Narrativa. Gli inediti “Racconti fantastici” di Mircea Eliade sull’esperienza del sacro

Al lato “diurno” di studioso del sacro affiancò l’attività “notturna” di scrittore, che ne fece un candidato al Nobel per la letteratura. I suoi scritti narrativi scrutano il religioso con altri occhi
Mircea Eliade

Mircea Eliade

da avvenire.it

Mircea Eliade è noto per le sue ricerche sulla storia comparata delle religioni. I suoi saggi, Il mito dell’eterno ritornoTrattato di storia delle religioniIl sacro e il profano, sono uno spartiacque nella storia del pensiero sui fenomeni religiosi nelle società tradizionali e moderne. Negli anni Cinquanta del Novecento Eliade si è fatto un nome anche nei circoli orientalisti francesi come esperto dell’India e della sua spiritualità. L’amicizia con il grande linguista Georges Dumézil gli aprì molte porte, tra cui quelle dell’École Pratique des Hautes Etudes di Parigi, presso cui insegnò prima di passare all’Università di Chicago dove ricoprì la cattedra di storia delle religioni fino alla morte, sopravvenuta nel 1986, all’età di 79 anni.

Eppure tra i traguardi accademici si manifesta solo una parte della sua vita intellettuale. Forse non tutti si ricordano che, più di una volta, il suo nome è stato candidato per il Nobel per la letteratura anche se l’Accademia svedese non gli ha concesso di conseguire il risultato. In parallelo alla sua ricerca scientifica, fin da giovane, infatti, Eliade s’era dedicato all’attività letteraria al punto da diventare, nella Bucarest degli anni Trenta, un’autentica vedette.

Tra i suoi romanzi e racconti c’è un filone che lo ha impegnato in maniera particolare. Un filone teso a narrare le discontinuità che attraversano la vita degli uomini, e che nei tempi moderni non si è più capaci di vedere. Discontinuità, tra tempo e spazio sacri e tempo e spazio profani, che oggi si rivelano attraverso quelli che lo storico delle religioni chiamava i “camuffamenti del sacro”. Queste interruzioni del corso ordinario delle giornate sono al centro della sua narrativa fantastica, corrispondente all’universo “notturno” della creatività che si contrappone all’universo “diurno” dello studioso di cui parla, tra l’altro, nel libro-intervista con Claude-Henri Rocquet, La prova del labirinto.

L’opera dello scrittore notturno trova oggi una sistemazione in Racconti fantastici (pagine 606, euro 35,00), il cui primo volume uscirà in libreria il 3 novembre, per l’editore Castelvecchi, mentre il secondo il prossimo anno. L’imponente lavoro vede la luce grazie al lavoro profuso dai curatori, Horia Corneliu Cicorta e Igor Tavilla, ed è corredato da un’importante introduzione di Sorin Alexandrescu, storico e critico letterario, oltreché nipote, da parte di madre, di Eliade. Il primo volume dei Racconti fantastici raccoglie due romanzi brevi e dieci racconti, sei dei quali, Dodicimila capi di bestiameLa figlia del capitanoIl litomanteUna fotografia di quattordici anniIl ponte Addio!, completamente inediti in italiano. Le restanti opere, alcune delle quali fuori commercio da anni, sono state interamente ritradotte per l’occasione.

Proprio i lavori letterari fantastici di Eliade consentono di scrutare l’esperienza religiosa con altri occhi e come del sacro si possa fare esperienza in molti modi. Purché si disponga dell’attenzione necessaria a coglierlo. In particolare nel racconto Il ponte, risalente al 1963, di cui pubblichiamo un estratto, emerge la strategia adottata da Eliade per dare voce alle discontinuità del reale. Senza trama, il lettore irrompe all’improvviso in una conversazione tra persone sconosciute, e si esercita a penetrare lentamente nella dialettica tra amnesia e anamnesi, ricordo, veicolo che schiude a dimensioni della realtà che l’ordinarietà vela.

 

Libro Narrativa Italiana: La costanza è un’eccezione di Alessia Gazzola

Descrizione
Dalla creatrice dell’Allieva una nuova, travolgente avventura per Costanza Macallè e un mistero da risolvere risalente alla Venezia di fine Seicento.

Facciamo il punto. Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la sua amata e luminosa Sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico Nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa Marco, incantevole padre della sua incantevole Flora che Costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. Dopo varie tribolazioni, Marco ha praticamente lasciato la storica (e decisamente perfetta) fidanzata all’altare. Costanza (seppur decisamente imperfetta) credeva che l’avesse fatto per lei, ma non ne è più così sicura considerato che Marco prende tempo e si comporta in modo piuttosto ambiguo. Come sempre, però, nella vita di Costanza non c’è spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria che al momento si sta autoconvincendo di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l’Istituto di Paleopatologia di Verona per un impiego da anatomopatologa a Venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l’ultima discendente di un’antica famiglia veneziana, gli Almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c’è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato. Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità… e poi scopre che nell’operazione è coinvolto anche Marco. Che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un’occasione d’oro per cercare di capire cosa c’è davvero tra lei e Marco? Con coraggio, determinazione e tanta, tanta costanza, questa eroina dai capelli rossi affronterà nuove sfide, svelerà antiche trame mentre proverà a comprendere il suo cuore.

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