DA TORINO ALEX VITTONE I eri pomeriggio nella borgata Droglia di Villar Perosa, località della val Chisone a una cinquantina di chilometri da Torino, la tipica casetta montana in cui abita la famiglia di Mauro Gigli è rimasta vuota. La moglie Vita Maria Biasco e il figlio maggiore Gian Mauro, 19 anni, sono partiti alla volta di Roma dove oggi è attesa la salma del militare, nato a Sassari ma piemontese ormai da anni. Li ha caricati, nel primo pomeriggio, un furgone dell’esercito che li ha portati alla caserma Monte Grappa di Torino, dove si trova il comando della brigata alpina Taurinense da cui dipende il 32° Reggimento genio guastatori di cui faceva parte. Da qui è partito un bus che li ha condotti a Roma insieme ad altri militari e al cappellano militare don Pasquale Moscarelli. È rimasto a casa di parenti, invece, l’altro figlio della coppia, di appena sette anni. La famiglia Gigli abita ormai da quattro anni nel paese. Nella serata di mercoledì la vedova ha ricevuto la visita del comandante della Taurinense, il generale Francesco Figliuolo, che ha detto di avere perso un altro figlio. Fino alla partenza, inoltre, la casa è stata presidiata da un cordone di alpini, alcuni legati da amicizia personale verso lo scomparso. Gigli era quasi alla fine della sua esperienza in Afghanistan. Amici, commilitoni e parenti lo aspettavano per la prossima settimana, quando sarebbe rientrato in licenza. Il figlio Gian Mauro lo aveva sentito il giorno prima dell’incidente. Oltre ai parenti in Piemonte, il militare lascia i genitori Benito, 73 anni, e Luciana, 69 – che vivono a Occhiobello, in provincia di Rovigo, dove vive anche la sorella Monica – e i fratelli Marco, emigrato in Africa per lavoro, e Massimo, che vive in Sardegna.
avvenire.it 30 Luglio 2010