IV domenica di Avvento (Anno A) – 21 dicembre 2025

The Dream of St. Joseph, Luca Giordano (Italian, 1632-1705), about 1700, oil on canvas, 46-5/8 x 54-1/4 in. (canvas) approximately 57-1/2 x 64-1/2 x 4 in. (framed), European Painting and Sculpture Before 1800 , Penta Springs Limited

Famiglia Cristiana

Giuseppe, l’uomo della notte, del silenzio e dei sogni

l Vangelo dell’ultima domenica di Avvento ci conduce nella casa silenziosa di Giuseppe. Qui, prima ancora del Natale, tutto si muove attorno a un turbamento profondo. Il sogno di Giuseppe, infatti, nasce come rovesciamento di un incubo. La realtà gli era appena crollata addosso: Maria, la sua promessa sposa, è incinta. Matteo dice che lo è «per opera dello Spirito Santo», ma questo annuncio teologico non attenua lo smarrimento di un giovane uomo che non aveva mai visto – né nella Scrittura né nella storia – un concepimento così. Giuseppe si trova stretto tra due decisioni dolorose: denunciare pubblicamente Maria, esponendola all’accusa di adulterio, oppure sciogliere il legame in segreto.

Per capire la drammaticità del momento basta ricordare che, nel mondo ebraico, il matrimonio era valido già dal primo accordo tra i due, anche se gli sposi non vivevano ancora insieme. È proprio in questo periodo che Maria risulta incinta: una gravidanza così era punita dalla legge come adulterio.

Matteo definisce Giuseppe “giusto”. Non perché esegua meccanicamente il codice, ma perché sa ascoltare anche la legge del cuore. La sua giustizia è fatta di misericordia, di discernimento, di una tenerezza forte e silenziosa. È giusto perché non si lascia imprigionare dalla durezza della norma e, prima di tutto, vuole proteggere Maria. Decide di sciogliere il vincolo in segreto: preferisce pagare un prezzo personale piuttosto che esporre l’amata alla vergogna e alla morte.

In questo atteggiamento si rivela la grandezza di Giuseppe. Egli insegna che la vera giustizia non è cieca applicazione della legge, ma capacità di leggere le persone prima dei codici. C’è la legge scritta sulla carta e c’è quella impressa nella coscienza: quando le due entrano in conflitto, occorre scegliere la via che salva. Ed è proprio qui che Dio interviene. Un angelo, nel sogno, gli dice: «Non temere di prendere con te Maria». Il sogno non è evasione dalla realtà, ma conferma luminosa del bene che Giuseppe aveva già intuito. L’incubo si capovolge: ciò che sembrava una minaccia diventa una vocazione. Giuseppe accoglie, non senza timore, un compito inedito e più grande di lui. La sua obbedienza – semplice, ferma, nascosta – apre la strada all’incarnazione.

C’è un tratto profondamente umano in questa pagina. Anche noi custodiamo un sogno di vita affettiva piena, perché nasciamo nella relazione e viviamo di relazioni. Per questo l’incubo del tradimento, dell’incomprensione, della solitudine, è uno dei più dolorosi che la vita possa riservare. Quando l’amore viene ferito – tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra amici –, il cuore sanguina a lungo.

Ma Giuseppe ricorda che nessuna ferita affettiva è irreparabile. Che il sogno non va accantonato, ma purificato. Che Dio può trasformare ciò che appare come una fine in un inizio nuovo. È lo stile di Dio: entrare nelle nostre fratture per farne culla di una vita nuova.

Arrivati all’ultima tappa dell’Avvento, il Vangelo ci invita a riconoscere che la preparazione al Natale non consiste solo in riti o in attese spirituali generiche, ma nella disponibilità ad accogliere il modo sorprendente con cui Dio entra nelle nostre storie. Come Giuseppe.

Novena di Natale, cos’è, quando nasce e cosa significa

La Novena di Natale si celebra nei nove giorni precedenti, cioè a partire dal 16 dicembre fino al 24. Comprende vari testi che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla festa della nascità di Gesù.

Fino al Concilio Vaticano II si celebrava in latino, dopo il Concilio ne sono state approntate traduzioni nelle varie lingue.

In generale, le novene sono celebrazioni popolari che nell’arco dei secoli hanno affiancato le “liturgie ufficiali”. Esse sono annoverate nel grande elenco dei “pii esercizi”.

«I pii esercizi», afferma J. Castellano, «si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell’epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano».

Le origini storiche

La Novena fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720 nella chiesa dell’Immacolata che si trovava a fianco del Convitto Ecclesiastico che i missionari gestivano per la formazione del clero.
Fra i missionari maggiormente stimati del Convitto vi era il padre Carlo Antonio Vacchetta (1665-1747), che era “maestro di sacre cerimonie e prefetto della chiesa e del canto”. Amico e frequentatore della casa dei missionari era il beato Sebastiano Valfré.
Entrambi avevano una particolare pietà verso l’umanità di Gesù e ne propagavano la devozione invitando i fedeli a contemplare e ad adorare il mistero dell’Incarnazione e della Natività di Cristo.

È in questo ambiente particolarmente attento a vivere liturgicamente il Mistero di Gesù, Verbo Incarnato, che fu scritta e per la prima volta eseguita in canto la Novena di Natale.

La tradizione attribuisce a padre Vacchetta la redazione dei testi e della musica.

Grazie alle missioni popolari portate avanti dai vincenziani, la Novena fu diffusa in Piemonte, e da qui in tutta Italia. La diffusione fu facilitata dal fascino del suo canto e dalla semplicità della melodia.
A favorirne la devozione e la diffusione fu Gabriella Marolles delle Lanze, marchesa di Caluso. Questa, che aveva vissuto una giovinezza spensierata, e si era sposata prima con Carlo Agostino di Sale delle Lanze, e poi con il marchese di Saluzzo, rimasta vedova, e venuta ad abitare nei pressi della casa dei vincenziani di Torino, scelse come direttore spirituale il superiore, padre Domenico Amosso. E frequentando la chiesa dell’Immacolata restò particolarmente commossa dalle funzioni di preparazione al Natale, per cui stabilì nelle sue disposizione testamentarie che si facesse “ogni anno et in perpetuo la suddetta Novena”.

Il significato

Le profezie della nascita di Gesù furono tratte da brani dell’Antico Testamento e particolarmente dal profeta Isaia.
In esse è espresso non solo il profondo desiderio messianico dell’Antico Testamento con il desiderio che Dio si faccia presente sulla terra, ma in maniera espressiva viene cantata la supplica per la venuta di Gesù, l’eterno Presente nella storia degli uomini.

Varie sono le metafore che alimentano la gioia dell’attesa nella Novena: Gesù verrà come luce, come pace, come rugiada, come dolcezza, come novità, come Re potente, come dominatore universale, come bambino, come Signore giusto.

La Novena vuole suscitare un atteggiamento nel credente: fermarsi ad adorarLo.
La forma tradizionale

La Novena di Natale, pur non essendo preghiera “ufficiale” della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle comunità cristiane.

Proprio perché non è una preghiera ufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso “primato” spetta alla novena tradizionale, nella notissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco.

Per le persone con disabilità assistere ai concerti è un’impresa

Per le persone con disabilità assistere ai concerti è un'impresa

Avvenire

Dopo aver acquistato i suoi biglietti a un’asta di beneficenza e aver controllato sul sito dell’Unipol Forum di Milano le regole sull’accessibilità alle Sky box, a Edoardo Bonelli, un torinese di 28 anni in sedia a rotelle, è stato comunicato di non poter accedere al palco per assistere al concerto del rapper Marracash. Ma l’avviso è arrivato quando ormai lo spettatore si trovava ai tornelli. Il giovane ha comunque deciso di salire con l’ascensore alla Sky Box, dove ha assistito allo spettacolo vigilato dagli addetti alla sicurezza. «Al momento l’area Sky, che si colloca a 21 metri di altezza, non è dotata di misure di sicurezza per accogliere persone con disabilità che non possono camminare – commenta Forumnet, la società che gestisce le Sky box all’Unipol Forum, contattata da Avvenire –. Sarebbe bello poterli ospitare anche in quell’area, ma ancora è tecnicamente impossibile». Secondo gli organizzatori, Bonelli avrebbe dovuto comunicare preventivamente ai responsabili le sue condizioni. Ma sul sito dell’Unipol Forum non si trovano dettagli sulle Sky Box, affidate alla gestione di aziende private. «Purtroppo nella mia vita, qualsiasi cosa faccia, devo prima accertarmi che la mia condizione sia accettata – commenta Edoardo Bonelli –. L’ho fatto anche stavolta e non ho trovato niente». Ma il problema più grave, per il torinese, resta l’accessibilità: «Si possono sempre adattare anche gli spazi molto elevati alle persone con disabilità, altrimenti vorrebbe dire che dovremmo vivere al piano terra. Il punto è che non siamo considerati clienti appetibili e nessuno si muove per aprire alle nostre esigenze un numero maggiore di aree».
Che l’accesso agli spazi culturali non sia un problema del solo Bonelli si intuisce dal suo video di denuncia, che in pochi giorni ha raggiunto sui social quasi 700mila visualizzazioni. Online si affollano i commenti di persone con disabilità che lamentano lo scarso numero di biglietti disponibili per concerti o eventi sportivi, la burocrazia infinita e la scarsa qualità dei posti in vendita. In molti casi, i concerti si vedono male o non si vedono proprio. «Spesso non posso neanche comprare i biglietti online – continua Bonelli – ma devo stare al telefono, anche per ore, per una sola prenotazione. Alle persone in sedia a rotelle, poi, è quasi sempre riservata una sola area. Non importa se si tratta di un teatro o di un autodromo, dove il prato sarebbe facilmente attrezzabile per persone che non possono camminare».
In effetti, per molti, la prima difficoltà è la prenotazione. La maggior parte dei portali non permette alle persone con disabilità di completare l’intera procedura di acquisto online o tramite i canali tradizionali, costringendo gli interessati a lunghe telefonate con le aziende. I biglietti, poi, in molte occasioni devono essere prenotati con largo anticipo, perché i posti a disposizione sono pochi. Negli stadi, per le partite di calcio di Serie A, le aziende mettono a disposizione circa 200 biglietti, (a cui sommarne altrettanti per gli accompagnatori) su capienze che raggiungono anche i 60mila posti. Al momento, non esiste una raccolta dati che conti il numero di persone con disabilità escluse dagli eventi sportivi o culturali a causa del numero ridotto di posti a disposizione. Ma, secondo le associazioni, sono ancora molte: «Non abbiamo dati perché, come al solito, la vita delle persone con disabilità interessa poco – spiega il presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) Vincenzo Falabella – ma Istat parla di quasi 13 milioni di persone con disabilità in Italia. È evidente che siamo sottorappresentati in questi eventi».
Ma i problemi non terminano con l’acquisto del biglietto. In quasi tutti gli eventi culturali, le strutture mettono una sola area a disposizione delle persone con disabilità. Senza possibilità di scegliere il posto né, tantomeno, il prezzo del biglietto. «Perdere il diritto alla scelta per me è la peggiore discriminazione – commenta Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, che vive in sedia a rotelle –. Nelle aree per persone con disabilità quasi sempre si vede male o non si vede niente. In più, spesso, si tratta di posti in tribune dai costi elevati». Nella maggior parte dei casi, a dire il vero, le persone con disabilità possono accedere a sconti o a biglietti gratuiti ma, secondo Tomirotti, non è questa la strada da percorrere: «Non voglio un prezzo privilegiato a costo della mia “segregazione”. Preferisco pagare come tutti, ma poter scegliere il mio posto».
La scelta di riservare poche aree – e pochi posti – alle persone con disabilità, secondo le associazioni, non è tanto dettata dai limiti di strutture datate quanto dal peso del «pregiudizio sulle disabilità»: «Quando hanno ristrutturato lo stadio di Wembley di Londra (inaugurato nel 2007, ndr), hanno inserito posti per disabili in tutti i settori. Vuol dire che si può fare anche in Italia». A parlare è Lisa Noja, consigliera della regione Lombardia e membro del Comitato concerti accessibili che, nel luglio scorso, ha richiesto al Senato una legge per garantire l’accesso agli spettacoli alle persone con disabilità. «Se viaggiamo, lavoriamo e dormiamo al ventesimo piano di grattacieli – continua Noja –, non vedo perché non possiamo assistere ai concerti come tutti». Alle parole della consigliera, fa eco il presidente della Fish: «Non è una questione di sicurezza. Il problema è che costruiamo palazzi ed eventi che separano alcuni spettatori dagli altri, invece di realizzare spazi che includano tutti. La cultura non può essere concepita come un lusso per le persone con disabilità, perché è un diritto».

Vaticano, premio delle Pontificie Accademie 2025: bando per i giovani studiosi

La sede della Pontificia Accademia di Teologia

Rivolto agli under 35, il concorso promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia in accordo con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, che intende valorizzare le ricerche e le opere in dialogo con il Motu Proprio “Ad Theologiam Promovendam”
Vatican News

È stato pubblicato il bando del Premio delle Pontificie Accademie 2025, promosso dalla Pontificia Accademia di Teologia in accordo con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione. L’iniziativa, prevista dal Regolamento delle Pontificie Accademie, culminerà nell’assegnazione del riconoscimento nel corso dell’annuale Seduta Pubblica.

A chi è riservato il concorso
Il concorso è riservato a giovani studiosi che non abbiano compiuto 35 anni al 1° settembre 2025, la cui attività di ricerca contribuisca in modo rilevante allo studio e alla diffusione del pensiero teologico. Le opere presentate dovranno essere redatte in italiano, francese, spagnolo o inglese e affrontare un tema di teologia in prospettiva storica e/o sistematica, in collegamento con il Motu Proprio di papa Francesco Ad Theologiam Promovendam, promulgato il 1° novembre 2023, che invita a un rinnovamento della riflessione teologica in dialogo con il mondo contemporaneo. Sono ammessi al concorso lavori inediti, tesi di dottorato difese tra il 1° gennaio 2022 e il 15 settembre 2025, nonché opere già pubblicate a partire dal 1° gennaio 2022. Le candidature dovranno essere corredate dal curriculum vitae degli autori e inviate entro e non oltre il 1° febbraio 2026.

Il premio
La documentazione richiesta dovrà essere trasmessa in versione digitale al Consiglio dell’Accademia e, parallelamente, in forma cartacea tramite posta ordinaria, specificando sul plico la dicitura “Premio delle Pontificie Accademie 2025”, all’indirizzo del Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, S.E. mons. Antonio Staglianò, a Roma. Per i lavori giudicati migliori sono previsti premi per il primo e il secondo classificato. Ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione e sui criteri di valutazione sono disponibili nel bando completo pubblicato sui siti ufficiali della Pontificia Accademia di Teologia e del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Il bando è stato reso pubblico il 16 dicembre 2025, mentre la data del documento ufficiale è il 19 novembre 2025, segnando l’avvio formale dell’edizione 2025 del Premio, che si inserisce nel solco delle iniziative vaticane volte a sostenere e valorizzare la ricerca teologica delle nuove generazioni .

Povertà, crescono le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza

I volontari della Croce Rossa con i sudanesi fuggiti in Ciad (Reuters/Zohra Bensemra)

Secondo i dati del World Inequality Report 2026, l’1% della popolazione mondiale detiene più ricchezza del 90% più povero. Intanto la Banca Mondiale riferisce che nel mondo cresce la popolazione in povertà estrema, passata nel 2024 dal 10,0% al 10,3%
Beatrice Guarrera – Città del Vaticano – Vatican News

Nel 2025 a livello globale è cresciuta la ricchezza dei multimilionari e allo stesso tempo sono aumentate la povertà e la disuguaglianza. È quanto emerge dal World Inequality Report 2026, un’analisi multidimensionale diffusa nei giorni scorsi e realizzata grazie al contributo di oltre 200 ricercatori. I dati raccontano i risvolti di quella finanza “idolatrata al sanguinoso prezzo” della vita umana e del creato, di cui ha parlato Papa Leone XIV nella catechesi di oggi, mercoledì 17 dicembre.
Secondo il Report, in quasi tutte le regioni del mondo, l’1% più ricco detiene da solo più ricchezza del 90% più povero messo insieme. Persiste a livello globale, dunque, una disuguaglianza profondamente marcata, se si pensa che lo 0,001% ancora più ricco – meno di 60.000 multimilionari – possiede una ricchezza tre volte superiore a quella dell’intera metà più povera dell’umanità messa insieme. Il rapporto evidenzia, inoltre, che la ricchezza dei multimilionari è cresciuta mediamente dell’8% annuo dagli anni ’90, quasi il doppio rispetto al ritmo del resto della popolazione. Eppure, mentre Nord America e Oceania mantengono livelli medi di benessere economico oltre tre volte superiori alla media globale, gran parte dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale e dell’America Latina si muovono su livelli molto inferiori, mentre Europa ed Est Asia si collocano su standard intermedi. Secondo la ricerca, le economie più fragili sono penalizzate anche da un flusso finanziario iniquo: circa l’1% del Pil globale viene trasferito ogni anno dai Paesi a basso reddito verso quelli ricchi sotto forma di interessi e rendite.

Lettura e Vangelo del giorno 18 Dicembre 2025


Letture del Giorno
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 23,5-8

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia.
Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra».

Vangelo del Giorno
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.