Ansa
Nell’Aula del Senato è stato approvato con 83 si, 47 no e un astenuto la riforma del Codice della Strada. Il provvedimento, che lo scorso marzo aveva già ricevuto il via libera dalla Camera, diventa quindi definitivo. Sono stati respinti tutti gli oltre 350 emendamenti presentati dalle opposizioni. «Il nuovo Codice della Strada è finalmente legge. Più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera», ha commentato Matteo Salvini. «È un risultato frutto di un lungo confronto durato più di un anno con associazioni, enti locali, realtà dell’automotive ed esperti (esperti veri, non quelli che nelle ultime ore hanno diffuso fake news sulle maxi-multe per eccesso di velocità), con un obiettivo comune: ridurre le stragi sulle strade italiane. Avanti così».
Tra le principali novità previste dal ddl c’è l’inasprimento delle misure per il contrasto alla guida sotto l’effetto di alcol e di stupefacenti. Nel caso di assunzione di droghe, il reato scatterà a prescindere dalla verifica dello stato di alterazione psicofisica al momento del controllo. Il che significa che si incorrerà nell’illecito anche se lucidi ma positivi al test antidroga a causa di un’assunzione nei giorni precedenti la verifica degli agenti preposti.
Chi è già stato condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico tra 0,5 e 1,5 dovrà rispettare lo 0 come nuovo limite per 2 o 3 anni e sarà obbligato a rinnovare la patente con una nuova visita medica. Nel caso di ulteriore infrazione del codice per lo stesso motivo le pene gli saranno aumentate di un terzo e sarà obbligato a circolare solo dopo aver installato nella sua vettura, e a sue spese, l’alcolock, il dispositivo che impedisce l’avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero.
Per chi guida usando il cellulare è previsto il ritiro della patente da 15 giorni fino a due mesi e una multa fino a 1.697 euro. Se poi dovesse incorrere nella stessa infrazione per una seconda volta sarà punito con una sanzione fino a 2.588 euro, la sospensione della patente fino a tre mesi e una decurtazione da 8 a 10 punti. A rischio sospensione anche chi guida contromano in punti di strada con visibilità ridotta o chi passa con il semaforo rosso.
Per quanto riguarda i neopatentati, nei primi tre anni dal conseguimento della patente B (e quindi non più per soli 12 mesi), non potranno essere utilizzate vetture di grossa cilindrata. Tuttavia, la potenza massima delle auto che i giovani utenti potranno sfruttare viene innalzata: per tutti i mezzi M1 (ossia autoveicoli adibiti al trasporto di persone, con massa complessiva entro 3,5 t) si passa da 70 a 105 kW, nonché da 55 kW/t di potenza/tara a 75 kW/t.
Per le zone a traffico limitato sarà istituito un principio di maggior tolleranza e chi circola abusivamente all’interno di una Ztl non potrà ricevere più di una multa al giorno. Allo stesso modo potrà essere previsto l’aumento del tempo di permanenza in caso di eventi straordinari o rallentamenti della circolazione legati al traffico. Disposta anche l’istituzione di Ztl al di fuori dei centri urbani e nelle zone Unesco per ragioni di tutela del patrimonio ambientale. Una norma questa, fortemente voluta dal voluta dal sottosegretario al Mit Tullio Ferrante (Fi), per il quale «rappresenta un punto di svolta per la mobilità in aree di così grande valore paesaggistico, perché favorirà viabilità e sicurezza migliorando la qualità dell’offerta turistica».
Stretta anche sui monopattini che dovranno obbligatoriamente essere dotati di targa, assicurazione e casco per i conducenti. Per chi circola senza i documenti necessari la multa sarà tra 100 e 400 euro. Obbligatori anche gli indicatori luminosi di svolta e freno, con sanzione tra 200 e 800 euro. Mentre i mezzi in sharing dovranno dotarsi di un sistema di bloccaggio automatico nel caso di uscita dall’area consentita.
Nutrito il capitolo autovelox, che però verrà disciplinato da un apposito decreto: chi prenderà più di una sanzione nello stesso tratto di strada nel giro di un’ora, dovrà pagarne solo una, quella più pesante aumentata di un terzo. Ma il testo proibisce anche l’utilizzo degli apparecchi di rilevazione fissi nei tratti di percorrenza in cui il limite di velocità è sotto i 50 chilometri all’ora (il che implica la cancellazione del limite di 30 km all’ora recentemente introdotto in alcuni centri urbani come quellodi Bolgona). Il macchinario dovrà essere riconoscibile e preceduto da un segnale.
Al di là della la soddisfazione pressoché unanime espressa dai partiti di maggioranza, non sono mancate le critiche al provvedimento da molti esponenti delle opposizioni. Per la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, introdurrà «meno regole, meno tutele per ciclisti e pedoni, più tolleranza per chi viola regole e inquina». Mentre di «passo indietro sulla sicurezza» parla il responsabile Welfare di Azione, Alessio D’Amato. Luciano Cantone del M5s è invece convinto che con il testo approvato a Montecitorio Savini «strizzi l’occhio ai fleximen d’italia» e Francesca Ghirra di Avs critica le norme che rendono i mezzi meno inquinanti, come monopattini o bici, «i nuovi nemici» della maggioranza. «Il codice della strada approvato dalla Camera è un obbrobrio giuridico, che penalizza le persone normali e dà un lasciapassare all’Italietta che vuole sfrecciare con le auto nei centri urbani, alla faccia della sicurezza», dichiara invece il segretario di +Europa, Riccardo Magi.