Le ultime parole di Ratzinger: “Gesù ti amo”

Ratzinger l'omaggio della gente comune

La salma esposta a San Pietro, la visita stamattina del presidente Mattarella e del premier Meloni. Papa Francesco celebrerà le esequie il 5 gennaio alle 9.30 a cui sono attesi 60mila fedeli, poi la tumulazione nelle grotte vaticane

AGI – La traslazione in San PIetro della salma di Benedetto XVI è avvenuta alle 7:00, l’arrivo in Basilica alle 7:15. Il breve rito, presieduto dal Card. Gambetti, è durato fino alle 7:40, quindi è stata ultimata la preparazione della Basilica per l’arrivo dei fedeli in visita al Papa Emerito. La salma è stata collocata sotto l’altare della confessione, esattamente come avvenuto al momento delle esequie di Giovanni Paolo II.

Il corpo del Papa Emerito, vestito con i paramenti sacri bianchi e rossi e la mitra, è stato posto su un catafalco rivestito di tessuto giallo, con al fianco due guardie svizzere. Subito dopo l’apertura della Basilica si è fomata una lunga fila di fedeli. Ma prima dell’apertura al pubblico, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio alla camera ardente. Dopo di lui in San Pietro anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Assieme a lei il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. 

Iniziano così le esequie vere e proprie del Papa Emerito, il cui ultimo atto sarà la tumulazione nelle Grotte Vaticane giovedì, al termine del funerale che sarà presieduto da Papa Francesco. Proprio Francesco è tornato a ricordare il predecessore che, con le sue dimissioni, gli spianò la strada al Soglio, e non sono in senso metaforico. “Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa”, ha detto Bergoglio, che ha reso visita a Ratzinger per primo, già poco dopo il decesso.

Sono state divulgate le foto della salma: il Papa emerito che si appresta a tornare polvere, vi appare vestito dei paramenti liturgici rossi e della mitra. Tra le mani un rosario. L’impressione è quella di un corpo ormai reso minuto, anche se le scarpe nere non fanno l’effetto di sproporzione che invece creavano, anni addietro sul corpo una volta vigoroso di Karol Wojtyla.

Si apprendono le prime indiscrezioni su chi verrà a rendere omaggio (qualcuno sussurra che il Presidente Mattarella potrebbe essere tra i primi) così come si immagina che al funerale parteciperanno tra le 40 e le 50mila persone. Certo invece il fatto che Italia e Germania, i due paesi di Ratzinger, avranno delegazioni ufficiali.

Al contempo si apprendono i particolari degli ultimi momenti della vita terrena del Papa Emerito. Le sue ultime parole sono state pronunciate in italiano, e sono state “Gesù ti amo”. Le ha comprese e riferite un infermiere che non parla il tedesco. In tre parole il riassunto di una vita, commenta Andrea Tornielli su Vatican News, mentre il fedelissimo segretario monsignor Gaenswein si lascia andare ai ricordi personali sui momenti topici: non potrebbe essere che così. Quando mi comunicò l’intenzione di lasciare, riferisce il prelato che in queste ore non ha nascosto le lacrime, gli risposi che era una cosa impossibile. Lui la confermò e mi impegnò al silenzio. La consegna fu rispettata.

Si susseguono anche le interpretazioni del testamento spirituale lasciato da Benedetto e pubblicato nella serata di sabato. Le più comuni riguardano il rapporto tra scienza e fede. C’è chi vi vede un tentativo del grande teologo di propugnare il dialogo, e così por fine al grande dibattito del Novecento, c’è chi sottolinea piuttosto la sua critica velata ma non troppo a certe teorie (prima tra tutte il marxismo) dalla pretesa base scientifica, ma che di scientifico non avevano che l’apparenza. Su tutto campeggia comunque l’invito, veramente urbi et orbi, a restare “saldi nella fede” e a non farsi distrarre da essa.

Significativo il fatto che il primo destinatario dell’invito sia la Germania, teatro attualmente di dispute teologiche e morali in vista del Sinodo. Il processo sinodale però è materia del domani. Intanto Ratzinger da oggi riceverà l’omaggio della gente comune, e non è detto che si presentino in pochi. Le urgenze della Chiesa, ad ogni modo, stringono e vanno al di là del semplice computo di una serie di presenze.

Nella Giornata della Pace Francesco è tornato sul tema della guerra, ribadendo principi su cui batte particolarmente da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Anche per questo il Cremlino ed il Patriarcato di Mosca si sono spesi in elogi del Papa Emerito, presentandolo come difensore della Tradizione. Vatican News invece preferisce di gran lunga parlare di un maestro della ragionevolezza della fede. Il confronto, ormai sempre più affidato agli storici, tra le due visioni proseguirà probabilmente a lungo. Intanto si avvicineranno alle spoglie del Papa che rinunciò al Pontificato gli uomini e le donne normali, la gente comune, non solo i nostalgici. Gli umili operai, quelli in fondo come lui.

Benedetto XVI, le condizioni di salute gravi ma stabili

Papa Francesco e Benedetto XVI (novembre 2020) © EPA

 Papa emerito ha trascorso la notte continuamente assistito dai medici

Il Papa emerito Benedetto XVI si trova in condizioni di salute gravi ma stabili.

“La sua situazione non è cambiata rispetto a ieri”, dicono all’ANSA fonti in contatto con l’ex monastero Mater Ecclesiae.

Pontefice emerito ha trascorso la notte continuamente sotto il controllo dei medici e il monitoraggio proseguirà nelle prossime ore.

LA RINUNCIA DI RATZINGER

Dopo la clamorosa rinuncia dell’11 febbraio 2013 e un periodo di circa quattro settimane destinato alla preparazione del conclave, Ratzinger ha formalmente rinunciato al soglio pontificio il 28 febbraio 2013, aprendo così la fase cosiddetta della sede vacante. In quel momento ha lasciato per un breve periodo il Vaticano, volando in elicottero a Castel Gandolfo, dove ha trascorso il tempo del Conclave proprio per non influenzare nemmeno solo con la sua presenza indiretta, la scelta del nuovo Papa.

Ma dopo l’elezione di Bergoglio il 13 marzo del 2013, Benedetto XVI è rientrato in Vaticano per prendere possesso della sua nuova dimora, il monastero Mater ecclesiae sulla sommità del monte Vaticano, vicino alla riproduzione della Grotta di Lourdes.

Quasi nulla di ufficiale è mai trapelato sulla salute di Benedetto XVI, se non nelle dichiarazioni del suo storico segretario mons.Gaenswein che ha sempre parlato di una “testa lucida” ma di continui aggravamenti del fisico soprattutto per quanto riguarda i problemi di deambulazione che a un certo punto lo costrinsero anche ad utilizzare un girello.

Di recente, è stato lo scrittore e matematico Giorgio Odifreddi a rivelare che Ratzinger è da diverso tempo ormai afono. Non si sa se abbia mai contratto il covid ma certamente è stato vaccinato.

L’arcivescovo di Monaco, Reinhard Marx, ha invitato i fedeli a stringersi in preghiera per Benedetto XVI, accogliendo l’appello di Papa Francesco. “Se il santo Padre Francesco ci dice che dobbiamo unirci in preghiera, lo faremo oggi in modo speciale con le giovani cristiane e i giovani cristiani”, ha affermato il cardinale a Bad Toelz, aprendo le giornate diocesane degli Sternsinger in Baviera.

ansa.it

Le ore del dolore, Ratzinger accudito dalle Memores e da un frate

Nel monastero Mater ecclesiae, sua dimora dalle dimissioni

PAPA: P.LOMBARDI, LA NUOVA CASA DEL PAPA SARA' ECONOMICA © ANSA

Le fidate ‘memores domini’, le consacrate laiche della fraternità di Comunione e Liberazione, con lui.

La breve distanza dalla riproduzione della Grotta di Lourdes, dove, fino a quando ha potuto, ha mantenuto la sua tradizione di una passeggiata e una preghiera tutti i pomeriggi alle 17 di fronte alla Vergine.

Benedetto XVI, da quando ha cominciato a programmare il suo “ritiro dalle scene”, non ha mai avuto dubbi: il luogo ideale dove vivere da papa Emerito e concludere la sua esistenza era il Monastero Mater Ecclesiae, sulla sommità dei Giardini Vaticani.

Fatto costruire da Giovanni Paolo II agli inizi degli anni ’90 per ospitarvi gruppi di suore contemplative che si sono alternati negli anni, ne ha preso possesso Ratzinger nel 2013 dopo la clamorosa rinuncia e un periodo di breve allontanamento dal Vaticano trascorso nella residenza estiva dei Papi di Castel Gandolfo. Il tempo per ristrutturare il monastero con tutti i comfort e le facilities adatte a un Pontefice emerito, un anziano uomo che già cominciava a soffrire qualche problema di deambulazione che ben presto lo avrebbe costretto ad aiutarsi anche con un girello per mantenere la stabilità e compensare anche la progressiva cecità da un occhio.

La quiete del Mater ecclesiae, circondato solo dal verde, dal passaggio di qualche gatto randagio e ogni tanto di qualche tecnico vaticano per la manutenzione dei cavi della linea elettrica che passano lì vicino, si è rivelato in effetti subito il luogo perfetto per assolvere a quella missione di monaco orante che Benedetto XVI ha voluto interpretare come Papa emerito. I soli ad avere accesso stabile venendo a costituire una vera e propria comunità attorno al Papa emerito, così come era stata la famiglia pontificia, sono state le quattro memores di Cl e il fidato Georg Gaenswein che per alcuni anni ha svolto la mattina l’incarico di prefetto della Casa pontificia e nel pomeriggio assisteva Ratzinger.

Finchè le condizioni di Ratzinger lo hanno permesso, e soprattutto prima della micidiale pandemia Covid, al monastero per anni si è tenuto anche un certo via vai di amici, cardinali, vescovi, intellettuali, studiosi anche giornalisti che dal Papa emerito si sono recati in visita per confrontarsi sulla fede, per portare un proprio libro o scritto, per condividere una preghiera, molti anche una foto o un selfie. In questi ultimi giorni di peggioramento delle condizioni di salute, al monastero si è visto giorno e notte uno dei frati del servizio sanitario vaticano che in realtà assiste Benedetto XVI da molti anni.

Discreto, silenzioso, sempre con la sua valigetta da pronto soccorso in mano, il frate è una delle personalità più a stretto contatto con l’entourage di Ratzinger in queste ore. Ora con lui in queste ore c’è anche il fidato Gaenswein, rientrato in fretta da un breve periodo di congedo che aveva preso per salutare la famiglia per le festività natalizie.

ansa.it

Le condizioni di #BenedettoXVI papa #Ratzinger: cosa sappiamo

Il pontefice emerito ha iniziato ad accusare problemi respiratori già nei giorni precedenti al Natale
CITTÀ DEL VATICANO – Il papa emerito, Benedetto XVI, «è molto ammalato». È stato il sommo pontefice in persona, Francesco, a dare notizia qualche ora fa dell’aggravarsi delle condizioni di salute del suo predecessore al soglio petrino. E lo ha fatto chiedendo «al Signore» di sostenerlo «in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine». Ma cosa sappiamo di preciso sulle sue condizioni?

Le parole spese da papa Francesco, va detto, non concedono margine a particolari interpretazioni. E anzi sembrano rievocare quanto disse a suo tempo l’arcivescovo Georg Gänswein, il suo segretario personale, che parlò di un uomo sempre lucido ma, al contempo, sempre più fragile. «È come una candela che, lentamente e serenamente, si spegne».

La sala stampa del Vaticano, nella persona del portavoce Matteo Bruni, ha confermato, senza entrare nei dettagli, che «nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età» di Joseph Ratzinger, che il 16 aprile scorso ha compiuto 95 anni.

«La situazione», ha proseguito Bruni, «al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici». A fornire qualche dettaglio in più ci ha pensato in un secondo momento l’Ansa, che ha fatto sapere di aver appreso da «fonti qualificate» come le condizioni di salute del papa emerito si fossero aggravate già nei giorni che hanno preceduto il periodo di Natale. In particolare, Benedetto XVI avrebbe iniziato ad accusare «problemi respiratori».
tio.ch