Tra poco, sperabimente, i 5 mila e più vescovi della Chiesa Cattolica avranno un maggiore aiuto dal Cielo e anche un esempio: Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo martire del Salvador, infatti, sarà presto santo, come ha annunciato il postulatore, arcivescovo Vincenzo Paglia. “Credo che siamo a un buon punto. Stiamo esaminando un miracolo che riguarda una donna incinta e il suo bambino che sono stati, speriamo, miracolosamente guariti per intercessione di monsignor Romero”, ha spiegato il presule intervistato alla vigilia del centenario della nascita del beato Romero. “È stato terminato – ha rivelato – il processo diocesano, che è giunto a Roma e abbiamo iniziato l’esame del miracolo. Mi auguro che il processo vada a compimento presto. Se tutto questo accade, è possibile che anche l’anno prossimo si possa sperare di celebrare la canonizzazione di Romero. “Ricordarlo – ha detto alla Radio Vaticana – è importante perché è uno dei testimoni che ha segnato la storia della Chiesa dal Vaticano II in poi. Non a caso il 24 marzo, giorno del suo martirio, si celebrano i martiri di tutta la Chiesa contemporanea – i nuovi martiri – e, per di più, le stesse Nazioni Unite hanno scelto questo giorno come giorno di memoria della libertà della propria fede, della testimonianza delle proprie convinzioni”.
Nell’intervista, monsignor Paglia ha parlato anche degli ostacoli incontrati nel processo di beatificazione: “Le resistenze purtroppo non sono solo a casa, ma anche fuori, e vicino a noi tante volte. La resistenza nasceva dal fatto che, come scrive il Concilio Vaticano II, come la Chiesa latinoamericana immediatamente dopo il Concilio aveva affermato: il Vangelo non è indifferente, il Vangelo non è una devozione, il Vangelo cambia il mondo. E Romero aveva compreso che, per cambiare il mondo, occorreva ripartire, come scrive il Vangelo, dall’amore per i poveri”.
agi