Meeting di Rimini: al via venerdì con 106 incontri e 271 relatori. Dirette su Youtube

Sono 106 gli incontri proposti dalla 37^ edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli (“Tu sei un bene per me”, 19 – 25 agosto, Rimini Fiera), 18 le esposizioni, 14 gli spettacoli, 22 le manifestazioni sportive. Sono 271 i relatori che interverranno agli incontri. Questi alcuni numeri della kermesse che si svolgerà, come di consueto, negli ampi spazi di Rimini Fiera: 130mila metri quadrati. Fuori dal grande contenitore fieristico verranno proposti due spettacoli al Teatro Novelli di Rimini e alcune manifestazioni sportive. “Inaugureremo, nel padiglione A3, un’area interamente dedicata ai temi del lavoro e della formazione – spiega il direttore Sandro Ricci -: ci rivolgiamo in modo particolare ai giovani, ma non solo a loro”. Oltre alle collaborazioni con istituzioni culturali e universitarie, cinque aziende di rilievo nazionale faranno selezione del personale per più di 20 profili. Presenti iniziative dei ministeri del Welfare e dell’Istruzione, fondazioni di aiuto al lavoro, servizi di orientamento delle università, agenzie di lavoro interinale. Costo preventivato del Meeting 2016: 5 milioni 700mila euro. Sono 3 i main partners (Enel, Intesa Sanpaolo, Wind), 8 gli official partners. Un’intera area del Meeting (4.500 mq compreso il “Family’s Fast Food”) è dedicata ai bambini: ogni giorno, nel padiglione C3, giochi, canti e balli, animazione, laboratori, incontri e spettacoli. Per la prima volta sarà possibile seguire tutti gli incontri in diretta streaming sul canale Youtube. #meeting2016 sarà l’hashtag ufficiale XXXVII edizione, che farà da punto di riferimento per tutti gli aggiornamenti, curiosità, notizie, anticipazioni, contenuti multimediali, interviste in tempo reale, da seguire su Facebook, Twitter, Instangram, Youtube, Flickr e Linkedln.

Manifestazione / Meeting di Rimini al via

Il Meeting è in crisi? Eccoci al tormentone dell’estate. Sono trentasette anni che se ne discute, accalorandosi, a prescindere dal fatto che alla fine i conti tornino sempre e che quando hanno provato a trascinare in tribunale i vertici della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli sia finito tutto in una bolla di sapone. Ogni anno la kermesse riminese sfida la Storia, quella che ha visto finire i partiti e chiudere una dopo l’altra tutte le manifestazioni che scommettevano sulla partecipazione di massa. Una dimensione che al Meeting (r)esiste e che è fatta di volti e di sudore, di frasi ad effetto e di esperienze vissute, di testimoni e di masse che li ascoltano e che dialogano con loro a colpi di applausi.

Ma allora, questo Meeting è davvero in crisi? I numeri non lo dicono. Anzi, si potrebbe azzardare a parlare di ripresa. Bilancio 2014: 7,1 milioni di euro. Bilancio 2015; 5,4. Bilancio 2016: 5,7. E’ una stima, ma poiché a fornircela è il direttore generale della Fondazione, quel Sandro Ricci che la gestisce praticamente da quand’è nata, possiamo credere che alla fine la cifra sarà questa, se non lievemente superiore. «Il nostro budget – spiega infatti Ricci – contempla anche i costi sostenuti dalle organizzazioni che finanziano le proprie iniziative, come alcune mostre e convegni, che in realtà per noi sono a costo zero, perché i promotori si fanno carico di tutto».

In soldoni, il Ricci deve trovare molti meno euro, rispetto a quei 5,7 milioni, per chiudere il bilancio, ed è un bene in tempi di vacche magre: «Molte aziende hanno ridotto gli investimenti perché la crisi non è passata – ammette –, anzi ci stiamo assestando su una dinamica di basso investimento. Complessivamente, i servizi di comunicazione confermeranno gli introiti del 2015».

Tradotto: gli sponsor stringono i cordoni della borsa, ma la Fondazione è riuscita a vendere comunque stand, loghi e “visibilità” per 3,6 milioni di euro. In qualche caso, è riuscita addirittura a perdere uno sponsor “scomodo” ma pingue come Lottomatica (il business dell’azzardo ha sempre diviso i cattolici ed era un’arma micidiale nelle mani degli anti-ciellini), ma al tempo stesso a trovare altri investitori. Che dire? Bingo.
«Stiamo valorizzando con grandi soddisfazioni il fundraising, sia attraverso il web che attraverso la raccolta di donazioni durante la manifestazione», annuncia Ricci e si capisce che per i ciellini è un ritorno alle origini, quando il Meeting si teneva nella vecchia fiera di Rimini e Wind, che oggi è uno dei main sponsor, non esisteva ancora.

La raccolta fondi è un modo per ricostruire un rapporto personale con il popolo di Carron e con i simpatizzanti; si articola in numerose iniziative, soprattutto virtuali, ma «la donazione effettuata dal singolo visitatore durante la manifestazione pesa per oltre il 50% sulle offerte raccolte» avverte il manager.

La campagna di fundraising vera e propria è partita nel 2014 attraverso una raccolta di 20mila euro, che sono diventati 120mila l’anno scorso e che potrebbero avere un incremento del 20% quest’anno. In crescita anche la forma prevalente di “offerta”, quella del proprio tempo: nei giorni della kermesse lavoreranno gratis (ma vitto e alloggio sono a carico della fondazione) 2215 volontari mentre 500 si sono occupati dell’allestimento degli stand e delle sale, che ospiteranno 86 incontri, senza contare le decine di convegni promossi dagli espositori, che non rientrano nel programma ufficiale.

Una delle “prove” della crisi del Meeting – sovente citata in tal senso dai media – è il calo registrato nella partecipazione degli enti locali, Regioni in testa, un tempo roccaforte ciellina… «Ma se ci davano, quando andava bene 45mila euro! – sbotta il Ricci –. Guardate, credo che il volano della manifestazione non siano solo i politici, ma le mostre, gli spettacoli e alcuni convegni che riuniscono in sala seimila persone quando, se organizzi altrove lo stesso convegno sullo stesso argomento, ne racimoli a stento sessanta».

Effettivamente, quest’attrattività del momento culturale c’è sempre stata, anche negli anni più bui dei processi ai politici legati al movimento. E persiste: l’obiettivo 2016 è confermare le 800mila presenze a mostre e spettacoli, gli unici che vengono monitorati e che conducono a stimare tra 200 e 300mila visitatori. Consumeranno pasti per 1,2 milioni di euro, centomila più del 2015: del resto, crisi o non crisi, la piadina in Romagna è sempre un business.

avvenire

Presentazione / «Tu sei un bene per me» Ecco il Meeting 2016

L’altro è una risorsa. Il titolo del Meeting edizione 2016 è semplice, ma ricco di significato: ‘Tu sei un bene per me’. Lo ha presentato ieri a Torino la presidente della Fondazione Meeting Emilia Guarnieri, che fin dagli inizi fa parte del gruppo promotore della kermesse riminese. Il titolo dice molto su quella che è la ‘colonna vertebrale’ del Meeting: l’arte dell’incontro, il gusto di conoscere l’altro e il mondo, la consapevolezza che chiudersi non basta e non serve a niente. La ricerca dell’altro trova, di questi tempi, vasti campi di applicazioni feconde: «Mentre vediamo le nostre società chiudersi – per paura, per pregiudizio – scopriamo quanto sia forte invece il bisogno di aprirsi, di conoscere, di andare incontro alle situazioni che ci sfidano». Pensa al tema dei rifugiati, dei profughi, delle migrazioni, ma non solo: «C’è, nel tema scelto per quest’anno – dice ancora la Guarnieri – la consapevolezza che il Giubileo della misericordia è un’opportunità da vivere in grande. Misericordia non significa prima di tutto attenzione amorosa all’altro, agli altri, proprio nelle situazioni più difficili e anche scabrose?».

Sulla linea dell’incontro il Meeting ha sempre camminato, fin dagli inizi. A volte i titoli sono stati molto più complessi, quasi barocchi, risentendo delle sensibilità di certi anni: ‘Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza’ (2002); ‘Si levò un vento impetuoso da est…’ (1996), eccetera. La presidente della Fondazione ricorda rapidamente l’arco di questi 36 anni, e tutte le ‘diversità’ che sono state invitate, portate, accompagnate a Rimini: dagli (allora) dissidenti russi agli studenti di piazza Tian an Men; dai testimoni delle confessioni cristiane e delle altre fedi (ebrei, islamici, buddhisti…), fino al cardinale Ratzinger, a Madre Teresa e a Giovanni Paolo II: tutte presenze che a Rimini hanno ‘convissuto’ in questo spirito di accoglienza e di incontro, anche al di là delle rispettive identità (tema, quest’ultimo, che era particolarmente sentito in Comunione e Liberazione). E Francesco? Il Papa, evocato fin dal titolo, è stato invitato, dice la Guarnieri. Se verrà, per ora non si sa, non è detto. «Tu sei un bene per me» potrebbe suggerire un approccio magari sentimentale, facilone, un po’ buonista, osserva la presidente. «Così come a volte viene venduta l’immagine di Francesco. Ma proprio il Papa ci ha mostrato una concretezza grande e precisa, ci ha non solo detto, ma testimoniato che i poveri bisogna sentirseli addosso, tenerseli vicino, accoglierli, curarli».

Perché una presentazione del Meeting a Torino? Perché questa città, vista dal resto d’Italia, continua a rimanere un grande laboratorio di attenzione agli ultimi, di carità intelligente, di attenzione all’educazione dei giovani. Con la Guarnieri c’è Dario Odifreddi, ‘anima’ della Compagnia delle Opere torinese e di ‘Piazza dei mestieri’, il centro di formazione che negli ultimi anni ha realizzato una serie di progetti educativi di grande impatto, ben al di là della semplice ‘istruzione professionale’, proponendosi come uno dei luoghi che riescono a realizzare sul territorio ciò che altre istituzioni sembrano oggi fare con più difficoltà, dalla scuola alla famiglia. Nella Piazza ci sono laboratori di cucina, doposcuola, opportunità di lavoro. Ma c’è, soprattutto, l’attenzione a crescere insieme, perché ognuno è ‘bene per l’altro’.

da Avvenire