Iniziativa. Imprenditorialità sociale e Terzo settore

Imprenditorialità sociale e Terzo settore

L’offerta formativa dell’Università di Bologna in collaborazione con Aiccon si arricchisce del corso di formazione permanente in Management, strategia e finanza d’impatto per l’imprenditorialità sociale e il Terzo settore. Come sottolinea la professoressa Federica Bandini, direttrice del corso «la solidità della formazione generata da un’attività di ricerca dedicata all’Economia Sociale dell’Università di Bologna e l’approccio culturale e identitario di Aiccon hanno sviluppato questo percorso, per continuare a costruire un’offerta capace di coniugare pensiero e tecniche e accompagnare la crescita dell’imprenditorialità sociale e del Terzo settore in Italia».

«Si tratta di un corso fortemente orientato all’innovazione, dove ci sarà spazio per approfondire i nuovi modelli ibridi d’imprenditorialità sociale – spiega Paolo Venturi, direttore di Aiccon, che terrà il modulo Imprenditorialità e innovazione sociale: reti e nuovi modelli di business».

Il corso consente, alla luce dell’evoluzione del Terzo settore e dell’impresa sociale e della riforma della stessa, di conseguire una preparazione avanzata per ricoprire posizioni manageriali in imprese sociali, cooperative ed organizzazioni non profit, coniugando conoscenze necessarie alla gestione d’impresa con competenze di tipo finanziario e fiscale. Il percorso è stato pensato per acquisire competenze specifiche per attività professionali di consulenza finanziaria e fiscale e supporto imprenditoriali e gestionale per le imprese sociali, per le imprese cooperative e per le organizzazioni non profit.

Inoltre all’interno del piano didattico, Fondazione Grameen Italia terrà un intero modulo sul tema del “Impact Investing e Project Financing “, condotto dal professore Giuseppe Torluccio e dalla Dott.ssa Giorgia Bonaga.

Il corso si rivolge a quadri, professionisti, consulenti, dipendenti di imprese sociali e di enti del terzo settore (cooperative sociali, fondazioni, associazioni ed enti del terzo settore). Si rivolge inoltre ad imprenditori, operatori di banche ed istituti di credito interessati a sviluppare competenze specifiche nel settore.

Per iscriversi è necessario aver conseguito una Laurea triennale e/o Quadriennale vecchio ordinamento. Sono ammessi anche diplomati quinquennali con esperienza nel settore.

Il bando scade il 20 dicembre 2018, il corso è strutturato in sei moduli formativi che si svolgeranno a Bologna da gennaio a marzo 2018 per un totale di 84 ore organizzate in 12 giorni da giovedì pomeriggio a venerdì.

Per avere maggiori informazioni è possibile rivolgersi alla tutor del corso Martina Pasotti scrivendo a:af.impresasociale@unibo.it.

Il bando è consultabile al seguente link: https://www.unibo.it/it/didattica/corsi-di-alta-formazione/2018-2019/management-strategia-e-finanza-d-impatto-per-limprenditorialita-sociale-e-il-terzo-settore-formazione-permanente-5624.

da Avvenire

Letteratura. Albert Camus, un battitore libero alla ricerca dell’essenziale

da Avvenire

Albert Camus

Albert Camus

Ritornano ora tutti insieme in libreria per l’editore Bompiani, con elegantissime copertine d’un bianco metafisico e abbacinante, ben 8 libri dello scrittore in rivolta per eccellenza, e cioè Albert Camus. Tutti imprescindibili, e per le più diverse ragioni.

Utilissimo senza dubbio Tutto il teatro, con l’introduzione d’un benemerito come Guido Davico Bonino, cui s’aggiunge Caligola, forse la sua opera teatrale più famosa, riproposta anche in un volume a sé nella versione finale del 1958. Per la narrativa, nella nuova traduzione di Yasmina Melaouah, arriva L’esilio e il regno (1957), l’ultimo libro che lo scrittore pubblicò prima di morire nel 1960 in un incidente stradale, cui s’affianca anche il suo primo e incompiuto romanzo, La morte felice, scritto tra il 1936 e il 1938.

Sul versante saggistico ecco invece, ancora per la mediazione di Yasmina Melaouah, gli scritti giovanili di Il diritto e il rovescio (1937), nonché il pamphlet Riflessioni sulla pena di morte (1957). Interessantissimi, da ultimo,Questa lotta vi riguarda, le 165 corrispondenze per la rivista ‘Combat’, di cui Camus fu caporedattore tra il 1944 e il 1947, per l’ottima curatela di Jacqueline Lévi-Valensi con una foltissima introduzione di Paolo Flores D’Arcais, e, soprattutto, i Taccuini (redatti tra il maggio 1935 e il dicembre 1959), in cui spicca, tra l’altro, la bella prefazione di Roger Grenier, ovvero il brogliaccio di note e considerazioni che rappresenta probabilmente il miglior modo per entrare nel segreto del suo laboratorio.

Ho detto i Taccuini: dove ci si potrà imbattere, oltre che nelle implicite e continue dichiarazioni di poetica – e ben al di là dei frammenti sparsi di un’autobiografia non programmata e dissimulata – anche nella materia ancora grezza del suo lavoro creativo e in moltissimi appunti, della più diversa e sorprendente natura, dalle frasi celebri di Napoleone – vera ossessione di quasi tutti i francesi – alla battuta d’un ‘tassista nero’, che si rivela «di una cortesia insolita nella Parigi del 1950», fino magari all’inaspettata notazione meteorologica o paesaggistica, senza dire, poi, della costante disposizione aforistica che li intrama.

Qualche citazione, a questo punto, potrà giovare al lettore, a rendere migliore testimonianza d’uno spartito assai più complesso di quello che consegna Camus all’unica chiave musicale d’un ateismo irriducibile, tutta obbligata dalle note d’una fin troppo celebre filosofia dell’assurdo, che lo rivelò al mondo in quel romanzo straordinario, d’accecante luce meridiana, che è Lo straniero (1942). Un ateismo radicale e conseguente, certo, perfettamente traducibile in quella battuta del Joseph Conrad di Cuore di tenebra (1899) «Si vive come si sogna: perfettamente soli», ma lontanissimo da quello ancora illusivo, ideologico e, in fondo, consolatorio, dell’inizialmente sodale e poi antagonista Jean-Paul Sartre, il quale operò sempre per l’avvento d’una società comunista, che avrebbe emancipato per sempre l’uomo dalla diseguaglianza.

Ma veniamo alle citazioni. Ecco: «Sono pronto a morire per lei dice P. Ma non mi chieda di vivere». Dove è evidente quella disposizione al paradosso con cui travestì la sua angoscia, anche e forse soprattutto, nei romanzi. Oppure: «Considerare l’eroismo e il coraggio valori secondari, dopo aver dato prova di coraggio». Che è il segno di quell’araldica dell’onore, aristocratica e drasticamente individualista, che lo avrebbe sempre distinto dalla retorica del comunismo sartriano. E ancora, contro una certa ipocrisia dei gruppi dirigenti marxisti: «Vogliono il bene del popolo, ma non amano il popolo. Non amano nessuno, neppure se stessi». E poi, nell’orgogliosa irriducibilità di individuo in carne e ossa, a demistificare le glorie del dongiovannismo: «Quelli che amano tutte le donne sono avviati verso l’astrazione. Nonostante le apparenze, vanno di là da questo mondo».

Per non parlare di quell’euforia dionisiaca (il rovescio della sua disperazione) che gli aveva fatto preferire di gran lunga Nietzsche, quello della Gaia scienza che teneva sempre in borsa, a Marx: «L’amore fisico è sempre stato legato per me a un sentimento irresistibile di innocenza e di gioia. Non so amare nelle lacrime, solo nell’esaltazione». E che dire di quella mistica del Mediterraneo, germinata nell’Africa una volta francese in cui era nato? Ecco: «Mattino di gloria sul porto di Algeri. Il paesaggio, blu oltremare, viola i vetri e si diffonde in ogni angolo della stanza».

Una mistica che si riduceva, in ultima istanza, a effimero ottimismo biologico, e che non lo risparmiò da una disillusione precoce e irredimibile: «A trent’anni, quasi dall’oggi al domani, ho conosciuto la fama. Non mi dispiace. Più tardi avrebbe potuto ispirarmi dei brutti sogni. Ma adesso so cos’è. Poca cosa». Per capire su che rigore e moralità poggiasse il suo anticonformismo di uomo solo, e così comprendere bene cosa significasse quella sua libertà nella Francia e nell’Europa delle feroci contrapposizioni ideologiche e dell’odio politico, basterebbe indugiare su qualche considerazione che si può ricavare da una lettera al poeta Francis Ponge del 30 agosto 1943, emersa dagli archivi esattamente 5 anni fa, in occasione del centenario della sua nascita, proprio là dove parla dei suoi rapporti con gli amici cattolici: «Ho amici cattolici, e provo simpatia per coloro che lo sono davvero». E più avanti: «Sento che, in fondo, ci interessiamo alle stesse cose. Dal loro punto di vista, la soluzione è evidente. Non lo è per me». Per arrivare a una conclusione così: «Ma quel che ci interessa, a loro come a me, è l’essenziale». Senza mai mettere in discussione, però, la sua scelta di campo, nonostante l’assoluta mancanza di faziosità: «Non sono così vecchio per pensare che la mia posizione sia definitiva. È così che i miei amici cattolici pensano che mi avvicino a loro. In verità, è da qui che mi allontano».

Brasile. Uomo spara nella cattedrale di Campinas e uccide 4 persone

La cattedrale di Campinas, in Brasile

La cattedrale di Campinas, in Brasile

“Verso le ore 13,15 dell’11 dicembre 2018, dopo la Messa delle 12,15, un uomo con due armi da fuoco è entrato nella Cattedrale di Campinas e ha sparato ai fedeli che stavano pregando. L’azione è stata rapida e ha provocato la morte di quattro persone. Dopo gli spari, l’uomo si è ucciso. Ancora non conosciamo le motivazioni per questi spari”.

Inizia così il comunicato dell’Arcidiocesi di Campinas, Brasile, pervenuto all’Agenzia Fides, che informa dei tragici fatti accaduti ieri nella Cattedrale.

“La Cattedrale di Campinas ha fornito alle autorità tutte le informazioni possibili e le registrazioni del circuito di sicurezza interno. Il governo sta indagando sul caso – prosegue il testo -. Ci rammarichiamo profondamente per quello che è successo. Soffriamo con le persone che in questo momento piangono la morte dei loro amici, fratelli e parenti. Chiediamo a tutti di pregare affinché queste famiglie trovino conforto e pace in Dio. Ripudiamo ogni atto di violenza e chiediamo che, ora più che mai, tutti noi diventiamo promotori della pace”.

Il documento, firmato dal Parroco della Cattedrale, Mons. Rafael Capelato, e dall’Amministratore diocesano, Mons. José Eduardo Meschiatti, informa infine che la Cattedrale rimarrà chiusa fino alle 12 del 12 dicembre, e alle 12,15 si celebrerà una Messa per le anime dei fedeli defunti.

Secondo informazioni inviate a Fides dalla stessa Arcidiocesi, l’uomo, 49 anni, si chiamava Euler Fernando Grandolpho, ed era entrato nella Cattedrale di Campinas (circa 100 km a nord di San Paolo), con due armi (una pistola di 9 mm e un’altra di calibro 38). In chiesa c’erano circa 20 persone quando l’uomo ha iniziato a sparare, era appena finita la Messa.

Quando è arrivata la polizia, l’uomo si era già ucciso. Benché i soccorsi siano arrivati velocemente, per le vittime non c’è stato nulla da fare, mentre i feriti sono stati portati all’ospedale de Clinicas da Unicamp. La comunità cattolica della regione Sud del Brasile, attraverso i Vescovi, ha espresso solidarietà e vicinanza nella preghiera alla comunità di Campinas, in questo periodo in cui i cristiani preparano il Natale.

Si è poi saputo che l’uomo era un malato di mente, non aveva precedenti penali e “nessun movente se non la sua pazzia”, hanno detto le autorità. Crimini con arma da fuoco sono comuni in Brasile, ma non sparatorie di questo genere e per di più in un luogo di culto. Il presidente eletto del Brasile, Jair Bolsonaro, su Twitter ha denunciato il “barbaro crimine” e il sindaco di Campinas ha dichiarato tre giorni di lutto.

Azioni urgenti in una vera solidarietà globale

COP 24

vaticannews

Azioni e solidarietà: sono le due direttrici indicate dalla Santa Sede nell’ambito di una conferenza stampa convocata oggi a Katowice, in Polonia, dove fino al 14 dicembre si svolge la riunione COP 24, la Conferenza mondiale sul clima. Citando la Laudato si’, mons. Bruno-Marie Duffé, segretario del Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale e coordinatore della delegazione della Santa Sede guidata dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha ribadito con forza la necessità di ascoltare attentamente il grido della terra che, come dice Papa Francesco, “sta gemendo in travaglio”.

Azioni urgenti

A preoccupare anche l’ultimo rapporto dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, nel quale si fotografa l’impatto devastante del cambiamento climatico sulle comunità di tutto il mondo. Da qui la necessità di ascoltare l’allarme lanciato dagli scienziati. Alla conferenza stampa – riferisce un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede– sono intervenuti anche Mercy Chirambo, rappresentante di Caritas Malawi (CADECOM), e Joseph Sapati Moeono-Kolio, rappresentante dei Pacific Climate Warriors. I relatori hanno fortemente sollecitato un’azione urgente di solidarietà nei confronti dei più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

Solidarietà globale

Parlando all’inizio della COP24 il cardinale Parolin si è chiesto se ci sia “sufficiente la volontà politica per mettere in pratica le tante soluzioni che abbiamo a disposizione”. A soli due giorni dalla COP mons. Duffé ha chiesto “azioni urgenti e decisioni urgenti in una vera e reciproca solidarietà globale”. L’appello a lavorare per creare le condizioni perché sia garantito a tutti un lavoro dignitoso, nel rispetto dei diritti umani, proteggendo i più deboli e i più poveri. Fondamentale anche il lavoro che si sta facendo nelle comunità “perché – ha sottolineato mons. Duffé – come ha ricordato Papa Francesco, la chiave è la volontà politica di imprimere una trasformazione radicale”. Vogliamo “essere ricordati – ha scritto il Papa – solo per l’incapacità di agire quando era urgente e necessario?”

GMG 2019 Panama sarà il cuore del mondo

Fervono i preparativi a Panama in vista della Giornata mondiale della gioventù che inizierà il prossimo 22 gennaio. Oggi in un incontro organizzato dall’Associazione Iscom, presso l’Hotel NH Collection Roma Centro, sono stati presentati alla stampa i primi numeri di questo grande evento. Si attendono oltre 200mila iscritti dai cinque continenti, in 37 mila hanno completato le procedure ufficiali, altri 168 mila le stanno ultimando, ma tanti giovani – ha precisato Giancarlos Candanedo, direttore della comunicazione per la GMG – verranno senza registrarsi. 155 i Paesi coinvolti fino ad ora. Oltre 37mila i volontari impegnati nella logistica, assistenza e preparazione: molti provengono dal Brasile, dal Costa Rica, ma anche da Francia e Polonia.
Gmg una festa della fede
“Sarà una grande festa della fede” ha rimarcato mons. José Domingo Ulloa, Arcivescovo di Panama, che rispondendo alle domande dei giornalisti ha confermato la centralità del tema immigrazione “perché non può non essere caro alla Chiesa, per la sofferenza ed il dolore che molte persone vivono”, ha ricordato la carovana di migliaia di migranti provenienti da Honduras, El Salvador e Guatemala verso gli Stati Uniti.
L’attesa per il Papa
“Attendiamo il Papa e la speranza che porterà per tutto il Centroamerica – ha sottolineato -, i giovani saranno spinti ad essere protagonisti del cambiamento”. Creando un collegamento con il recente Sinodo dei giovani che si è svolto in Vaticano, mons. Domingo Ulloa, ha indicato e “il sì” incondizionato di Maria quale via per la costruzione di un mondo diverso.
I Santi modello per i giovani
Il presule evidenziando che la Chiesa centroamericana è “una Chiesa del Martirio” ha mostrato la necessità per i giovani di avere modelli credibili ed ha indicato la forza, la bellezza, la determinazione e la testimonianza di tanti Santi tra sui Oscar Arnulfo Romero, Rosa da Lima, José Sánchez del Rio, Giovanni Paolo II. Ha confermato che il Papa incontrerà tutti i vescovi: “Sarà un momento per raccogliere il loro sentire”.
Le famiglie ospiteranno i pellegrini
Lo sforzo della Chiesa locale e non solo è anche quello di aiutare il più possibile i giovani che non hanno disponibilità economiche per prendere parte alla Gmg. Molte famiglie ospiteranno i pellegrini, “proprio perché – ha aggiunto mons. Domingo Ulloa – la chiave è condividere”.
Gli indigeni e la Gmg
Confermata anche a partecipazione di oltre 1000 indigeni provenienti da varie parti del mondo e che prenderanno parte all’Incontro mondiale della gioventù indigena che inizierà tre giorni prima della Gmg e qui confluirà.
Un piccolo Paese di grande accoglienza
L’ambasciatrice di Panama presso la Santa Sede, Miroslava Rosas, ha sottolineato il grande sforzo organizzativo del governo “di un piccolo Paese pronto ad una grande accoglienza”. Grande è “la gioia di ricevere la visita di tutto il mondo” e per questo si sta lavorando.
Il dono del ballo tradizionale
Al termine dell’incontro gli organizzatori hanno donato un piccolo assaggio dell’accoglienza panamense con canti e balli della tradizione locale, che non ha mancato di coinvolgere i cronisti presenti.
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