Tra l’altro: dama di pregiudizi e realtà che “resta”

Domenica (“Corsera”, p. 35: “Le confessioni religiose riconosciute e le vicende dell’otto per mille”) Marco Ventura sul ritardo delle leggi italiane nei confronti di parecchie confessioni religiose. Ritardo da superare. Lui però aggiunge: «Tra l’altro si ridurrebbero assai le entrate della Chiesa cattolica, oggi premiata dal meccanismo per cui chi esprime la propria preferenza sceglie anche per chi non lo fa». E già: sottinteso che il ritardo sia colpa della Chiesa. La solita ostilità – legittima, per carità – ma col solito artificio – questo falso – che volutamente dimentica che da sempre in tutte le votazioni democratiche chi sceglie determina la totalità dei risultati. Dama! Pregiudizio su malizia! Altro «tra l’altro»: ieri (“Repubblica”, p. 35: “Perché i fatti restano finché c’è un pensiero”) Eugenio Scalfari riflette richiamando l’appello di sant’Agostino all’interiorità umana per affermare, in fondo, che la realtà esiste solo se è pensata. Grande tema tra filosofia antica e classica e pensiero detto “moderno”. Alla base del reale deve esserci un pensiero? D’accordo. Ma quale? Il “nostro” o quello di un Altro? Un filosofo antico parla di «nòesis noèseos» (pensiero di pensiero), e si potrebbe ricordare il «lògos» giovanneo… Ma Scalfari pare fermo a Cartesio e al suo «cogito ergo sum» (penso e dunque sono): la realtà è prodotto del pensiero “nostro”. Cita Agostino, che però ha scritto: «Si fallor sum» (sbaglio e dunque sono). Dire «se sbaglio» suppone una realtà indipendente dal nostro pensiero e tradita dall’errore. Certo: «I fatti restano», e tre secoli e passa di filosofia mostrano l’abisso fatale tra realismo e fenomenismo relativista. L’altra domenica la prima del Domenicale del “Sole24Ore” era dedicata all’attualità di san Tommaso. Un fatto anche questo: tra l’altro.

a cura di Gianni Gennari – avvenire.it