Il fiume Po è a secco come d’estate

Siccità Coldiretti fiume Po a secco come d'estate

AGI – Con l’annunciata assenza di precipitazioni significative per almeno una settimana cresce l’allarme siccità nelle campagne del nord Italia con il fiume Po a secco che, al Ponte della Becca (Pavia), si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’arrivo di un vasto e robusto campo di alta pressione che porterà sull’Italia condizioni meteo stabili proprio alla vigilia della preparazione dei terreni per le semine, quando le coltivazioni avranno bisogno di acqua per crescere.

“La situazione del più grande fiume italiano è rappresentativa delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 35% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino ad appena al 20% di quello di Como. Con il Po a secco – sottolinea la Coldiretti – rischia un terzo del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale.

Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ai salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura la produzione della pianura Padana – sottolinea la Coldiretti – rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare in Italia e nel mondo”.

Un patrimonio messo a rischio dalla situazione di scarsità di acqua in un 2022 in cui al nord è caduto il 40% di precipitazioni in meno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr: una situazione che Coldiretti definisce “preoccupante” mentre si stanno facendo i conti dei danni provocati in Sicilia dal maltempo con campagne finite sott’acqua, serre distrutte, alberi crollati ma anche raccolta degli ortaggi e degli agrumi bloccata per effetto di ben 24 eventi estremi tra bombe d’acqua e tempeste di vento che si sono abbattute sull’Isola in soli due giorni secondo l’analisi della Coldiretti sulla base su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).

“Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%”, sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel precisare che “insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita.

Un intervento necessario – conclude – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. L’irrigazione, infatti, può fare la differenza consentendo anche di triplicare le rese in campo e per questo la Coldiretti ha anche avviato una partnership con Israele per rafforzare sempre di più l’impegno sull’hi tech”.

Maltempo: Coldiretti-Aipo, livello Po salito di 6 metri

In seguito ai nubifragi, nelle ultime 24 ore il livello del fiume Po è salito di sei metri e sono sotto pressione anche i laghi Maggiore e di Como. È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti sulla base del monitoraggio dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo).

Il rapido innalzamento del Po, si legge in una nota della Coldiretti, “è emblematico della situazione di sofferenza del bacino idrografico del Nord in cui si sono verificate esondazioni dei corsi d’acqua con frane e allagamenti, morti e dispersi”. Gravi i danni nelle campagne, con raccolti distrutti e animali dispersi.

Sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) relativi al periodo compreso fra il 21 settembre ad oggi, la Coldiretti rileva inoltre che l’inizio dell’autunno 2020 è segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo del 2019, con ben 127 eventi estremi tra nubifragi, grandinate e vento forte.

La perturbazione, prosegue la nota, “si è abbattuta sulle regioni più fragili della penisola, con Piemonte e Liguria che hanno ben il 100% dei comuni con parte del territorio a rischio idrogeologico, la percentuale più elevata a livello nazionale, dove sono 7275 i comuni complessivamente a rischio, il 91,3% del totale”. Negli ultimi 25 anni, inoltre, la cementificazione e l’abbandono delle campagne hanno “fatto sparire oltre un quarto della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari”.

(ANSA).