TESTIMONI DIGITALI : I CATTOLICI E «L’ALTRO MODO DI ABITARE LA RETE» – In ottomila nell’Aula Paolo VI per l’incontro col

L’esempio fatto da Tarquinio è quello di Dino Boffo, «grande giornalista» che «ha lavorato per 15 anni per far sì che i cattolici stessero con la loro fisionomia nel terreno nuovo», e che «si è fatto da parte per non esporre ancora Avvenire e la Chiesa agli attacchi ingiustificati con cui era stato lui stesso bersagliato». «C’è un altro modo di fare informazione, ed è il modo di Avvenire, di tutti noi», ha esclamato Tarquinio, secondo il quale i cattolici sono «un’onda tranquilla», che utilizza la Rete come «un’opportunità vera per riedificare l’uomo», a partire dalla consapevolezza che «l’informazione è e resta una questione formativa». «La sfida lanciata dall’avvento del digitale e dai nuovi media al mondo della televisione non ha precedenti. Per la Rai la sfida è quella di sapere cogliere la ricchezza delle nuove opportunità, utilizzandole per realizzare con maggiore pienezza ed efficacia la missione affidata alla televisione di Stato». Lo ha detto Lorenza Lei, vice direttore generale della Rai nel suo intervento. Come industria culturale, ha detto Lei, la Rai non può ridurre i suoi obiettivi «all’utile economico» ma «deve favorire il senso di comunità. Il senso di appartenenza ad una società. E la comunità esiste in quanto le persone si sentono legate da valori e comportamenti che ne definiscono le peculiarità, le ricchezze. In una parola: l’identità». Per realizzare con pienezza ed efficacia questa mission ed il cambiamento «servono metodo e creatività». Parlando delle trasformazioni in atto come il passaggio dall’analogico al digitale Lei ha dichiarato che «la televisione, in particolare quella cosiddetta generalista, non ha i giorni contati» come si dice, messa in pericolo dallo sviluppo delle applicazioni web come facebook o i blog.

Ore 10 – POMPILI: «NON ARRETRARE DAVANTI AL NUOVO»

«Nella comunicazione del Vangelo oggi c’è qualcosa di nuovo e qualcosa di vecchio. Il nuovo è, naturalmente, la buona notizia, spumeggiante e dirompente come un vino novello; il vecchio è paradossalmente la comunicazione, che è soggetta a innovazioni rapide e presto datate, a mutamenti che cominciamo a comprendere solo quando sono passati»: lo ha detto in Aula Nervi, nella Città del Vaticano, il sottosegretario e portavoce della CEI, mons. Domenico Pompili, nella relazione di apertura dell’ultima giornata di lavori del convegno Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale. Nel suo intervento davanti a migliaia di persone, in rappresentanza dei giornali diocesani, tivu e radio cattoliche, animatori della cultura nelle diocesi e parrocchie, che precede la tavola rotonda con il direttore della Sala stampa vaticana p. Federico Lombardi, il vicedirettore generale della Rai Lorenza Lei e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, e poi alle ore 12 l’udienza papale, mons. Pompili ha detto che “il digitale è solo il più recente, mutevole scenario che ci interpella, il futuro in cui rischiamo di arretrare. A chi come noi è chiamato ad assaggiare e far gustare la novità dentro questa condizione in perenne divenire è richiesta a prima vista una impossibile missione. Che però non può essere elusa”.

(fonte: web diocesi)