Yemen, strage in moschea: 137 morti

Doppio attentato suicida in due moschee nella zona centrale di Sanaa, capitale dello Yemen, durante la preghiera del venerdì. Fonti mediche parlano di almeno 137 morti e 345 feriti. L’Is ha rivendicato la strage.

Entrambe le moschee sono sciite e legate al movimento Houthi che da settembre controlla la capitale.

Una terza moschea sciita è stata attaccata a Saada, nel nord del paese, ma l’unica vittima è lo stesso attentatore.

Le stragi. Gli attacchi a Sanaa sono avvenuti durante la preghiera collettiva del venerdì. Un kamikaze si è fatto saltare in aria nella moschea Badr, nel sud della città, e un altro ha seguito il suo esempio all’esterno mentre i fedeli fuggivano atterriti. Mezz’ora dopo un terzo attentatore ha azionato la cintura esplosiva che portava su di sé nella moschea di Al-Hashahush, nel nord di Sanaa. Anche qui un complice l’ha seguito dall’esterno con un’autobomba. Secondo una fonte medica, tra le vittime c’è un importante religioso Huthi, Al Murtada bin Zayd al Muhatwari, imam della moschea di Badr.

La rivendicazione. La filiale dello Stato islamico (Is) in Yemen, denominata Wilayat al-Yemen, ha rivendicato ufficialmente gli attentati contro i ribelli Houthi (sciiti). Nel comunicato, diffuso su Twitter e intitolato “Rivendicazione dell’operazione di martirio in Yemen”, si legge che “i cinque cavalieri del martirio armati di cintura esplosiva”, ovvero i cinque kamikaze, hanno colpito “quattro covi degli houthi a Sanaa e uno a Saada”. “Abbiamo raccolto le teste degli imam apostati (sciiti,
ndr)”, conclude.
La rivendicazione dello Stato islamico è arrivata anche sulla stessa piattaforma mediatica dove ieri l’Isis si era assunto la responsabilità per gli attacchi a Tunisi. Ma su questa rivendicazioni ci sono molto dubbi e anche la Casa Bianca non conferma.

Guerra interna, all’ombra di al-Qaeda. In Yemen è in atto lo scontro tra le milizie del movimento sciita Houthi, che da settembre hanno assunto il controllo della capitale, e i sostenitori del deposto governo del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi che ora ha base a Aden, nel sudovest. In alcune regioni dello Yemen, soprattutto la parte desertica orientale, opera al-Qaeda nello Yemen, che gli Stati Uniti considerano la branca più pericolosa della rete terroristica a livello globale.

Al Qaeda conquista una città. I miliziani di Al Qaeda nello Yemen si sono impadroniti oggi della città di Al Huta, capoluogo della provincia di Lahj, nel Sud del Paese, finora controllata da forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah saleh. Lo hanno riferito fonti della sicurezza che hanno voluto mantenere l’anonimato. I jihadisti si sono impadroniti della sede del governatore e di quella dei servizi d’Intelligence, dove erano incarcerati miliziani di Al Qaeda. I soldati che non hanno voluto arrendersi sono stati giustiziati.

Proprio stamani a Aden la contraerea ha aperto il fuoco contro aerei che volavano sul complesso presidenziale. Gli aerei volavano così alti da essere appena visibili, hanno raccontato alcuni testimoni. Giovedì, aerei da guerra non identificati avevano attaccato il complesso presidenziale.

Mogherini (Ue): attacco al processo di pace. Gli attentati e i combattimenti ad Aden “mirano chiaramente a far deragliare il processo di transizione” nel Paese, ha commentato il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, esortando “tutte le parti a ritornare al dialogo e a negoziati inclusivi”.

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