Dalai Lama: Vorrei tornare in Tibet prima di morire

 

AsiaNews

Il capo spirituale del buddismo tibetano è fuggito da Lhasa durante la rivolta del 1959. Pechino lo considera un “lupo travestito da agnello”. Donald Trump “è uguale a Xi Jinping: non ha mai chiesto d’incontrarmi”. — Il popolo tibetano “ha fiducia in me e mi chiede di tornare in Tibet”. Lo afferma il Dalai Lama, capo spirituale del buddismo tibetano, in un’intervista diffusa oggi dalla Bbc.

“Donne chiesa mondo” giugno 2019. Per un’etica delle virtù al femminile

L’Osservatore Romano

Quasi del tutto assenti dall’orizzonte culturale odierno e spesso considerate retaggio di una educazione religiosa sorpassata, le virtù umane sono in realtà preziose compagne di viaggio. Giustizia, prudenza, fortezza e temperanza incoraggiano a vivere meglio, a essere più giusti e veri e orientano alla sapienza. In un’epoca in cui fretta, efficientismo, utilitarismo e ansia di affermazione hanno facile sopravvento, «donne chiesa mondo» dedica un numero speciale ad ognuna di queste «quattro stelle non viste mai» scrive Dante «fuor ch’a la prima gente». Sorge tuttavia il dubbio che le virtù non rientrino tra i temi di particolare interesse per una rivista femminile della Chiesa. Ma non è così.

Dizionario biblico della letteratura italiana

Settimana News

Questo volumone fu diretto dall’attuale Prefetto della Biblioteca ambrosiana, che si è avvalso della collaborazione di molti specialisti nella letteratura italiana, specialmente dell’Università Cattolica di Milano; insieme hanno riletto più di 270 autori dagli inizi medioevali fino ad oggi, in sostanza e per esemplificare: da Dante a Turoldo, passando attraverso Manzoni, Foscolo, Carducci, Pascoli, Leopardi, Pirandello, Eco e tanti altri maggiori o minori (anche librettisti di spettacoli) e di ogni regione italiana.

Dizionario biblico letteratura italiana

Tutti elencati in ordine alfabetico, con brevi accenni alla loro vita e al loro pensiero e una discreta bibliografia. Ma soprattutto alla ricerca di quanto nelle loro opere letterarie abbia influito il grande codice della Bibbia (Antico e Nuovo Testamento)

Per alcuni esso forniva solo allusioni, singoli versetti generalmente letti in latino, richiami mnemonici e tradizionali; per altri invece la Bibbia, sia pure in diversa misura, fu ispirazione profonda e ricca, vera fonte di commenti e di pensieri, magari anche solo per combatterli da “laici” miscredenti.

Ne è risultato, se interpreto bene, che la Bibbia, anche e forse specialmente per paradossale merito dei “laici”, divenne sempre più interessante e sempre più considerata e letta, fu sottratta alle soffocanti maglie dell’apologetica cattolica (la Bibbia solo a servizio di dogmi e catechesi) o delle devozioni clericali e popolari; essa divenne sempre più chiaramente il libro per l’uomo di ogni tempo (un esempio: il grande valore dato al libro di Giobbe).

Un augurio: che in una nuova edizione si aggiungano due indici: uno per gli autori trattati e un altro per i collaboratori. Inutile aggiungere che un libro come questo Dizionario fa onore non solo ai suoi estensori ma alla cultura cattolica italiana.

MARCO BALLARINI e coll. (a cura), Dizionario biblico della letteratura italiana, ed. IPL-ITL, Milano 2018, pp. 1054, € 90,00.

Messico 2500 gli omicidi al mese per mano dei cartelli dei narcotrafficanti

Vatican News

(Eugenio Serra) I dati del primo trimestre del 2019, diffusi dal Sistema nazionale di pubblica sicurezza messicano, riportavano ben 8.493 omicidi. “Ma negli ulteriori 3 mesi il numero è continuato a crescere. Si parla di una quota di 2500 omicidi al mese e forse anche di più”. Lo spiega a Vatican News, Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire, esperta di America Latina. In Messico, l’attività delle bande criminali e dei cartelli dei narcotrafficanti è sempre più fuori controllo. “I numeri degli omicidi – spiega ai nostri microfoni Lucia Capuzzi – sono spaventosi e in aumento. Numeri che hanno coinciso con l’inizio dell’amministrazione di Andres Manuel Lopez Obrador”. 

Pubblicate le linee guida della Cei per la tutela di minori e persone vulnerabili. Vincere ogni silenzio


L’Osservatore Romano 

Principi e indicazioni operative: si muovono attraverso questi due assi le Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, redatte dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism) e pubblicate ieri pomeriggio sul sito in rete dei vescovi. Il documento, che reca la data del 24 giugno, è stato approvato nel corso dei lavori dell’ultima assemblea generale della Cei, svoltasi a Roma dal 20 al 23 maggio.
Sono parole di Papa Francesco contenute nellaLettera al popolo di Dio del 20 agosto 2018 ad aprire il testo, lungo quarantotto pagine: «Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità».
Qualsiasi abuso sui fanciulli e sui più vulnerabili, ancor prima di essere un delitto, «è un peccato gravissimo — confermano Cei e Cism nella premessa — ancor più se coinvolge coloro ai quali è affidata in modo particolare la cura dei più piccoli». Per questo motivo la Chiesa cattolica in Italia «intende contrastare e prevenire questo triste fenomeno con assoluta determinazione». Non è un caso che il primo dei principi guida elencati nel documento sia il rinnovamento ecclesiale: «Tutta la comunità è coinvolta nel rispondere alla piaga degli abusi, non perché tutta la comunità sia colpevole ma perché di tutta la comunità è il prendersi cura dei più piccoli. Ogni qualvolta uno di loro viene ferito, tutta la comunità ne soffre perché non è riuscita a fermare l’aggressore o a mettere in pratica tutto ciò che si poteva fare per evitare l’abuso». Non si tratta però solo di fare il possibile per prevenire gli abusi: «È richiesto un rinnovamento comunitario, che sappia mettere al centro la cura e la protezione dei più piccoli e vulnerabili come valori supremi da tutelare. Solo questa conversione potrà permettere a tutta la comunità di vincere ogni silenzio, indifferenza, pregiudizio o inattività per diventare partecipazione, cura, solidarietà e impegno».
Le linee guida si applicano a tutti coloro che operano, a qualsiasi titolo, individuale o associato, all’interno delle comunità ecclesiali in Italia e, compatibilmente al diritto proprio e alla normativa canonica, a tutti gli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica. È necessario «dare il giusto e dovuto ascolto alle persone che hanno subito un abuso e trovato il coraggio di denunciare»; in tal senso «la vittima va riconosciuta come persona gravemente ferita e ascoltata con empatia, rispettando la sua dignità». Una priorità che «è già un primo atto di prevenzione perché solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta». Un processo a cui è chiamata e responsabilizzata tutta la comunità, una “missione”, in cui «ciascuno può e deve fare la sua parte».
Per quanto riguarda il cammino formativo e alla professione religiosa di seminaristi e candidati alla vita presbiterale e consacrata, è richiesta «una grande prudenza nei criteri di ammissione», e molta attenzione anche per la formazione permanente. Inoltre, poiché «la Chiesa ricerca la verità e mira al ristabilimento della giustizia», si sottolinea, «nessun silenzio o occultamento può essere accettato in tema di abusi». Per queste ragioni, prosegue il testo, «le procedure canoniche vanno rigorosamente rispettate: esse non hanno lo scopo di sostituirsi all’autorità civile, bensì quello di perseguire l’accertamento della verità e il ristabilimento della giustizia all’interno della comunità ecclesiale, anche in quei casi in cui determinati comportamenti non siano considerati reati per la legge dello Stato, ma lo sono per la normativa canonica». Per quanto riguarda quest’ultima, la descrizione delle procedure è dettagliata e parte dal principio che «nel suo discernimento il vescovo o il superiore competente terrà presente il primario interesse della sicurezza e tutela del minore».
Accanto alla collaborazione con l’autorità civile, si inserisce il valore della trasparenza nelle comunicazioni e di «un’informazione corrispondente alla verità, che sappia evitare strumentalizzazioni e parzialità». Il capitolo 5 è interamente dedicato alla trattazione delle segnalazioni: «Chiunque abbia notizia della presunta commissione in ambito ecclesiale di abusi sessuali nei confronti di minori o persone vulnerabili è chiamato a segnalare tempestivamente i fatti di sua conoscenza alla competente autorità ecclesiastica, a tutela dei minori e delle persone vulnerabili, della ricerca della verità e del ristabilimento della giustizia, se lesa». La segnalazione va presentata e accolta dall’ordinario. Essa «non solo non esclude ma neppure intende ostacolare la presentazione di denuncia alla competente autorità dello Stato, che anzi viene incoraggiata».
Nei rapporti con la giustizia italiana viene introdotto il principio secondo cui «l’autorità ecclesiastica ha l’obbligo morale di procedere all’inoltro dell’esposto all’autorità civile». Non si procederà però a presentare l’esposto «nel caso di espressa opposizione» da parte della vittima (se nel frattempo divenuta maggiorenne), dei suoi genitori o dei tutori legali.
L’Osservatore Romano, 29-30 giugno 2019

Inghilterra, la Chiesa anglicana nomina il primo vescovo-donna nera


skytg24 

Si tratta di Rose Hudson-Wilkin, l’ex cappellano della Camera dei Comuni, a cui verrà affidata la comunità di Dover. Di origini giamaicane, la religiosa è arrivata in Gran Bretagna nel 1982 e dodici anni più tardi è stata ordinata sacerdote — Rose Hudson-Wilkin è la prima donna nera ad essere investita della nomina di vescovo della Chiesa d’Inghilterra

Yemen: soddisfazione di Save the Children per lo stop all’esportazione di armi

Vatican News

(Matteo Petri) Oltre 103.000 firme già raccolte con la petizione lanciata dalla ong per chiedere all’Italia lo stop alla vendita di armi italiane usate nella guerra in Yemen. Ieri è stata votata alla Camera una mozione che sospende l’esportazione di armi pesanti verso l’Arabia Saudita e Emirati. Stop alle bombe italiane in Yemen. Ieri la Camera ha votato una mozione di maggioranza per sospendere la vendita di armi pesanti, bombe d’aereo e missili, a Emirati Arabi e Arabia Saudita.

In Sahel crisi senza precedenti

Africa 
L’Osservatore Romano

«Siamo qui per lanciare l’allarme su una situazione umanitaria nel Sahel che si sta deteriorando costantemente» con «livelli senza precedenti»: è quanto ha detto Sofie Garde Thomle, capo dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) per l’Africa occidentale e centrale, in una conferenza stampa a Dakar. L’Onu e le ong rivolgono pressanti appelli alla comunità internazionale: si stima che le esigenze di risorse finanziarie per affrontare l’emergenza per il 2019 ammonti a circa 2,4 miliardi di dollari.