Tra gli orfani raccolti da san Luigi Orione fra le macerie del sisma anche lo scrittore Ignazio Silone

Tra gli orfani raccolti da san Luigi Orione fra le macerie del sisma che il 13 gennaio 1915 devastò la Marsica, mietendo circa 30mila vittime, vi sono anche lo scrittore Ignazio Silone e suo fratello Romoletto. Lo ricorda oggi, alla vigilia dell’anniversario, una nota dell’Opera don Orione, rammentando che il santo chiese a re Vittorio Emanuele III, in visita sui luoghi della tragedia, di mettergli a disposizione una delle sue macchine per trasferire i bambini rimasti orfani in posti più sicuri. A raccontarlo è lo stesso Silone nel romanzo “Uscita di sicurezza”. L‘auto sequestrata fu poi donata dal sovrano a don Orione. Fu il Santo a prendersi cura di Secondino Tranquilli, vero nome dello scrittore, espulso da un istituto romano, ospitandolo nei suoi collegi e dandogli modo di ultimare gli studi liceali. Nell’istituto di Avezzano i religiosi e le suore dell’Opera accolsero orfani e poi ragazzi poveri e giovani da avviare al lavoro, e sempre ad Avezzano fu costruito il Santuario di “Nostra Signora del Suffragio”. Ultimamente una moderna Residenza sanitaria assistita offre accoglienza qualificata e calore umano a 90 anziani della Marsica. L‘opera di don Orione è stata ricordata anche da Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita nel 70° anniversario del terremoto.

agensir