Dolore e preoccupazione per la sofferenza della Chiesa del Nicaragua

Cei: Dolore e preoccupazione per la sofferenza della Chiesa del Nicaragua

ROMA-ADISTA. «Esprimiamo preoccupazione per la situazione di prova e persecuzione che sta vivendo la Chiesa del Nicaragua. Preghiamo, in particolare, per il Vescovo Rolando Álvarez, condannato a 26 anni di carcere in base a un procedimento del tutto arbitrario e ingiusto, e per quanti sono sottoposti a qualsiasi forma di restrizione della libertà o sono stati deportati negli Stati Uniti. Con grande dolore denunciamo questa grave ferita per lo Stato di diritto». Lo dichiara la Cei in una nota. «Unendoci alla preghiera di papa Francesco e, in comunione con gli Episcopati europei, portiamo alla comunità ecclesiale del Nicaragua la solidarietà e la vicinanza della Chiesa in Italia, sentimenti che estendiamo a tutto il popolo privato da tempo dei propri diritti umani e civili. Con il santo padre chiediamo al Signore di “aprire i cuori dei responsabili politici e di tutti i cittadini alla sincera ricerca della pace che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore” (Angelus, 12 febbraio 2023). Al tempo stesso, auspichiamo che le Istituzioni internazionali e le autorità di tutto il mondo, comprese quelle del nostro Paese, mantengano alta l’attenzione sul Nicaragua e non cessino di far presente in tutte le sedi istituzionali la situazione di compressione delle principali libertà e di persecuzione religiosa, per cercare con tenacia strade di pace e autentico dialogo».

Nicaragua: vescovo rifiuta esilio, condannato a 26 anni

 © ANSA
– Un tribunale nicaraguense ha condannato il vescovo cattolico Rolando Alvarez a 26 anni di carcere, il giorno dopo che si era rifiutato di imbarcarsi su un aereo diretto negli Stati Uniti che trasportava in esilio 222 prigionieri politici.
Una sentenza letta da un giudice della corte d’appello ha dichiarato Alvarez, 56 anni, vescovo di Matagalpa, “un traditore della patria” e ha stabilito che non uscirà di prigione fino al 2049.
La corte ha anche privato il vescovo della cittadinanza nicaraguense e gli ha inflitto una multa di 1.600 dollari.
Alvarez, che è nato in Nicaragua ma ha studiato in Spagna e in Vaticano, ha rifiutato giovedì di imbarcarsi su un aereo charter che trasportava 222 prigionieri politici in esilio negli Stati Uniti. Il presidente Daniel Ortega ha parlato del caso alla televisione nazionale nel corso della giornata, affermando che Alvarez “inizia a dire che non se ne andrà” fino a quando non parla con altri vescovi. Ortega ha definito “assurda” la posizione del vescovo e ha detto che tornerà in carcere per “terrorismo”.
La polizia ha arrestato Alvarez nell’agosto 2022 e successivamente i tribunali lo hanno accusato di “cospirazione” e diffusione di “notizie false”.
Alvarez aveva criticato apertamente quelle che ritiene restrizioni alla libertà religiosa sotto il governo Ortega. I rapporti tra la Chiesa cattolica e il governo nicaraguense sono in crisi dal 2018, quando i manifestanti che chiedevano le dimissioni del presidente si rifugiarono nelle chiese. Ortega ha perciò accusato la Chiesa cattolica di essere complice di un tentativo di golpe ordito da Washington. (ANSA).

Nicaragua: l’Organizzazione degli Stati americani chiede la fine delle “vessazioni” contro la Chiesa cattolica

Nicaragua: l'Organizzazione degli Stati americani chiede la fine delle
Si è svolta ieri pacificamente a Managua, con la partecipazione di centinaia di nicaraguensi e sotto la massiccia vigilanza delle forze dell’ordine, la processione cui il giorno prima la polizia nazionale aveva posto il divieto per questioni di «sicurezza interna». Il rapporto tra governo e Chiesa cattolica è estremamente teso: sono due settimane che il vescovo di Matagalpa, Rolando Álvarez, è ostaggio, nella sua curia, della polizia; sono state chiuse sette stazioni radio e sospesa l’attività di ong cattoliche.

La situazione del Paese, il 12 agosto, è stata al centro di una sessione speciale all’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani, che ha chiesto al governo Ortega la fine delle “vessazioni” contro la Chiesa. La risoluzione – che chiede anche il rilascio di quanti da diverse settimane finiscono in carcere per essersi opposti al governo del presidente Daniel Ortega e di Rosario Murillo, moglie e vicepresidente – è stata proposta da presentata da Antigua e Barbuda e votata da 27 dei 34 Paesi membri: Saint Vincent e Grenadine ha votato contro, mentre si sono Bolivia, El Salvador, Honduras e Messico.

Un appello, quello dell’Osa, cui ha unito la voce, scrive VaticanNews, anche la Santa Sede per bocca del suo osservatore permanente, mons. Juan Antonio Cruz Serrano, che in una dichiarazione ha espresso la «preoccupazione» vaticana, invitando a trovare «vie di intesa, basate sul rispetto e sulla fiducia reciproca», dirette al «bene comune e la pace», e ribadendo che la Santa Sede è “«sempre pronta a collaborare con quanti si impegnano nel dialogo», ritenendolo «strumento indispensabile di democrazia e garante di una civiltà più umana e fraterna».

Tace ancora papa Francesco, cui sono giunti da più parti appelli in sostegno della Chiesa nicaraguense. L’ultimo è firmato da questo 61 organizzazioni di esiliati nicaraguensi che gli hanno fatto recapitare una lettera il 10 agosto scorso.
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Nicaragua: il governo Ortega caccia le suore di Madre Teresa. Accusate di non rispettare le norme sul terrorismo e le armi

Continua l’attacco del regime di Daniel Ortega in Nicaragua contro la Chiesa cattolica.

Dopo l’espulsione del Nunzio apostolico (l’ambasciatore del Papa) lo scorso marzo, e dopo le minacce a vescovi e sacerdoti, ora vengono mandate via dal Paese anche le suore di Madre Teresa.

Lo fa sapere monsignor Silvio José Baez, vescovo ausiliare di Managua: “Mi rattrista molto che la dittatura abbia costretto le suore Missionarie della Carità di Teresa di Calcutta a lasciare il Paese. Nulla giustifica il privare i poveri della cura della carità. Sono una testimonianza del servizio amorevole che le sorelle hanno reso. Dio vi benedica”.
Per il governo guidato da Daniel Ortega e la moglie Rosario Murillo, le Missionarie della Carità, a Managua dal 1986, devono lasciare il Paese perché non hanno rispettato le leggi sul “finanziamento del terrorismo e sulla proliferazione delle armi di distruzione di massa”. E’ questa la giustificazione fornita dalla Direzione generale di Registro e controllo delle organizzazioni senza scopo di lucro del ministero degli Interni; la stessa motivazione con cui sono state messe al bando molte ong.
Il ministero degli Interni, nel caso delle suore di Madre Teresa di Calcutta, aggiunge che la congregazione religiosa porta avanti attività per le quali non ha avuto autorizzazioni da parte dei ministeri per la Famiglia, della Pubblica Istruzione e della Sanità.
La decisione del governo Ortega dovrebbe essere ratificata dal Parlamento. (ANSA).