Una voce ecumenica per la pace

Rafforzare la rete ecumenica africana per rendere i cristiani sempre più attivi protagonisti nella lotta contro la violenza e nella costruzione della pace: questo è stato il filo rosso che ha accompagnato i diversi incontri promossi in questi giorni a Nairobi dalla Fellowship of Christian Councils and Churches in the Great Lakes and Horn of Africa (Fecclaha). Nella capitale del Kenya, dove la Fecclaha ha il suo quartiere generale, oltre all’assemblea generale dell’organizzazione, si sono tenuti i forum delle donne, quello dei giovani e quello ecumenico. Tutte occasioni per stilare, dalle diverse angolature, il bilancio di quanto è stato fatto, soprattutto negli ultimi mesi, da parte della Fecclaha, che raccoglie, prevalentemente, Consigli di Chiese nazionali dell’area dei Grandi Laghi e del Corno d’Africa, dal Sudan al Kenya, dal Congo al Burundi.

In questi anni, anche grazie al sostegno di organizzazioni ecumeniche internazionali, la Fecclaha ha potuto perseguire il compito che si era dato fin dalla sua fondazione, nel 1999, quello cioè di costruire la pace a partire da una testimonianza ecumenica in grado di indicare una strada con la quale superare i conflitti e le violenze tra le nazioni e all’interno delle società. L’impegno per la pace, come ha ricordato Elizabeth Zimba Kisiigha, direttore esecutivo della Fecclaha, deve vedere le Chiese e le comunità ecclesiali pienamente coinvolte nelle iniziative locali e internazionali, anche con degli interventi pubblici, come è stato nel caso della dichiarazione per la pacificazione del Burundi lo scorso maggio.

di Riccardo Burigana

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