Vaticano: domenica la canonizzazione di Titus Brandsma, è il primo giornalista santo

titus brandsma

Ci sarà anche Titus Brandsma tra i dieci nuovi santi che saranno canonizzati domenica prossima da Papa Francesco. Sacerdote dell’ordine dei Carmelitani, nacque il 23 febbraio 1881 in Olanda. Titus Brandsma ha una storia particolare che ha spinto alcuni cronisti olandesi a chiedere al Santo Padre, con una lettera, di proclamarlo protettore dei giornalisti. Padre Titus infatti fu assistente ecclesiastico dell’Associazione dei giornalisti cattolici olandesi, con l’incarico di seguire circa una trentina di testate, tanto da ottenere lui stesso la tessera internazionale di giornalista. In piena guerra mondiale, la Chiesa olandese, per mezzo dei suoi vescovi, reagì con fermezza contro i provvedimenti nazisti, tanto da affidare a Padre Titus il compito di girare il Paese al fine di visitare le redazioni dei giornali cattolici, per portare le indicazioni dell’episcopato e incoraggiare i direttori a resistere alle pressioni naziste a pubblicare proclami emanati dal governo di occupazione, in evidente contrasto con la morale cristiana.

Arrestato per la sua attività di contrasto al nazismo, non tradì mai le sue convinzioni che riportò in un memoriale. Internato nel campo di Dachau, fu probabilmente cremato insieme ad altre migliaia di persone. Fu beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1985 a seguito di un miracolo accertato: la guarigione di un sacerdote professo dell’Ordine Carmelitano, dalla recidiva di un “melanoma metastatico ai linfonodi”. La proposta è stata avanzata dagli olandesi Anton de Wit, caporedattore di Katholiek Nieuwsblad, Hendro Munsterman, corrispondente dal Vaticano di Nederlands Dagblad, Wilfred Kemp, presentatore di KRO-NCRV e di Emmanuel Van Lierde, caporedattore e vaticanista del belga Tertio i quali, in una lettera hanno spiegato i motivi alla base della richiesta a Francesco: “A parole e con i fatti si oppose al linguaggio dell’odio e della divisione che era comune in quel periodo. A suo parere, quelle che oggi chiamiamo fake news non meritavano spazio nella stampa cattolica; tanto da ottenere il divieto episcopale di ospitare sui giornali cattolici la propaganda nazionalsocialista”. La richiesta è stata firmata da oltre 50 giornalisti nel mondo.

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