Saviano annulla gli incontri con gli studenti a Reggio Emilia: “Troppo odio”

Il sindaco Luca Vecchi: “Resisti Roberto, i ragazzi che avresti dovuto incontrare hanno bisogno del tuo pensiero, delle tue parole, del tuo impegno”

Saviano annulla gli incontri con gli studenti a Reggio Emilia: "Troppo odio"

Roberto Saviano ha annullato i due incontri con gli studenti previsti il 27 e il 28 novembre a Reggio Emilia, dove avrebbe dovuto presentare al Teatro Valli il suo libro su Giovanni Falcone “Solo è il coraggio”. Il motivo, spiega lo scrittore, sono il clima di odio nei suoi confronti e lo “squadrismo quotidiano che i giornali di estrema destra, in alcuni casi pagati direttamente da esponenti della maggioranza parlamentare, stanno facendo”. Saviano si vede “sulle loro prime pagine ogni giorno, attaccato nella maniera più bassa e vile”.

Dunque “rinuncio, in queste settimane di attacchi continui, per timore di esporvi, di esporre chi mi ospita: responsabilità, questa, che sento gravosissima”. Ma “l’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo”.
Gli attacchi ricevuti, precisa Saviano in una lunga nota, sarebbero riconducibili al processo in cui è accusato di diffamazione nei confronti dell’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che si è aperto lo scorso 15 novembre. I fatti risalgono al dicembre 2020 quando in una trasmissione televisiva si scagliò contro chi porta avanti le campagne anti-immigrazione, paragonando il mancato soccorso in mare come a una ambulanza che non interviene per i feriti in strada e usando l’appellativo “bastardi”, riferito a Giorgia Meloni, allora parlamentare di Fratelli d’Italia e a Matteo Salvini (che per questo episodio si è costituito parte civile pur non avendo querelato all’epoca) per il loro contrasto alle ong.

La fondazione I Teatri di Reggio Emilia, per bocca del direttore Paolo Cantù, esprime “solidarietà e grande dispiacere per essere costretta a rinviare un appuntamento, da molto tempo atteso e voluto per dare alla città e agli studenti la possibilità di sentire parlare di criminalità organizzata da uno dei giornalisti e scrittori italiani più esperti in materia”. Continua Cantù: “ci dispiace che l’attualità politica abbia preso il sopravvento e stiamo già cercando una data alternativa, il prima possibile, per riuscire ad avere Roberto Saviano con noi, per continuare ad esercitare fino in fondo la nostra funzione di spazio e presidio pubblico di pensiero e dialogo”.

“Caro Roberto, resisti”

In una lettera aperta, il sindaco e presidente della fondazione Luca Vecchi dice: “Caro Roberto Saviano, mi preme dirti che non sei solo: l’amministrazione comunale e la città sono al fianco di chi si impegna in prima persona contro la criminalità organizzata, per la legalità e la sicurezza, sin dai tempi in cui il prefetto Antonella de Miro cominciò, in questa terra, a operare sul fronte del contrasto alle mafie economiche.
Qui stiamo e qui ci troverai, sempre”. Dunque, “sono sono fiducioso che questo sia, per noi, solo un arrivederci”, continua vecchi. “Lascio a te, caro roberto, l’autonomia di una riflessione e di una decisione definitiva sulla tua partecipazione in futuro al nostro incontro. Voglio solo dirti che quei ragazzi pronti a riempire il teatro municipale Romolo Valli hanno bisogno del tuo pensiero, delle tue parole, del tuo impegno. Resisti Roberto. Ti aspettiamo in città al più presto”, conclude il primo cittadino.

Bonaccini: “Un forte abbraccio”

“Esprimo vicinanza e solidarietà a Roberto Saviano, a nome mio personale, della Regione e di tutta la comunità emiliano-romagnola. Che ritenga di dove rinunciare a partecipare a due incontri previsti al Teatro Valli di Reggio Emilia anche per non esporre i presenti a pericoli è un monito che non può essere sottovalutato”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. “Una rinuncia che fa ancora più male – prosegue- in una terra dove valori comuni e condivisi di libertà e civica convivenza ci vedono lavorare insieme, istituzioni, società civile, associazioni, penso in particolare a Libera e ad Avviso Pubblico, contro le mafie e l’infiltrazione della criminalità organizzata. A partire dalla prevenzione nelle scuole fino alla collaborazione costante e continua con magistratura, inquirenti, tutte le forze dell’ordine, che ringrazio per l’attività incessante e quotidiana che portano avanti. Grazie a loro si sono svolte e si stanno svolgendo inchieste rilevanti, a partire da Aemilia, il cui processo come Regione abbiamo voluto si potesse svolgere proprio qui, in Emilia-Romagna”. “A Roberto Saviano – conclude Bonaccini – va un forte abbraccio: abbiamo bisogno della sua voce e della sua testimonianza, per un impegno che deve essere anche di tutti noi”.

bologna.repubblica.it

 

Albania, il sindaco di Tirana positivo al coronavirus

Erion Veliaj sindaco di Tirana albania

l sindaco di Tirana Erion Veliaj è stato contagiato dal coronavirus. La notizia è stata confermata da lui stesso attraverso un post sui social network in cui scrive:

“Amici, dopo il test mi hanno informato che sono risultato positivo al covid-19. Sono in buona salute, così come la mia famiglia. Ma da oggi continuerò a lavorare da casa con la stessa dedizione per Tirana.

Nessuno di noi è immune da questo virus, perciò per favore non dimenticate di lavare le mani il più spesso possibile e indossare mascherina per proteggere voi stessi e la vostra famiglia il più possibile! Auguro il meglio per le vostre famiglie! Salute e amore a tutti e profonda gratitudine per i dottori eroici! Ci rivediamo di nuovo! “– scrive Veliaj.

Il presidente Meta: Auguri di pronta guarigione

Il presidente della Repubblica, Ilir Meta, ha auspicato una pronta guarigione dal COVID al sindaco Erion Veliaj, che ha annunciato oggi di essere colpito dal Covid-19.

“Augurando una pronta guarigione al sindaco di Tirana, Erion Veliaj e tanta salute per sua famiglia, voglio riconfermare con forza l’importanza vitale del rispetto dei protocolli sanitari, nonché l’aumento dell’efficacia delle misure di protezione attraverso la consapevolezza, la trasparenza e completezza, per prevenire un’ulteriore diffusione della pandemia di COVID-19.

Il ritmo allarmante di casi crescenti di cittadini colpiti, purtroppo anche il numero di vittime, richiede una strategia più efficiente e trasparente per far fronte alle gravi conseguenze di questa pericolosa pandemia. Chiedo a tutti i cittadini di seguire le istruzioni rese pubbliche per indossare mascherine e rispettare le distanze fisiche, soprattutto quando si avvicina il picco della stagione turistica.

È inoltre estremamente necessario garantire misure di protezione a medici, infermieri e personale di supporto, che sono in prima linea, sacrificando, anche con la propria vita, per proteggere la salute di ogni cittadino “.

Albania News

Ho sempre l’impressione che manchi qualcosa capace di tenerci insieme. Sì, forse è proprio la misericordia ciò che manca di più nelle nostre città

elezioni_politicaCaro candidato sindaco,

lo so che in queste ultime ore di campagna elettorale sei impegnatissimo a distribuire volantini e a stringere mani. Ma mi permetto lo stesso di scriverti, perché mi è venuta in mente una cosa.

Stavo ripensando al fatto che era da parecchio tempo che in Italia così tante grandi città non andavano al voto tutte insieme. E – al di là dei motivi non proprio gloriosi che hanno portato alcune amministrazioni comunali al voto anticipato – la trovo una bella cosa. Certo, come sempre scorrendo le pagine di politica dei giornali di tutto si parla tranne che della dimensione locale di questo voto. Ma credo lo stesso che chi andrà a votare la propria città ce l’abbia bene in mente. E dunque mi sembra intrigante questo ricominciare tutti insieme, partendo dal livello della politica più vicino alla vita dei cittadini.

C’è però anche un’altra coincidenza che mi colpisce: questo azzerare e ricominciare avviene proprio durante quello che per la Chiesa è un anno giubilare. E allora mi è venuto spontaneo mischiare le due cose e provare a chiedermi: ma la misericordia, il tema che papa Francesco ci ha invitato a porre al centro del Giubileo, interpella anche un sindaco?

Lasciamo perdere le battutine qualunquiste sul livello dei politici di oggi o sugli amministratori corrotti in cerca di indulgenze a buon mercato. Il discorso vorrebbe essere un po’ più serio; mi chiedo: c’è ancora posto per la misericordia nella vita delle nostre città? Perché lo vediamo bene: le nostre città oggi sono terribilmente fragili, divise, rissose, impoverite; fatichiamo tutti a ritrovare la strada della piazza e non solo per via del traffico che ingolfa le nostre strade. Scorro i programmi e gli slogan elettorali; vi trovo anche idee interessanti. Ma ho sempre l’impressione che manchi qualcosa capace di tenerci insieme. Sì, forse è proprio la misericordia ciò che manca di più nelle nostre città. Siamo pronti a puntare il dito, a difendere ciò che è nostro, a rivendicare servizi all’altezza; ma non riusciamo più ad avere a cuore la sorte dell’altro.

Così mi permetto di suggerirti un programma, che poi non è neanche farina del mio sacco… Non ti preoccupare: non ti chiede corsie preferenziali, magie con le finanze comunali, piani del commercio o manutenzioni nelle scuole. Su quelle cose lì tu ne sai mille volte più di me; e da lunedì, poi, ci penserà l’opposizione nel tuo consiglio comunale – giustamente – a farti le pulci e a tenere la tua amministrazione sulla corda.

A me interessa dirti una parola diversa; qualcosa che riguarda la tua vita personale da sindaco. Il modo in cui tu sceglierai di stare in quell’ufficio sotto le cui finestre vive un’intera città. Ecco è su questo che ho un programma da proporti. Recita così: «Dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i pellegrini…». Ti ricorda qualcosa? Sì, sono proprio le opere di misericordia che papa Francesco ha tolto dalla naftalina dei libri di dottrina e ci sta facendo riscoprire come gesti politici per eccellenza.

Che cosa significa amministrare se non mettere il cuore nel dare risposte ai bisogni della propria comunità? Certo – mi dirai – nel nostro Comune ci sono tante strutture che se ne occupano: le mense, la rete idrica, i servizi sociali, la pro loco… Va bene. Ma è a te che spetta il passo in più; quello che fa la differenza tra un servizio più o meno efficiente e un segno capace di trasmettere un’anima alla tua città.

Che tu sia credente oppure no, io penso che le opere di misericordia possano essere comunque una grande scuola. Prendi ad esempio, visitare gli ammalati: non ti chiede di fare un giro di ispezione in corsia, ma di sostare davvero accanto a chi soffre. Esiste un modo migliore di questo per ascoltare fino in fondo la tua comunità? Oppure visitare i carcerati: non è un modo per ricordarti che anche chi sbaglia resta un tuo cittadino a cui dedicare del tempo?

E poi, accanto a quelle corporali, ci sono le opere di misericordia spirituali: prendi consolare gli afflitti; io non so se ci hai pensato davvero quando hai scelto di candidarti, ma molto prima di quanto pensi scoprirai che questa è una delle cose più difficili che ti verranno chieste come sindaco. Arriveranno a bussare alla tua porta persone devastate da un dolore: chi ha perso un lavoro, chi sta perdendo un figlio, chi per mille motivi non ce la fa più. E in quel momento tu capirai che ci sono problemi a cui nemmeno la politica migliore è in grado di dare risposte. Aprirai lo stesso la porta per ascoltare o ti rifugerai dietro all’immagine del manager?

Quante opere di misericordia sembrano scritte apposta per un sindaco di oggi: perdonare le offese in una politica che sembra fatta tutta di coltellate, sopportare con pazienza le persone moleste (perché lo sai, vero, quello che da domani cominceranno a scrivere su di te nella pagina locale del social network che leggono anche tutti i tuoi amici?). Persino il cattolicissimo ammonire i peccatori ha una declinazione anche laica nella cosa pubblica: sei tu che devi custodire la legalità nella tua città; ed è proprio per questo che quando un primo cittadino viola la legge per interesse proprio o di parte è un fatto così triste.

Se hai il dono della fede, però, credo ci sia un’opera di misericordia che più di ogni altra ti potrebbe essere d’aiuto: pregare Dio per i vivi e per i morti. Mi ha sempre colpito questa specificazione. Ok, pregare, ma perché per i vivi e per i morti? Per ricordarti che la tua città non comincia e non finisce con la tua amministrazione. Temo che per molti sindaci questa sia la verità più dura da accettare: abbiamo tutti dentro il gene del «salvatore della patria». Ma non si costruisce comunità se non si parte da qui; se non si accetta di fare i conti con l’idea che anche nelle città tutto muore, ma può ugualmente diventare una risorsa che ci accompagna nel cammino.

Soprattutto non pregare per te; prega per i tuoi cittadini. Non coltivare l’illusione che Dio possa essere il tappabuchi che arriva là dove tu non riesci ad arrivare. Ma prega per la città con la consapevolezza di chi – nel pezzetto di mondo che gli è affidato – per alcuni anni è chiamato a proseguire in una maniera del tutto particolare l’opera della creazione.

Pensa che persino Lui – e in un posto bellissimo da abitare come il giardino dell’Eden – qualche problemino col consenso l’ha avuto. Ma non ha per questo smesso di amare la sua città. Credo sia l’augurio più bello che ti si possa fare in questa vigilia elettorale, comunque vada a finire.

Intanto in bocca al lupo e buon lavoro!

vinonuovo.it

Area Reggiane, la nuova fase di riqualificazione

Il sindaco Luca Vecchi ha presentato il progetto definitivo delle opere pubbliche di riqualificazione di piazzale Europa, viale Ramazzini e dei Capannoni 17 e 18 del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività nell’area Reggiane. Le azioni di bonifica. Più qualità urbana, verde e sicurezza.

Un nuovo importante tassello del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività nell’area Reggiane, nell’ambito del Progetto Area nord di Reggio Emilia, è stato delineato. Si tratta del progetto definitivo delle opere pubbliche di riqualificazione dei Capannoni 17 e 18, attigui al Capannone 19 sede del Tecnopolo, del piazzale Europa che diverrà piazza del Parco, e del tratto storico di viale Ramazzini, oggi inglobato nell’area industriale dismessa e di cui è prevista la riapertura come accesso privilegiato al Parco, al Centro internazionale dell’infanzia Loris Malaguzzi a sua volta parte integrante del Parco, e al quartiere di Santa Croce.
Sono stati avviati intanto, e proseguiranno per tutto il 2014 e nel 2015, i lavori di pulizia, rimozione dell’amianto e bonifica dell’area industriale dismessa, in base a un accordo fra Iren Rinnovabilie Fantuzzi Immobiliare.
E’ stata convocata ed è al lavoro la Conferenza dei servizi, a cui partecipano i diversi enti preposti a esprimere i necessari pareri tecnici sull’intervento. Conclusi i lavori della Conferenza, si procederà alla fase esecutiva e all’avvio dei lavori previsto nel 2015.
L’investimento – per opere pubbliche e di bonifica – è stimato in circa 28 milioni di euro e si realizza grazie a una partnership pubblico-privata, sotto la guida e il controllo dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia.
L’investimento privato sarà sostenuto da Iren Rinnovabili in qualità di prossimo proprietario di parte delle aree interessate dall’intervento e da un pool di aziende, con vocazione alla ricerca e all’innovazione, che intendono insediarsi nell’area. Iren Rinnovabili, capofila della partnership privata, allocherà la propria sede e gli spazi per start-up nel Parco dell’innovazione al fianco del Tecnopolo, nel Capannone 18.
Le risorse pubbliche consistono in più di 13 milioni di euro, di cui 10,9 milioni di euro finanziati dal Piano nazionale Città del governo, e 2,5 milioni di euro finanziati attraverso il Documento unico di programmazione (Dup) della Regione Emilia-Romagna.

Inquadramento

Hanno detto – Il progetto definitivo delle opere pubbliche è stato presentato il 30 luglio 2014 alla stampa dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, dall’assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli e dal direttore dell’area Pianificazione strategica del Comune di Reggio Emilia Massimo Magnani.
“Con questo progetto definitivo – ha detto il sindaco Vecchi – facciamo un ulteriore e importante passo avanti nella realizzazione del Parco dell’innovazione, che è una evoluzione del Tecnopolo e può diventare uno dei parchi scientifico-tecnologici più ampi del nostro Paese. Iren Rinnovabili, che ha il ruolo di ‘forza motrice’ di questa fase, e una trentina di imprese innovative, fortemente orientate a alla ricerca e allo sviluppo di competenze distintive tipiche del nostro territorio, vogliono insediarsi nell’area Reggiane, che è stata sul piano storico incubatrice del nostro modello economico e può ora generare nuova impresa, ricerca e lavoro”.
“Si sviluppa dunque in maniera concreta, grazie a una partnership pubblico-privata – ha aggiunto il sindaco – un progetto, quello Parco dell’innovazione nell’area Reggiane, condiviso fin dall’inizio con la città, a cominciare dal sistema economico, e che ha una valenza e una funzione rilevante non solo per la città, ma anche per l’Area vasta”.
Il sindaco ha poi rivolto un nuovo invito alla città e al mondo economico in particolare: “L’importanza del progetto e dell’area Reggiane – ha proseguito il sindaco – ci stimolano anche ad aprire un ulteriore confronto e lanciare un appello alla città e al sistema economico per continuare a lavorare insieme su questo tema con l’obiettivo di acquisire e riqualificare l’intera area Reggiane. Non ci nascondiamo la complessità, la difficoltà di un’operazione di così ampia scala e che richiede un forte investimento, ma crediamo ne valga la pena.
“Questo nuovo passaggio – ha concluso Vecchi – per la realizzazione del Parco dell’innovazione è importante per la ricerca, l’economia, la qualità urbana che si introduce con le opere pubbliche e private di riqualificazione. Ma esso riguarda una sola porzione dell’area Reggiane, che è ben più ampia e che merita una piena e completa rigenerazione. Credo sia quindi giusto sollecitare l’interesse del mondo economico della città a un’operazione di questo rilievo per l’economia e la comunità”.
“Questo modello di investimento, con partnership pubblico-privata – ha detto l’assessore Pratissoli – renderà più competitivo il nostro territorio. Insieme con altre eccellenze quali il Centro internazionale Malaguzzi e la stazione Av Mediopadana, il Parco dell’innovazione rende l’Area Nord e il territorio reggiano nel suo insieme potenziali attrattori di ulteriori investimenti anche da parte di privati. Parliamo di un luogo che si presenterà infatti riqualificato e facilmente raggiungibile, grazie a infrastrutture che vanno dalla scala urbana a quella di Area vasta, quale appunto la nuova stazione Av. L’operazione nel suo complesso si propone come modello replicabile per altre aree e realtà”.
Riguardo alla bonifica dell’area Reggiane, l’assessore ha spiegato che “essa è in corso ed è precondizione, oltre che di qualità ambientale, anche di recupero e riuso dell’area stessa. La rimozione dell’amianto è in corso e sul lato prospiciente via Agosti era stata avviata dal 2013. Prossimamente la rimozione sarà completata nel Capannone 18 e progressivamente sul lato di via dell’Aeronautica”. (nella nota allegata, il dettaglio delle azioni di bonifica)
L’architetto Magnani ha poi presentato i contenuti del progetto di riqualificazione di piazzale Europa, viale Ramazzini e dei Capannoni 17 e 18.

Il percorso – Quale risorsa infrastrutturale al servizio di un progetto strategico condiviso per il futuro della città, l’Area Nord è al centro di un importante programma condiviso dalla città a partire dagli Stati generali dell’Area Nord, unitario e integrato, di rigenerazione e risignificazione dei luoghi, che coinvolge in sostanza quattro ambiti operativi:

    – la

rigenerazione dell’Area Reggiane all’interno della quale si svilupperà il Parco Innovazione Conoscenza e Creatività, le cui strutture – a partire dal Centro internazionale e dal Tecnopolo della Rete alta tecnologia regionale – incentivano altre aziende a collocarsi in quest’area per sviluppare filiere innovative e nuove imprese, nell’ambito delle competenze distintive del territorio, con l’obiettivo di generare e implementare nuove idee, per aumentare l’attrattività, lo sviluppo sostenibile e la competitività della città;

 

    – la

realizzazione della Stazione dell’Alta Velocità

    e la sua trasformazione in Nodo Mediopadano, infrastruttura di interscambio tra differenti sistemi ferroviari (locali, nazionali e internazionali) e di collegamento intermodale fra autostrada e Alta velocità ferroviaria in grado di consentire uno scambio diretto e veloce treno/auto e auto/treno: questo nuovo ed efficiente sistema di mobilità rappresenterà un fattore “chiave” per lo sviluppo dell’intero sistema territoriale;

 

    – la

riqualificazione e valorizzazione della “città pubblica”

    quale elemento cardine su cui assestare processi e strategie virtuosi di qualità urbana;

 

    – l’introduzione di

nuovi mezzi e sistemi tecnologici “intelligenti

    ” volti a sviluppare l’utilizzo pervasivo di servizi nell’ambito delle

Information and Communication Technologies

    (Ict) per la gestione del territorio, il controllo delle infrastrutture, il monitoraggio ambientale, l’erogazione di servizi.

Nel luglio 2014 è stato sottoscritto Atto di accordo tra Comune di Reggio Emilia e Iren Rinnovabili spa finalizzato all’attivazione e realizzazione della riqualificazione urbana della porzione dell’area delle ex Officine Meccaniche Reggiane in oggetto (“Ambito Centro intermodale (Cim) e ex Officine Reggiane. Comparto Capannone 19 – Capannone 18 – Capannone 17 – Piazzale Europa – Braccio storico viale Ramazzini”), attraverso lo strumento, previsto dalla legge regionale 19 del 1999, denominato Programma di Riqualificazione urbana (Pru), i finanziamenti del Piano nazionale della Città e del Dup e risorse private.
Nell’ambito dell’accordo, si prevede dunque la riqualificazione, attraverso un Piano urbanistico attuativo di natura pubblica, di una superficie territoriale di circa 102.820 metri quadrati, suddivisa in quattro ambiti:
– Riqualificazione di piazzale Europa;
– Riqualificazione e riapertura del braccio storico (interno alle ex officine meccaniche) di viale Ramazzini;
– Riqualificazione Capannone 17;
– Riqualificazione Capannone 18.

Stato di FattoNuovo piazzale Europa porta di accesso al Parco Innovazione e nuova polarità pubblica del quartiere – L’ambito specifico di intervento di riqualificazione di piazzale Europa occupa una superficie di 37.247 metri quadrati.
Oggi piazzale Europa è uno spazio monofunzionale pensato a parcheggio, domani sarà il display comunicativo del Parco e la sua principale porta di accesso e soprattutto un nuovo spazio pubblico multifunzione (non si perderà la funzione di parcheggio) in grado di generare nuova qualità urbana per l’area e per l’intero quartiere. Attraverso la sua riqualificazione si mira a ricreare una forte connessione tra la città e l’Area Reggiane partendo dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi e dal Tecnopolo, a trasformare il fronte nord della stazione (oggi un retro) in un “davanti” offrendo più identità agli spazi pubblici, più accoglienza, fruibilità e sicurezza e soprattutto più capacità connettiva con la stazione storica e il quartiere al di là del fascio ferroviario.
In dettaglio il progetto di riqualificazione, in coerenza con l’obiettivo di futuro insediamento nell’Area Reggiane della piattaforma logistico – tecnologica del Parco dell’innovazione, conoscenza e creatività, affronta il tema fondamentale delle connessioni e delle funzioni pubbliche per incrementare l’accessibilità all’area e fornire un sistema di servizi e funzioni aggiuntive: piazzale Europa diventa a tutti gli effetti una Piazza.
Il progetto di riqualificazione di piazzale Europa si basa su alcuni obiettivi fondamentali:
– trasformare l’attuale parcheggio in un parco, uno spazio pubblico di qualità e in relazione con il contesto;
– definire un sistema di connessioni che renda l’accesso all’area facile e veloce, con differenti modalità di trasporto, per bacini d’utenza diversi, tra il quartiere e il centro storico;
– potenziare il sistema Cim, mantenendo a regime le infrastrutture esistenti ma integrandole con servizi innovativi legati alla mobilità sostenibile
– collegare tra loro le polarità del Parco dell’innovazione attraverso un sistema di percorsi interno che le valorizzi e renda più leggibile la presenza delle singole strutture
– comunicare e mettere a sistema il Parco dell’innovazione, attraverso la definizione di alcune strutture display, segnaletiche, per comunicare le attività dell’area verso l’esterno e per facilitare le relazioni interne.

RiqualificazioneUn luogo pubblico di qualità, in posizione baricentrica rispetto alle eccellenze presenti nell’area e a tutto il sistema della mobilità. Un luogo che non sia solo di transito ma anche dove trascorrere il tempo libero. I parcheggi sono riorganizzati su un’area più estesa per favorire un aumento degli spazi a verde e dei percorsi ciclabili e pedonali che si integrano con la funzione di parcheggio. Ampie zone di verde e percorsi alberati si alternano lungo la direzione nord-sud.
In particolare si definisce un nuovo asse che collega direttamente il Centro internazionale Loris Malaguzzi, il parco stesso, la stazione ferroviaria storica, il viale 4 Novembre fino a porta San Pietro.
Gli spazi dedicati al parcheggio hanno un andamento lievemente irregolare, componendo così un orizzonte variegato che favorisce l’orientamento, dove la presenza delle auto è mitigata dai leggeri dislivelli e dalle aree verdi.

Le connessioni
Il potenziamento delle connessioni verso il centro storico parte dalla ridefinizione dei sottopassi esistenti:
– il sottopasso pedonale della stazione ferroviaria viene prolungato verso nord e collegato direttamente con piazzale Europa. Per chi arriva in treno sarà possibile vedere il parco fin dal sottopasso e raggiungere rapidamente, attraverso un ampio viale alberato, il Centro Malaguzzi, il Tecnopolo e le altre attività;
– l’uscita del sottopasso ciclabile viene ampliata e si dirama in differenti percorsi che distribuiscono i flussi che provengono dal centro storico;
– una zona di rispetto a nord dell’area, lungo il perimetro di Centro Malaguzzi e sede Cepam (villa Direttore Reggiane ora sede Arci) è prevista per collocare la sede della tramvia che potrebbe in futuro collegare il Centro storico, l’area Reggiane e raggiungere la stazione ferroviaria Av Mediopadana.
Nuove funzioni
L’opportunità ulteriore è di inserire funzioni aggiuntive per incrementare la fruizione durante tutte le ore e i giorni della settimana per dare una vocazione alternativa, che si aggiunga a quella di piattaforma intermodale, per attrarre nuovi flussi e per adattarsi ai cambiamenti futuri del contesto, fornendo spazi pubblici e servizi per le attività presenti, che si insedieranno e a servizio del quartiere Santa Croce.
Assi e percorsi ciclo pedonali
La trama delle aree verdi, configurate secondo la direzione prevalente nord-sud, definisce e permette le connessioni necessarie per raggiungere tutto il perimetro e le polarità che vi si affacciano. Oltre ai percorsi nord-sud, è prevista la realizzazione di 2 assi pedonali est-ovest che intercettano tutti gli altri percorsi. Uno, a nord, si allinea con l’ingresso principale del Tecnopolo. Un altro, a sud, coerentemente al progetto di recupero del quadrante sud-ovest dell’area Reggiane, funge da ingresso al piazzale tra i capannoni 17 e 15.
Il sistema crea una rete che si attesta sugli ingressi dei principali edifici che si affacciano sul piazzale Europa, e lascia respiro e leggibilità ai rispettivi prospetti.
Maggiore attenzione è stata dedicata al fronte Nord della stazione ferroviaria centrale, zona nodale rispetto a tutti i flussi del sistema Cim, in cui vengono intercettati i percorsi ciclabili e pedonali portanti che collegano la stazione, l’autostazione e i parcheggi con il Centro storico e il Parco dell’Innovazione.

Display
Uno degli aspetti fondamentali per la riqualificazione dell’area e lo sviluppo del Parco dell’innovazione è riuscire a comunicare e rendere visibili dall’esterno e con immediatezza le attività che vi si svolgono. L’intervento prevede due punti “segnaletici” all’intersezione dei flussi principali. Risulta così possibile combinare le informazioni legate al Parco Innovazione e al sistema della mobilità.
Sistema della mobilità pubblica
L’accesso all’autostazione viene modificato. Gli autobus extraurbani potranno entrare nell’autostazione, non interferendo con il parcheggio scambiatore, tramite la strada a ovest, tra piazzale Europa e l’area ex-Gallinari. Rimane comunque la possibilità di sfruttare l’area “sosta veloce” a nord, tra il parcheggio e l’autostazione, utilizzato soprattutto da linee di lunga percorrenza. In questo caso, dal momento che non è possibile effettuare la manovra di inversione tramite la rotatoria a ovest, è ammessa l’uscita tramite l’asse centrale di ingresso e uscita al parcheggio. La riapertura del braccio storico di viale Ramazzini sostituirà per le linee di trasporto pubblico che provengono e vanno verso Sud l’attuale accesso di via Agosti.

Sistema della mobilità privata e parcheggi
L’area del parcheggio scambiatore oggetto di intervento viene ridistribuita in 3 comparti principali, distinti con accesso differenziato. Rispetto al funzionamento attuale viene eliminata la distribuzione ad anello esterna. L’obiettivo è ridurre l’impatto del parcheggio nel suo insieme, la velocità di percorrenza nel parcheggio e limitare le interferenze tra i percorsi ciclabili e pedonali portanti di progetto che attraversano l’area per una maggiore fruibilità al transito pedonale. I comparti sono tra loro comunicanti per facilitare la ricerca del parcheggio, ma l’intenzione è installare sistemi di monitoraggio e informazione in tempo reale dell’utilizzo del parcheggio per agevolare e minimizzare la circolazione interna degli utenti e le interferenze. In seguito alla ridistribuzione dei parcheggi il numero di posti auto totali è rimasto pressoché invariato.

Il progetto del verde
Nei casi di progetti di recupero e riconversione di aree post-industriali, la necessità di ricostruire una qualità ecologica e paesaggistica, come presupposto al loro rilancio economico, deve essere una priorità. I vuoti fisici tra gli edifici dismessi, le aree a parcheggio, le pertinenze, suggeriscono la necessità di prevedere una maglia vegetale ad alta valenza ecologica. Si tratta di un concept progettuale capace di attivare un “sistema paesaggio” che porti alla percezione di tratti estetici efficaci e ad armonia architettonica con l’intorno, ma che risponda anche a fondamentali requisiti funzionali di natura ecologica. Nel caso del piazzale Europa, si vuole partire da un riutilizzo delle piante esistenti, da implementare con l’impianto di alberi di specie autoctone o specie particolarmente adattabili; questa scelta dovrà dare la sensazione di una certa naturalità e spontaneità d’impianto che uniti al particolare disegno delle linee di parcheggio, produrrà un favorevole inserimento dell’area parcheggio.
Alcune zone nei pressi dei capannoni e in prossimità del limite ferroviario a sud del comparto, saranno trattate con impianti a densità boschiva, limitate a certe aree, ma capaci di dare un significativo contributo al valore ecologico del paesaggio proposto, insieme ad aiuole e manti erbosi sempre con specie autoctone.

Il ritorno di Viale Ramazzini L’ambito specifico di intervento di riapertura del braccio storico di viale Ramazzini, inglobato intorno agli anni Quaranta del Novecento dall’espansione delle officine Meccaniche Reggiane, occupa una superficie di 29.343 metri quadrati.
A sud vi si affacciano i capannoni 11 e 18, a nord i capannoni 10, 22 e 25. L’asse è orientato est-ovest; a est termina di fronte all’ingresso principale del Centro Malaguzzi, a ovest interseca viale del Partigiano.
Oggi la strada un tratto carrabile dismesso.
La posizione di questo tratto stradale non utilizzato è strategica perché, oltre ad attraversare il settore baricentrico dell’area Reggiane, è collegato alle arterie stradali di accesso alla città (tangenziale Nord, via dell’Aeronautica) e al Cim, in posizione di cerniera tra la mobilità su gomma privata e pubblica. Risulta quindi un asse fondamentale per lo sviluppo dell’area Reggiane e per il potenziamento del sistema della mobilità.
La riapertura, riqualificazione morfologica e riorganizzazione funzionale del braccio storico di viale Ramazzini, dorsale delle funzioni e degli spazi pubblici più rilevanti e direttrice distributiva della viabilità, consentirà un accesso diretto al “fulcro” del Parco dell’Innovazione.
Il progetto si basa in sostanza su alcuni obiettivi fondamentali:
– organizzare la mobilità pubblica e privata interna all’area Reggiane;
– garantire un’accessibilità efficace e diretta rispetto alla viabilità carrabile portante (tangenziale e via dell’Aeronautica) al Parco dell’Innovazione e il Centro Intermodale della Mobilità;
– dotare l’area di una dorsale di affaccio che valorizzi le attività e i servizi esistenti (Centro Malaguzzi, Tecnopolo) e di futuro insediamento;
– configurare una infrastruttura adattabile alle esigenze dell’area rispetto a proiezioni di medio e lungo termine;
– dotare l’area di una dorsale principale per le reti tecnologiche principali.

Sezione stradale
Il progetto definitivo propone una corsia per senso di marcia, divise da una fascia di rispetto che dissuada i sorpassi e agevoli gli attraversamenti perdonali.
Su entrambi i lati del viale è prevista una bike-lane per rendere il percorso facilmente ciclabile, soprattutto nell’ottica di futuri sviluppi dell’area Campovolo e permettere una percorribilità est-ovest veloce. Inoltre adotta uno schema già in altri casi sperimentato a Reggio Emilia in situazioni dove la compresenza di mezzi diversi è utile ad una regolamentazione e riduzione indiretta della velocità di percorrenza. Oltre la carreggiata, i marciapiedi si estendono fino agli edifici circostanti garantendo la libera circolazione di pedoni e bici in sede comune. Il dislivello rispetto la sede stradale è minimo per garantire una più libera circolazione delle bici in entrata e uscita della corsia ciclabile.

Mobilità pubblica
La riapertura del braccio storico di viale Ramazzini sostituirà, per le linee che provengono e vanno verso Sud, l’attuale accesso di via Agosti. L’adattabilità del progetto si esplica anche nella capacità di potere ospitare in futuro anche possibili riorganizzazioni strutturali del Trasporto pubblico.

Spazi pubblici
A lato della carreggiata le distanze sono variabili e dettate dal contesto, ma sufficienti per generare spazi di ampie dimensioni tali da accogliere la compresenza di bici e pedoni e assumere la connotazione di vero e proprio spazio pubblico. I marciapiedi sono integrati infatti con aree verdi e sedute. Sul lato nord è presente uno spazio vuoto che, una volta bonificato, diventerà un’ampia zona verde.

Paesaggio nel viale
Il nuovo paesaggio delle Reggiane deve trovare una decisa armonia. La vegetazione ha un ruolo preciso, fondamentale, dalla capacità di ammorbidire la rigida architettura post-industriale, alla funzione depurante del suolo e dell’aria, dando origine ad un ritrovato benessere ambientale.
Nel nuovo progetto di viale Ramazzini si vuole creare uno sviluppo prospettico forte , con la messa a dimora di due filari di Platanus x hybrida Vallis clausa, ovvero varietà resistente al Cancro colorato del platano, che può mettere in seria discussione la specie originaria. Al di sotto delle aiuole di coltivazione sarà disposta una vegetazione erbacea analoga a piazzale Europa con Miscanthus spp, Calamagrostis spp e Pennisetum spp.

Render capannone 17Riqualificazione architettonica e funzionale dei capannoni 18 e 17 – L’ambito specifico di intervento del Capannone 18 occupa una superficie di 20.411 metri quadrati, mentre l’ambito specifico di intervento del Capannone 17 conta una superficie di 9.673 metri quadrati.
Il progetto prevede il recupero e la valorizzazione delle struttura industriali esistenti, intese come pregevole testimonianza della memoria storica del contesto, e la loro riqualificazione allo scopo di collocazione di centri di ricerca, start-up e spin-off d’impresa, nuove realtà produttive provenienti dal territorio provinciale e dall’Area vasta, attività legate al terziario avanzato, alla cultura e ai servizi.
Le opere verranno realizzate secondo criteri di sostenibilità ambientale, flessibilità ed efficienza energetica, e strettamente commisurata alle esigenze delle aziende che vi si verranno ad insediare. In particolare, il progetto di recupero funzionale prevede la valorizzazione di due spazi principali: il primo lungo il confine Est affacciato al Tecnopolo, il secondo (perpendicolare al primo) con affaccio a Sud verso la stazione ferroviaria centrale e il dismesso Capannone 15.
Capannone 18In entrambi i padiglioni, il progetto prosegue il concept adottato nel Tecnopolo, considerando l’estensione dello spazio pubblico, ricavato all’interno degli edifici, come un continuum dello spazio fisico delle future piazze antistanti l’edificio.
I percorsi ottempereranno alle prescrizioni normative in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e consentiranno di realizzare allestimenti temporanei per la ricerca, l’esposizione e lo spettacolo.
I fabbricati verranno restaurati in modo conservativo, mediante il recupero e il consolidamento dei paramenti murari e delle strutture di copertura, in acciaio e in calcestruzzo.
Verranno inseriti pannelli fotovoltaici con una produzione sufficiente ad eliminare i costi di gestione di illuminazione delle parti comuni.
La riqualificazione delle aree circostanti prevede la realizzazione di spazi di relazione e percorrenza integrati ad un sistema.
La configurazione degli edifici si presenta a pianta semilibera, impostato su una maglia strutturale con campate di circa 5 metri, con la possibilità di aumentare la superficie utile sfruttando i doppi volumi e le soluzioni pluripiano.
Lo schema di layout, rispettoso del rigore della scansione della struttura, è tuttavia libero dal punto di vista distributivo.
Il progetto prevede la realizzazione di giardini interni, così detti indoor, nonché l’organizzazione delle aree esterne agli edifici con i giardini pertinenziali. Questi ultimi saranno formati da una vegetazione arborea di piccole dimensioni, piante rampicanti, giardini verticali e piante erbacee, tutte appartenenti a specie autoctone o particolarmente adattabili. Questo impianto dovrà collegare la vegetazione dei giardini del complesso ex Reggiane con i giardini indoor, mediante affacci e varchi, costituendo un suggestivo effetto, alleggerendo la monotonia dell’importante sviluppo dei muri dei capannoni.

fonte: municipio.re.it