Reggio Emilia. Il CSI del futuro: nuove sinergie tra Chiesa e sport

Tratto da La Libertà n. 8
26 febbraio 2024
“Dobbiamo interrogarci sul modello di attività sportiva che vogliamo promuovere, e adattarci alla società che ci circonda”: questa è l’esortazione che il presidente Vittorio Bosio ha rivolto a coloro che hanno presenziato alla mattinata di formazione associativa che si è tenuta il17 febbraio presso la sede del Comitato CSI Reggio Emilia in via Agosti.

Il presidente, insieme all’altro ospite di spicco della mattinata, il vescovo Giacomo Morandi, ha portato avanti una conversazione stimolata dalle domande di Samuele Adani, responsabile della Formazione associativa per il CSI di Reggio.

IL RUOLO DELL’ALLENATORE
In particolare, i temi trattati durante l’incontro hanno preso ispirazione dagli spunti e dai suggerimenti inviati precedentemente dai dirigenti sportivi affiliati CSI, così da dare voce alle singole realtà sportive locali e mettere l’accento sui bisogni specifici percepite dalle società.

Tra le tematiche affrontate, spicca la necessità di riformare il ruolo dell’allenatore: non più soltanto una personalità dalle competenze tecniche specifiche, ma un nuovo educatore che si metta a disposizione della comunità e aiuti i giovani ad affrontare il fallimento in una società in cui non si ammette più la possibilità di perdere.

“I giovani hanno bisogno di volti, non di emoticon o messaggini”, così ha concluso monsignor Morandi, definendo l’ambiente sportivo un luogo di ascolto in cui l’aggressività e il caos del mondo possa essere assorbito e attenuato dalla figura dell’allenatore. Comunicazione e dialogo diventano quindi le parole chiave dell’ambiente sportivo, e lo fanno con il fine di ricercare e rafforzare quella diversità positiva che contraddistingue nello specifico il panorama valoriale del Centro Sportivo.
SINERGIA TRA CHIESA E SPORT
Alla formazione di tipo psico-pedagogico dei tecnici si affianca infine anche l’urgenza di ricercare nell’ambito del CSI un’originalità, la quale secondo Sua Eccellenza si può ritrovare nell’ispirazione di carattere evangelico che diventa a tutti gli effetti una scelta operativa.

Il presidente del CSI Bosio, concordando con monsignor Morandi sull’esigenza di ritrovare una sinergia positiva tra la Chiesa e lo sport, ha citato alcuni esempi virtuosi in cui l’ambiente parrocchiale abbia giocato un ruolo fondamentale nella crescita sportiva dei territori.

“Serve reciproca comprensione con il laicato”, ha affermato parlando nello specifico di un progetto di inclusione partito dall’ambiente sportivo in un quartiere difficile di Messina. Ha poi specificato che mettersi in rapporto con le altre agenzie educative è fondamentale per riuscire ad adattare il modello CSI alla realtà sociale, nonché legislativa, che ci circonda.

L’UOMO AL CENTRO
“Si deve ripartire dalla solidarietà, dall’uomo al centro dell’attività sportiva, dalla singola persona, e dalla condivisione”: così Vittorio Bosio ha concluso il suo intervento, e con questa spinta all’unità tra gli attori dello sport, tra i Comitati, e tra le piccole realtà territoriali, il CSI si prepara ad affrontare le sfide del futuro.

Alla fine dell’incontro, i relatori si sono ritrovati a condividere un pranzo all’insegna della pura convivialità con i dirigenti presenti alla mattinata di formazione. 

Rotterdam. Sport paralimpico, al via gli Europei dell’inclusione

Scatta la prima edizione dei campionati europei unificati con dieci discipline paralimpiche. Un evento per suscitare maggiore attenzione su un mondo bistrattato
Il tennis in carrozzina tra le dieci discipline agli Europei unificati di Rotterdam

Il tennis in carrozzina tra le dieci discipline agli Europei unificati di Rotterdam – Epa

Nello sport è l’estate dell’inclusione. A poco più di un anno dalla Paralimpiade di Parigi – cerimonia d’apertura il 28 agosto 2024 – le discipline che animeranno i “Giochi dei tre agitos” (simbolo paralimpico) dialogano con i gemelli a cinque cerchi. Così dentro il velodromo dedicato a Sir Chris Hoy di Glasgow lungo l’anello in pino siberiano i pistard amputati oppure ipovedenti si alternano sulle biciclette senza freni con le star del ciclismo su pista per conquistare i titoli iridati. Medesimo scenario sulla parete artificiale allestita dentro la PostFinance Arena di Berna, dove i Mondiali di arrampicata mescolano specialità del climbing e del paraclimbing. Atleti olimpici e paralimpici si scambieranno anche di continuo i bacini di regata di Duisburg, teatro a fine agosto dei Mondiali di canoa velocità, e di Belgrado, arena a inizio settembre della rassegna iridata di canottaggio. Così facendo si punta a inseguire l’interesse creato dalla disciplina olimpica per accendere i riflettori anche sul mondo paralimpico, sovente bistrattato da opinione pubblica e media. Il riscontro avuto a Glasgow nel week-end passato è emblematico: tribune gremite anche per le sessioni in cui a farla da padrone erano le prove di paraciclismo e collegamenti televisivi in diretta pure sulle gare dei ciclisti con disabilità. Ma in questa estate dal sapore sperimentale, non di soli Mondiali vive il movimento che già respira l’atmosfera festosa di Parigi 2024. Molte discipline si apprestano infatti a celebrare le loro rassegne continentali e anche qui, prendendo spunto da quanto già avviene con successo nel mondo dei normodo-tati, il movimento paralimpico ha deciso di unire le forza per mettere in scena un nuovo evento: i primi Campionati europei unificati. L’idea è simile a quanto realizzato su idea dell’Eurovisione a Glasgow 2018 e a Monaco di Baviera 2022: riunire in una stessa area i campionati del vecchio continente di più sport, così da rendere più appetibile l’evento. L’esperienza è sin qui riuscita poiché c’è stato il traino in un caso del nuoto (2018) nell’altro dell’atletica (2022). A livello paralimpico le carte sono diverse, perché nel cartellone non ci sono le due discipline più blasonate, ma l’esperimento val la pena di essere seguito. Il numero magico è dieci, come gli sport che da oggi fino al 20 agosto troveranno posto sotto il cappello degli European Para Championships di Rotterdam: tiro con l’arco, badminton, bocce, ciclismo, goalball (la palla-rete praticata da atleti non vedenti o ipoveden-ti), judo, tiro a segno, taekwondo, basket in carrozzina e tennis in carrozzina. Fa niente se non ci saranno tv collegate in diretta con i Paesi Bassi, tanto per seguire l’evento oltre al sito internet ufficiale (europeanparachampionships. com), ci saranno anche canali aperti su sei piattaforme: Facebook, Tik-Tok, Instagram, Twitter, LinkedIn e You-Tube. Nuovi mezzi di comunicazione per attirare potenziali para-atleti in un mondo a loro forse ancora ignoto, ma anche un’attenzione speciale dedicata al pubblico giunto a Rotterdam. Infatti nei due fine settimana della rassegna gli spettatori ipovedenti potranno seguire le gare tramite audiodescrizione in una tribuna cieca allestita all’uopo nella Ahoy Arena, il luogo simbolico dell’evento. Un impianto enorme che nel 2021 ospitò l’Eurofestival vinto dai Måneskin con “Zitti e buoni” e che ora sarà la casa di buona parte delle competizioni, sia nei suoi padiglioni sia nell’adiacente spazio esterno. I 13 giorni di gare vedranno in lizza 1500 atleti provenienti da 45 Paesi, assistiti da 450 volontari. Per molti gli Europei unificati saranno una battaglia nella battaglia, perché oltre al titolo di campione d’Europa si lotterà per staccare i pass per la Paralimpiade. Nel tennis in carrozzina si qualificano per Parigi i vincitori dei singolari, nel basket in carrozzina voleranno in Francia le quattro finaliste, nelle bocce i team e le coppie vincitrici, nel tiro a segno chi conquista l’oro porterà in dote la carta paralimpica per il proprio Paese. Badminton, judo, taekwondo qualificano invece attraverso il “ranking”, quindi gli Europei poteranno punti in classifica. L’auspicio è che la manifestazione multisport si possa replicare ogni quattro anni, nella stagione che precede i Giochi Paralimpici. Aggregare tra di loro sport che poco si parlano per far germogliare sinergie tra federazioni e ispirare persone a intraprendere uno sport e a fare esercizio fisico. «Crediamo che solo la cooperazione possa aiutarci a riuscire in questa missione. Creando connessioni, pensando in grande e credendo nelle opportunità dove gli altri vedono dei limiti, vogliamo dare agli sport adattivi l’attenzione che meritano», è la missione degli organizzatori. Una scommessa che da oggi prenderà forma.

avvenire.it

Progetto pilota da Reggio Emilia CSI per la scuola dell’infanzia: “Fiabe in movimento”

Il progetto del Csi di Reggio Emilia, con l’appoggio del Csi nazionale e della società Santos 1948, è stato proposto con successo a 40 ragazzi della scuola elementare Allende

Fiabe e sport possono coesistere? Chi ama lo sport spesse volte lo vive come una fiaba, soprattutto se arriva a certi livelli, ma in pochi riesco a coronare il loro sogno di diventare sportivi di grido e allora proviamo a invertire i fattori e a rifare la domanda: le fiabe possono avvicinare i ragazzini al mondo dello sport? La risposta è assolutamente “sì” e il Csi di Reggio Emilia ha toccato con mano questo importante risultato.

In collaborazione con il Csi nazionale e con l’istruttore specializzato Lorenzo Cocconi del Santos 1948, il Comitato territoriale del Csi reggiano ha dato vita al progetto “Fiabe in movimento”, un’attività proposta con successo alla scuola primaria Salvatore Allende di Reggio Emilia, oltre che nella società sportiva Us Santos di via Clelia Fano.

In questo contesto, i bambini di 4-5 anni, coinvolti fra le attività con la scuola e quelle con l’attività sportiva, una quarantina in tutto, hanno accettato con grande entusiasmo (e con risultati evidenti) di vivere un’attività motoria in grado di accrescere e di consolidare le capacità sensoriali, percettive, motorie e sociali di ogni partecipante, che, grazie a questo progetto si è sentito aiutato nell’intraprendere, anche se in modo tanto naturale quanto inconscio, questo importante cammino di crescita verso una miglior definizione degli schemi motori fondamentale in questa età della crescita.

Il progetto pilota è stato quindi un successo. Ora occorre soltanto investire energie per continuare a crescere nell’oggi, ma soprattutto nel domani dei nostri ragazzi e con un connubio così produttivo fra scuola e sport il futuro sembra davvero possa sorridere a tutti.

laberta.info

Sport Formula Uno, conto alla rovescia per il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna

Presentato il manifesto ufficiale della competizione che si svoigerà dal 19 al 21 maggio 2023, all’Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola. Nel poster tre bolidi a raffigurare le eccellenze della filiera motoristica e del Made in Italy. Bonaccini. “Orgogliosi di ospitare nel cuore della Motor Valley questo straordinario appuntamento”.

stampareggiana.it

“Passione pura” nel cuore della Motor Valley emiliano-romagnola.  Conto alla rovescia per il Qatar Airways Gran premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, in programma all’Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, da venerdì 19 a domenica 21 maggio.

Uno straordinario appuntamento sportivo, celebrato anche dal poster ufficiale della manifestazione realizzato da ACI e reso noto oggi.

“Siamo orgogliosi di ospitare in Emilia-Romagna la prima delle due tappe italiane del Mondiale di Formula 1– spiega il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini-. Passione, impegno, innovazione ed eccellenza tecnica: il manifesto ben rappresenta i valori della nostra Motor Valley, perno del Made in Italy: un distretto motoristico unico al mondo, in cui sono nati e operano alcuni dei più grandi marchi motoristici, conosciuti ovunque. E il Gran Premio sarà anche quest’anno non solo un grande appuntamento sportivo, ma anche un’occasione unica per promuovere le eccellenze dell’Emilia-Romagna e del Paese, insieme al ministero degli Esteri, a quello dei Trasporti, a quello delle Imprese e del Made in Italy e a Ice. Un gioco di squadra che vede protagonista di primo piano anche il territorio”.

Tutto, infatti, avviene nell’ambito di un accordo che vedrà svolgersi il Gran Premio a Imola fino al 2025 e che coinvolge, oltre alla Regione e al Governo, anche Comune di ImolaCon.AmiAutomobil Club d’Italia e gli organizzatori del Mondiale di Formula Uno.

Imola Passione Pura dunque. Insieme all’hashtag “#WeDriveIT”, e al claim “Made in Italy in pole position”. Nel manifesto le sagome stilizzate di tre auto – Ferrari, AlphaTauri e Alfa Romeo – a rappresentare le eccellenze  del Made in Italy e della filiera motoristica. Una filiera che nella Motor Valley emiliano-romagnola conta 16.500 aziende e oltre 90mila addetti, con 16 miliardi di fatturato e un export di 7 miliardi.