A Pitti Filati 130 aziende per il riscatto contro la crisi

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(di Beatrice Campani) Salone Pitti Filati al via con 130 aziende in cerca di riscatto rispetto a una congiuntura che rappresenta una chiara contrazione dei mercati del comparto moda.

Da martedì 1 a giovedì 3 luglio le aziende della filatura italiana ed estere si ritrovano a Firenze per l’edizione 97 della fiera, tutte in lotta contro la crisi e protese alla massima creatività.

I dati parlano di un -9,8% di fatturato 2024 della filatura italiana, che scende così a 2,6 miliardi di euro di produzione.
In mostra ci sono tutte le tendenze filati per l’Autunno/Inverno 2026-2027, per un totale di 130 aziende (25 estere) che presentano le loro nuove collezioni. Il salone si presenta con un allestimento che celebra il mondo delle due ruote, ossia la bicicletta. D-tale è invece il tema del nuovo Spazio Ricerca curato da Angelo Figus, in collaborazione con le esperte Carrie Hollands e Manuela Sandroni: in mostra ci sono 72 manichini realizzati in collaborazione con le filature che partecipano al salone. La ricerca presenta i filati in un’installazione immersiva di outfit astratti connotati da dettagli di epoche passate e future.
Intanto, domani sarà presentato l’evento finale del progetto Cfmi Academy, nato per formare giovani imprenditori. Alla fiera presenti anche le aree Customeasy, dedicata alla customizzazione, e Kintclub dedicata ai maglifici di qualità.
Qui Fenix International, realtà che da oltre 40 anni produce maglieria di alta qualità per i principali brand giapponesi, presenta una capsule che racchiude i filati più pregiati, design internazionale all’avanguardia e artigianato giapponese ispirata ai processi slow fashion di tintura origami e tintura indaco naturale. Tornano il concorso Feel TheYarn per favorire i designer di maglieria e la fiera Vintage Selecrion, all’interno del salone. Wishlist è il tema del concorso Feel The Yarn, che si presenta con novità nelle modalità e tempistiche di votazione, promuovendo la collaborazione tra designer di scuole internazionali specializzate in maglieria e filature associate al Consorzio Promozione Filati. Sono 35 i ragazzi selezionati da Ornella Bignami per prendere parte al Contest, e 35 sono quindi anche le filature che hanno sposato il progetto. Per il primo anno il voto online espresso nell’apposita sezione del sito sarà contestuale a quello dei visitatori della fiera. Tutti gli outfit dei partecipanti saranno presentati durante Pitti Filati, con l’obiettivo di valorizzare le capacità espresse da ogni designer.
In concomitanza col salone si svolgerà come sempre anche la fiera Vintage Selection, giunta alla 44/a edizione.

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Meloni, l’Italia ha diritto di conoscere verità su Borsellino

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“Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità” sulla strage di via D’Amelio e sulle stragi di mafia.

Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla cerimonia per l’inaugurazione della teca contenente la borsa di Paolo Borsellino alla Camera.
“Ogni sforzo per conoscere quella verità deve essere sostenuto.

Come quello che sta portando avanti la commissione parlamentare Antimafia che con coraggio, con determinazione sta lavorando in questa direzione. Bisogna continuare con una ricerca instancabile per fare luce sulle pagine ancora buie di quegli anni della nostra storia”.

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Don roberto fischer, il prete italiano con mezzo milione di follower su tiktok e ironia come linguaggio di fede

Don Roberto Fischer2C Il Prete

Don Roberto fischer è diventato una figura significativa nel mondo social italiano grazie a uno stile diretto e ironico che usa per parlare di fede ai giovani. Il suo successo si misura soprattutto su tik tok, dove conta mezzo milione di follower, oltre che su instagram con oltre 77mila seguaci. Parroco della santissima annunziata del chiappeto a borgoratti, don roberto ha saputo sfruttare piattaforme digitali per avvicinare un pubblico giovane con contenuti leggeri ma con messaggi spirituali. Tra le sue ultime azioni c’è un video che ha raccolto tante visualizzazioni e curiosità, mettendo in scena una sfida sportiva condita da ironia e una promessa particolare.
Numeri e impatto sui social di don roberto fischer
La popolarità di don roberto fischer sui social cresce rapidamente, specie su tik tok dove ha superato il mezzo milione di follower. Questo risultato non è casuale ma frutto di una comunicazione che riesce a collegare fede e aspetti della quotidianità con un tono fresco e alla mano. Su instagram, dove conta circa 77mila seguaci, il parroco condivide contenuti simili, spesso video brevi o post che stimolano il dialogo su temi religiosi, ma senza mai rinunciare a una punta di umorismo.

La scelta di adottare l’ironia permette a don roberto di parlare con i giovani su argomenti che tradizionalmente possono risultare distanti o difficili. I suoi post e i video spesso sfruttano battute o riferimenti attuali per rafforzare idee spirituali o valori cattolici. Questa capacità di comunicare in modo autentico e leggero lo rende uno dei preti italiani più seguiti sui social, un caso interessante di come la tecnologia possa affiancarsi al ruolo pastorale tradizionale.
La sfida del gol nel bidone e il video ironico che ha conquistato il web
Un episodio che ha riscosso particolare successo è stato il video della sfida lanciata da una follower. Una ragazza ha scritto a don roberto: “Don, se fai gol nel bidone giuro che mi faccio suora”. Il parroco ha raccolto la proposta e ha ripreso tutta la scena. Nel video si vede don roberto calciare il pallone con precisione dentro un bidone, segnando il gol richiesto. Dopo aver fatto centro, si è rivolto verso la telecamera con una battuta rivolta proprio alla ragazza, Elena: “Tra l’altro suo Elena suona proprio bene”.

Questo siparietto dimostra come don roberto sappia usare le dinamiche social per coinvolgere i follower con contenuti divertenti, ma anche per creare un ponte reale con chi lo segue. Il video ha suscitato curiosità e risate, ma nasconde anche un modo innovativo di avvicinare la fede, facendo del paradosso e dell’umorismo un mezzo per abbattere la distanza tra chiesa e giovani.

Il ruolo di don roberto fischer nella parrocchia della santissima annunziata del chiappeto
Don roberto fischer è parroco della santissima annunziata del chiappeto a borgoratti, un quartiere di genova. Qui collabora con la comunità locale, portando avanti una pastorale che si apre alle nuove tecnologie e alle esigenze dei giovani. Il suo approccio include momenti di incontro tradizionali ma anche iniziative digitali, con l’obiettivo di seguire la missione cattolica in modo moderno e accessibile.

L’uso dei social per comunicare ai giovani non è una scelta casuale, ma frutto di un lavoro quotidiano per far arrivare un messaggio di fede in modo fresco. In un contesto urbano e complesso come borgoratti, questa disponibilità a creare contenuti ironici e di facile approccio rappresenta una forma di dialogo alternativa in cui la religione diventa meno rigida e più vicina all’esperienza personale dei ragazzi.

Il successo di una comunicazione che parla la lingua dei giovani
Una delle ragioni principali del successo di don roberto su tik tok e instagram è la capacità di parlargli direttamente, sfruttando i codici del linguaggio social. Videos brevi, battute, commenti ironici, sfide: sono strumenti che permettono a chi ha una fede tradizionale di comunicare senza risultare distante o noioso.

Don roberto si inserisce in un filone di religiosi che hanno capito come il web rappresenti un’arena cruciale per raggiungere fasce di popolazione spesso scettiche o lontane dalle chiese fisiche. La sua strategia mira a far riflettere con leggerezza, ma con contenuti sulla spiritualità e i valori religiosi. L’effetto è un dialogo più aperto che smuove curiosità e riflessioni tra i giovani.

Il modello di don roberto fischer invita così a considerare il web un mezzo utile non solo per propaganda, ma per costruire una relazione tra fede e vita quotidiana, in modo efficace, semplice e diretto.
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Solidarietà. BMW in Tour 2025, quando lo sport fa vincere l’inclusione

La finalissima a Milanello ha coronato l’iniziativa dei concessionari della filiale italiana, uno dei progetti solidali del progetto “SpecialMente”
BMW in Tour 2025, quando lo sport fa vincere l'inclusione
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Quale palcoscenico migliore poteva esserci se non il Centro Sportivo Milanello per ospitare la finalissima del “BMW in Tour” edizione 2024/25? Svoltasi in 13 tappe con il supporto di 25 concessionarie BMW, l’iniziativa BMW in Tour – ideata da ACIB (Associazione Concessionari Italiani BMW), e realizzata in partnership con Fondazione EcoEridania Insuperabili e con il supporto di AC Milan – rappresenta uno dei progetti supportati da BMW Italia nell’ambito del programma “Specialmente #Drivenbypeople”, il canale di responsabilità sociale d’impresa del costruttore tedesco, incentrato su sport e inclusione sociale.

“Creare valore per la società – ha commentato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e Amministratore delegato di BMW Italia – oggi rappresenta una parte fondamentale della responsabilità e del modo di operare delle aziende leader. Attraverso il progetto SpecialMente da oltre 10 anni siamo impegnati per dare risposte concrete ad alcuni temi sociali affiancando realtà del territorio che fanno un lavoro straordinario”.

A giocarsi il trofeo, 7 contro 7 in due tempi da 25 minuti, la prima squadra ufficiale Serie A di Insuperabili e una rappresentativa dei tredici Concessionari BMW direttamente coinvolti nelle tappe sul territorio.

“Siamo felici di aver sostenuto con BMW Italia il BMW in Tour 2025 – ha dichiarato Enzo Zarattini, Presidente ACIB -. Il progetto Insuperabili rappresenta l’espressione migliore dello sport applicato alla vita. Il calcio diventa il veicolo con cui un giovane che ha un disagio, fisico o mentale, può trovare una affermazione ed una vittoria personale”.

Qual è il messaggio che si è voluto dare attraverso la seconda edizione del BMW in Tour? Lo rivela Davide Leonardi, Fondatore e Presidente Insuperabili: “I limiti esistono, ma non totalizzano la persona. Bisogna riconoscerli, accettarli, viverli e allenarli, cercando di raggiungere i nostri obiettivi insieme ai nostri limiti, motivati dai nostri sogni. Questo è stato il messaggio di fondo che abbiamo deciso di comunicare durante la seconda stagione del BMW In Tour”.

Il triplice fischio l’ha dato Daniele Massaro, Brand Ambassador di AC Milan, che ha commentato: “Sono molto felice di aver preso parte a questa finalissima. Eventi come questo ci ricordano i veri valori dello sport, e del calcio in particolare. Nel corso della mia carriera ho imparato che inclusività, supporto reciproco e spirito di squadra sono le fondamenta di ogni successo”.

Le storie. L’estate calda degli anziani, tra volontari e ricerca di compagnia

Gite fuori porta, incontri al bar o nei parchi ma anche consegna di pasti e spesa a domicilio. Ecco le ricette anti-solitudine di Auser, Caritas e Sant’Egidio, nei giorni da bollino rosso
Un momento di relax al circolo Auser di Bolzano

Un momento di relax al circolo Auser di Bolzano

Avvenire

Feste, gite fuori porta, iniziative culturali, intrattenimenti musicali e serate danzanti, pranzi e cene in compagnia o anche soltanto una telefonata con qualcuno che dall’altra parte ti chiede «Come stai?» o «Ti serve qualcosa?»: sono questi alcuni degli ingredienti che possono salvare gli anziani da isolamento e solitudine soprattutto d’estate, quando le città si svuotano e diventa ancora più urgente garantire opportunità di svago e assistenza ai più vulnerabili che vogliono continuare a vivere una vita piena e significativa. Opportunità di socializzazione rese possibili dai tanti volontari che si alternano anche nel periodo di ferie e dalle varie realtà del Terzo Settore che organizzano tali attività, spesso in collaborazione con i Comuni.
Ce lo racconta, per esempio, Domenico Pantaleo, presidente di Auser, l’Associazione per l’invecchiamento attivo che da Nord a Sud, dalle grandi città alle aree interne, ha più di 1.680 sedi e oltre a organizzare questo tipo di attività, raccoglie dati sul fenomeno attraverso il proprio Centro studi: «D’estate il problema della solitudine si amplifica perché gli anziani sono tra coloro che subiscono di più la rottura delle relazioni sociali, in questa società che invecchia rapidamente, ma al contempo non può più contare sulla solidarietà che c’era un tempo dentro i nuclei familiari né sul welfare, che arretra proprio adesso che ci sarebbe maggiore bisogno di sistemi socio-assistenziali per una fetta di popolazione che cresce». Secondo i dati Istat, infatti, l’Italia è uno dei Paesi più anziani al mondo, con un quarto della popolazione di 65 anni e più e oltre 4,5 milioni di individui over 80. Si stima che circa il 40% degli ultra 75enni viva da solo, con una prevalenza femminile. Dal vivere soli al sentirsi soli il passo è breve. «Durante questa stagione la sensazione di abbandono può peggiorare perché insieme alle città si svuotano i servizi e gli anziani tendono a chiudersi in casa, spesso senza aria condizionata perché non se lo possono permettere. Pure la mobilità, con questo caldo e l’assenza di trasporti dedicati, diventa più faticosa», aggiunge il presidente, che sottolinea poi come più pulmini e più volontari, ognuno con quello che può dare, potrebbero essere un buon punto di partenza per ampliare il bacino di utenza: «I nostri centri in giro per l’Italia registrano ogni anno una maggiore richiesta rispetto all’anno precedente». Auser, con la campagna “Aperti per ferie”, mette in campo diverse opportunità di incontro in luoghi refrigerati o all’aperto. Si va dall’appuntamento per mangiare un’anguria insieme, come fanno per esempio nel circolo Auser di Bolzano, alle colazioni gratuite e in compagnia come al “Bar Auser” di Castelnuovo Sotto (Reggio-Emilia), ma si organizzano anche gite al mare o in montagna e serate di teatro, cinema e burraco.
Tra coloro che stanno a fianco dei comuni in tutta Italia, nel contrasto alla solitudine degli anziani, c’è sicuramente la Caritas, con iniziative come il “Punto di refrigerio” per anziani soli a Foggia, il progetto “Prossimità a tutte le età” di Udine o il “Giro nonni” a Rimini, dove «portiamo il pasto a circa 80 persone anziane sole che diversamente farebbero fatica», racconta Mario Galasso, direttore della Caritas Diocesana di Rimini. Ma il pranzo «diventa l’occasione per chiacchierare con i nostri volontari, creare una relazione, sconfiggere la solitudine che riguarda sempre più persone». Il servizio non si ferma mai: «In modo particolare, nel periodo estivo capita che ci aiutino anche studenti e insegnanti che di mattina, durante l’anno scolastico, non possono. Sostituiscono così i volontari che invece in questa stagione vanno a lavorare in Riviera», aggiunge. Tra i volontari vengono inserite anche altre persone ai margini, come quelle in percorsi socialmente utili come alternativa al carcere o i migranti: «Ricordo in particolare un immigrato volontario che è stato subito accettato dagli anziani assistiti. Lo aspettavano, lo abbracciavano, lo riempivano di domande. È solo un esempio che dà la misura dell’aspettativa e del bisogno di accoglienza che c’è».
Capillare è anche la presenza della Comunità di Sant’Egidio che in diverse zone d’Italia ha attivato già dal 2003 il programma “Viva gli anziani”, un progetto di prossimità dedicato agli over 80, che solo a Roma assiste circa 50 mila anziani. «Siamo partiti dalla Capitale, in quell’anno che fu uno dei primi caratterizzato dalle grandi ondate di calore, proprio perché intuimmo subito che a uccidere tutte quelle persone colpite da malori non era il caldo ma l’isolamento sociale – spiega il coordinatore nazionale del programma, Giancarlo Penza –. Una condizione di solitudine che negli anni è peggiorata costituendo sempre più un vero fattore di rischio per la vita delle persone». Il progetto punta a creare una rete di quartiere che coinvolga tutti, dal portinaio, che allerta gli operatori se nota un problema all’anziano nel suo stabile, al personale sanitario, che assiste a domicilio chi fa fatica ad accedere alle prestazioni. Molti anziani autonomi poi diventano a loro volta volontari del programma, «per esempio scambiando quattro chiacchiere al telefono con altri ultra 80enni per fargli compagnia». L’idea «è creare una città che non consideri gli anziani un peso, ma una risorsa anche per i giovani, che dal rapporto con i più grandi possono imparare tanto». Il messaggio di tutte le realtà ascoltate è che la solitudine non va in vacanza e già ora si vede una maggiore richiesta di aiuto che con il tempo, dato l’andamento demografico, aumenterà necessariamente. «Negli ultimi anni, per esempio, sono cresciute le richieste d’aiuto sia da parte degli anziani sia dai loro figli che si rivolgono a noi quando sono all’estero o vivono in un’altra città», aggiunge Penza. Occuparsi degli anziani soli, conclude, «salva tutti noi dall’impoverimento del tessuto della comunità e loro dal rischio di una sorta di “eutanasia sociale”, chiusi in casa sempre soli o in degli istituiti, lontani dai già scarni contatti che gli sono rimasti».

Attacco russo senza precendenti sull’Ucraina. Kyiv annuncia l’uscita dal Trattato contro le mine

L'attacco con missili e droni su Kyiv
Oltre 500 droni e missili lanciati in diverse regioni del Paese, incluse quelle di Kyiv e di Leopoli. La Polonia ha fatto alzare in volo i propri jet per monitorare i confini. Intanto il presidente ucraino Zelensky ha reso nota la decisione del ritiro del proprio Paese dalla Convenzione di Ottawa
Marina Tomarro – Città del Vaticano – Vatican News

Un attacco senza precedenti quello che si è abbattuto nelle ultime 24 ore sull’Ucraina, con oltre 500 droni e missili lanciati dai russi in diverse regioni del Paese, inclusa Kyiv e quella occidentale di Leopoli, così forte da spingere la Polonia a far alzare in volo i suoi caccia per monitorare i confini.

Kyiv fuori dal trattato di Ottawa
Le difese antiaeree di Kyiv hanno immediatamente reagito, mentre l’aeronautica ha riferito di 477 droni e 60 missili di vario tipo lanciati dai bombardieri di Mosca. Secondo quanto riportato dalle autorità locali, quasi tutti i droni e missili sarebbero stati intercettati, ma sono stati registrati l’abbattimento di un caccia F-16, con la morte del pilota, e diversi feriti tra i civili a terra. E in queste ultime ore la Russia avrebbe radunato 50.000 soldati intorno a Sumy, esercitando ulteriore pressione sulle truppe ucraine, in inferiorità numerica. Attaccata pure la regione di Kharkiv, dove almeno otto persone sono rimaste ferite, tra cui un bambino, e sono scoppiati vari incendi. Il ponte di Crimea è stato temporaneamente chiuso nella tarda serata di ieri, in seguito a segnalazioni di esplosioni e di operazioni della difesa aerea russa nella città di Kerch. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha preso intanto una decisione che ora dovrà essere ratificata dal Parlamento: quella di ritirare il Paese dal Trattato sulla messa al bando delle mine antipersona, anche detto Convenzione di Ottawa, che vieta l’uso, la detenzione, la produzione e il trasferimento di tali ordigni e impone la distruzione degli stock esistenti nonché l’assistenza alle vittime del loro uso. Tra i Paesi che aderiscono alla convenzione, conclusa nel 1997 ed entrata in vigore nel 1999, non figurano la Federazione Russa, gli Stati Uniti e la Cina.

Kyiv punta a rafforzare le difese aeree
Zelensky ha inoltre chiesto maggiore sostegno a Washington e agli alleati occidentali per rafforzare le difese aeree di Kyiv, assicurando che l’Ucraina è pronta ad acquistare nuovi sistemi di difesa aerea statunitensi: al vertice Nato di mercoledì scorso il capo della Casa Bianca, Donald Trump, aveva dichiarato di valutare la richiesta ucraina di ulteriori batterie di missili Patriot. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, oggi in visita a Kyiv, proprio all’indomani di quello che è stato definito il peggiore attacco russo sull’Ucraina dall’inizio della guerra oltre tre anni fa, ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di voler imporre la “resa” all’Ucraina senza alcuna reale volontà di negoziare. Mentre Kyiv è pronta per veri negoziati con Mosca, il capo del Cremlino “non cede a nessuna delle sue richieste massimaliste: non vuole negoziati, ma la capitolazione”, ha detto Wadephul.

A Londra il vertice delle radio e tv europee

A Londra, l'assemblea generale della EBU nel 75.mo anno di fondazione

Dal 2 al 4 luglio nella capitale britannica si terrà la 94.ma Assemblea Generale della European Broadcasting Union (EBU), l’organizzazione che riunisce i principali enti radiotelevisivi pubblici d’Europa. L’evento si terrà presso la sede della BBC a Londra e vedrà la partecipazione di rappresentanti di spicco del panorama mediatico internazionale. La Radio Vaticana sarà rappresentata da Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani.

Vatican News

Sarà la BBC ad ospitare l’Assemblea Generale dell’EBU nel 75.mo anniversario di fondazione della principale associazione mondiale di emittenti di servizio pubblico. Un evento che, dal 2 al 4 luglio, vedrà riunirsi a Londra giornalisti di tutte le radio e tv europee per confrontarsi sui temi più urgenti della comunicazione: dall’Intelligenza Artificiale alla libertà di stampa, dalla lotta alle fake news alle potenzialità dello streaming. Attualmente, l’EBU conta 112 organizzazioni provenienti da oltre 50 Paesi, non solo europei ma anche del bacino mediterraneo, del Nord Africa e Medio Oriente. Tra questi figurano emittenti storiche come la BBC, la RAI, France Télévisions e Radio Vaticana membro fondatore di EBU che, a Londra, sarà rappresentata dal vicedirettore editoriale dei media vaticani, Alessandro Gisotti.

L’impegno di EBU per l’informazione di servizio pubblico
Da 75 anni, l’EBU si impegna a sostenere i valori del servizio pubblico di informazione e l’innovazione tecnologica per una migliore comunicazione a beneficio del bene comune. Tra le sue iniziative più conosciute l’Eurovision Song Contest e progetti tecnologici come la piattaforma Eurovision News Exchange, che facilita lo scambio di contenuti tra le emittenti europee. I temi in agenda dell’Assemblea Generale di Londra includono gli sviluppi dell’innovazione digitale, la sostenibilità dei media pubblici, la lotta alla disinformazione e il ruolo dei broadcaster nel promuovere la coesione sociale in mondo sempre più polarizzato.

Leone XIV e il ruolo della Radio Vaticana
La partecipazione di Radio Vaticana all’EBU, sin dalla fondazione, si inserisce nel solco della sua missione di diffondere il messaggio universale della Chiesa anche attraverso i mezzi di informazione. Un impegno recentemente evidenziato dalla visita di Leone XIV al Centro di trasmissione dell’emittente pontificia a Santa Maria di Galeria. In tale occasione, il Pontefice ha sottolineato come durante il suo lavoro missionario in America Latina e Africa sia stato prezioso poter ricevere le trasmissioni in onde corte della Radio Vaticana, che raggiungono luoghi dove poche emittenti riescono ad arrivare e ha riaffermato il valore missionario della comunicazione.