ancora all’oggi

Avvenire

Invece che consigliare come libri da leggere nel prossimo anno i cinque o dieci o venti migliori pubblicati nell’anno che si chiude, mi permetto, da passatista impenitente, di consigliare la lettura o rilettura di qualche grande opera del secolo scorso, che di cose da insegnare ne ha ancora molte. Sceglierò fra poesia, narrativa e saggistica. Nella poesia internazionale scelgo Quattro Quartetti di Thomas S. Elliot, un americano che volle diventare europeo, rivelandosi uno dei maggiori interpreti della tradizione del nostro continente, che oggi rischia di perdere memoria e coscienza di sé. Dopo aver pubblicato nel 1922 il celeberrimo, oscuro e frammentario poemetto La terra desolata, alle cui spalle c’era la catastrofe bellica del 1914-1918, Elliot si applicò alla ricostruzione culturale e morale del proprio mondo poetico, adottando come modello di struttura la forma musicale del quartetto e scrivendone quattro dal 1935 al 1942, ripresa e variazione di un unico poema mirabilmente organico. Con i suoi Quartetti anche Elliot, come molti classici, cercava una superiore saggezza umanistica e religiosa, fatta di umiltà, distacco e supremo equilibrio. Uno dei suoi versi più memorabili dice: «human kind cannot bear very much reality». L’incapacità di sopportare la realtà e la fuga dalla realtà sono debolezze e tentazioni tra le più insidiose e diffuse, sia nell’esperienza quotidiana di tutti che nei più eccitanti e attraenti prodotti dell’estetica e della tecnica.
Come seconda opera da leggere o rileggere sceglierei La Storia di Elsa Morante, un capolavoro narrativo uscito nel 1974, molto discusso e a volte denigrato da letterati e politici che lo giudicavano “ottocentesco” nello stile e sentimentalistico nel suo messaggio morale, in quanto epica e tragedia di una madre e del suo bambino, vittime violentate, nella loro “piccola” storia, dalla “grande” storia degli eventi pubblici. Le due epigrafi scelte dalla Morante erano queste: «Non c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non sanno il perché della loro morte» (Un sopravvissuto di Hiroshima) e «… hai nascosto queste cose ai dotti e ai savi e le hai rivelate ai piccoli… perché così a te piacque» (Luca X.21).
La terza opera di cui consiglio una lenta e attenta lettura è il saggio di filosofia sociale L’uomo è antiquato di Günther Anders, i cui due volumi, del 1956 e del 1980, sono rispettivamente accompagnati da questi sottotitoli: “Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale” e “Sulla distruzione della vita nell’epoca della terza rivoluzione industriale”. Anima e vita umane sono in pericolo. Le macchine ci stanno mangiando l’anima e noi non ce ne accorgiamo.

Lettura e Vangelo del giorno 28 Dicembre 2025


Letture del Giorno
Prima Lettura

Dal libro del Siràcide
Sir 3,3-7.14-17a (NV) [gr. 3.2-6.12-14)

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,12-21

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Un “oroscopo” per il 2026. Scegliendo le frasi del Vangelo, segno per segno

Un "Oroscopo" per il 2026. Scegliendo le frasi del Vangelo, segno per segno

«A Natale siamo tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa». L’ho letto in una vignetta di Snoopy e concordo pienamente. In questi giorni tutti sono attenti e preoccupati dei valori, dei valori più importanti, dei valori più alti che sono il colesterolo, i trigliceridi e la glicemia. In questo periodo sono stato molto in confessionale e ho condiviso varie fragilità, ma anche tanta sofferenza e molta più insofferenza. Il dono più grande però sono state le storie di vite preziose, luminose anche se faticose. Uno di questi incontri si è concluso con una domanda molto profonda che mi è stata posta. Una signora distinta, acculturata, fine, mi ha presentato alcune situazioni che le stavano a cuore soprattutto per la loro complessità. Dopo essermi confrontato sul senso della vita, sui dubbi della fede, sulla coraggiosità della speranza, sulla inevitabilità della fragilità, sulla ripetitività della peccaminosità, mi guarda intensamente e mi dice: «Non vorrei rubarle altro tempo, ma avrei da farle una domanda finale che mi interessa parecchio. Posso?». La situazione non è certo come quella di una decina di anni fa, quando a Natale c’era la coda fuori dal confessionale, con gente che sbuffava se appena ti dilungavi a dare l’assoluzione a qualcuno. Si innescava anche nel prete la preoccupazione per la tutela del penitente, perché quando qualcuno parlava un po’ di più e prendeva tempo, qualcuno pensava maliziosamente: «Ma quanti peccati ha? Cosa ha combinato di grave per tenerla lunga?». Alla faccia della misericordia che si era in attesa di

celebrare, tanto poi anche questi giudizi entravano nel calderone dell’assoluzione al proprio turno. Tornando alla mia ospite, mi aspettavo un tema nuovo complicato che avrebbe avuto bisogno di altro tempo. Per regolarmi, ho spiato dalla porta per controllare che non ci fosse qualcuno ad attendere. Tutto libero. Allora mi preparo alla domanda e mi rispondo: «Prego, mi dica». «Di che segno è?». Spiazzato. Le ho risposto: «Sono del segno… della croce! Però forse quello che interessa a lei è il mio segno zodiacale: sono uno scorpione».

Lungo la giornata è risuonata in me la inaspettata domanda e mi ha fatto riflettere. Era un’inaccettabile miscuglio tra fede e superstizione oppure era la manifestazione di un desiderio profondo di senso, o una ricerca interiore di un oltre attraverso linguaggi diversi, o un’attesa di risposte facili agli enigmi complessi dell’esistenza? Quante persone in questi giorni stanno guardando le stelle per trovare dei messaggi negli oroscopi attendendo una «buona notizia» per questo nuovo 2026. Tutti dicono: «Non ci credo, però fammi sentire…». Ho fatto allora questa riflessione. La parola Vangelo viene dal greco «eu-anghelion» e significa proprio «buona notizia». Se è davvero un messaggio vivo, se davvero è parola divina che si fa storia umana come abbiamo ripetuto noi preti nelle liturgie natalizie, se è davvero pagina ispirata che ha qualcosa da dire sulla vita, allora perché non pescare un oroscopo dai testi sacri, tra le parole di Gesù? Ci provo. ARIETE. Non affannatevi, ogni giorno ha la sua pena. Il Padre sa di cosa avete bisogno prima che glielo chiediate. – TORO: «Sia il vostro parlare sì o no; il di più è frutto del male». – GEMELLI: «Non temete. Non abbiate paura. Non sia turbato il vostro cuore. Io sono con voi». – CANCRO: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». – LEONE: «Quanto volete che gli altri facciano a voi, voi fatelo a loro». – VERGINE: «Guardate i fiori dei campi; se Dio rende così belli i fiori che appassiscono, a maggior ragione avrà cura di voi». – BILANCIA: «Togli prima la trave dal tuo occhio, poi potrai togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». – PESCI: «Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto». – CAPRICORNO: «Guardatevi da chi sembra pecora, ma dentro è lupo rapace». – ACQUARIO: «La verità vi farà liberi». – SAGITTARIO: «Sapranno che siete miei testimoni da come vi amerete». – SCORPIONE: «Là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore».

Anche un coraggioso tentativo di «oroscopizzare» il Vangelo – forse irriverente per qualcuno – può avere qualcosa di interpellante. Comunque, che si tratti di zodiaco, di testi sacri o di post promettenti sui social, sono convinto che aveva ragione Bob Dylan quando osservava: «Se esprimi un desiderio è perché vedi una stella, se vedi una stella è perché stai guardando il cielo e se guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa».
Il Giornale

La liturgia dedica la prima domenica dopo Natale alla riflessione sul significato religioso della famiglia , offrendo come esempio concreto la famiglia di Gesù

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La famiglia di Gesù ci illumina molto sulla strada da scegliere in momenti pieni di difficolta’ , ci insegnano con quale atteggiamento un cristiano debba affrontare le vicende della vita familiare .
Certo , i problemi di oggi sono particolarmente difficili, ma guardiamo un momento alla Santa Famiglia , alle difficoltà che ha incontrato e allo spirito con cui le ha affrontate.
A pochi giorni dal parto non teme di intraprendere un viaggio aspro , faticoso , pieno di pericoli. Affronta la situazione con animo sereno e deciso , non si lamenta ma tace e agisce.
Dai suoi genitori Gesù ha ottenuto quanto voleva: una vera educazione religiosa , con la parola e con l’esempio , per il resto era ben felice di non avere neppure una pietra dove potesse posare il capo . La compattezza della famiglia di Gesù , la sua grande forza morale spirituale la vediamo soprattutto nel momento della persecuzione , della fuga frettolosa in Egitto e nell’esilio . È nella prova che si può misurare se le nostre famiglie sono costruite sulla sabbia o sulla roccia . Certo , le prove non ce le dobbiamo augurare , ma prima o poi arrivano sempre .
La Santa famiglia ha saputo affrontare le tante prove nel modo che sappiamo , con dignità e coraggio , senza imprecazioni , perché noi non dovremmo saper fare altrettanto nei nostri momenti di dolore?
Questi genitori comprendono Gesù anche quando lascia la loro casa, diventando anch’essi suoi discepoli. Alla radice di tutto c’è in questi genitori un atteggiamento essenziale e irrinunciabile per la formazione di una famiglia Cristiana.
La famiglia è una vocazione e una missione che comporta da parte di chi prende questa strada un impegno consapevole e duraturo . È una scelta che va ponderata proprio perché tale da coinvolgere l’intera vita di un uomo . Certo , è un impegno che a volte pesa , ma che dà le migliori soddisfazioni proprio a chi lo sa vivere con dedizione .
La famiglia di Gesù è anche oggi per noi uno stimolo per vivere le nostre scelte , come una missione , consapevole piena di significato.

Liturgia 28 Dicembre 2025 DOMENICA FRA L’OTTAVA DI NATALE – SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE, FESTA – ANNO A

Colore Liturgico  Bianco

Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – Anno A | Cappuccine
Antifona
I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe
e il bambino adagiato nella mangiatoia. (Lc 2,16)

Si dice il Gloria.

Colletta
O Dio, che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure:

O Dio, nostro creatore e Padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio
crescesse in sapienza, età e grazia
nella famiglia di Nazaret;
ravviva in noi la venerazione
per il dono e il mistero della vita,
perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
Chi teme il Signore onora i genitori.
Dal libro del Siràcide
Sir 3,3-7.14-17a (NV) [gr. 3.2-6.12-14)

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 127 (128)

R. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.

Seconda Lettura
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,12-21

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

La pace di Cristo regno nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. (Col 3,15a.16a)

Alleluia.

Vangelo
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Parola del Signore.

Si dice il Credo.

Sulle offerte
Ti offriamo, o Signore, il sacrificio di riconciliazione
e, per intercessione della Vergine Madre e di san Giuseppe,
ti preghiamo di rendere salde le nostre famiglie
nella tua grazia e nella tua pace.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione
Il nostro Dio è apparso sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini. (Cf. Bar 3,38)

*A

Giuseppe si ritirò nella regione della Galilea
e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret,
perché si compisse il detto dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». (Cf. Mt 2,22-23)

Dopo la comunione
Padre clementissimo, che ci nutri con questi sacramenti,
concedi a noi di seguire con fedeltà gli esempi della santa Famiglia,
perché, dopo le prove della vita,
siamo associati alla sua gloria in cielo.
Per Cristo nostro Signore.