Tanzania. Matrimoni forzati, 80 ragazze salvate: arrestati i genitori

Alunni di una scuola di Urambo, in Tanzania: sulla maglietta di uno di loro lo slogan «Le ragazze hanno diritto all'istruzione»

Alunni di una scuola di Urambo, in Tanzania: sulla maglietta di uno di loro lo slogan «Le ragazze hanno diritto all’istruzione»

Sono appena adolescenti, ma per loro le famiglie di origine avevano già deciso: basta con la scuola, è tempo di sposarsi. In Tanzania la pratica dei matrimoni forzati e prematuri è ancora diffusissima: sono circa 8mila le ragazze che lasciano la scuola ogni anno dopo essersi sposate ed essere rimaste incinte. Questa volta, però, le autorità sono riuscite ad intervenire in tempo, salvando 80 giovanissime, che erano già state selezionate insieme ad altre 30mila alunne per frequentare il ciclo di scuola secondaria che inizia a gennaio, da un destino segnato.


A riferire l’accaduto è stato un funzionario regionale per l’educazione di Arusha, Mwalimu Gift Kyando, secondo il quale le famiglie delle alunne stavano tentando di formalizzare il matrimonio delle giovani. “In molti casi abbiamo scoperto che i genitori o i tutori delle ragazze avevano già ricevuto grosse doti dai loro pretendenti. Restava quindi solo da celebrare le cerimonie tradizionali prima che le giovani venissero date in sposa”, spiega Kyando. Sei delle ragazze salvate sono state trasferite in centri speciali per l’accoglienza dell’infanzia, perché secondo le autorità i loro ambienti familiari non erano idonei per la loro crescita e la loro istruzione. Almeno 36 tra genitori e tutori sono stati arrestati, altri sono ricercati.


Non di rado i genitori convincono le figlie a “sabotare” deliberatamente le loro chance di successo a scuola. Le giovani vengono incoraggiate a scarabocchiare i fogli d’esame invece di rispondere correttamente alle domande, in modo che falliscano i test accademici che consentirebbero loro di procedere al livello successivo delle scuole secondarie.


Sposandosi e restando incinte giovanissime, molte ragazze rischiano anche la vita: sono molte, infatti, quelle che muoiono al momento del parto. Le statistiche globali indicano che la Tanzania è uno dei Paesi con il più alto numero di spose bambine: si calcola che due ragazze su cinque siano già sposate prima dei 18 anni. Secondo dati di diverse organizzazioni, tra cui l’Unicef, 16 minorenni restano incinte ogni giorno nel Paese. Il tasso di natalità tra le adolescenti (135 nascite ogni 1.000) è oltre il doppio di quello globale (49 ogni 1.000) nella fascia di età 15-19 anni. “Normalmente siamo già fidanzate alla nascita” racconta Nembua William, 25 anni, che a 12 anni era già sposata e ha partorito con gravi complicazioni la sua prima figlia a 14, quando il suo fisico non era ancora pronto. Da allora la sua vita non è stata facile. A partire da un lavoro che prevede di trasportare fino a 50 chilogrammi di ghiaia ogni giorno per guadagnare 4mila scellini, l’equivalente di 1 euro e cinquanta centesimi. Non sa cosa aspettarsi dal futuro, Nembua, tutto quello che sa è che ha bisogno di lavorare duro per sfamare i suoi due figli.


Nel luglio 2016, l’Alta corte della Tanzania ha cancellato le sezioni 13 e 17 della Legge sul matrimonio del 1971 che consentiva ai minorenni di contrarre matrimonio. Secondo i giudici, infatti, le nozze precoci sono da considerarsi incostituzionali in quanto discriminano il diritto delle bambine all’istruzione. Inoltre la corte ha stabilito che le leggi tradizionali, come quelle che regolano le nozze precoci nelle comunità Masai, non possono applicarsi in materia di matrimonio. La decisione è stata accolta con favore dalle molte organizzazioni che lavorano nel Paese per i diritti dei bambini. Tuttavia, due mesi dopo il procuratore generale della Tanzania ha presentato appello contro la sentenza e una decisione definitiva non è ancora arrivata. Il destino di migliaia di ragazze è quindi ancora appeso a un filo.

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