Ucraina. Russia dichiara tregua ma non la rispetta: corridoi umanitari rinviati

Dopo 10 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia aveva annunciato una temporanea tregua per permettere corridoi umanitari. Il sindaco di Mariupol: «Il fuoco russo non è cessato»

Russia dichiara tregua ma non la rispetta: corridoi umanitari rinviati

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Avvenire

Nel decimo giorno della guerra in Ucraina ha tenuto banco l’annuncio di un “cessate il fuoco” a Mariupol, con il ministero della Difesa russo che aveva annunciato nelle primissime ore della mattinata una tregua temporanea per aprire corridoi umanitari.

E invece, l’evacuazione dei civili dalla città ucraina di Mariupol è stata rinviata a causa di multiple violazioni della tregua annunciata dalla Russia. Lo hanno riferito le autorità municipali. L’evacuazione che sarebbe dovuta cominciare questa mattina “è stata rinviata per motivi di sicurezza” perché le forze russe “continuano a bombardare Mariupol e dintorni” scrive su Telegram la municipalità.

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Nella città di Mariupol alle ore 10 in Italia avrebbe dovuto iniziare l’evacuazione dei civili. Così aveva confermato il sindaco ucraino dopo l’annuncio da parte russa della tregua nella città portuale per consentire corridoi umanitari. Le autorità municipali avevano indicato che l’evacuazione sarebbe stata prevista fino alle ore 15 in Italia. Oltre 200mila persone dovevano essere evacuate dalla città ucraina sotto assedio da 5 giorni, grazie ai corridoi umanitari, stando alla vicepremier ucraina Irina Vereshchuk. E invece, questo processo non è stato possibile.
Lo staff di Medici senza Frontiere che si trova ancora nei rifugi della città di Mariupol aveva denunciato già alle ore 10.30 italiane che l’apertura dei corridoi umanitari annunciata da Mosca per le 10 ora italiana ancora non era avvenuta.
I civili non possono rimanere bloccati in zona di guerra” ha affermato Christine Jamet di MSF. “Le persone che cercano sicurezza devono poter fuggire senza la paura di essere coinvolte nelle violenze.

Il vice sindaco di Mariupol, Serhiy Orlov, ha denunciato violazioni da parte delle forze russe che stanno continuando a bombardare.

 

La versione di Mosca dei fatti l’ha fornita il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov che ha accusato le autorità ucraine di Mariupol che impedirebbero, a suo dire, “ai civili di lasciare la città attraverso i corridoi umanitari concordati”. A Mariupol e Volnovakha “non si è presentato nessuno”.

E anche sul possibile terzo round di colloqui, il ministro russo Lavrov accusa gli avversari di tirare per le lunghe. “Sembra che l’Ucraina inventi sempre dei motivi per aggiornare i termini” in base ai quali tenere i negoziati con la Russia.

Al momento non si sa molto nemmeno sull’evacuzione dalla seconda città, Volnovakha, annunciata sempre da Mosca. Circa il 90% dei palazzi a Volnovakha è stato danneggiato dai bombardamenti. Lo ha dichiarato il parlamentare locale Dmytro Lubinets al Kyiev Independent.

“I cadaveri giacciono non raccolti e le persone che si nascondono nei rifugi stanno finendo il cibo”, ha aggiunto il deputato.

 

Ansa

Da quando è iniziato il conflitto contro Kiev, Mosca ha ulteriormente limitato la libertà di stampa. I provvedimenti non hanno colpito solo le testate nazionali, ma anche quelle straniere e i social network. Intanto Bbc, Cnn, Bloomberg e Cbc sospendono le loro attività in Ucraina.

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“Ogni due giorni dicono che sono scappato dall’Ucraina, da Kiev. Ma sono qua, lo vedete, al mio posto“: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un video postato su Instagram, smentisce per l’ennesima volta le voci di una sua fuga in Polonia, diffuse stavolta dal presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, secondo il quale lo stesso Zelensky era fuggito in Polonia.

Negli Usa, tuttavia, si prepara il da farsi in caso di una caduta di Kiev. Oggi il presidente ucraino dialogherà a distanza con i senatori americani di entrambi gli schieramenti.

Secondo il presidente ucraino Zelensky sono già 16mila le persone arrivate da altri Paesi per combattere contro i soldati di Mosca. Alcuni sono partiti da Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna, ma ci sono informazioni di cittadini provenienti anche da Giappone, Georgia e Bielorussia. Allerta per gli estremisti di destra “potenzialmente pericolosi per i loro stessi Paesi di origine e per altri Stati”.

I numeri della guerra in Ucraina pur essendo tremendi, non sono verificabili. Le forze ucraine dichiarano di aver distrutto almeno 39 aerei e 40 elicotteri russi dall’inizio dell’invasione della Russia. Lo riferiscono le autorità ucraine citate dai media locali. Sono oltre 10mila i soldati russi che sono morti dall’inizio dell’offensiva in Ucraina. Sempre stando a quanto riferito dalle forze armate ucraine in un nuovo aggiornamento sulle perdite “nemiche”, precisando che sono stati distrutti, tra gli altri, 39 aerei, 40 elicotteri, 269 carri armati, 945 veicoli corazzati e 105 pezzi di artiglieria.

Per l’Alto commissariato Onu sono oltre 1,2 milioni le persone fuggite dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. In molti Paesi – fra cui Germania, Austria, Polonia, Ungheria e Olanda – sono stati allestiti centri per accoglierle. I cittadini mettono a disposizione anche le loro case. Diverse le iniziative in Italia, con camion che partono per portare beni di prima necessità nel Paese invaso da Mosca.

“Il numero di vittime civili continua a salire ogni ora che passa”. L’agenzia Onu per i diritti umani denuncia una situazione sul campo oramai ben al di la degli “incidenti” di guerra dietro cui si trincerano le parti. Il principale accusato è l’esercito di Mosca. Tra il 24 febbraio e il 3 marzo, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) riporta almeno 1.006 vittime civili, “tra cui 331 uccisi, una cifra che probabilmente è molto più alta, dato che i morti e i feriti civili continuano a non essere verificati”.

A Kharkiv più di 2.000 vittime, tra loro 100 bambini

A Nord è Kharkiv la più colpita, anche in termini di vittime. “Abbiamo contato più di 2.000 morti, oltre 100 bambini e possiamo calcolare morti e feriti a centinaia ogni ora”, ha fatto sapere il presidente del consiglio

regionale Serhiy Chernov. Oltre alle vittime nelle vicinanze almeno 1.000 persone sarebbero sotto le macerie, a causa di un bombardamento che ha distrutto le abitazioni, precipitata sopra a uno scantinato adibito a riparo antiaereo. Nel secondo centro urbano del Paese la Cnn ha geolocalizzato 13 zone in cui gli attacchi russi hanno coinvolto civili negli ultimi 3 giorni: aree residenziali, scuole, negozi, ospedali e chiese.

I bisogni più urgenti sono segnalati a Dnipro (centro), Donetsk (Est), Kharkiv (Est), Kherson (Sud), Kyiv (capitale), Luhansk (Est) e Mariupol (Sud-Est), per un totale di almeno di 7,3 milioni di persone in emergenza.
“Molte città in alcune parti dell’Ucraina hanno affrontato una settimana di bombardamenti persistenti che continuano a danneggiare o interrompere il funzionamento delle infrastrutture civili, lasciando migliaia di persone senza acqua, riscaldamento o elettricità, creando carenze critiche di cibo e medicine”, denuncia l’Ohchr.
La portata e l’estensione del conflitto non accennano a diminuire. Il 3 marzo, nella città settentrionale di Cherniv – che conta circa 285.000 abitanti – più di due dozzine di persone sarebbero state uccise e quasi altre 20 ferite dopo che gli attacchi hanno colpito un complesso di appartamenti civili.