La storia dei preti coraggio, da don Puglisi a don Diana. In un libro anche le vicende di sacerdoti meno noti

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a storia dei rapporti tra la Chiesa e la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta è complessa e contraddittoria.

È diffusa la consapevolezza che talvolta uomini di Chiesa abbiano ceduto alla paura o al quieto vivere.

Ma ci sono invece testimoni che hanno vissuto il Vangelo con coerenza, tale da “interferire” con gli affari, le complicità, gli equilibri e i crimini della malavita organizzata e della sua “cultura”. Alcuni hanno dato la vita per questo. Ne parla il libro di don Marcello Cozzi, “Non interferite. Il sangue dei preti sull’altare delle mafie”, edizioni San Paolo.

Qui scheda libro

Alcuni di questi preti sono conosciuti ma ce ne sono altri, meno noti, che comunque hanno accompagnato la storia d’Italia dalla sua nascita a oggi. “Volevo conoscerli questi preti”, scrive l’autore, “approfondire le loro storie e imprimere su carta che i sacerdoti divorati dalla piovra mafiosa appartengono anche a tempi meno recenti, hanno nomi di cui nessuno sa, e sono stati molti di più di quello che comunemente si pensa. Le loro vicende per me sono diventate Vangelo”.
Il libro, con l’introduzione di Lirio Abbate, è così un viaggio nella memoria e nella coscienza del Paese: un tributo ai preti che non hanno avuto paura di “disturbare” la mafia e un invito a tutti a non restare indifferenti rispetto ad una piaga ancora non sanata.
Il primo capitolo è dedicato alla storia di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre del 1993, proprio il giorno del suo 56° compleanno. E’ stato beatificato da Papa Francesco il 25 maggio del 2013.
Sempre a Palermo, quasi ottanta anni prima, era stato ucciso don Giorgio Gennaro, originario di Modica e parroco di Ciaculli.
Fu nel paese dove esercitò questo ministero che il clan decise, nel febbraio del 1916, di porre fine alla sua vita. “Denunciò senza peli sulla lingua”, i Greco, i mafiosi locali, e “due sicari attesero il parroco in via Conte Federico – si legge nel libro -, una strada che collegava Ciaculli alla vicina Brancaccio, e lo uccisero con due colpi di lupara.
Nel libro si ricordano le storie, con testimonianze accurate e anche inedite, di altri sacerdoti, come don Peppe Diana, don Gaetano Millunzi, don Cesare Boschin, per citare alcune delle storie raccontate nel libro di don Cozzi, tutti assassinati dalla criminalità organizzata per avere difeso la legalità e soprattutto i più fragili.

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Da modella al convento, la parabola di suor Eva: «Il dolore per la morte di mio padre mi ha mandato in depressione. Dio mi ha aiutata»

Da modella al convento, la parabola di suor Eva: «Il dolore per la morte di mio padre mi ha mandato in depressione. Dio mi ha aiutata»

Leggo

«Nel 2020 ho deciso di diventare suora dopo avere vinto uno dei più importanti concorsi di bellezza del Brasile. Mi ero resa conto che il mio aspetto non contava niente perché dentro di me sentivo il vuoto. Ero depressa a causa della mancanza di mio padre, morto quando io ero solo una bambina. Ma da quando mi sono messa al servizio di Dio, ho “ritrovato la strada” e ho “rivisto la luce”. Oggi posso dire di essere una persona felice». Parole di suor Eva, vero nome è Kamila Rodrigues Cardoso, al settimanale DiPiù.

Da modella a Suora
La sua popolarità nasce da un video dove Suor Eva vende rosari, tra le strade di Goiânia, città a sud-ovest di Brasilia, la capitale del Brasile. «Sì, è vero, con quel video sono diventata famosa, tanto da essere invitata anche in televisione», dice suor Eva al settimanale diretto da Osvaldo Orlandini.

«Spesso – confessa ancora – mi chiedono: “Lei è così bella, ma perché ha scelto di farsi suora?”, ma io rispondo che la bellezza è passeggera, l’amore di Dio, invece, è perpetuo».

Come detto questa decisione nasce dal dolore per la morte di suo padre. Dolore arrivato presto, «quando ero ancora una bambina. Avevo nove anni e ho perso mio padre, a causa di un cancro. Un evento molto traumatico per tutta la mia famiglia, anche se io non avevo ben capito che cosa significasse veramente “morire”. Non sono stata in grado, infatti, in quel momento, di comprendere la realtà e per anni ho creduto dentro me stessa che mio padre, un giorno, prima o poi, sarebbe tornato da me. Solo qualche anno dopo ho capito che la realtà era diversa e che mio padre non sarebbe più tornato».

A DiPiù dice che se ne è accorta definitivamente quando ha vinto il concorso di bellezza “Miss Continente Teen Sol Nascente”. Quando le hanno messo la corona in testa «ho sentito un grande peso nel cuore. Piano piano, infatti, mi sono “spenta” e la depressione ha iniziato a pervadermi. Non facevo che pensare a mio padre e al fatto che era scomparso quando ero bambina. Nonostante tutto l’amore e l’affetto del la mia famiglia mi sentivo sola».

Poi ancora: «Avevo capito che dovevo consacrarmi a Dio ed entrare in un ordine religioso. Mia madre è rimasta sconvolta. Ricordo che mi ha detto: “Sei ancora troppo giovane per fare una scelta così impegnativa. Hai un futuro davanti, ricco di tante prospettive. Puoi diventare una stella del cinema. Non posso permettere che tu rovini la tua vita”. Ma io ero determinata…».

Presepe Vivente in centro a Reggio Emilia

Manca poco ormai all’atteso Presepe Vivente, promosso dai volontari della fondazione AVSI di Reggio Emilia.

Un evento che ogni anno torna ad arricchire le vie della città con i suoi canti tradizionali e le sue scene della Natività per riportare al centro della scena il significato autentico del Natale.

L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Diocesi di Reggio Emilia avrà luogo domenica 21 dicembre, dalle ore 15:30 alle 18:00, nel centro storico, con partenza dalla Basilica della B.V. della Ghiara.

Il corteo, dopo la rappresentazione delle prime scene evangeliche, proseguirà lungo via Emilia Santo Stefano e raggiungerà poi il sagrato del Duomo a Piazza Prampolini, dove si svolgerà la scena della Natività, accompagnata da musiche tradizionali e letture.

In caso di mal tempo, l’evento si terrà all’interno della Basilica di San Prospero.

L’edizione 2025 porta il titolo della Campagna Tende di AVSI, di cui fa parte l’iniziativa, che è anche un invito che vuole parlare al cuore di tutti: “La pace è una via umile. Percorriamola insieme.”

Il titolo appunto, è un appello a una responsabilità individuale e collettiva per costruire la pace a partire dalle relazioni semplici e quotidiane con il prossimo.

Accanto al sagrato del Duomo sarà allestito un banchetto informativo e di raccolta fondi a sostegno della Campagna Tende AVSI 2025-2026, il gesto annuale diAVSI Foundation di sensibilizzazione e carità, che coinvolge comunità, scuole e parrocchie in Italia e nel mondo.

I fondi raccolti andranno a sostenere progetti di sviluppo e assistenza nei luoghi colpiti da guerre e povertà:
• Palestina – sostegno ai bambini e alle famiglie di Gaza e Cisgiordania;
• Siria– cure gratuite nei “Dispensari della speranza”;
• Ucraina – centri educativi e di supporto psicosociale per minori e famiglie;
• Libano – attività di ricostruzione e sostegno nel centro Fadaii;
• Italia– accompagnamento delle famiglie che accolgono minori stranieri non accompagnati;
• Giordania– educazione alla pace e valorizzazione del patrimonio culturale.

Informazioni utili

Raccolta fondi a favore della Campagna Tende AVSI 2025-2026
www.avsi.org
Fondazione AVSI (Reggio Emilia)
Email: avsireggioemilia@gmail.com
Stefano Cococcioni – Responsabile locale AVSI | Tel: 339 4306219
Sito https://ilpresepevivente.com/
Social: IG @presepevivente_avsire |FB Presepe Vivente AvsiRE

laliberta.info

“Dio è la vera realtà”, in un libro le omelie inedite di Benedetto XVI

Qui Scheda libro
Riportiamo il testo integrale di una riflessione di Joseph Ratzinger, pronunciata il 14 luglio 2013 nel Monastero Mater Ecclesiae e mai resa pubblica, presente nel nuovo volume della Libreria Editrice Vaticana da oggi sugli scaffali. Il libro, che raccoglie 82 prediche pronunciate sia durante il ministero petrino sia dopo la rinuncia, viene presentato nel pomeriggio dell’11 dicembre in Vaticano da monsignor Georg Gänswein, padre Federico Lombardi, don Fabio Rosini, Lorenzo Fazzini e Silvia Guidi

BENEDETTO XVI

Cari amici,

questo Vangelo del samaritano tocca sempre nuovamente il nostro cuore. L’attualità drammatica di questa parabola è stata visibile nella visita del Papa a Lampedusa. Abbiamo visto, vediamo il numero crescente di vittime della violenza in tutte le parti del mondo, e d’altra parte, come ha detto il Papa: «L’anestesia del cuore… la globalizzazione dell’indifferenza». Che cosa succede?

San Giovanni, nel capitolo 18 dell’Apocalisse, ci parla del crollo di una grande civilizzazione, che viene preannunciato per la città di Roma, e mostra come questa civilizzazione ha anche creato un sistema di commercio ed elenca tante cose che vengono comprate e vendute in questo commercio. Alla fine, dice che questi mercanti erano anche mercanti di persone e di anime umane (cfr. Ap 18,13). Anime umane, persone umane erano diventate merce e così, alla fine, questa civilizzazione crolla, perché non è più cultura, ma anticultura.

Proprio questo succede all’uomo, alla persona, quando l’anima umana diventa merce. Pensiamo a quei trafficanti che promettono alla gente del Corno d’Africa di portarla nei paradisi terrestri dell’Occidente. A loro non interessa la sorte di queste persone, possono anche annegare nel mare, a loro interessano veramente solo i soldi, per loro le persone sono merci, che portano loro soldi. Lo stesso avviene in tante altre situazioni; pensiamo a quelle persone in Romania che vendono ragazze promettendo buone posizioni in Occidente, in realtà le vendono per la prostituzione. L’uomo è considerato merce e nient’altro. Pensiamo al dramma della droga, persone che non vedono più senso nella vita, non vedono più bellezza; hanno desiderio del bello e del buono, ma cadono nella rete di questi trafficanti di droga, nei falsi paradisi che distruggono. Di nuovo, l’uomo è solo merce di cui ci si serve per avere soldi; così per tante altre vittime della violenza in Africa, i bambini soldato, tutto questo… Vediamo come realmente l’uomo è caduto sotto i ladri e aspetta il samaritano che lo salvi.

A questo punto nascono due domande. La prima è: com’è possibile, come si spiega questo fenomeno in una civiltà così ricca, così sviluppata come la nostra? Ma la più importante nasce di conseguenza: che cosa devo fare io? Alla fine, non dobbiamo fare una considerazione generale; alla fine, la questione del Vangelo è quella del resto della legge: che cosa devo fare io? Ma prima vogliamo un po’ capire, perché è così, per poter meglio comprendere anche la nostra missione, le nostre possibilità, il nostro compito.

L’epoca moderna è nata con due grandi ideali, che sono i motivi del suo cammino: progresso e libertà. Ci si è detti: adesso non lasciamo più il mondo solo nelle mani Dio, non aspettiamo più solo l’aldilà; noi prendiamo in mano la guida, il timone della storia, noi stessi la guidiamo sul cammino del progresso. In realtà, il progresso c’è, lo sappiamo tutti. Se io paragono il mondo della mia infanzia, della mia gioventù, con quello di oggi, c’è una differenza immensa; non sembra essere lo stesso mondo. E vediamo come, nei soli ultimi trent’anni, un progresso accelerato ha cambiato il mondo: nel mondo della comunicazione adesso si possono fare cose incredibili, inimmaginabili ancora cinquant’anni fa; nella medicina, nella tecnica sulla vita umana, eccetera, c’è progresso, l’uomo ha possibilità che prima non erano pensabili. Ma sorge la domanda: è vero progresso?

Ci sono anche dei veri progressi. Se pensiamo che oggi esistono istituzioni internazionali che cercano di prevenire e di evitare i conflitti, di sanare, di proteggere gli infermi; se vediamo come è cresciuta la sensibilità per i disabili, per i malati, per gli esclusi, il rispetto delle altre nazioni, delle altre razze, dobbiamo dire che questi sono progressi non solo del nostro potere, ma anche progressi dell’anima, progressi dell’umanità, dell’umanesimo, del rispetto dell’altro. E mi sembra che possiamo dire, senza falsa ideologia, che questi progressi risultano dalla presenza della luce del Vangelo nel mondo, perché questa luce ci ha fatto vedere il debole, il sofferente, l’altro come uomo, come figlio di Dio, come amato da Dio, come mio fratello.

Questa visione dell’uomo, che è nata dal Vangelo, si è estesa oltre i confini del cristianesimo, è divenuta proprietà dell’umanità. Si capisce che realmente siamo tutti fratelli, anche i poveri sono dei nostri, anche quelli di un’altra razza, di un’altra religione sono membri della stessa famiglia. Dobbiamo impegnarci per prevenire la violenza, per rompere la catena del male, per aiutare. Senza dubbio ci sono progressi. Ma dobbiamo anche dire che, tuttavia, il progresso rimane molto ambiguo, anzi c’è pure una ricaduta dell’umanità. Proprio se consideriamo Lampedusa e tutte le cose delle quali abbiamo parlato, vediamo come il potere dell’uomo, tutte le possibilità che ha, possono avere anche il potere della distruzione. Se l’uomo comincia a produrre se stesso, a fabbricare l’uomo, e a considerare l’uomo come merce, come cosa della quale servirsi, tutto questo progresso diventa strumento di autodistruzione; non è più progresso, ma minaccia. Il potere del progresso può servire solo se la luce del Vangelo è più forte di tutte queste tentazioni dell’uomo, e solo così le cose non ci di-struggono, ma costruiscono l’umanità.

Veniamo all’altra parola: libertà. Anche qui ci sono veri progressi, sicuramente nel superamento della schia-vitù, nell’uguaglianza tra uomo e donna, nel rispetto per i bambini, e così via. Ma anche qui troviamo una libertà distruttiva; così vediamo che il mondo della droga vive nel nome della libertà, ma mette l’uomo nella schiavitù più radicale, più distruttiva, che è la caricatura della libertà. Questa libertà che non è libertà, ma dà la libertà solo per me, perché possa fare quanto voglio io, è una libertà che diventa una schiavitù prima impensabile.

Ma che cosa fare, che cosa posso fare io? Il dottore della legge conosceva la risposta, ma era una risposta solo teorica, una questione accademica, da discutere: «Chi è alla fine il prossimo?». Egli non esce dal mondo intellettuale, accademico; soprattutto, anche il suo modo di porre la questione è egoistico: «Che cosa devo fare per avere io la salvezza?», guarda soprattutto alla sua salvezza personale. Il samaritano è totalmente diverso. Non sappiamo se lui conoscesse le parole del Deuteronomio, ma il Vangelo dice che «ebbe compassione», e l’espressione greca è mol-to più radicale: «Le sue viscere furono toccate», cioè era mosso intimamente, così che doveva fare qualcosa. Il suo cuore era toccato, ma non solo: sapeva che cosa fare, cosa doveva fare, perché il cuore parlava e mostrava la strada.

Penso anche a una parola del profeta Ezechiele, dove Dio dice: «Io vi toglierò il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26). Questo è il punto: il “cuore di pietra”, che abbiamo tutti dal peccato originale, che han-no quelli che usano la miseria degli uomini per fare soldi, il cuore di pietra ci impedisce di capire quanto possiamo e dobbiamo fare; abbiamo bisogno di un “cuore di carne”, che ci mostri la strada. Mi viene in mente anche un testo del profeta Osea, dove Dio parla di se stesso. Dio vede tutti i peccati di Israele, incredibili, vede che secondo la giustizia dovrebbe distruggere questo regno e dice: «Ma non lo faccio; il mio cuore si commuove dentro di me» (cfr. Os 11,8).

Il cuore di Dio è così che non può distruggere il suo uomo, è così che deve aiutarlo, corrergli dietro; è così che Egli esce da stesso, si fa Egli stesso uomo per salvare l’umanità; Dio è uscito da se stesso, il suo cuore l’ha costretto. Così vediamo che il vero samaritano dell’umanità è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che si è messo in cammino, vedendo la miseria umana con un cuore vulnerato, ferito da questa realtà. È Lui che ci dà olio e vino, i Sacramenti, la Parola di Dio; è Lui che ci dà asilo, la Chiesa; è Lui che ci guida, ci trasforma, perché anche il nostro cuore sia simile al suo.

Così vediamo che cosa è essenziale. Ciò significa che noi viviamo soltanto se il nostro cuore diventa simile al cuore di Gesù, al cuore divino. Questo è lo scopo del Vangelo: che il vero samaritano, Cristo, ci conforma a se stesso, trasforma il nostro cuore di pietra in cuore di carne e con il cuore di carne sappiamo che cosa fare. Il mondo ha bisogno della luce di Cristo, e solo se la luce di Cristo, la fiamma del suo amore trasforma il cuore, ognuno di noi sa che cosa fare e quando farlo. Già il fatto che c’è la fede trasforma il mondo. La risposta che dobbiamo dare quindi è scoprire Gesù, credere in Gesù, lasciarci trasformare in Gesù, così che il nostro cuore diventi cuore di carne e ci dica quanto fare. La luce di Cristo è la risposta necessaria.

Preghiamo il Signore perché trasformi il nostro cuore e ci aiuti a trovare che cosa dobbiamo fare in ogni momento della nostra vita. Amen!

Vatican News

Concerto di Natale, il Papa: la musica è un luogo dell’anima che avvicina a Dio

Leone XIV durante l'udienza ai promotori e agli artisti del Concerto di Natale

Leone XIV riceve artisti, organizzatori e sponsor dell’evento musicale di questa sera, sostenuto dalla Fondazione “Gravissimum Educationis” per un progetto missionario nella Repubblica Democratica del Congo: la nascita di Gesù “ci raggiunge nel cuore stesso delle nostre piccole storie”
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano – Vatican News

La musica è per ognuno una colonna sonora che accompagna nella quotidianità,” è un diario condiviso, che custodisce i sentimenti di tutti – nostalgia, desiderio, attesa, smarrimento, rinascita”. Anche la festa del Natale ha un sapore simile, “ci ricorda che Dio, per manifestarsi, sceglie una trama umana”. Leone XIV costruisce l’analogia nel discorso col quale accoglie e saluta in Vaticano artisti e organizzatori del Concerto di Natale in programma stasera, 13 dicembre.

Il Natale, evento “vicino” senza imponenza
Giunto alla 33.ma edizione, sostenuto da sponsor e dalla Fondazione Gravissimum Educationis, quest’anno l’evento ha per finalità la costruzione di una scuola primaria in Repubblica Democratica del Congo, progetto salesiano delle Missioni Don Bosco. Per il Papa è l’occasione – dopo l’udienza di primo mattino ai protagonisti del Presepe vivente di Santa Maria Maggiore – di sottolineare ancora il valore della Natività. Questa sera, osserva, “ascolteremo melodie nate in contesti diversi, legate a storie, generazioni, sensibilità differenti. E tuttavia, come accade nel cielo notturno, queste luci sonore comporranno, in armonia, una costellazione comune che, come tale, non è soltanto un disegno, ma una guida”.

Il Natale, del resto, ci ricorda che Dio, per manifestarsi, sceglie una trama umana. Non si serve di scenografie imponenti, ma di una casa semplice; non si mostra da lontano, ma si fa vicino; non resta in un punto inaccessibile del cielo, ma ci raggiunge nel cuore stesso delle nostre piccole storie. Ci rivela, in questo modo, che la vita quotidiana – così com’è – può diventare il luogo dell’incontro con Lui.

Umanità ispirata dal Bambino
Il “linguaggio universale” della musica e dello spettacolo, prosegue Leone XIV parlando della finalità solidale del Concerto, ricorda pure che “la bellezza, quando è autentica, non rimane chiusa in sé stessa, ma genera scelte di responsabilità per la cura del mondo”.

Così la cultura diventa respiro per la dignità di tutti, specie dei più fragili. Perciò vi invito a vivere questo momento come un pellegrinaggio interiore. In occasione del Natale, la musica sia luogo dell’anima: uno spazio in cui il cuore prende voce, avvicinandoci a Dio e rendendo la nostra umanità sempre più ispirata dal suo amore.

Lettura e Vangelo del giorno 14 Dicembre 2025

Lettura del Giorno
Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaìa
Is 35,1-6a.8a.10

Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

Seconda Lettura

Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Liturgia Domenica 14 Dicembre 2025 Messa del Giorno III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

Colore Liturgico  Rosa

Indicazioni liturgiche per l'Avvento – Diocesi di

Antifona
Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto:
rallegratevi. Il Signore è vicino! (Cf. Fil 4,4.5)

Non si dice il Gloria.

Colletta
Guarda, o Padre, il tuo popolo,
che attende con fede il Natale del Signore,
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza
il grande mistero della salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure:

Dio della gioia, che fai fiorire il deserto,
sostieni con la forza creatrice del tuo amore
il nostro cammino sulla via santa preparata dai profeti,
perché, maturando nella fede,
testimoniamo con la vita la carità di Cristo.
Egli é Dio, e vive e regna con te.

Prima Lettura
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 35,1-6a.8a.10

Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)

R. Vieni, Signore, a salvarci.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.

Seconda Lettura
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo
Gc 5,7-10

Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. (Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)

Alleluia.

Vangelo
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Parola del Signore.

Si dice il Credo.

Sulle offerte
Sempre si rinnovi, o Signore,
l’offerta di questo sacrificio
che attua il santo mistero da te istituito,
e con la sua divina potenza
renda efficace in noi l’opera della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione
Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi». (Cf. Is 35,4)

*A
Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:
ai poveri è annunciato il Vangelo. (Mt 11,4-5)

Dopo la comunione
Imploriamo, o Signore, la tua misericordia:
la forza divina di questo sacramento
ci purifichi dal peccato
e ci prepari alle feste ormai vicine.
Per Cristo nostro Signore.

Fonte CEI