Appello dell’associazione PAX CHRISTI di Reggio Emilia per partecipare alla preghiera del Brennero sabato 4 giugno

La denuncia di Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace, smaschera lo spirito del Migration Compact che, per ammissione del ministro Gentiloni, è lo stesso dell’accordo fatto dalla UE con la Turchia:“Lo stesso impegno profuso dall’Europa per la riduzione dei flussi migratori sulla rotta balcanica, va ora usato sulla rotta del Mediterraneo centrale per chi arriva dalla Libia.”

PAX CHRISTI di Reggio Emilia ha organizzato un pullman per partecipare alla preghiera del Brennero,invitando tutti.

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La partenza è alle 5,30 al parcheggio dell’IPERCOOP ARIOSTO; il ritorno sarà circa alle 23,00.

La spesa per il pullman è di euro 20,00. Il pranzo è al sacco.

Prenotarsi entro il 30 maggio al 3398496264 (don Eugenio) o al 3462381039 (Ester).

IL PROGRAMMA viene continuamente aggiornato per le tante presenze diverse e i diversi momenti previsti: ore 11 tavola rotonda, 12.30 preghiera ecumenica e gesto simbolico. Alle 15 a Vipiteno sosta sulla tomba di Alex Langer, uomo-ponte a cui affideremo il sogno di Francesco, per un’ Europa accogliente.

laliberta.info

Papa Francesco: la guerra mondiale a pezzi si vince con la misericordia

L’incontro tra persone, la riconciliazione tra popoli, l’impegno per la giustizia: sono le strade per risolvere la terribile “guerra mondiale a pezzi” che l’umanità vive. Lo ricorda il Papa nel messaggio inviato ai partecipanti alla conferenza di Pax Christi International in corso a Roma in collaborazione con il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, sul tema “Non violenza e pace giusta: contribuire alla comprensione cattolica e l’impegno alla nonviolenza”. Da Francesco, il rinnovato appello per l’abolizione della pena di morte, la possibilità di un’amnistia, e la revisione del debito internazionale degli Stati poveri. Il servizio di Gabriella Ceraso da Radio Vaticana

“Grande è, nel nostro mondo complesso e violento, il compito che attende coloro che operano per la pace vivendo l’esperienza della non violenza”: “Conseguire il disarmo integrale, combattere la paura, portare avanti un dialogo aperto e sincero”, cercando il bene comune, è “un lavoro arduo”. Per dialogare occorre cercare dare e ricevere, partire dalla nostre differenze cercando il bene comune e trovato un accordo mantenerlo fermamente.

Dialogo, incontro, riconciliazione: vie di soluzione della guerra mondiale a pezzi
Il Papa si rivolge ai partecipanti alla Conferenza di Pax Christi, incoraggiandoli: occorre rinnovare il vostro “positivo contributo”, scrive, come tutti gli strumenti a disposizione per concretizzare l’aspirazione alla giustizia e alla pace degli uomini di oggi. Lo “sforzo sapiente” della diplomazia va infatti sostenuto con ogni mezzo. Chi fondò nel secolo scorso Pax Christi e il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace si impegnò per favorire l’incontro tra persone, la riconciliazione tra popoli di diverse ideologie e la lotta per la giustizia politica sociale ed economica. E queste sono le strade oggi per risolvere la guerra mondiale a pezzi che vive l’umanità.

I conflitti non possono essere ignorati o dissimulati
Ai partecipanti, Francesco rammenta tre aspetti che ritiene importanti: “abolire la guerra è lo scopo ultimo della persona umana e della comunità”. E’ inutile “negare o dissimulare i conflitti”, bensì occorre “accettarli per non rimanervi intrappolati perdendo la prospettiva generale”. Solo così li si potrà “risolvere”, osserva, trasformandoli in un “anello di collegamento di quel nuovo processo che gli operatori di pace mettono in atto”.

Fraternità e lotta all’indifferenza
Ma come cristiani, ricorda Francesco, solo “considerando fratelli i nostri simili” possiamo superare guerre e conflittualità. L’ostacolo più grande oggi, sottolinea, è il “muro dell’indifferenza”, una “triste realtà” che investe non solo gli uomini ma anche l'”ambiente naturale, con conseguenze nefaste”. L’impegno a superare l’indifferenza, sostiene il Papa, avrà successo “solo se, ad imitazione del Padre, saremo capaci di usare misericordia”, misericordia che, in politica, si chiama “solidarietà”. E così nell’anno giubilare, come già fatto con i leader degli Stati, il Papa invita tutti i partecipanti a sostenere due richieste: l’abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, assieme alla possibilità di un’amnistia, e la cancellazione o la gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri.

La pace marcia nel nome di don Tonino

A Lecce, terra di monsignor Bello, un Capodanno alternativo promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei, Azione cattolica, Caritas e Pax Christi.
01/01/2013
«Questa terra di Puglia accoglie la vostra presenza come un segno straordinario di solidarietà». Erano i saluti di un indimenticato e ancor oggi amatissimo vescovo, don Tonino Bello, che 20 anni fa accoglieva nella sua diocesi, Molfetta, la Marcia della pace della notte del 31 dicembre 1992. Don Tonino, presidente di Pax Christi, moriva poi il 20 aprile 1993. Stasera si torna lì, nella sua terra. La 45a Marcia della pace si svolge, infatti, a Lecce, partendo dalla sua tomba ad Alessano.
«Una terra-finestra. Una terra-simbolo. Una terra-speranza. Una terra-frontiera… Si distingue bene il Mediterraneo, nuovo invisibile muro, che curva la nostra regione come un arco di guerra puntato dal Nord verso il Sud del mondo. Il radicalmente altro che è il musulmano, il radicalmente impoverito che è l’africano». Le parole di don Tonino hanno 20 anni, ma sono tragicamente attuali anche oggi. Per questo Pax Christi, la Caritas, l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale italiana (Cei) e l’Azione cattolica italiana invitano a marciare per la pace questa notte, nel solco del messaggio del Papa: Beati gli operatori di pace. Una marcia per essere “svegli” e vigilare su quanto sta accadendo, nei confronti degli immigrati e dei più poveri. Su quanto sta accedendo ad un’economia che mette pesanti fardelli sulle spalle delle persone, ma non mette minimamente in discussione le follie di spese militari i cui zeri sembrano messi a caso, tanto sono numerosi, e invece, purtroppo sono veri.
Monsignor Antonio Bello, da tutti conosciuto (e amato) come don Tonino Bello, fu tra l'altro vescovo di Molfetta (Bari) e presidente nazionale di Pax Christi. Nacque ad Alessano, in provincia di Lecce, il 18 marzo 1935, e morì a Molfetta il 20 aprile 1993.
Monsignor Antonio Bello, da tutti conosciuto (e amato) come don Tonino Bello, fu tra l’altro vescovo di Molfetta (Bari) e presidente nazionale di Pax Christi. Nacque ad Alessano, in provincia di Lecce, il 18 marzo 1935, e morì a Molfetta il 20 aprile 1993.
In piedi costruttori di pace è il titolo del Convegno che Pax Christi sta concludendo a Santa Maria di Leuca, in preparazione alla Marcia. In piedi per dire che è pura follia spendere 130 milioni di euro per ciascuno dei 90 aerei da guerra F-35 che l’Italia dovrebbe acquistare. Come si fa a sperare in un anno nuovo di pace con queste premesse? I soldi si trovano per le armi, ma dalle agende della politica spesso è assente il povero, l’immigrato, l’impegno per il disarmo. Come si può invocare la pace in Siria, e ascolteremo alcune testimonianze durante la marcia questa notte, e poi scoprire che l’Italia vende armi al regime di Assad?
E dire che ci sono tanti motivi per iniziare questo nuovo anno 2013  “in piedi”, da svegli, marciando… Per ricordare, ma non solo. Ricordare il Concilio che compie 50 anni. Ricordare che questo nuovo anno sarà l’anno della Pacem in terris (1963), l’enciclica in cui papa Giovanni XXIII scrisse che la guerra è «roba da matti» (alienum est a ratione). Ricordare e guardare avanti, raccogliere le sfide che arrivano dall’oggi, per una Chiesa vicina alle sofferenze, alle gioie e alle speranze degli uomini, e per una società dove ognuno, uomo e donna, possa sentirsi parte viva e attiva. Dove sia ancora possibile sognare un mondo nuovo, che non sia solo il freddo e spesso letale risultato di una finanza che a tutto guarda meno che al valore della persona.
Un cammino in salita, certo, ma come spesso ci ricorda il saggio centenario Arturo Paoli, «camminando s’apre cammino».
don Renato Sacco, Pax Christi