Un reggiano forma i manager delle parrocchie

REGGIO EMILIA La ricca esperienza dell’oratorio Helder Camara di San Polo d’Enza e di altre realtà ecclesiali dell’Emilia e del Trentino fa scuola ed è presa a modello dal resto della Chiesa cattolica, nel corso di alta formazione della pontificia università Lateranense «per la gestione trasparente delle risorse e la buona organizzazione delle risorse umane».

Il master, che inizierà il 16 febbraio, è finalizzato a formare i chierici e i laici chiamati a sovrintendere alle attività di parrocchie ed enti religiosi alle prese con crescenti difficoltà amministrative e con risorse sempre più scarse. L’iniziativa s’inquadra nel disegno di Papa Francesco, volto a fare ordine e pulizia nella Chiesa dopo lo scandalo dello Ior e altri casi di cattiva gestione, che hanno coinvolto, ad esempio, i frati camilliani e i minori francescani. La guiderà, nelle vesti di direttore scientifico, il 51enne sampolese Giulio Carpi, che da vent’anni collabora con il parroco Pellegrino Tognoni nella direzione dell’oratorio Camara ed ha fondato la cooperativa Creativ, che nello scorso mese di settembre s’è fusa con la Cise ed attualmente conta 150 soci lavoratori in Emilia e in Trentino.

Avendo una sorta di leadership nazionale nella gestione di oratori, case di vacanza e di riposo e nella formazione di educatori, animatori, catechisti, genitori e insegnanti, la cooperativa Creativ Cise è stata assunta come referente per il master dell’università pontificia. «Si tratta – spiega Giulio Carpi – di un corso unico in campo europeo. Vogliamo agevolare quanto chiede Papa Francesco. La pastorale e la gestione dei beni sono servizi correlati. Abbiamo registrato la richiesta di imparare a gestire i beni in modo trasparente e non ingenuo».

Il master è a numero chiuso, riservato a 25 corsisti. Prevede lezioni concentrate su due giorni al mese per una durata di 15 mesi, che si concluderanno con una settimana di summer school, un esame e un diploma che certificherà le competenze acquisite. Le iscrizioni, aperte ai laureati, si chiuderanno il 30 gennaio. «Abbiamo già superato il tetto – riferisce Carpi – e dovremo fare una selezione. Gli iscritti sono laici e chierici in egual numero, perlopiù già impegnati nell’amministrazione di enti. Ho ricevuto dieci proposte di docenza gratuita e alcune richieste di iscrizione da Vienna, dalla Germania e dall’India. Per ora, però, prevediamo lezioni soltanto in lingua italiana. In futuro, forse, esporteremo il corso all’estero».

Carpi ammette che le iscrizioni sono sollecitate dall’urgenza di risolvere tanti casi problematici: «Li dobbiamo affrontare prontamente e correttamente, per prevenire l’aggravarsi delle situazioni. Si deve affinare la capacità di progettare e comunicare, coinvolgendo maggiormente la comunità con un taglio pastorale, dal momento che i sacerdoti scarseggiano e si devono amministrare realtà complesse, come le unità pastorali. Veniamo da una diocesi molto qualificata per le esperienze di carità e la buona gestione. E’ prezioso il modello offertomi da don Pellegrino Tognoni, che ha saputo coinvolgere molto i laici, in un’idea di oratorio di cui ciascuno si sente parte e ha affidato l’amministrazione a persone molto competenti, tra cui alcuni direttori di banca».

E’ fondamentale la capacità di reperire nuove risorse: «Abbiamo usato anche lo strumento del fundrising. Non ci si deve stupire. I grandi santi delle opere di carità, come don Bosco e madre Teresa di Calcutta, erano persone molto intraprendenti. Si deve venire in aiuto alla fede con strumenti efficaci».

Gazzetta di Reggio