Vacanze alternative: giovani reggiani a piedi fino a Roma

ReggioNelWeb.it 17/8/2014

Mattia, parlaci di come nasce l’idea di un cammino a piedi Assisi-Roma.

L’idea nasce dagli educatori che ormai da molti anni ci seguono e accompagnano nel cammino di gruppo che stiamo facendo in parrocchia (ndr, Unità pastorale Giovanni Paolo II). La proposta è stata ben accolta da noi ragazzi e dal parroco che ci ha accompagnati. Come tutte le esperienze di gruppo il fine principale era quello di conoscerci e imparare a camminare insieme, adattandoci alle esigenze di tutti, diventando un po’ meno “io” e un po’ più “noi”. In un pellegrinaggio la sfida si complica perchè lo sforzo fisico e la stanchezza rendono più difficile rinunciare ai propri spazi e alle comodità di tutti i giorni.

In quanti eravate?

A compiere il cammino che ci ha portati dai luoghi di San Francesco a Papa Francesco eravamo 15 ragazzi di 18 e 19 anni “capeggiati” dal nostro parroco Don Pietro Adani.

Perché hai deciso di farlo?

L’idea di un pellegrinaggio mi attirava già da qualche anno, avendone sempre sentito parlare come un’esperienza positiva e significativa. La possibilità di farlo con i miei amici mi ha reso entusiasta di partire.

Quali erano le tue emozioni il giorno della partenza?

Alla partenza ero curioso di sapere se l’esperienza sarebbe stata all’altezza delle mie aspettative e ovviamente contento di trascorrere dieci giorni coi miei amici, abbiamo infatti camminato per otto giorni e poi ci siamo fermati a Roma per altri due. E devo dire che non sono rimasto per niente deluso.

E il giorno dell’arrivo a Roma?

Quando abbiamo attraversato il colonnato che ci separava dalla Basilica di San Pietro mi ha pervaso un senso di soddisfazione e felicità. In un attimo ho ripercorso tutto il cammino che avevo compiuto da Assisi e ho capito che i momenti di maggior difficoltà e di maggior sconforto non erano stati inutili, ma anzi, insieme alle risate, alle chiacchierate e alla gioia che provavamo nel completare ogni tappa avevano reso unica quest’esperienza.

Com’era la vostra giornata-tipo durante il cammino?

Sveglia alle 4.30 e partenza alle 5. Si camminava fino alla sosta per la colazione verso le 9 poi si riprendeva con un rosario e un momento di silenzio e riflessione personale durante il cammino. L’obiettivo era completare la tappa prima di pranzo. Oltre al pasto che preparavano i cuochi che ci seguivano era d’obbligo una doccia, anche se non sempre calda e confortevole. I saloni che ci ospitavano diventavano dormitori già nel pomeriggio, in serata partecipavamo alla Santa Messa poi cena e a letto presto, le luci si spegnevano per le 10. Nonostante i ritmi ben definiti non mancavano momenti di canti e risate in compagnia.

In cosa ti ha arricchito il cammino Assisi-Roma?

Conoscere nuove realtà, diversi tipi di ospitalità e confrontarsi con le persone del posto è certamente la cosa che più mi ha arricchito. Sono grato a coloro che ci hanno ospitati nei centri sportivi per le docce e le parrocchie che hanno messo a disposizione le proprie strutture per l’esempio di semplicità e gratuità che mi hanno lasciato. Il pellegrinaggio mi ha aiutato a mettere in discussione la mia convinzione errata di appartenere a una realtà migliore.

Lo consiglieresti? A chi?

Certo che lo consiglierei! In particolare a tutti i giovani che hanno la possibilità di fare un pellegrinaggio dico di non tirarsi indietro, ma di buttarsi e vivere al meglio quest’esperienza.

Il prossimo sarà Santiago De Compostela?

Il pensiero c’è, di certo non in un futuro troppo vicino. Ho intenzione di godermi le comodità di tutti giorni ancora per un po’ di tempo, ora che so apprezzarle davvero.

A.M.

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