Il nuovo vescovo nella sua prima omelia: “Dio è uno di noi, fategli presente le vostre necessità”. Un anziano colto da malore tra la folla

di Alessio Fontanesi – reggionline

Il nuovo vescovo nella sua prima omelia: “Dio è uno di noi, fategli presente le vostre necessità”. Un anziano colto da malore tra la folla

Il nuovo vescovo di Reggio Emilia, Massimo Camisasca (foto Elite)
Il nuovo vescovo di Reggio Emilia, Massimo Camisasca (foto Elite)

REGGIO EMILIA – E’ iniziato oggi pomeriggio dopo l’ordinazione della scorsa settimana in San Giovanni in Luterano l’apostolato del nuovo vescovo della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla, Massimo Camisasca. Dopo una mattinata densa di impegni e appuntamenti, alle 16.30 il pastore della chiesa reggiana ha solcato la soglia della cattedrale, accompagnato da centinaia di fedeli. Dopo il saluto di monsignor Lorenzo Ghizzoni e della segretaria del Consiglio pastorale diocesano, Virginia Scardova, e i riti di accoglienza e di insediamento, Camisasca ha presieduto la celebrazione eucaristica in una cattedrale gremita. Prima dell’arrivo del vescovo, forse per l’emozione, un anziano signore si è sentito male in mezzo alla folla: prontamente soccorso dall’ambulanza parcheggiata in piazza, è stato trasportato in ospedale.

La prima omelia di Camisasca

“Cari fratelli e sorelle – le sue parole all’inizio dell’omelia – il Signore mi dona la grazia di fare l’ingresso nella diocesi che Gesù mi ha affidato, attraverso il mandato del Papa, nella domenica gaudente, nella domenica della letizia, della gioia. […] Ci troviamo nel cuore dell’Avvento, che è attesa e preparazione e infine scoperta di Gesù presente. Ma ci troviamo anche nel cuore del ministero del vescovo. È lo stesso ministero di ogni sacerdote, di ogni cristiano, della Chiesa intera: fare esperienza della presenza di Gesù e rivelarla al mondo. Sono venuto per questo e, oserei dire, solo per questo. Per questo e per tutto ciò che può aiutare questa rivelazione.
Cosa occorre al vescovo, cosa occorre a voi, a voi preti, a voi religiosi e laici per vivere questa bellissima esperienza, per scoprire le tracce di Dio presente e mostrarle agli uomini? Permettetemi di dirlo, almeno brevemente, sperando di avere presto l’occasione di tornare sopra questi accenni: occorre silenzio, occorre preghiera, occorrono compagni di viaggio. Silenzio, perché la moltitudine di parole e di immagini non cancelli in noi la possibilità di vedere e di udire. Solo un’educazione dello sguardo e del cuore può ridarci la capacità di innamorarci ancora della verità, della bellezza, della giustizia, del bene, che sono tutti nomi di Dio. Silenzio per ascoltare la voce di Dio che parla in molti modi, attraverso suo Figlio e lo Spirito. Parla attraverso la Chiesa nella Sacra Scrittura, nei sacramenti, nel magistero, nella vita dei santi sulla terra e in cielo.

Il saluto tra il nuovo pastore e il sindaco Delrio (foto Elite)

Il saluto tra il nuovo pastore e il sindaco Delrio (foto Elite)
Occorre, poi, la preghiera, il riconoscimento del nostro essere creature bisognose di Dio, che ci ha creati perché ci ama e ci ha salvati gratuitamente, senza nessun nostro merito, perché il suo amore non è fermato dal male. Senza Dio, si spegne la luce nella vita dell’uomo. Senza Dio la vita dell’uomo diventa incomprensibile e perfino, talvolta, insopportabile, con tutto il carico di ingiustizie che essa comporta.
[…] Dal silenzio e dalla preghiera scaturirà, poi, il desiderio di conoscere. Vorrei riprendere in mano con voi il catechismo della Chiesa cattolica e i documenti più importanti del Concilio vaticano II. Certamente in molte parrocchie e comunità già lo si sta facendo. Durante l’anno liturgico commenterò i misteri della vita di Gesù con questi testi nelle mani.
La preghiera e il silenzio trovano nella celebrazione della messa la loro massima espressione settimanale. Desidero vivere con voi la liturgia, avendo come stella polare l’insegnamento del nostro Papa Benedetto XVI. Celebrare con sobrietà, dignità, senza protagonismo, lasciando a Gesù e alla sua opera il centro della scena.
Se voglio pregare, studiare, predicare, celebrare l’eucarestia, se voglio privilegiare i rapporti diretti e personali, se voglio incontrare la gente, dovrò rinunciare ad altro. Chiedo a Dio la grazia di un carico amministrativo leggero, di ridurre all’essenziale le riunioni, gli incontri di rappresentanza, i convegni. Dio mi aiuterà. Senza dimenticare nessuno, vorrei dedicare tempo ed energie ai preti, ai giovani, alle famiglie.
Conto di incontrare i primi, riuniti per zone, entro giugno, i giovani durante la Quaresima, le famiglie nelle mie visite alle parrocchie, ma già domenica 30 dicembre qui in cattedrale nei Vespri della sacra famiglia.

Camisasca in visita stamattina all'Opg
Camisasca in visita stamattina all’Opg

Ho detto, infine, che occorrono i compagni di viaggio. Dio ci chiama personalmente, ma non ci lascia individui isolati, chiusi in un dialogo intimistico con lui. Dio ci chiama per far parte del suo popolo. E il suo è un popolo eucaristico, formato da tante comunità radunate attorno al vescovo, nell’obbedienza al suo ministero e in comunione col vescovo di Roma. Compagni di viaggio sono tante persone a cui la nostra vita è legata e come consegnata nella comunione cristiana. Famiglie, parrocchie, comunità religiose, sacerdotali, Istituti religiosi, compagnie vocazionali, amicizie cristiane, associazioni, movimenti, comunità laicali… tante diverse forme canoniche ed esistenziali, espressione di un unico principio: a Dio si va come membra del suo popolo, pellegrino nel tempo verso l’eterno. Dobbiamo riscoprire assieme la bellezza e la fecondità della nostra appartenenza ecclesiale. […] Dio è presente, è uno di noi, si è fatto uomo per essere vicino, incontrabile, familiare. Non angustiatevi, allora, ma fate presenti a Dio le vostre necessità. Il Signore ha revocato la nostra condanna. Non temeremo più alcuna sventura”.

Gli impegni della mattinata

Quattro le tappe fondamentali di questa giornata: alle 10 di questa mattina il monsignore si è recato presso l’Opg di viale Settembrini andando quindi a fare visita al centro diocesano della Caritas “Querce di Mamre” di via Adua; è stata poi la volta del monastero di clausura delle Serve di Maria a Montecchio; sempre nel comune della Val d’Enza Camisasca ha voluto portare il proprio saluto presso la Casa del clero anziano e malato, dove si è intrattenuto a pranzo.

Il vescovo saluta i volontari Caritas
Il vescovo saluta i volontari Caritas

Alle 15.30 è giunto nella basilica della Ghiara per una sosta di preghiera davanti all’immagine della Madonna di Reggio, cui il vescovo ha portato tre doni chiedendo alla Vergine di proteggere il suo episcopato. E’ qui che Camisasca ha ricevuto il saluto dei giovani fedeli per poi incamminarsi, con loro, alla volta della cattedrale tra suoni di chitarre lungo la via Emilia.

Il saluto a Delrio e Masini

Alle 16.15 sul sagrato del duomo ha salutato il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio e la presidente della Provincia Sonia Masini con un breve intervento.
“Vi ringrazio di cuore per le parole di augurio che così gentilmente avete voluto rivolgermi nel momento in cui entro nella nostra diocesi e prendo canonicamente possesso di questa Chiesa. Divento così parte di questo popolo e, in certo senso, nuovo cittadino di questa città, la città del Tricolore. La cattedrale e il palazzo del Comune aprono le loro facciate su un’unica piazza. È la traduzione urbanistica, tipica delle nostre terre e in generale di tante parti d’Italia, di un principio di distinzione e collaborazione che è una delle conquiste che l’Italia medievale e comunale ha regalato al mondo. Un’espressione visiva del principio che Gesù ha portato nella civiltà: ‘Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio’. Un principio che i popoli oppressi dagli Imperi andavano cercando. In quelle parole c’è la negazione della teocrazia, che pretende di anticipare a questo tempo la definitiva manifestazione del Regno di Dio e impone le forme del culto, identificando comunità civile e religiosa. Ma anche la condanna di una fede ridotta a credenza privata, interiore, nascosta, senza la tensione ad esprimersi in ogni campo dell’umano.
 Date a Dio ciò che è di Dio: se Dio è cancellato dalla vita dell’uomo e della società, siamo tutti perduti. La storia, nel tempo, si è incaricata di far emergere l’Illuminismo racchiuso in quell’espressione di Gesù. Sì alla laicità dello Stato, che difende il diritto di ogni coscienza, no all’indifferenza delle leggi di fronte ai beni sacri della vita umana.
La nostra è stata la terra in cui una donna, all’inizio del secondo millennio cristiano, ha lottato per la libertà della Chiesa dal potere imperiale. Matilde di Canossa è rimasta nei secoli il simbolo di questo desiderio di libertà della comunità cristiana. La libertà permette e favorisce il dialogo fra gli uomini. Nella nostra regione si sono aperte strade di collaborazione tra Chiesa e Istituzioni civili. Espressione di ciò sono le tante strutture educative e caritative messe a disposizione dei cittadini. Il desiderio di contribuire al bene della società civile sì è reso visibile anche a livello culturale, nella riflessione promossa dalla nostra Chiesa sul bene comune che è stato al centro di importanti convegni.

Camisasca nella casa di riposo di Montecchio

Camisasca nella casa di riposo di Montecchio

La Chiesa non ha responsabilità di governo nella società civile, ma collabora efficacemente alla sua vita attraverso la rigenerazione della persona umana nella fede, nella speranza, nella carità. Il cristiano rimane un peccatore, ma porta dentro di sé la tensione al cambiamento del proprio cuore e perciò dei rapporti con i propri fratelli, uomini e donne. È questo il contributo più importante che può dare la Chiesa allo Stato. La continua generazione di un’umanità nuova costituisce, infatti, una linfa vitale che va ad irrorare i tessuti più nascosti della società civile.
Egregio signor sindaco e cara presidente della Provincia, offro tutta la mia collaborazione alle Istituzioni civili, politiche e amministrative della nostra città e della nostra regione. Camminiamo assieme. A nome della Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla vi dico: nella fedeltà al Signore, nell’amore senza compromessi alla verità, vogliamo essere i collaboratori della vostra gioia.