Teologia: le passioni e la forza della volontà

«Le passioni, in se stesse, non sono né buone né cattive. Esse ricevono qualificazione morale dalla ragione e dalla volontà» (Catechismo 1767).
Il principio attivo della persona è al livello spirituale del conoscere e del volere. Ma la persona non è solo spirito, è anche corpo e psiche, al cui livello si attivano le passioni: un potenziale di pulsioni ed emozioni, istinti e desideri, sensazioni e reazioni, impulsi e sentimenti, il cui valore dipende dall’investimento che il soggetto ne fa. Questo vuol dire che egli può e deve assumerle, porle sotto il potere qualificante e finalizzante del conoscere e del volere. Abbandonate a se stesse, le passioni sottomettono la volontà e corrompono l’intelligenza. Così lo psico-fisico sovrasta lo spirito.
Le passioni sono spinte d’ordine appetitivo, che trovano appagamento in un bene di natura psico-fisica: un bene piacevole e vantaggioso. Anche la volontà è facoltà d’ordine appetitivo. Ma, a differenza delle passioni, appetisce il bene in sinergia con la ragione, vale a dire nella luce del vero. Questo è il bene morale – il bene umano e umanizzante, il bene giusto e onesto – nella cui prospettiva di valore e di scopo la volontà vuole il bene appetito dalle passioni. Ciò significa che la volontà sporge sulle passioni, ne ha il dominio. Non le rimuove né le reprime, ne riconosce il potenziale, che convoglia nel progetto di realizzazione della persona.
Centrale e decisivo è il ruolo della volontà. Alleata dell’intelligenza, essa ha il dominio delle passioni: le pone sotto il principio del bene (morale). Dissociata dall’intelligenza, la volontà è attirata nell’orbita delle passioni, subendone il determinismo. Essa confonde il bene morale col bene sensibile (appagante i sensi). Si verifica così una deriva emotivistica della volontà, il suo stemperamento nelle passioni.
Garanti dello sviluppo ordinato e armonico delle facoltà operative – che accorda le passioni al volere intelligente e il bene piacevole al bene morale – sono le virtù. Ciascuna in rapporto a un bene e ad una facoltà particolare, sulla base delle virtù cardinali. Senza le virtù allignano i vizi, per i quali la libertà è dominata dalle passioni e trascinata dal bene allettevole.

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