Cultura. Al Meeting di Rimini vanno in scena le mostre, per incontrare la realtà

Un cartellone particolarmente ricco: dai 100 anni di don Giussani al magistrato Rosario Livatino, dall’organizzazione Memorial all’opera di Fernando Pessoa
Un’immagine della mostra su Gilbert Keith Chesterton

Un’immagine della mostra su Gilbert Keith Chesterton – Meeting di Rimini

Avvenire

Le mostre sono gli eventi più gettonati dal pubblico del Meeting. In passato – se si eccettua l’edizione 2020, svolta quasi interamente in modalità online a causa dell’emergenza Covid – sono state registrate oltre 150mila prenotazioni nell’arco di una settimana, dato molto superiore a quelli registrati negli eventi che si svolgono in Italia. Gli argomenti scelti hanno a che fare con gli ambiti più diversi, ma c’è un “quid”, una modalità di presentarli che aiuta a capire il motivo di questo successo: cosa c’entro io? cosa comunica a me il protagonista della mostra?

«Temi e personaggi hanno un legame con le grandi domande che abitano il cuore dell’uomo e quindi risultano sempre attuali al di là dell’epoca in cui si collocano – spiega Alessandra Vitez, responsabile delle esposizioni –. Si cerca di comunicare cosa nasce nei curatori delle mostre dall’incontro con un autore o con un evento, e di favorire un paragone con il vissuto del visitatore. Non si propongono soluzioni costruite a tavolino rispetto a certe tematiche (l’ambiente, le migrazioni, le sfide della bioetica, l’educazione), quanto un’ipotesi di cammino che ciascuno possa verificare. In tutto questo, il maestro che ci guida è la realtà. La disponibilità a starle davanti senza schemi precostituiti aiuta a scoprire molti più aspetti di quelli ipotizzati e così cresce il cammino di conoscenza delle cose e dell’umano».

Le mostre di quest’anno (ingresso gratuito con prenotazione tramite l’app Meeting Rimini) muovono da questa logica, a partire da quella dedicata al centenario della nascita di don Giussani che propone un’immersione nella sua figura e una nutrita galleria di testimonianze rese da chi lo ha conosciuto o da chi è stato conquistato dal suo carisma (vedere intervista a Prosperi a pagina…).
In occasione dei quarant’anni dalla fondazione, l’associazione Famiglie per l’accoglienza ha proposto a 14 artisti di esprimere con un’opera ciò che ha mosso la loro creatività dopo avere conosciuto padri e madri che vivono la dimensione della gratuità praticando l’adozione, l’affido e altre forme di ospitalità. Su una grande piazza si affacciano le stanze che ospitano quadri, sculture, fotografie, video, realizzate per l’occasione e che documentano il “contraccolpo” suscitato negli artisti.

Un’esperienza di immersione viene proposta anche a chi visita la mostra “Sub tutela Dei” dedicata al magistrato Rosario Livatino ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato l’anno scorso, dove sono presentate anche testimonianze di ex mafiosi che, colpiti dalla sua figura e dalla fede che lo animava, hanno avviato un percorso di conversione. Un altro esempio di testimonianza “contagiosa” viene da “Nulla sarebbe stato possibile senza di lei”, esposizione dedicata ad Armida Barelli, una delle protagoniste della nascita dell’Università Cattolica che ha segnato la prima metà del Novecento con la sua volontà di rafforzare la fede e la presenza cattolica in Italia, promuovendo iniziative laicali senza distinzione di ceto e dando un contributo fondamentale all’emancipazione delle donne.

La “passione per l’uomo” proposta dal titolo del Meeting 2022 è documentata in termini molto coinvolgenti nella mostra “Uomini, nonostante tutto” con testimonianze e documenti su Memorial, la prima organizzazione indipendente fondata nel 1989 da Sacharov per custodire la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e liquidata dalle autorità russe nel 2021. Vengono presentate lettere che i padri scrivevano alle famiglie dai lager e piccoli oggetti (ricami, disegni, pupazzetti) che le madri nei lager confezionavano per i figli per mantenere vivo un legame che a causa del passare degli anni e della propaganda di regime sembrava destinato a spezzarsi. Emergono storie di dolore e di verità e la resistenza di chi non rinuncia all’anelito di libertà anche in condizioni proibitive.

L’arte è da sempre presente nel cartellone del Meeting: quest’anno vengono presentati sei artisti del Novecento e il fotografo Gus Powell, una mostra è dedicata ai tesori di Ascoli e una alla vita e alle opere di Gino Severini. Un gruppo di studenti universitari portoghesi guiderà all’incontro con lo scrittore Fernando Pessoa, figura complessa ed enigmatica. Oltre alle opere firmate in prima persona, ha scritto usando decine di eteronimi: veri e proprio “alter ego” inventati da lui, ognuno con una sua personalità e un suo stile letterario. Un caso unico nella letteratura mondiale, e un “compagno di cammino” nel tentativo di approfondire una delle sfide più attuali: la tensione tra la frammentazione dell’io e della società e il desidero di unità, di compiutezza, che pure continuiamo a vivere.

In oculis facta” indaga il ruolo che le immagini ricoprono nella conoscenza scientifica. L’esigenza di rappresentare la natura precede di gran lunga la scienza moderna; nonostante la diversità abissale che le caratterizza, forse esiste un legame nascosto fra i dipinti rupestri dell’uomo primitivo e le recenti spettacolari immagini offerte dai telescopi più potenti: da dove nasce questa nostra esigenza di raffigurare il mondo che ci circonda?

Alle esplorazioni di Giovannino Guareschi sulla Via Emilia è dedicata “Route 77, tre anni dopo”, mentre “Costruire sempre” propone l’incontro con don Emilio de Roja, prete friulano protagonista di un’affascinante avventura educativa con i ragazzi difficili. Infine, in collaborazione con il Ministero degli Esteri, un percorso espositivo dedicato alle sfide della sicurezza alimentare.