SERIE A La Lazio schianta l’Inter Il Milan la ribalta, è primo

La Serie A riparte col botto. Storie nuove, scorie vecchie. Il Milan ribalta il Verona e diventa primo. La Lazio ribalta l’Inter e vince in rimonta una partita che sembrava persa. Da 0-1 a 3-1, tutto cambia dopo un’ora e una manciata di minuti. Corto circuito Inter, a quel punto in campo c’è solo la Lazio. Inter furiosa: tensione e scontri in campo, compresa una rissa quando arriva il triplice fischio. Roba da Far West. Sarri dà una lezione di calcio a Inzaghi, applauditissimo dal suo vecchio pubblico di fede biancoceleste. C’è pure uno striscione ad omaggiarlo: «22 anni con i nostri colori non si dimenticano. Grazie Simone». Ma l’anticipo dell’8ª giornata – che nel primo pomeriggio ha visto lo Spezia battere 2-1 la Salernitana nello spareggio-salveza – si rivelerà amaro per il tecnico nerazzurro. L’Inter va in vantaggio con un calcio di rigore di Perisic, tiene il campo con autorità per un’ora, poi le certezze si incrinano. Mano di Bastoni in area nerazzurra, Immobile trasforma il rigore. Ciak, si gira un altro film. La Lazio segna il 2-1 con Felipe Anderson. Il gol è aspramente contestato dai giocatori dell’Inter. Un loro compagno di squadra – Dimarco – è a terra. Per dovere di cronaca: lo era anche nell’azione immediatamente precedente, con palla all’Inter, che ha continuato a giocare. Buffo che solo in Italia ci si appelli a questo fair play finto e a comando, valido solo per giustificare un presunto torto subito. L’unico a poter interrompere il gioco è l’arbitro, ma Irrati – come da regolamento – lascia correre. L’Inter perde la testa, la Lazio no. Il tris lo firma Milinkovic Savic, che sposta la Lazio in zona-Champions. Poi il caos, con l’espulsione di Luiz Felipe.

Incredibile vittoria del Milan, a San Siro, su un ottimo Verona. Finisce 3-2 grazie al goffo autogol di Gunter, dopo la rimonta rossonera firmata da Giroud e Kessie dopo il vantaggio degli scaligeri nel primo tempo con Caprari e Barak. Il Milano si prende momentaneamente la testa della classifica, riabbracciando anche Ibrahimovic – in campo nell’ultimo quarto d’ora – al rientro dall’infortunio.

Nel ricco menù di stasera si staglia il big match Juventus-Roma. La Juve impegnata nella scalata della classifica, a caccia della 4ª vittoria consecutiva. La Roma che non vuole perdere contatto con la zona Champions. È anche Allegri vs Mourinho, 38 “tituli” insieme, un incrocio che è cominciato nel gennaio del 2009, Inter-Cagliari 1-1. Già all’epoca scintille, veleni, punzecchiature. Lo score recita: 4 vittorie per Mou, 2 per Max e 2 i pareggi. Amarsi mai, per chi si detesta come noi. In questo decennio Allegri ha detto che il portoghese «è noioso, non parla mai di tattica» e che «nasconde la sua insicurezza dietro l’arroganza»; salvo cambiare idea nella conferenza stampa di ieri quando ha detto che «Mourinho è un valore aggiunto per il calcio italiano». Capovolte dettate dalla buona creanza. Mou si è preso la rivincita nell’ultima sfida, novembre 2018, Champions League, uscendo dal campo dopo uno Juventus-Manchester United 1-2 esibendosi in una provocazione alla Mourinho: la mano portata a conca all’orecchio, come a dire: fischiatemi pure, non vi sento. Nella Juve slitta ancora il rientro di Dybala, l’eterno incompiuto; nella Roma è indisponibile il centravanti inglese Abraham. Il prescelto dell’attacco bianconero dovrebbe essere Kean: largo ai giovani (non solo a parole, stavolta); mentre fari puntati sui due talenti della nuova generazione anche in chiave azzurra: Chiesa e Zaniolo.

Ma oggi è anche la domenica in cui la capolista Napoli può dare l’accelerata e tentare la fuga, nonostante – visto che si parla di motori – Spalletti sia ancora allibito per il furto della sua amatissima e vecchia Panda, parcheggiata sotto l’albergo in cui risiede sul lungomare. Al Maradona contro il Torino reduce – quindici giorni fa – dalla beffa del derby della Mole; il Napoli vuole mettere la prolunga alla sua striscia di vittorie. Sette su sette finora, per una partenza lampo che ha (ri)acceso l’entusiasmo in città, come ai tempi di Sarri (che nel 2017-18 di vittorie consecutive al pronti-via ne infilò 8). Il record da battere è quello della Roma di Rudi Garcia: 10 vittorie nelle prime 10 giornate del 2013/14.

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Rimonta della squadra di Sarri che ferma la rincorsa dei nerazzurri al Napoli capolista che ospita il Toro I rossoneri sotto 0-2 castigano il Verona e ritrovano Ibra

Il gol di Felipe Anderson che porta in vantaggio la Lazio all’Olimpico contro l’Inter / Ansa/Claudio Peri