Università, dalla Regione 5 milioni di euro per finanziare i dottorati su transizione ecologica e sostenibilità

Formare una nuova generazione di esperti in grado di fronteggiare al meglio le complesse sfide scaturite dalla transizione ecologica, promuovendo al contempo la crescita e lo sviluppo sostenibile delle comunità e dei territori.

È con questo obiettivo che in Emilia-Romagna nasce il nuovo programma avanzato regionale di  dottorato, frutto della partnership tra le Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Parma, Ferrara, il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (sedi di Piacenza), con il coinvolgimento di stakeholder pubblici e privati, in grado di offrire ai dottorandi corsi e attività di formazione in collaborazione tra i diversi atenei, sia specialistici, sia interdisciplinari e trasversali. Temi centrali dei percorsi proposti, le questioni più urgenti che riguardano il futuro del Pianeta, dalla crisi climatica al contrasto alle disuguaglianze, dal Green Deal alla transizione digitale.

Un progetto che la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di sostenere stanziando quasi 5 milioni euro (esattamente 4 milioni 880mila euro) che serviranno a finanziare 56 borse di ricerca destinate ad altrettanti dottorandi.

Il programma, denominato “Territorio Sostenibile 2.0”, punta in particolare alle nuove sfide di carattere globale, costruendo reti di innovazione sul territorio per formare esperti in grado di coniugare le esigenze del sistema produttivo locale con la tutela dell’ambiente, la lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione delle disuguaglianze. In sintonia con gli obiettivi del PNRR e con i programmi europei Erasmus+ e Horizon Europe, ed in linea con i principi fondamentali del Patto per il Lavoro e per il Clima e la Strategia regionale 2030, che punta a un’Emilia-Romagna sempre più Regione della conoscenza e dei saperi.

23 borse di ricerca fanno capo all’Università di Bologna, 10 all’Università di Modena e Reggio Emilia, 10 all’Università di Parma, 10 all’Università di Ferrara, 1 all’Università cattolica del Sacro Cuore e 2 al Politecnico di Milano.

Gli ambiti di studio e ricerca

Sostenibilità e welfare, scelte economiche in un contesto di scarsità delle risorse ambientali, culturali e socioeconomiche, analisi del territorio per la pianificazione di invasi idrici in ambiente montano e di sistemi per la ricarica artificiale degli acquiferi in ambiente di pianura. Ancora, sviluppo di intelligenze artificiali affidabili e adattabili a specifiche soluzioni verticali, procedure, strategie e tecniche di intervento inclusive per l’efficientamento energetico, la decarbonizzazione e la resilienza dei borghi storici nel rispetto del loro valore culturale, storico e paesaggistico.

Sono alcuni dei 51 progetti di formazione alla ricerca, di durata tri e quadriennale, che saranno attivati nell’anno accademico 2024-2025 (40esimo ciclo) e uno nel 2025-2026 (41esimo ciclo), nell’ambito del programma “Territorio sostenibile 2.0”, dalle sei Università emiliano-romagnole partner per indagare, secondo un approccio multidisciplinare, internazionale e intersettoriale, le molteplici sfaccettature della transizione verso la sostenibilità. La Regione, in questo contesto, finanzierà l’attivazione di 56 borse di ricerca, con un investimento complessivo di quasi 5 milioni di euro.

L’obiettivo del programma è sperimentare collaborazioni tra un vasto spettro di corsi e progetti di dottorato delle università coinvolte, per creare una comunità dottorale regionale incentrata sui cambiamenti culturali, economici, tecnologici e sociali necessari a uno sviluppo equilibrato e sostenibile della società, con particolare attenzione al contesto territoriale.

Oltre ai corsi e alle attività di formazione comuni tra le diverse Università, il programma prevede anche collaborazioni e soggiorni internazionali in enti di ricerca e atenei stranieri distribuiti in tutto il mondo, con l’obiettivo di formare competenze che supportino il potenziamento dell’ecosistema di ricerca e sviluppo emiliano-romagnolo, e ne favoriscano crescita e innovazione. A questo scopo, il progetto contempla una vasta rete di partner di ricerca, coinvolgendo anche le imprese del territorio.

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Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore tra i Dipartimenti di Eccellenza 2023-27

REGGIO EMILIA – Come riporta il sito Unimore, il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane – DESU di Unimore ha presentato alle istituzioni, agli enti e alle organizzazioni del territorio il Progetto di ricerca e di sviluppo con cui è stato selezionato come Dipartimento di Eccellenza 2023-27, cioè come uno dei 180 dipartimenti delle Università statali italiane che si sono distinti per qualità della ricerca e nella progettualità scientifica.

Il Progetto dal titolo ” Analfabetismi ad alto costo sociale: strumenti di ricerca per la loro riduzione ” è stato presentato alla città martedì 21 marzo 2023 a Palazzo Baroni (viale Timavo, 93) a Reggio Emilia.

“Il DESU emerge, nel panorama nazionale dei dipartimenti a orientamento educativo, soprattutto per tre aspetti essenziali: la capacità progettuale del proprio personale sul piano della ricerca, anche a livello internazionale; il carattere marcatamente interdisciplinare degli interessi di studio che in esso sono coltivati; l’intensità dei rapporti di collaborazione con il territorio per il miglioramento qualitativo dei servizi educativi. Quest’ultimo aspetto – spiega la Direttrice del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore, prof.ssa Annamaria Contini – si è rivelato cruciale per la messa a punto di un Progetto di ricerca e di sviluppo fortemente innovativo e al tempo stesso “credibile”, cioè caratterizzato da concretezza e fattibilità. Ci auguriamo che le istituzioni e gli enti che ci hanno affiancato nella scrittura del Progetto di Eccellenza possano svolgere un ruolo altrettanto significativo nella sua fase di realizzazione. Il Progetto propone infatti mete ambiziose ma coerenti con la tradizione di eccellenza che contraddistingue le istituzioni educative dei nostri territori.”

Il DESU è tra i migliori dipartimenti italiani: “i Dipartimenti di Eccellenza 2023-27”

I Dipartimenti di Eccellenza rappresentano un intervento innovativo e di forte sostegno finanziario, previsto dalla legge 232 del 2016 (legge di bilancio 2017). L’intervento ha l’obiettivo di individuare e finanziare, con cadenza quinquennale e nell’ambito delle 14 aree CUN, i migliori 180 Dipartimenti delle Università statali. Si tratta di Dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e per la qualità del progetto di sviluppo, ai quali è destinato un budget annuale di 271 milioni di euro.

L’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, il 28 dicembre 2022, ha pubblicato l’elenco dei 180 Dipartimenti di Eccellenza 2023-27 delle Università statali che si sono distinti per qualità della ricerca e nella progettualità scientifica e didattica.

Di Unimore, solo due Dipartimenti sono risultati vincitori: il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto ed il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane- DESU.

Il DESU, che avrà dunque a disposizione 5,4 milioni spalmati in 5 anni per il progetto “Analfabetismi ad alto costo sociale: strumenti di ricerca per la loro riduzione”, è stato uno dei due dipartimenti di area educativa che ha conseguito questo prestigioso risultato a livello nazionale (con un punteggio di 96,7/100), l’altro è stato il Dipartimento di Scienze Umane per la formazione “Riccardo Massa” dell’Università Milano Bicocca (con un punteggio di 96/100).

Il progetto scientifico per lo sviluppo del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (DESU) prende avvio da un problema su cui la ricerca può offrire risposte conoscitive e operative.

Nonostante il carattere liberale delle società occidentali, la diffusa disponibilità di beni, servizi e accesso alle informazioni nello spazio digitale, assistiamo all’emergere di analfabetismi che impediscono a molti di inserirsi in modo consapevole nella società civile, facilitano diseguaglianze e manipolazioni, e indeboliscono il dibattito democratico e la coesione sociale.

L’obiettivo generale è rendere il DESU un polo interdisciplinare di rilevanza nazionale e internazionale nello studio di analfabetismi ad alto costo sociale e nell’individuazione di modalità di intervento educativo-didattico per il loro contrasto, anche attraverso lo sviluppo delle competenze chiave, in contesti di educazione formale e non formale, dall’infanzia all’età adulta, come raccomandato da UNESCO e Consiglio Europeo.

Perseguendo questo obiettivo, il DESU intende rafforzare il suo profilo internazionale, aumentare la produttività scientifica di elevato impatto e la capacità di attrarre finanziamenti su base competitiva. Questi risultati saranno ottenuti attraverso le strade complementari del potenziamento e dell’innovazione, con l’ambizione di combinare lo sviluppo scientifico e strutturale in termini di risorse sia umane che finanziarie.

Verranno realizzati percorsi di Didattica di elevata qualificazione:

Attivazione di un nuovo curriculum in “Visual literacy and new languages in educational processes” all’interno del Dottorato industriale internazionale Reggio Childhood Studies, per formare dottori di ricerca in possesso di contenuti e metodologie innovative sul tema di un’educazione critica all’interpretazione e all’uso dei testi visivi, soprattutto digitali;

– Sviluppo del tema dell’analfabetismo religioso nel quadro del Dottorato nazionale in Studi religiosi, grazie all’impegno in tal senso dell’Alta Scuola Europea di Scienze Religiose;

– Attivazione di un nuovo curriculum in “Progettazione pedagogica per l’inclusione sociale” all’interno della Laurea Magistrale in Scienze pedagogiche, per formare coordinatori pedagogici consapevoli dell’ampiezza assunta oggi dal concetto di “inclusione”.

Inoltre, allo scopo di realizzare gli obiettivi di disseminazione dei risultati tra il più vasto pubblico e i professionisti dell’educazione, si prevede di intensificare il coinvolgimento delle istituzioni locali e nazionali con cui già sono attivi rapporti di collaborazione e che hanno già espresso la volontà di sostenere il DESU in nuove attività (Provincia e Comune di Reggio Emilia, Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, INDIRE, INVALSI, Ministero dell’Istruzione).
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Reggio Emilia Unimore prodotti tipici innovazione scienza viaggi nello spazio space food

Si pianificano viaggi di sei mesi verso Marte o si ipotizzano colonie spaziali: per queste future missioni, la dimensione culinaria diventa importante e da approfondire. Unimore ha avviato il progetto G.Astronomica

REGGIO EMILIA – I nuovi investimenti nell’industria aereospaziale stanno creando un indotto che per tante aziende, anche del nostro territorio, sta diventando interessante. Reggio Emilia potrebbe in futuro diventare un riferimento nell’ambito cibo. Unimore ha avviato un progetto che parte della nostra tradizione per creare innovazione.

Spiega Luigi Grasselli, docente di Geometria presso il dipartimento di Ingegneria di Unimore: “E’ chiaro che quando si comincia a parlare di un viaggio di sei mesi verso Marte o di colonie spaziali in un senso prossimo la dimensione del cibo sulle navicelle spaziali diventa importante e da studiare”. E chi meglio degli emiliani può raccogliere questa sfida? Unimore è scesa in campo e ha schierato i dipartimenti di ingegneria e di Scienze della vita, attraverso i laboratori En&Tech e Biogest del Tecnopolo, dove è stato avviato il progetto G-astronomica. Le diverse competenze sono integrate e coordinate da Francesco Bombardi, architetto, designer e docente di design industriale ad Ingegneria. L’obiettivo è creare una meal box, un pasto che vada ben oltre quello che si consuma nello spazio oggi: “Non solo dobbiamo garantire solo la qualità organolettica legata alla salute, all’equilibrio fisico dell’astronauta, del viaggiatore nello spazio o del colono nello spazio, ma anche associare al cibo una serie di valori legati alla cultura, alla memoria e anche alle emozioni che sappiamo essere importanti”, ha aggiunto Bombardi.

Il progetto è aperto al contributo di soggetti esterni che, se interessati, possono una scrivere una mail a g.astronomica@unimore.it. Perché la forza è proprio nella interdisciplinarietà. “Ottenere un alimento di qualità ha la necessità di dover partire da una materia prima di qualità – dice il vicedirettore di Biogest Enrico Francia – e poi di applicare tutte le tecnologie necessarie per la sua trasformazione e per la sua conservazione in un ambiente come quello senza gravità dello spazio”. “Il contributo dei nostri ingegneri riguarda tutto quello che sta attorno al prodotto – aggiunge Mauro Dell’Amico, direttore del centro En&Tech -, nello spazio ci sono delle sfide tecnologiche particolarmente importanti per poter fruire e conservare il cibo nello spazio”.

Abbiamo visto Samantha Cristoforetti bere un caffè sulla Stazione Spaziale Internazionale da una tazzina, oggi esposta al Moma di New York: un rito tipicamente italiano. La speranza è quella di vedere in futuro gli astronauti gustare i nostri prodotti tipici. Conclude Bombardi: “Io credo che sia arrivato il momento di sfruttare quel valore che abbiamo ereditato dalla nostra tradizione così forte e proiettarlo in scenari di futuro dove possiamo essere competitivi con gli americani e con gli altri paesi coinvolti in questa ricerca”.

reggionline.com

Voci Universitarie in Musica. Concerto di Natale 11 Dicembre 2021 in S. Agostino

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Voci Universitarie in Musica. Concerto di Natale
Coro unibzVoices dell’Università di Bolzano Direttore: Johann van der Sandt

Coro PoliEtnico del Politecnico di Torino

Direttori: Giorgio Guiot, Dario Ribechi

Coro dell’Università di Modena e Reggio Emilia

Voce solista: Elisa Esposito

Pianoforte: Luigi Maria Maesano

Direttore: Antonella Coppi

Data inizio evento: 11/12/2021 21:00

Luogo: Chiesa di Sant’Agostino, Reggio Emilia

Categorie: eventi, Altro evento, studenti

Pubblicato da: comunicazione@unimore.it