Il film sui Queen trionfa al Golden Globe (e al botteghino)

Rami Malek in una foto Lapresse

Rami Malek in una foto Lapresse

da Avvenire

A dispetto delle polemiche sollevate da tanti fan dei Queen che hanno accusato il film di aver tradito la verità dei fatti, Bohemian Rapsody trionfa ai Golden Globe, i premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association e considerati l’anticamera degli Oscar. Il film diretto da Bryan Singer (il più visto in Italia nel 2018) ripercorre successi e cadute della band britannica e ha vinto come migliore opera drammatica conquistando il premio anche per Rami Malek, convincente e carismatico nei panni del leader Freddy Mercury, icona musicale intorno al quale ruotano le vicende raccontate e al quale sono andati i ringraziamenti del giovane attore al quale dalla sala sorridevano Brain May e Roger Taylor, due dei Queen.

La migliore commedia è invece Green Book di Peter Farrelly che ha vinto anche per la sceneggiatura (firmata con Nick Vallelonga e Brian Currie) e il miglior attore non protagonista, Mahershala Ali. Sempre per la commedia vincono Christian Bale, protagonista del pirotecnico Vice – L’uomo nell’ombra in cui l’attore dà prova di straordinaria capacità camaleontica diventando Dick Cheney, vicepresidente Usa ai tempi di George W. Bush, il vero numero uno della Casa Bianca, e Olivia Colman, anche lei abilissima nel trasformarsi ne La favorita di Yorgos Lanthimos, dove interpreta la regina Anna, ruolo che le è valso la Coppa Volpi all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

La più brava attrice drammatica dell’anno è Glenn Close per The Wife – Vivere nell’ombra di Björn Runge,dove interpreta una donna che per anni ha nascosto di essere la vera autrice dei romanzi firmati dal marito, premio Nobel per la letteratura. Con questo ruolo ha battuto Nicole Kidman e Lady Gaga, mentre la miglior non protagonista è Regina King per Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins: anche lei ha trionfato su rivali del calibro di Amy Adams, Emma Stone, Claire Foy interpretando una storia di ingiustizia e riscatto dove l’amore tra due giovani afroamericani gioca un ruolo fondamentale.

Ottimo risultato anche per Roma del messicano Alfonso Cuaron (Leone d’Oro a Venezia), prodotto da Netflixe girato in bianco e nero, che vince per la regia e come miglior film straniero, mentre la più bella canzone originale è Shallow interpretata da Lady Gaga e Bradley Cooper nel film A Star is Born e la colonna sonora piùapprezzata è quella firmata da Justin Hurwitz per First Man – Il primo uomo di Damien Chazelle. Spider-Man: Un nuovo universo che segna l’arrivo di un nuovo Uomo Ragno, l’afro-latino Miles
Morales, è infine il miglior film di animazione a dispetto dei disneyani Gli Incredibili 2 e Ralph Spacca Internet. Grande sconfitto della serata invece BlackKklansman di Spike Lee, che pure a Cannes aveva conquistato il prestigioso Gran Premio della Giuria convincendo anche la stampa internazionale.

Premiati pure serie e film tv, primo fra tutti The Assassination of Gianni Versace di Ryan Murphy, interpretato tra gli altri da Darren Criss, anche lui vincitore di un Golden Globe nei panni di Andrew Cunanan, l’assassino dello stilista italiano.

La migliore serie tv comedy è invece Il metodo Kominsky targato Netflix, che ha visto premiato anche Michael Douglas, la migliore serie tv drammatica è The Americans. Premiati anche Rachel Brosnahan per The Marvelous Mrs. Maisel, Patricia Clarkson per Sharp Objects, Sandra Oh per Killing Eve (è la prima attrice asiatica a riceve un Golden Globe dal 1980: la serie è disponibile in esclusiva per l’Italia su Timvision anche per la prossima stagione) Richard Madden per Bodyguard e Ben Wishaw.