Teologia: limiti dell’autorità e della legge

L’autorità politica deve essere esercitata entro i limiti dell’ordine morale e garantire le condizioni d’esercizio della libertà. (Catechismo 1923).
Ordinato al bene comune, l’esercizio dell’autorità trova in questo il principio normativo. Bene comune è il bene della comunità. Bene non pensato e cercato come un’entità a se stante, un complesso di utilità e vantaggi appannaggio di ceti e caste elitarie, come certe interpretazioni ideologiche e affaristiche della politica fanno pensare. Bene invece «orientato al progresso delle persone» (1912): «nell’ordinare le cose ci si deve adeguare all’ordine delle persone e non il contrario» (ivi). L’adeguamento all’ordine delle persone pone l’autorità politica sotto il potere valoriale e normativo dell’etica: «L’autorità politica deve essere esercitata entro i limiti dell’ordine morale». «Tale ordine ha come fondamento la verità» (1912): la verità, in questo caso, della persona, della società e della relazione tra esse e la verità del bene comune, irriducibile ad ogni interesse privato, partitico o statuale. L’ordine etico-sociale «si edifica nella giustizia» (ivi), che vincola l’autorità al riconoscimento, al rispetto e alla promozione del diritto. Ed «è vivificato dall’amore» (ivi), che apre l’autorità a relazioni di empatia e benevolenza per lo sviluppo morale e solidale della città. Nella rete di relazioni politicamente istituite, l’autorità «deve garantire le condizioni d’esercizio della libertà». Ordinata al bene delle persone, l’autorità non solo non mortifica l’autonomia e la libertà dei soggetti, ma ne favorisce l’espansione concorde e responsabile. Lo fa attraverso un’azione regolatrice dei diritti e dei doveri e di educazione alla legalità che favorisce la crescita etico-sociale delle libertà. Al dovere dell’autorità di sottostare all’ordine morale corrisponde l’obbligo dei cittadini di ubbidire alle giuste leggi. Giusta è una legge conforme all’ordine morale. Una prescrizione contraria non ha valore di legge: è ingiusta. Come tale non può obbligare e il cittadino verso di essa avanza obiezione di coscienza.

avvenire.it