«L’amore, quello vero? Inizia quando si sceglie di amare qualcuno nonostante tutti i suoi limiti umani, ancora prima che diventi una persona più amabile»

Famiglia Cristiana

Nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio, ci facciamo aiutare da Flavio Parente, medico chirurgo e autore San Paolo, a capire cos’è l’amore. «L’amore è esercizio. Come i bambini che stanno imparando a camminare e ogni volta che cadono si rialzano per capire come non cadere più, così è l’amore: più ci si esercita ad amare e più si impara a non cadere e non farsi male».

Eppure anche nella coppia più solida può arrivare la crisi.
«La crisi è un passaggio inevitabile nel ciclo vitale della coppia (incontro, innamoramento, illusione e delusione) che fa parte a sua volta del ciclo vitale con cui si crea la famiglia. Ma più che una condanna o una pietra da scagliare, il conflitto di coppia può e deve essere un’opportunità di cambiamento, un germoglio da far fiorire. La forza della coppia regna nella preghiera, nell’affidarsi e consegnare le criticità a Colui che conosce e predispone le basi per la rinascita. La fede è la fune a cui aggrapparsi; il luogo in cui la coppia può cercare aiuto è la stanza dello psicoterapeuta di coppia e/o familiare. Amare è perdonare, ma soprattutto è mettersi sempre in gioco. Per fare questo, bisogna compiere prima un atto di volontà, poi un atto di fede. È necessario separare l’errore da chi lo commette, poiché tutti possono sbagliare, ma possono anche migliorare e correggersi».

Il libro San Paolo uscito in librerai il 9 febbraio

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Quali sono i motivi che possono mettere in difficoltà un rapporto?
«La mancanza di tempo; è necessario che ci siano un tempo della coppia, un tempo della famiglia, un tempo individuale e un tempo per il lavoro. Avere dei segreti e non confidarsi, ovvero non rivelarsi all’altro con piena fiducia; non vivere la sessualità, una dimensione fondamentale dell’intimità; non pregare: per costruire l’intimità, la sessualità e il rapporto di confidenza è necessaria la preghiera; l’ingerenza delle famiglie di origine è una delle cause principali di rottura dei rapporti. Infine, i soldi intesi come i beni e gli interessi materiali che portano a cambiare in modo distorto le priorità di ciascuno quando diventano degli idoli».

Nel libro San Paolo in libreria dal 9 febbraio,  Superare la crisi di coppia – Un percorso di rinascita tra psicologia e spiritualità cita un vademecum per litigare in modo sano. Davvero si può?
«Certo, ci sono delle regole di coppia: disinnescare le situazioni esplosive, non accusando ma domandando e sintetizzando; non parlare del passato: gli errori fatti non vanno rimarcati; non litigare davanti ai figli – potrebbero aver paura di essere abbandonati; non litigare davanti ai genitori – i panni sporchi si sa…; non parlare di separazione e divorzio: non aiuta a trovare una soluzione; non fare ciò che all’altro dà fastidio; non pretendere di avere sempre ragione; non rimanere troppo tempo senza aver fatto la pace; non fare male né con le parole, né fisicamente. E poi ci sono le regole individuali: usare buone maniere e non alzare la voce, risolvere i rancori per le cose passate».

Alla fine, così, la crisi sembra un’occasione!
«Lo è se la si sa sfruttare non come un evento di distruzione, ma come un’occasione per ottenere un bene maggiore: impostare un vero matrimonio!».

La dedica del libro recita “A noi tre: ieri, oggi e per sempre”. A chi è rivolta?
«Quale giorno migliore di oggi visto che è san Valentino per spiegare quanto mi ha appena chiesto: è una dedica a mia moglie e mio figlio e all’insostituibile dono della famiglia che è fatto di ieri, oggi e per sempre»

Scenari. La festa degli innamorati nel giorno delle ceneri

che giorno e san valentino 2024 – foyercj2.tapeka.com

Cosa c’entra San Valentino con la Quaresima? Quasi nulla, verrebbe subito da dire. Cosa possono avere in comune la ricorrenza, che secondo un certo immaginario, sollecita pensieri di tenerezza un po’ sdolcinata e stucchevole e quella che, al contrario, rimanda al rigore un po’ ascetico della penitenza e della rinuncia? Difficile trovare punti di contatto. Invece è esattamente il contrario. E non soltanto perché quest’anno la giornata degli innamorati e quella che apre al percorso di preparazione pasquale cadono lo stesso giorno, ma soprattutto perché nell’amore come nella Quaresima bisogna andare alla ricerca di ciò che conta davvero, bisogna rimettere un po’ d’ordine nelle relazioni più importanti, bisogna puntare su nuovi modelli di autenticità e di coerenza. E quindi, a pensarci bene, e patto di liberarsi dei troppi luoghi comini che schiacciano queste due date sotto una coltre di riferimenti troppo scontati, i valori che dovrebbero essere approfonditi e messi in luce a San Valentino sono anche quelli quaresimali.
E quali sono questi valori? Lo spiega bene papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima. Il deficit di speranza, per esempio, che pesa sul cuore degli adulti è lo stesso che ha finito per contagiare anche troppi giovani incapaci di guardare con positività al futuro della loro relazione, di progettare un domani insieme al di là delle reciproche fragilità, di sciogliere il ghiaccio dell’incertezza con il fuoco dell’immaginazione. Continuando a prospettare loro un avvenire di percorsi esistenziali instabili e scivolosi, li abbiamo convinti dell’opportunità di allontanarsi il meno possibile dai confini domestici, tanto confortevoli quanto limitanti. Certo, troppo lavori sono precari, il costo delle abitazioni è inaccessibile alla maggior parte delle giovani coppie, gi aiuti pubblici sono sporadici e quasi sempre inefficaci, ma sarebbe troppo facile additare tutto ciò come unica giustificazione della progressiva incapacità di allargare lo sguardo dell’anima oltre gli ostacoli della realtà, ignorando quanto sia pesante nel cuore dei giovani la negatività che respirano ovunque quando si parla di immaginare un futuro insieme.
E quanto siano deleteri quelli che, nel messaggio per la Quaresima, il Papa definisce gli idoli del potere. Quei condizionamenti che inducono a cercare sempre il proprio tornaconto, che leggono ogni relazione come un rapporto di potere e di interesse, che impediscono di concretizzare qualsiasi impegno ideale per la giustizia sociale – dove sono i giovani che scendono in piazza per i grandi ideali, per un’umanità migliore, per cambiare il mondo? – sono anche gli stessi che atrofizzano il cuore, che imbavagliano i sentimenti e impediscono di trasformare la vaghezza di un trasporto amoroso in una trama consolidata di obiettivi comuni e importanti. Cosa vuol dire allora, nella giornata che celebra l’amore, liberarsi da quella che papa Francesco definisce nel Messaggio quaresimale “schiavitù degli idoli”? Certamente significa comprendere che in una relazione di autentica reciprocità occorre mettere da parte le illusioni di una felicità senza smagliature per imparare a condividere anche le notti del cuore, cioè i momenti difficili, le imperfezioni e le paure.
Non c’è amore autentico che non abbia fatto sintesi delle reciproche vulnerabilità e non abbia imparato che si cresce solo insieme, solo comprendendo con sguardi di tenerezza il dolore che prima o poi spunta come inevitabile conseguenza delle tante imperfezioni esistenti dentro e fuori di noi. Accogliere le ferite dell’altro/a e attendere che la guarigione indichi a entrambi una nuova modalità di comunione nell’autenticità e nel rispetto, è la sola strada per accogliersi ogni giorno, con uno sguardo che parli di volontà rinnovata. L’amore che costruisce il futuro si nutre della stessa essenza indispensabile a quella conversione dei piccoli passi quotidiani per cui papa Francesco invoca un sussulto di creatività. Ecco perché, a San Valentino e in Quaresima – ma anche in qualsiasi altro momento – l’amore non è solo un rischio da accettare, ma è anche una festa che alimenta il cambiamento, è una gioia capace di trasformare il sogno di una donna e di un uomo in spinta evolutiva per tutta l’umanità.
Se non spieghiamo ai nostri ragazzi che c’è tutto questo dietro ai cuori di cioccolato e ai messaggini mielosi, avremo perso una preziosa occasione educativa. E anche per liberare un po’ il senso della Quaresima dal suo involucro di ingombrante e inutile mestizia.

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La storia. San Valentino non è solo fiori e cioccolatini

Una giorno da vivere nel segno dell’amore o un semplice appuntamento commerciale? Il 14 febbraio, San Valentino (che quest’anno coincide con le ceneri) divide. Celebrata a Terni la festa dei fidanzati

Una coppia davanti a una vetrina addobbata per san Valentino

Una coppia davanti a una vetrina addobbata per san Valentino – Foto di archivio

Quelli che «va bene tutto ma san Valentino no. Stasera sto a casa, magari mi guardo un film». Quelli che «mica mi faccio fregare, è solo un giorno succhiasoldi. E poi si festeggiano Cirillo e Metodio, due grandissimi santi». Ma ci sono anche quelli che «è un appuntamento così romantico, mi piace un sacco». E quelli che «almeno un fiore lo regalo sempre. Un piccolo segno ma importante». Pochi giorni appassionano e dividono come il 14 febbraio. E il santo, Valentino, c’entra poco. Il problema è semmai il business nato intorno alla “festa degli innamorati”, che di sicuro non si fermerà neppure quest’anno in cui coincide con il mercoledì delle ceneri, cioè per le Chiese di rito romano l’inizio della Quaresima. Secondo le stime della Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi) 5 milioni e mezzo di italiani la sera del 14 febbraio ceneranno fuori, spendendo mediamente 53 euro a persona per un ammontare complessivo di 290 milioni, in crescita de 7.4% rispetto al 2023. Più costosi anche i regali “classici”, con rincari intorno all’8%, ma più alti per i cioccolatini (+ 22%) e per i cofanetti per il trattamento corpo (+25%) molto gettonati in questo periodo.

Una raffiguazione di san  Valentino

Una raffiguazione di san Valentino – Foto di archivio

Fin qui, dunque, l’arido linguaggio del commercio, con cui san Valentino ha poco da spartire. Lui, semplicemente, si è limitato a difendere e benedire l’amore vero. Le biografie che ne raccontano la vita lo presentano come vescovo di Terni vissuto nel IV secolo e in particolare si soffermano sull’episodio che lo rese celebre. La storia riguarda tre nobili ateniesi, Proculo, Efebo e Apollonio giunti a Roma dal retore Cratone maestro di greco e latino il cui figlio era affetto da una grave deformità. Venuto a conoscenza delle particolari capacità di Valentino, Cratone lo chiamò a Roma promettendogli di farsi battezzare se il figlio fosse guarito. E così fece: risanato il figlio si battezzò con tutta la sua famiglia, i tre nobili ateniesi e Abbondio, figlio del prefetto Furioso Placido. Quest’ultimo, saputo della conversione di Abbondio, fece decapitare il santo al secondo miglio della via Flaminia, ma di nascosto per evitare tumulti popolari. Il corpo di Valentino sarebbe poi stato portato a Terni da Proculo. Efebo e Apollonio a loro volta martirizzati e seppelliti presso la tomba del vescovo.

La festa degli innamorati

Quanto al legame di Valentino con gli innamorati, dipenderebbe principalmente da un racconto di Geoffrey Chaucer (1343-1400) secondo il quale il giorno di San Valentino gli uccelli iniziano le loro danze d’amore. Un’altra storia vuole invece che il santo facesse riappacificare le coppie, come nel caso di due fidanzati cui Valentino mise in mano una rosa, raccomandando loro di non pungersi. Recitata poi una preghiera, i ragazzi smisero di bisticciare. C’è poi il racconto del legionario pagano innamorato di una cristiana con cui si vuole sposare malgrado il no della famiglia di lei. Il ragazzo si rivolge a Valentino che lo battezza per boi benedire le nozze.
Al di là delle narrazioni più o meno certificate resta comunque la devozione verso un grande santo. Legame particolarmente forte a Terni dove la Messa solenne è stata celebrata domenica scorsa, vista la concomitanza del 14 febbraio con le ceneri. E all’omelia il vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Francesco Antonio Soddu ha sottolineato come «solo l’amore metta in atto delle buone relazioni tra le persone, quelle che mirano alla comunione e non alla divisione o disgregazione, che cercano di costruire ponti e non di innalzare muri».

La Messa solenne celebrata domenica scorsa a Terni

La Messa solenne celebrata domenica scorsa a Terni – Foto diocesi di Terni-Narni-Amelia

 

Il 4 febbraio invece, sempre a Terni è stata invece celebrata la “Festa della promessa” cui da tradizione partecipato le coppie, quaranta questa volta, che si sposeranno entro l’anno. È stata l’occasione per riflettere sull’importanza del cammino di preparazione legato al fidanzamento. «Le promessa che vi scambiate davanti a san Valentino -ha detto nell’occasione monsignor Soddu – non sono delle parole e neanche dei sentimenti che oggi vi sentite di condividere, ma è la vita stessa che intendete fondare l’uno sull’altra e viceversa». Nel segno di un santo coraggioso e di straordinario spessore umano e spirituale, che certo non può essere ridotto a icona di cene a lume di candela o cioccolatini.

avvenire.it

Santo del Giorno 14 FEBBRAIO  Santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo

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Santo del Giorno 14 FEBBRAIO 

Santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo

Dal Martirologio

Festa dei santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo. Questi due fratelli di Salonicco, mandati in Moravia dal vescovo di Costantinopoli Fozio, vi predicarono la fede cristiana e crearono un alfabeto per tradurre i libri sacri dal greco in lingua slava.
Venuti a Roma, Cirillo, il cui nome prima era Costantino, colpito da malattia, si fece monaco e in questo giorno si addormentò nel Signore.
Metodio, invece, ordinato da papa Adriano II vescovo di Srijem, nell’odierna Croazia, evangelizzò la Pannonia senza lesinare fatiche, dovendo sopportare molti dissidi rivolti contro di lui, ma venendo sempre sostenuto dai Romani Pontefici; a Staré Mesto in Moravia, il 6 aprile, ricevette il compenso delle sue fatiche.

Altri Santi

San Valentino, martire; san Vitale, martire; san Zenone, martire; sant’Eleucadio, vescovo; sant’Antonino, abate.
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San Valentino Martire 14 febbraio

Patronato: Innamorati, Amanti

Etimologia: Valentino = che sta bene, sano, forte, robusto, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Palma

Martirologio Romano: A Roma sulla via Flaminia presso il ponte Milvio, san Valentino, martire.

La più antica notizia di S.Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secc.V-VI dove compare il suo anniversario di morte. Ancora nel sec. VIII un altro documento ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, successivo martirio di questi e loro sepoltura. Altri testi del sec. VI, raccontano che S.Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al figlio del Prefetto della città. Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano fu decollato a Roma. Era il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato a Terni al LXIII miglio della Via Flaminia. Fu tra i primi vescovi di Terni, consacrato da S.Feliciano vescovo di Foligno nel 197. Preceduto da S.Pellegrino e S.Antimo, fratello dei SS.Cosma e Damiano.

IL CULTO

S.Valentino fu sepolto in un’area cimiteriale nei pressi dell’attuale Basilica. E’ sicuro che quel cimitero già esisteva in età pagana. Da questa zona provengono alcuni reperti le più antiche risalgono ai secc. IV-V. Si tratta di titoli sepolcrali. Il pezzo più interessante è il sarcofago a “teste allineate” del sec.IV ora conservato in Palazzo Carrara. E’il tradizionale sarcofago paleocristiano dove sono scolpite attorno alla figura del defunto orante, Scene della vita di Cristo. La prima basilica fu costruita nel sec.IV dato che la collocazione dell’edificio, fuori delle mura della città e in area cimiteriale e sopra la tomba del martire. Distrutta dai Goti, insieme alla città nel sec. VI, sarebbe stata ricostruita nel sec.VII. A conferma di questa ultima costruzione fu il rinvenimento di una moneta di Eraclio del 641. Al periodo della prima costruzione o a quella della ricostruzione del sec.VII, dovrebbe risalire la cripta con l’altare ad arcosolio, cioè sotto una nicchia coperta da un arco e sopra la tomba del martire. Intorno al sec.VII la basilica fu affidata ai Benedettini. Nel 742 vi avvenne l’incontro storico tra il papa Zaccaria partito da Roma verso Terni e il vecchio re longobardo Liutprando. La scelta della Basilica di S.Valentino fu fatta dal re perché all’interno di quella si veneravano le spoglie del glorioso martire alle quali egli attribuiva un valore taumaturgico. Da quell’incontro il re donava al pontefice alcune città italiane tra le quali Sutri.
Qui il pontefice ordinò il nuovo vescovo di Terni alla cui morte (760) la città rimase priva del pastore fino al 1218. In questo periodo la basilica fu ggetto di scorrerie prima di Ungari poi Normanni e Saraceni poi degli abitanti di Narni che vantavano pretese su alcuni territori e sulla Basilica. Onorio III nel 1219 vi si recò e consegnò la Basilica al clero locale. Da questo anno in poi non sappiamo più nulla dello stato di conservazione della Basilica. Agli inizi del 1600 doveva apparire fatiscente.

LA RICOGNIZIONE

Nel 1605 il vescovo Giovanni Antonio Onorati, ottenuto il permesso da papa Paolo V, fece iniziare le ricerche del corpo del Santo. Erano partite da tempo anche a Roma le ricerche dei primi martiri della Chiesa e per autenticare la loro esistenza e per accrescerne la venerazione. Il corpo di S.Valentino fu presto rinvenuto in una cassa di piombo contenuta entro un’urna di marmo rozza esternamente ma all’interno intagliata con rilievi. La testa era separata dal busto a conferma della morte avvenuta per decapitazione. Fu portata subito in Cattedrale. Nessuno in città voleva che il corpo del loro martire riposasse nella chiesa madre. Neanche la Congregazione dei Riti era favorevole poiché le reliquie dovevano essere venerate là dove erano state sepolte. Così si decise di ricostruire una nuova Basilica.

LA NUOVA BASILICA

I lavori per la costruzione della Basilica iniziarono nel 1606 e durarono alcuni anni ma già dal 1609 questa poté essere officiata dai PP.Carmelitani, chiamati a custodirla. Nel 1618 il corpo del santo vescovo e martire venne solennemente riportato nella sua Basilica. Nel 1625 l’Arciduca Leopoldo d’Austria, diretto a Roma, fece visita alla Basilica e si assunse la spese per la costruzione di un nuovo altare maggiore in marmo, completato nel 1632, impegnandosi a rendere alla Basilica una parte del cranio del Santo donata alcuni secoli prima ad un suo antenato. Dietro all’altare maggiore è il coro con la “confessione” di S.Valentino, un altare costruito sopra la tomba del martire. Al centro è una tela ovale che ricorda il martirio del santo, opera della fine del sec. XVII. L’episodio del Duca Leopoldo fornì l’occasione per un radicale rinnovamento dell’architettura del tempio, condotto a termine grazie anche all’opera di molti ternani. La Basilica si presenta secondo uno schema caro ai teorici della Controriforma: grande navata unica con attorno cappelle laterali, due grandi cappelle costituiscono il transetto, presbiterio e dietro l’altare del martire con la “confessione”. La facciata del sec.XVII è animata da paraste, un grande portale sormontato da un finestrone. Le statue in stucco raffigurano in alto i santi patroni della città Valentino e Anastasio (+649) e sono state aggiunte nel sec.XIX. L’interno è animato da grandi paraste con capitelli in stile ionico con ghirlande. Queste sorreggono un architrave sporgente dentellato. Due cappelle per lato erano proprietà di alcune famiglie importanti della città. Le più interessanti sono le cappelle del transetto. Quella di destra è dedicata a S.Michele arcangelo ed era la cappella privata della famiglia Sciamanna. Ai lati infatti sono i monumenti funebri di alcuni membri tra i quali un certo Brunoro, vescovo di Caserta morto nel 1647. Al centro è la bella pala con S.Michele che sconfigge il demonio dell’artista romano Giuseppe Cesari detto il “Cavalier d’Arpino”. Esponente di una pittura colta e raffinata, docile alle richieste della Chiesa, che tornava a privilegiare chiarezza dell’espressione e il decoro nella rappresentazione delle figure sacre. Questa immagine è una chiara ripresa del classicismo di Raffaello: equilibrio della posa e fermezza dell’atteggiamento. L’altra cappella è dedicata alla santa carmelitana Teresa d’Avila. La bella pala centrale raffigura la Madonna con il Bambino tra i SS.Giuseppe e Teresa dell’artista Lucas De La Haye, monaco carmelitano della seconda metà del sec. XVII. L’artista fu l’incarico principale della decorazione della basilica. Infatti oltre a questa lascia altri capolavori tra i quali la bella pala centrale con S.Valentino chiede la protezione della Vergine su Terni e ancora una Adorazione dei pastori e una Adorazione dei Magi. Sempre per la basilica realizza le tele con i Quattro evangelisti e una serie con i Martiri ternani (Catulo, Saturnino, Lucio e magno discepoli di Valentino) conservati nella navata. Il suo stile è pienamente barocco: figure ricoperte di sontuosi panneggi che si agitano al vento, intrisi di un colore caldo che fa pensare anche ad un’influenza sull’artista della pittura veneta forse filtrata dal Rubens romano. Al centro del coro è una grande tela raffigurante la Crocifissione dove traspaiono figure intrise di grande drammaticità. Un ultimo capolavoro si può ammirare in una delle cappelle della navata. Si tratta di una tela raffigurante la Madonna con il Bambino ed i SS. Lorenzo, Giovanni Battista e Bartolomeo del 1635, opera di Andrea Polinori, cittadino di Todi. L’ispirazione dell’artista è il Caravaggio ma è abile a regolarizzarlo e depurarlo di ogni aggressività.
L’ambiente della cripta presenta l’antico altare ad arcosolio (inserito in una nicchia voltata a botte sopra la tomba del martire) nel quale furono rinvenute le reliquie di S.Valentino. Alcuni reperti dell’area valentiniana sono stati riuniti nell’ambiente accanto alla cripta.

LA LEGGENDA

La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. Le più interessanti sono quelle che dicono il santo martire amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un’unione felice. Oggi la festa di S.Valentino è celebrata ovunque come Santo dell’Amore. L’invito e la forza dell’amore che è racchiuso nel messaggio di S.Valentino deve essere considerato anche da altre angolazioni, oltre che dall’ormai esclusivo significato del rapporto tra uomo e donna. L’Amore è Dio stesso e caratterizza l’uomo, immagine di Dio. Nell’Amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità della famiglia e dell’intera umanità.

GLI EVENTI

A Terni è sorta la “Fondazione S.Valentino”, che cura il culto del Santo durante l’intero mese di febbraio:vi sono programmate grandi iniziative di fede e di cultura, di arte e di scienza, di spettacolo e di divertimento.Da quest’anno è nata inoltre l’Associazione “San Valentino Festival” promossa da Comune, Provincia, Camera di Commercio, Diocesi, Sviluppumbria e Consorzio Cometa per organizzare eventi valentiniani anche nel resto dell’anno.

Fonte:
www.diocesi.terni.it

san.valentino

 

Il caso Pakistan, chi ha paura di San Valentino?

San Valentino metterebbe a rischio un’intera società e minaccerebbe di attivare nei giovani un processo di avvicinamento a celebrazioni “pagane” che potrebbe presto coinvolgere il Natale cristiano.

Una visione che – sebbene condivisa con varie sfumature nei Paesi di stretta osservanza islamica – evidenzia le contraddizioni del Pakistan, secondo Paese musulmano al mondo come popolazione che da giorni si preparava alla giornata odierna con slancio commerciale e qualche apprensione.

Al vertice della sconfessione di una celebrazione fatta propria, spontaneamente, da una consistente parte del globo lontana dai Paesi di tradizione cristiana dov’è nata, lo stesso presidente Mamnoon Hussain. Rivolgendosi venerdì agli studenti per ricordare un eroe dell’indipendenza, ha non solo segnalato che «San Valentino non fa parte della tradizione musulmana», ma anche che «non ha alcun punto di contatto con la nostra cultura e non dovrebbe essere osservata».

Un giornale conservatore in lingua urdu ha pubblicato uno spazio pubblicitario pagato da un’azienda locale. «Riflettete – ha esortato i lettori –. Domani i nostri figli potrebbero iniziare a celebrare il Diwali indù o il Natale cristiano e chissà quali altre celebrazioni non islamiche. Perciò cacciamo questo festival di oscenità dalle nostre vite».

Una concezione alla base della risoluzione di censura votata all’unanimità dall’assemblea provinciale del Khyber Pakhtunkhwa. «Non c’è posto nella nostra cultura e nella nostra civiltà per un giorno così inutile e osceno il cui scopo è far crescere volgarità e indecenza nei nostri giovani», si legge nella risoluzione. Se da parte della massima carica del Paese la presa di posizione sembra essere l’ennesima concessione ai radicali che tengono in ostaggio il Pakistan, quella dei politici del Khyber Pakhtunkhwa è nel segno dell’opportunismo.

Non a caso gli islamisti sono al potere dove prevalgono logiche tribali, oscurantismo e interessi particolari. Gli stessi che alimentano la casistica dei delitti d’onore, degli attacchi alle scuole femminili, dello stupro di donne delle minoranze per costringerle alla conversione e al matrimonio, degli agguati ai vaccinatori anti-polio.

Tuttavia, la necessità di imporre il divieto indica anche il timore dei gruppi radicali verso una società che faticano a imbrigliare. Non a caso alla vigilia di San Valentino si è riaccesa la tensione fra favorevoli e contrari. Non a caso la proibizione decretata a Kohat è stata ritirata di fronte all’opposizione dell’opinione pubblica. Non a caso, come in molte altre città, i negozi di Peshawar, capoluogo del Khyber Pakhtunkhwa in mano al Jamaat-e-Islami, hanno ancora una volta esposto palloncini, cuori e orsetti rossi, cioccolato e rose.

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