L’Osservatore Romano
(Nicola Gori) La prima Domenica della Parola verrà celebrata il 26
gennaio. Era stata indetta da Papa Francesco con la lettera apostolica
in forma di motu proprio Aperuit illis del 30 settembre 2019. Si tratta
di una giornata speciale per esortare tutti i fedeli a leggere e
meditare la Bibbia, perché — come diceva san Girolamo — «l’ignoranza
delle Scritture è ignoranza di Cristo». L’appuntamento è fissato ogni
anno nella III Domenica del Tempo ordinario. Lo ha spiegato
l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per
la promozione della nuova evangelizzazione, durante una conferenza,
svoltasi nella Sala stampa della Santa Sede, venerdì mattina, 17
gennaio, alla presenza anche dell’arcivescovo José Octavio Ruiz Arenas e
di monsignor Graham Bell, rispettivamente segretario e sottosegretario
del dicastero.
La lettera apostolica veniva pubblicata nella memoria
liturgica di san Girolamo, nell’inizio del 1600° anniversario della sua
morte. Questo padre della Chiesa, ha ricordato monsignor Fisichella, è
stato un grande studioso della Sacra Scrittura e traduttore in latino
dai testi originali. La scelta della data di pubblicazione della lettera
«equivaleva a un gesto di grande attenzione al vasto mondo che si
raccoglie intorno agli studi biblici e all’esegesi biblica», che in
questo anno darà vita a «una diversificata serie di eventi con i quali
celebrare la figura e l’opera di san Girolamo».
Il presule ha ricordato che dopo il concilio Vaticano II con la Dei
Verbum, e con il Sinodo sulla Parola di Dio del 2008, con l’esortazione
apostolica Verbum Domini, sono state promosse nel mondo tante e
differenti iniziative pastorali volte «a porre al centro la conoscenza,
la diffusione, la riflessione e lo studio della Sacra Scrittura». Tra
queste, ha citato la Settimana per imparare a pregare con la Bibbia,
promossa dalla Comunità Canção Nova in Brasile, il mese della Bibbia,
promosso in Argentina per settembre. In Colombia la Parola di Dio viene
proposta ai bambini con il gioco delle marionette. Negli Stati Uniti
d’America in novembre si celebra la giornata internazionale della
Bibbia. La Domenica della Parola di Dio si colloca, perciò, come un
progetto «pastorale di nuova evangelizzazione». L’obiettivo è ravvivare
«la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Sacra
Scrittura e nel mantenerla viva attraverso un’opera di permanente
trasmissione e comprensione, capace di dare senso alla vita della Chiesa
nelle diverse condizioni in cui si viene a trovare». Come per le altre
iniziative del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova
evangelizzazione, è stato creato un logo caratteristico. Vi è
rappresentata una scena biblica molto conosciuta: il cammino dei
discepoli al villaggio di Emmaus, narrata nel Vangelo di Luca. Ai
viandanti tristi per la morte di Gesù in croce, si unisce a loro il
Risorto. Insieme a Cristo che tiene tra le mani il “rotolo del Libro”,
cioè la Sacra Scrittura che trova compimento nella sua persona, vi sono i
due discepoli: Cleopa, come viene scritto da Luca, e, secondo alcuni
esegeti, la moglie. Cleopa ha in mano il bastone, segno del
pellegrinaggio; mentre la moglie sembra toccare Cristo. Ambedue i volti
dei discepoli sono rivolti al Signore. L’icona è opera di suor
Marie-Paul Farran, religiosa egiziana che ha speso tutta la vita nel
monastero benedettino Notre-Dame du Calvaire a Gerusalemme morta lo
scorso maggio.
La data della celebrazione, ha fatto notare l’arcivescovo, cade in
prossimità della Giornata di dialogo tra ebrei e cattolici e della
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Si tratta di una
scelta che «intende segnare un ulteriore passo nel dialogo ecumenico,
ponendo la Parola di Dio nel cuore stesso dell’impegno che i cristiani
sono chiamati a realizzare quotidianamente». Per questa prima edizione
della Domenica della Parola, Papa Francesco presiederà la messa alle 10
nella basilica di San Pietro. Accanto all’altare della Cattedra verrà
collocata per l’occasione la statua originale di Nostra Signora di
Knock, patrona dell’Irlanda. Nell’apparizione della Vergine a Knock del
1879 Maria è accompagnata da san Giuseppe e dall’evangelista Giovanni
che indicano l’altare su cui regna l’Agnello vittorioso, come nella
visione dell’Apocalisse. La Vergine, ha spiegato l’arcivescovo, in
questa apparizione «non parla; rimane in silenzio, quasi a indicare
l’atteggiamento fondamentale davanti al mistero». Tuttavia, ha aggiunto,
tutta l’apparizione “parla”, perché in Giovanni «indica il Vangelo che
siamo tenuti a fare nostro e il cammino che ci aspetta in vista dei
tempi ultimi».
Un altro gesto simbolico si svolgerà all’inizio della messa, quando
verrà intronizzato il Lezionario usato in tutte le sessioni del concilio
Vaticano II. A conclusione della celebrazione eucaristica, il Pontefice
consegnerà la Bibbia a 40 persone in rappresentanza di tante
espressioni della vita quotidiana: dal vescovo allo straniero; dal
sacerdote alle catechiste; dalle persone consacrate al poliziotto e alla
guardia svizzera; dagli ambasciatori di vari continenti ai docenti
universitari e maestri di scuola primaria e secondaria; dal povero al
giornalista; dal gendarme al detenuto che sta scontando l’ergastolo in
stato di semilibertà. All’uscita dalla basilica, ai presenti, sarà
consegnata un’edizione speciale della Sacra scrittura, pubblicata per
l’occasione dalle Edizioni San Paolo.
L’Osservatore Romano, 17-18 gennaio 2020.