A Reggio Emilia potrebbe arrivare l’Esercito per presidiare la zona Stazione

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La conferma arriva da una nota del sindaco Massari: “Nei giorni scorsi, dopo un confronto con le istituzioni e le forze dell’ordine, la Prefetta di Reggio Emilia, dottoressa Maria Rita Cocciufa, ha richiesto al ministero dell’Interno l’invio a Reggio Emilia dei militari dell’Esercito Italiano a presidio fisso della zona della stazione urbana, nell’ambito dell’operazione Strade Sicure. La richiesta ora sarà vagliata dal Ministero, che valuterà se vi sono le condizioni per inviare i militari”.

“Si tratta di una misura che abbiamo condiviso – scrive il sindaco – in quanto abbiamo riscontri di quanto il presidio fisso del piazzale della stazione da parte di forze di Polizia, istituito il 1° aprile 2024, abbia sicuramente permesso di raggiungere risultati importanti ma nello stesso tempo abbia ridotto la possibilità di esercitare una sorveglianza dinamica nella zona.

La presenza dell’Esercito, la cui attività sarà di collaborazione e integrazione con le forze dell’ordine, permetterebbe quindi al personale utilizzato oggi per il presidio fisso di essere impiegato prioritariamente per compiti di controllo dinamico del territorio. A prescindere da quanto deciderà il Ministero rispetto a tale richiesta, ritengo anzitutto doveroso ringraziare la Prefetta di Reggio per aver condiviso una scelta che, per quanto prerogativa esclusiva della Prefettura, si inserisce in un solco da noi percorso a partire dalla campagna elettorale dei mesi scorsi.

Riteniamo che una soluzione di lungo periodo non possa prescindere da un rafforzamento delle misure socio-sanitarie già in essere, da un rafforzamento delle politiche di strada, da uno sforzo finalizzato ad offrire un supporto anche psicologico a soggetti che oggi scelgono la strada della marginalità e della delinquenza per mancanza di opportunità alternative o a coloro che rifiutano percorsi alternativi.

Siamo convinti che non esista la bacchetta magica per problemi complessi come quelli della marginalità sociale, che toccano tutte le stazioni e le città del nostro Paese, e sappiamo che occorre continuare ad agire sulla lotta alla criminalità organizzata per fermare i suoi effetti sulla vita quotidiana della nostra città.

In un contesto nel quale esiste un’emergenza evidente – che peggiora la qualità della vita dei residenti e non solo – pensiamo però che questa misura possa costituire un aiuto di cui possiamo beneficiare tutti”.

Anche la Caritas diocesana firma il protocollo comunale per la zona della stazione di Reggio Emilia

Stazione centrale di Reggio Emilia

laliberta.info

La Chiesa è attiva da anni in zona stazione a Reggio Emilia e a fianco della povertà estrema, di strada, presente anche nella nostra città.

Attraverso l’attività della Caritas diocesana, di alcune parrocchie, di sacerdoti e volontari non è mai mancata la vicinanza a chi dorme in situazioni precarie e cerca rifugio nei pressi della stazione di piazzale Marconi. Gruppi di volontari delle Unità pastorali “Laudato sii”, “San Paolo VI” e “San Giovanni Paolo II”, accompagnati dai parroci, escono di notte da molti anni.

Ogni giorno, tutto l’anno, la Caritas diocesana accoglie nelle mense diffuse molte delle persone che abitano in stazione. Presso l’Ambulatorio Querce di Mamre chi non può accedere al Servizio Sanitario Nazionale viene curato e nelle Locande sono state accolte alcune di queste persone, accompagnate dal Centro di Ascolto diocesano, per fare fronte alle tante difficoltà che i senza fissa dimora manifestano. Il sabato di ogni settimana è disponibile il servizio docce presso la parrocchia di Sant’Alberto.

L’approccio della Caritas – e certo non da oggi – è quello di andare oltre la risposta al bisogno materiale e immediato, per costruire cammini di accompagnamento che si basano sulla relazione e sul riconoscimento della dignità di tutte le persone. Una filosofia perseguita da tempo, nei confronti di un numero crescente di destinatari.

“Alla luce di questo impegno – spiegano il direttore della Caritas diocesana Andrea Gollini e i collaboratori – crediamo sia giusto e doveroso sottoscrivere il protocollo proposto dal Comune di Reggio Emilia. Lontani da interessi di parte, ci sembra necessario fare tutto il possibile per costruire una rete di realtà che possano dare una risposta all’emergenza ‘zona stazione’, condividendo progetti concreti e attenti alle persone. Siamo convinti che il protocollo sarà occasione per un lavoro strutturato, di confronto e di intervento, per migliorare la condizione delle persone, offrendo percorsi che partano dalla reale condizione di chi frequenta la stazione, come è stato per l’intervento alle Reggiane (Reggiane Off). Scegliamo, come sempre, di stare dalla parte delle persone che soffrono e di scommettere sulla solidarietà come prima forma di costruzione di comunità e come più forte deterrente alla paura e all’insicurezza. Crediamo che dove ci sia qualcuno che si vuole impegnare per chi soffre, lì debba esserci la Chiesa”.