Terremoto 6 anni dopo. Cantieri aperti ad Amatrice, fiducia e un piano di ricostruzione

In rifacimento la torre, l’ospedale e le case del centro storico Finiti 80 appartamenti. Il sindaco: è ancora poca l’attenzione delle istituzioni. Questo è però l’anno della ripartenza

Cantieri ad Amatrice, rasa al suolo dal terremoto del 24 agosto 2016

Cantieri ad Amatrice, rasa al suolo dal terremoto del 24 agosto 2016 – Ansa

Da Avvenire

Il coraggio di restare. Ora è il momento di avere coraggio di restare e, ancor più, di tornare nelle proprie abitazioni – qualcuna già ricostruita – abbandonando le casette provvisorie o gli appartamenti presi in affitto nei territori vicini. Certo tornare a vivere a due passi dalla zona rossa, aprendo ogni giorno la finestra e vedere tanti cantieri più che il consueto “struscio” sul corso può spaventare.

Ma occorre «saper guardare oltre il 24 agosto 2016 e anche oltre quello che Amatrice è oggi», ricorda il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili. Nessuno infatti vuole una cittadina dormitorio o un paesotto che si riempie solo d’estate. Perché finalmente il cuore pulsante di Amatrice è un grande cantiere, dove alle opere di consolidamento si stanno sostituendo i veri e propri cantieri di ricostruzione. Perché anche il grande progetto della “Casa Futuro”, pensato dalla diocesi di Rieti nell’area dell’orfanotrofio “Don Minozzi”, da qualche mese ha preso un ritmo spedito. Perché davvero adesso, dopo le tante difficoltà burocratiche e l’aumento dei prezzi delle materie prime, il rumore delle betoniere si sente.

Per arrivare ad Amatrice ora occorre quasi circumnavigare parte del centro storico, fiancheggiando la torre civica da qualche settimana in ristrutturazione. Stesso discorso per la vicina chiesa di Sant’Emidio, che prima del sisma ospitava il museo civico “Cola Filotesio”, in ristrutturazione (per un costo di 7 milioni di euro) usando l’innovativa metodologia della conservazione del pregresso affiancandola al nuovo con una chiave di lettura moderna. Poi si scorre fianco a fianco al grande tunnel dei sottoservizi, ancora non ricoperto, che quasi divide in due quello che prima del 24 agosto 2016 era il cuore vivo del borgo, lo storico corso Umberto I.

Nella parte opposta dello scavo il primo comprensorio (insieme di abitazioni e servizi) della zona rossa ormai arrivato al secondo piano che fa da apripista ad almeno un paio di altri aggregati vicini, in apertura nelle prossime settimane. Veder alzare una gru in questa zona non è stato facile, soprattutto per la difficoltà – non nascosta dal sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi – «di ritrovare i confini degli edifici e le singole proprietà completamente distrutte». Anche una volta tolte tutte le macerie, così, si è proceduto a riportare alla luce la via maestra del primitivo centro storico e le fondamenta dei singoli palazzi da cui, ogni tanto, si vede spuntare la volta a botte delle cantine.

Per Amatrice, «dopo anni di fatica, ora c’è una visione d’insieme e un po’ di fiducia. Un’idea di rinascita che vedrà questo territorio più sicuro, più bello e più organizzato di prima». Il commissario per la Ricostruzione Giovanni Legnini non nasconde infatti che, dopo una prima fase complicata, «negli ultimi 2-3 anni sono stati aperti qui 485 cantieri di cui 156 già conclusi che hanno permesso di riconsegnare 300 unità abitative. Solo a ridosso del centro ci sono 30-40 lavori avviati». Mostra lungo il grande cantiere di Amatrice «come sono stati spesi 1,5 miliardi di soldi pubblici già impegnati nella ricostruzione dei beni pubblici e i 280 milioni per gli edifici privati».

Ma è quando si attraversa Piazza Sagnotti, dove svetta il primo grande condominio riconsegnato di 40 appartamenti e si intravedono in lontananza gli altri due complessi residenziali terminati (ottanta appartamenti), è il sindaco Cortellesi a non nascondere che solo in poche finestre si vedono le tende e i gerani sui davanzali. Perché la vera scommessa adesso, dopo aver ricostruito Amatrice, è renderlo di nuovo centro vivo.

Così come il primo cittadino non nasconde neppure di sentirsi «dimenticato dalla politica», soprattutto per l’assenza delle «alte cariche dello Stato nel giorno dell’anniversario (oggi, ndr), a cominciare dal presidente del Consiglio, Mario Draghi». Non si sente, e con lui la comunità di Amatrice, invece «dimenticato in senso assoluto perché è ancora grande l’attenzione degli italiani verso la nostra situazione», aggiunge, insieme alla sottolineatura che «sul fronte della ricostruzione, questo è l’anno della ripartenza, siamo all’alba di un nuovo giorno».

Mai come adesso la palla vera è nelle mani dei progettisti e delle imprese. La durata della ricostruzione del borgo del reatino difatti dipenderà «dalla velocità di presentazione dei progetti e dalla loro cantierizzazione». A ricordarlo, quando ci si sta avviando alla fine del corso per scrutare dal Belvedere il cantiere del nuovo ospedale, è il commissario Legnini, spiegando che l’ascesa dei prezzi e il superbonus 110 per cento hanno «frenato» la ricostruzione del cratere sismico: «Adesso spero che tutto possa procedere spedito».

Va di suo spedito invece il nuovo ospedale che sorge sulle macerie del vecchio nosocomio “Grifoni”, arrivato già al secondo piano. «Sarà l’ospedale tecnologicamente più avanzato dell’Appennino centrale, con 40 posti letto e 10 di riabilitazione, ma anche molte servizi in telemedicina», assicura l’assessore regionale alla Ricostruzione Antonio De Berardino, che aggiunge: «L’investimento complessivo è di 21 milioni di euro, di cui 6 donati dal governo tedesco».