Torna il 14 Aprile anche a Reggio Emilia Vivicittà, “la corsa piu’ grande del mondo” compie 40 anni

REGGIO EMILIA – “Pronti, partenza, via!” Era una domenica, 1 aprile 1984 quando fischiò la prima partenza di Vivicittà. Quel giorno corsero contemporaneamente migliaia di persone in 20 città italiana in nome della pace, dei diritti e dell’ambiente. A Reggio Emilia si partì l’anno successivo, ma da allora la corsa non è ancora finita.

Vivicittà edizione 2023

Domenica 14 aprile in piazza della Vittoria podisti e amanti della corsa si danno appuntamento alle 8:00 per prendere parte alla “corsa più grande del mondo”, che partirà alle 9:30 con la diretta su Radio 1 Rai a cui prenderanno parte migliaia di bambini con le loro famiglie.

Per la corsa competitiva il percorso, perfettamente misurato, è sulla distanza di 10 km all’interno del centro storico reggiano con una classifica compensata a livello nazionale composta dagli atleti italiani e stranieri che aderiranno alla manifestazione.

Sesta prova del Gran Prix Uisp 2024 e inserita nel calendario nazionale Fidal, quest’anno Vivicittà diventa anche Campionato provinciale 10 Km su strada UISP RE in prova unica. Tutti i partecipanti riceveranno in regalo la maglietta di Vivicittà e i premi offerti dagli sponsor. Per la manifestazione saranno premiati i primi 10 uomini e le prime 10 donne assoluti competitivi, mentre per il campionato provinciale saranno premiati i primi 3 uomini e le prime 3 donne per ogni categoria.

Arrivo Vivicittà 1988

Chi opta per la non competitiva potrà scegliere tra i percorsi di 1,8 – 2,8 – 5 e 10 km, appannaggio delle famiglie e delle numerose scuole che aderiscono alla manifestazione. Le iscrizioni alla competitiva sono aperte sul sito www.irunning.it/emiliaromagna mentre per la non competitiva basta recarsi nella sede Uisp di via Tamburini negli orari di apertura. Iscrizioni aperte anche sabato 13 aprile al pomeriggio e domenica 14 prima della partenza.

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Alla Polveriera nasce Bicilab, la nuova Casa della bicicletta di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – Iniziano lunedì 8 aprile i lavori per la realizzazione del Bicilab, il nuovo spazio interamente dedicato alla bicicletta nell’area ex Polveriera del quartiere Mirabello. Grazie a un investimento di 1,8 milioni di euro (di cui 900mila del Pnrr e 900mila di risorse comunali), il primo fabbricato prospiciente viale Olimpia, dalla prossima settimana, sarà sottoposto a un intervento di restauro architettonico e recupero funzionale che permetterà la nascita della Casa della bicicletta di Reggio Emilia. Un luogo atteso in una città, Reggio Emilia, storicamente legata alle due ruote e che negli anni ha sempre investito con decisione sulla mobilità ciclabile.

L’ambizione di questo spazio è infatti mettere a sistema le varie realtà reggiane legate alla cultura della bicicletta e promuovere/rilanciare un mezzo che appare sempre più una delle possibili soluzioni al problema della congestione stradale in città e all’inquinamento. Si parla perciò di un luogo nel quale il passato, il presente e il futuro della bicicletta trovano casa e dove si promuove la cultura della mobilità urbana attiva. Nello spazio è prevista l’esposizione di 24 biciclette della collezione Cimurri.

Sarà infatti uno spazio multidisciplinare (museo della bicicletta, laboratori scolastici, officina, caffetteria e altri servizi annessi), che ospiterà attività didattiche, ma che potrà al contempo costituire un punto di incontro e socializzazione per gli abitanti del quartiere e luogo di gioco e divertimento per bambini e ragazzi, in armonia con quanto già avviene nei capannoni dell’ex Polveriera già riqualificati.

Le funzioni e attività previste nel Bici Lab sono:

  • ospitare il Museo della bicicletta, con un’esposizione permanente e a rotazione di modelli storici e cimeli tratti dalla collezione che fu di Giannetto Cimurri, pietra miliare del ciclismo italiano;
  • svolgere incontri, momenti di condivisione, socializzazione e gioco, seminari sulla mobilità a misura di persona e ambiente e sull’utilizzo del mezzo di trasporto meccanico più sostenibile al mondo;
  • diffondere la cultura della bici e l’educazione stradale, realizzare laboratori tematici e didattici per scolari, studenti, adulti, associazioni;
  • fare attività didattica e divulgativa sulla corretta manutenzione della bicicletta, grazie alla presenza di un’officina meccanica;
  • offrire servizi – assistenza meccanica, cura e lavaggio del mezzo, bar-ristoro, noleggio bici – a chi utilizza la bici nella vita di ogni giorno o per svago e sport.

IL PROGETTO

I lavori che prendono avvio lunedì è previsto di concluderanno a inizio 2025. Durante le fasi di cantiere saranno resi indisponibili alcuni stalli auto adiacenti all’edificio, ma non verrà modificata la viabilità dell’area.

Frutto di un concorso di progettazione, l’intervento prevede il recupero di un’area di oltre 800 metri quadrati di superficie di un edificio dall’evidente valore storico-testimoniale, rappresentativo dell’archeologia industriale novecentesca e caratterizzato da una spazialità semplice e razionale, decisamente contemporanea e facilmente rimodulabile.

Flessibilità e adattabilità sono i temi dominanti della progettazione dell’interno. Su un lungo binario, che percorre tutta la navata del fabbricato ed esce all’esterno dalle due testate a nord e a sud dell’edificio, si collocano teche espositive a due piani per esporre parte delle biciclette della collezione Cimurri. sistema di arredo espositore costituito da n.6 blocchi modulari, ognuno costituito da 4 ‘teche espositive di 4 biciclette, per un totale di 24 biciclette.

Il Bicilab è dotato inoltre di aule fisse e di altre modulabili a loro volta in diverse dimensioni e capienze: da 23 metri quadrati per 10-12 posti a 128 metri quadrati per 80 posti. A sud si colloca il blocco del bar che oltre a relazionarsi con gli spazi interni, si affaccia sulla corte condivisa con il vicino capannone D.

Nel lato sud-est si ricavano i moduli dei servizi, deposito e vano tecnico, in adiacenza all’officina, che verrà messa in relazione con l’esterno.

La riorganizzazione degli spazi esterni consentirà invece di dare inizio alla progressiva trasformazione di una porzione delle aree attualmente adibite esclusivamente a parcheggio scambiatore. Una parte degli stalli di sosta rimarrà a servizio della struttura, mentre la zona ovest prospiciente l’edificio sarà destinata esclusivamente all’uso pedonale e ciclabile.

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Indagine sugli ‘sfitti’ del centro storico di Reggio Emilia

laliberta.info

È stata inaugurata sabato 23 marzo nei locali di ARTyou nella centralissima via Gazzata a Reggio Emilia, ma rimarrà visibile fino a domenica 21 aprile, la mostra fotografica di Gianni Marconi dal titolo “Gli Sfitti”.

L’ampio catalogo, con i testi dell’autore e del professor Massimo Mussini, raccoglie le 157 fotografie scattate ad altrettante vetrine spente o chiuse da delle inferriate, testimonianza inequivocabile dell’abbandono del centro città da parte di tante piccole attività.

“Gli edifici all’interno del perimetro del centro storico – scrive Marconi – sono stati la scenografia sempre mutevole di generazioni di reggiani succedute nei secoli per abitare, lavorare, commerciare. Con l’ingresso nel terzo millennio questa consuetudine è entrata fortemente in crisi per lo spostamento di molti motivi di interesse e degli stessi abitanti verso la periferia, verso gli uffici decentrati e verso i numerosi centri commerciali che continuano a sorgere alle porte della città.

Il cambiamento di stili di vita e di mentalità della popolazione hanno estinto la connotazione unica della reggianità a favore di molteplici forme di individualità e di etnie, e sono entrati nell’uso comune nuove forme di consumo e di acquisto, fra esse l’e-commerce.
Dopo millenni, nei quali il centro cittadino ha esercitato la sua forza attrattiva, assistiamo oggi ad un fenomeno di osmosi inversa che trasferisce il degrado tipico delle periferie nel cuore della città”.

L’autore non vuole indicare con la sua indagine responsabilità o soluzioni, ma dare atto di una situazione che da anni sta davanti agli occhi di tutti, a cominciare anche dai nostri amministratori che da tempo cercano spiegazioni di un fenomeno che affonda le sue radici nel proliferare dei centri commerciali.

La sfilata di innumerevoli vetrine riprese frontalmente, in maniera imparziale e obiettiva, rende pienamente il fenomeno, e le persone ritratte, davanti o mentre passeggiano, sembrano dare involontariamente testimonianza della cosa, quasi chiedendosene il perché.

“La Reggio odierna – scrive Massimo Mussini nel saggio critico – si sta trasformando in un ‘non luogo’ secondo l’accezione di Marc Augé, cioè in un ambiente non più aggregante, ma dispersivo e dove si passa fugacemente per necessità. E le necessità odierne non possono coincidere con quelle del passato, grazie appunto all’uso quasi bulimico dell’automobile. Si aggiungano i mutamenti del gusto, in tutti i settori, dall’alimentare all’abbigliamento, accelerato dalla pubblicità, che ha puntato sull’usa e getta e sul cambiamento stagionale, e non delle stagioni meteorologiche ma della tendenza momentanea, conducendo a una saturazione e appiattimento degli interessi personali, che non lascia più spazio a nuovi punti vendita delle medesime merci.
Ci dicono che indietro non si può tornare, perché lo scorrere del tempo è inarrestabile e i ritorni al passato possono solo avvenire in modo folcloristico, con le sagre paesane e le rievocazioni in costume. Il problema dei negozi sfitti ci invita, come accaduto nel passato, a inventare nuove e inedite soluzioni adeguate al presente con la capacità di modificare tali spazi in maniera creativa e confacente alla contemporaneità”.

ARTyou in via Gazzata 16/b, fino a domenica 21 aprile 2024, ore 10-12,30 e 16-19,30. L’autore è presente nei fine settimana. Catalogo a cura di Corsiero editore

Reggio Emilia. Cent’anni di psichiatria. A Piero Benassi il Primo Tricolore

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Neurodiversità e autismo nell’infanzia 18 nov 2023 – Piero Benassi (ph. Laura Sassi)

laliberta.info

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Giovedì 4 aprile, alle ore 15 nella Sala del Tricolore, il sindaco Luca Vecchi consegnerà il Primo Tricolore al professor Piero Benassi, medico psichiatra, per trent’anni – dal 1964 al 1994 – direttore dell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia.

La cerimonia è promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e il Lions Club Reggio Emilia Host, a pochi giorni dal centesimo compleanno del professor Benassi.

La consegna del Primo Tricolore vuole essere un riconoscimento a un cittadino illustre di Reggio Emilia, la cui storia professionale, di ricerca e docenza si è incentrata sullo studio della mente e sulla psichiatria. Per l’occasione in Sala del Tricolore sarà distribuita ai presenti una copia del nuovo libro di Piero Benassi, Come funziona il cervello?

Oltre ad aver diretto a lungo l’Ospedale San Lazzaro, fra i principali istituti psichiatrici italiani, gestendone fra l’altro la complessa fase della chiusura, Benassi è stato docente di Psichiatria all’Università di Bologna e direttore della Rivista Sperimentale di Freniatria dal 1964 al 1997.
Per Decreto del presidente della Repubblica (7 gennaio 1999), Benassi ha ricevuto la Medaglia d’Oro al merito della Sanità pubblica.

È autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e dal 2002 al 2014 è stato presidente dell’Associazione per il Museo di Storia della Psichiatria presso il San Lazzaro di Reggio Emilia. Dal 2002 al 2014, inoltre, è stato vicepresidente della Società italiana di Psichiatria.

Tra i numerosi titoli a sua firma, negli ultimi anni ha pubblicato: Compendio delle cure psichiatriche e le vulnerabilità della condizione umana (2018); Storie di una psichiatria viva (2019); Narrazioni e storie in psichiatria (2020); Ansia, fobie, ossessioni. La relazione che cura (2021); Una storia di libertà (2022). Nel 2023 ha pubblicato La storia del famoso manicomio San Lazzaro di Reggio Emilia.

La partecipazione è libera, a riempimento dei posti a disposizione.