IL FESTIVAL DEI MEDIA CEI «L’informazione ponga domande»

«La comunicazione ha un grande spazio che è aiutare a porre le domande giuste, a far percepire la sfida che è dinanzi a noi. Senza questo rischia di essere un’informazione che non comunica. Soprattutto nel contesto della cultura digitale, con milioni di informazioni ogni giorno». È l’allarme quello di monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione nella prima giornata della Festa della Comunicazione “Media Cei Insieme per… passione!”. Tema dell’evento le parole di Cristo “La gente, chi dice che io sia” … “Ma voi, chi dite che io sia?”. Monsignor Fisichella, va oltre. «La prima domanda che ci dobbiamo fare è “chi sono io?”. Nel momento in cui Gesù chiede “ma voi chi dite che io sia?”, sta chiedendo ai suoi discepoli chi sono loro, se sono veramente capaci di seguire, se hanno occhi per vedere il mistero che hanno davanti a loro, se hanno orecchie capaci di ascoltare veramente il suo messaggio, se hanno parole per comunicarlo in maniera coerente ». E alla domanda su cosa avrebbe risposto lui alla domanda di Cristo, l’arcivescovo risponde. «Gli avrei detto “sei il senso della mia vita”. Davanti a Cristo non si può rimanere neutrali, dopo l’incontro con lui non si è più come prima». Ma, torna ad avvertire, «c’è il grande rischio di non cogliere la complessità della realtà che ci viene posta dinanzi». In primo luogo, sottolinea Fisichella, «il grande evento della rivelazione di Gesù che è la capacità di Dio di parlare il nostro linguaggio per fare capire a noi chi siamo veramente». Ricordando che «l’uomo è chiamato ad amare, perché il primo incontro di Dio con l’uomo è una relazionalità di amore. Se non riscopriamo questa dimensione profonda che è la natura stessa di Dio, non riusciremo a dare una risposta soddisfacente alla sofferenza, al limite, alla morte dell’innocente, alla violenza. E la presenza dell’amore di Dio non è una teoria ma sono fatti concreti ». Come i Venerdì della Misericordia di papa Francesco dei quali Fisichella è stato l’organizzatore. «Il Papa dice che bisogna sollecitare la cultura dell’incontro, perché nell’incontro si crea relazionalità e ci si sente amati. Non possiamo dimenticare che nel Vangelo il Signore ci dice “siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”, e anche “siate perfetti come perfetto è il Padre vostro”. Le due affermazioni si illuminano a vicenda. Devi scoprire la misericordia come la via che ti porta alla perfezione, che ti unisce di più a Dio». E, conclude, «quella del Papa è la provocazione a scoprire che cosa si nasconde dietro quelle persone, un richiamo alla vicinanza, a non giudicare, a sostenerle. Per mostrare come l’orizzonte della speranza cristiana è molto più forte di qualsiasi debolezza, ma anche una sollecitazione a seguire l’esempio. Il Papa desidera che questo sia il cammino dei credenti».

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L’arcivescovo lancia l’allarme sul «grande rischio di non cogliere la complessità della realtà che ci sta davanti»

Media vaticani: trama e interpreti

Scelte inattese, colpo di scena, botti di fine anno, guerra aperta: sono alcune espressioni usate per annunciare i recenti cambiamenti dei responsabili nei media vaticani.

Il 31 dicembre si dimettono il direttore e vicedirettore della Sala stampa, Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero. Il primo viene sostituito ad interim da Alessandro Gisotti.

Il 18 dicembre Andrea Tornielli viene nominato direttore editoriale dei media vaticani e Andrea Monda succede a Giovanni Maria Vian alla direzione de L’Osservatore Romano.

In luglio era stato nominato nuovo prefetto della Segreteria della comunicazione Paolo Ruffini. Si ridefiniscono così i vertici della comunicazione vaticana. Nel disegno della riforma curiale, la Segreteria della comunicazione è rilevante per la funzione e per i numeri. Su 3.000 dipendenti, oltre 700 lavorano in radio, Centro televisivo, tipografia vaticana, Osservatore Romano, Sala stampa, servizi Internet.

Burke e Ovejero sono stati nominati l’11 settembre 2016, dopo le dimissioni di p. Federico Lombardi.

Il primo, statunitense, aveva lavorato per la Reuters, per il National Catholic Register e per Fox News per poi essere chiamato in Segreteria di stato e in Sala stampa, come vicedirettore. Appartiene all’Opus Dei.

La seconda, spagnola, è stata redattrice della radio Cadena Cope della conferenza episcopale. È considerata vicina ai neocatecumenali.

Alessandro Gisotti ha lavorato alle Nazioni Unite a Roma e alla radio vaticana e ha insegnato alla Pontificia Università Lateranense. È coordinatore dei social media del dicastero per la comunicazione.

Andrea Tornielli ha collaborato a Il Sabato, a 30 Giorni, a Il Giornale, a Bussola quotidiana, vaticanista a La Stampa, coordinatore del giornale digitale Vatican Insider, oltre che autore di numerosi libri.

Andrea Monda, laureato alla Sapienza e alla Gregoriana, insegna religione nei licei e alla Lateranense e collabora con Avvenire e Civiltà Cattolica.

Giovanni Maria Vian, specialista di letteratura cristiana antica, è stato direttore de L’Osservatore Romano dal 2007 al 2018, dando al giornale un’apertura culturale e mondiale.

Paolo Ruffini ha lavorato con ruoli di grande responsabilità in RAI, a LA7, TV 2000, per poi essere nominato prefetto del dicastero della comunicazione.

Oltre a quelli citati vale la pena ricordare altre tre nomi: mons. Dario Viganò, docente alla Lateranense e alla LUISS, prefetto della Segreteria della comunicazione dal 2015 al 21 marzo 2018; mons. Lucio Adrian Ruiz, docente all’università della Santa Croce e segretario del dicastero della comunicazione che ha diretto dalle dimissione di Viganò fino alla nomina di Ruffini; p. Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica, che insegna alla Gregoriana e accompagna i viaggi di papa Francesco.

Spiegazioni possibili

Fra le interpretazioni, oltre alla sorpresa e all’incertezza indicata da molti, indico tre possibili spiegazioni.

Vi è chi sottolinea i percorsi personali dei singoli e le vicinanze (da TV 2000 a Civiltà Cattolica, a frequentazioni amicali di lunga data con papa Francesco) e la relativizzazione di alcuni movimenti. In particolare l’Opus Dei che “perde” la Sala stampa e non “conquista” il Pontificio consiglio dei testi legislativi (Juan Ignacio Arrieta rimane segretario), mentre il prelato non è stato consacrato vescovo.

Più insistenti le voci che indicano il difficile rapporto fra L’Osservatore Romano e la Sala stampa con la Segreteria dei media. Sia il giornale sia la Sala stampa si vorrebbero collocare in un ruolo autonomo rispetto al dicastero. Burke e Ovejero avrebbero chiesto di essere informati e coinvolti nelle decisioni, mal digerendo le richieste di mons. Ruiz, la nomina di Ruffini e le sue decisioni. C’è chi annota come gli incontri con la stampa durante il recente sinodo dei giovani siano stati gestiti da Ruffini e non da Burke (come faceva in precedenza p. Lombardi).

Una terza ipotesi riguarda il rapporto fra Segreteria di stato e Segreteria dei media. La prima ha sempre sottolineato, come da statuto, che la Sala stampa era alle sue dipendenze per le comunicazioni ufficiali eL’Osservatore Romano aveva nel card. Becciu, ex sostituto per gli affari generali della Segreteria di stato, un riferimento e una difesa rispetto alle ipotesi di mons. D. Viganò di ridimensionare la testata trasferendola sull’on-line o verso un settimanale culturale.

Media e riforma della curia

Un elemento vistoso nella linea delle nomine è il progressivo coinvolgimento dei laici che vanno ad occupare caselle normalmente riservate ai preti. Non credo sia solo motivato dalla penuria degli ordinati.

Un secondo elemento, più critico, è la netta prevalenza degli italiani che, se hanno il vantaggio di conoscere meglio la “macchina”, potrebbero avere lo svantaggio di un orizzonte più limitato e di tensioni personalistiche.

La qualità degli interpreti è decisiva per la trama narrativa. In ogni caso, le sfide immediate si alzano subito come impegnative: dalla Giornata mondiale della gioventù (22-27 gennaio, Panama) al viaggio negli Emirati Arabi Uniti (3-5 febbraio), dall’assemblea di tutti i presidenti delle conferenze episcopali sul tema degli abusi (21-24 febbraio) al viaggio in Bulgaria e Macedonia (5-7 maggio), al sinodo dell’Amazzonia (ottobre).

Il processo complessivo della riforma curiale sta prendendo figura. Il ruolo riconosciuto al dicastero su laici, famiglia e vita, accanto a quello sullo sviluppo umano integrale e alle due segreterie, economica e mediale, caratterizza il nuovo organigramma che non sembra avere recepito l’attesa unificazione della Propaganda fidecon il Pontificio consiglio sulla nuova evangelizzazione.

La stesura del gruppo dei 9 cardinali è già passata al Pontificio consiglio per i testi legislativi e poi ai dicasteri. La tonalità prevalente che il documento vorrebbe enfatizzare rispetto alla costituzione tuttora in vigore (Pastor Bonus) è quella dell’evangelizzazione.

Il titolo della bozza è Praedicate evangelium. Una prima parte riflette gli orientamenti di fondo del servizio curiale e una seconda sarà dedicata alla riforma degli uffici. Si vedrà se l’accentuazione sull’evangelizzazione e sul decentramento alle conferenze episcopali troverà conferma nel testo definitivo che potrebbe essere pronto per il 29 giugno 2019, solennità dei santi Pietro e Paolo.

settimananews

Disponibile la App per ascoltare il Papa nella propria lingua

App Vatican Audio

Spagnolo, inglese, francese, tedesco e portoghese: grazie a Vatican Audio anche da Piazza San Pietro è più facile e veloce ascoltare le parole di Papa Francesco

Papa Francesco prega, predica e parla italiano. Ma grazie a Vatican News, da oggi anche i pellegrini che non parlano o non capiscono questa lingua, possono ascoltare direttamente il Pontefice.

Accessibile e veloce

Il merito è di “Vatican Audio” l’applicazione disponibile su App Store e Google Play: basta scaricarla, scegliere la propria lingua e ascoltare. L’accessibilità è facile e veloce anche da Piazza San Pietro. Se il Papa parla  in spagnolo sua lingua madre, questa App è anche un servizio per i pellegrini italiani, altrimenti lo si potrà ascoltare in inglese, francese, tedesco e portoghese. Il servizio si aggiunge alle trasmissioni in diretta in diverse lingue già prodotte per internet e per la Radio.

Un servizio ai pellegrini anche italiani

La App sarà disponibile anche per l’incontro di martedì prossimo di Francesco con più di 60.000 chierichetti attesi a Roma per il Pellegrinaggio internazionale dei ministranti dell‘Associazione internazionale Coetus Internationalis Ministrantium (CIM).

L’adesione è da 18 Paesi, ma il gruppo più numeroso arriverà dalla Germania, circa 50.000, accompagnati dal Presidente della Commissione per i giovani della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo Stefan Oster, S.D.B. (diocesi di Passau), e da numerosi membri della Conferenza Episcopale.

vaticannews

GMCS 2016 Media: Arezzo, al via l’11° Festival della comunicazione

Al via l’11° Festival della comunicazione, ospitato quest’anno dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo” il tema di quest’edizione, che ricalca il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (domenica 8 maggio). Fitto il calendario degli incontri, in programma dall’1 all’8 maggio, in collaborazione con la Famiglia Paolina. Tra gli eventi in programma, questa sera alle 18.30, ad Arezzo, tavola rotonda dedicata a “Linguaggi per trasmettere i valori ai più piccoli” (sala grande di Giustizia, Vescovado) con padre Alessandro Caspoli, direttore dell’Antoniano di Bologna, Mussi Bollini, direttore del centro di produzione Rai di Torino e per molti anni responsabile dei programmi Rai per i ragazzi, e Fabio Civitelli, uno dei più noti disegnatori di fumetti al mondo. Domani (domenica 1° maggio) nella basilica di san Francesco Messa in diretta televisiva su Retequattro (ore 9.55), presieduta dall’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio della famiglia, che alle 14 (al seminario diocesano) presenta l’Esortazione apostolica di papa Francesco “Amoris Laetitia”. Nello stesso giorno a Monterchi, dalle 9 alle 15, gara estemporanea di pittura sulla misericordia e a Sansepolcro, sul tema “Comunicare con Dio”, pellegrinaggio giubilare all’Eremo di Montecasale (dalle 15). Martedì 3 maggio, alle 21, il museo diocesano di Cortona, in collaborazione con Radio Incontri, ospita la tavola rotonda “La radio: una compagnia misericordiosa” con Luca Collodi (Radio Vaticana), Luigi Cobisi (Italradio) e Fausto Casi (direttore museo della Comunicazione). Giovedì 4 maggio, alle 10 in Vescovado ad Arezzo, incontro-dibattito “C’è misericordia nei bilanci comunali?” con Francesco Marsico (Caritas nazionale), assessori comunali della diocesi, don Guliano Francioli (Caritas diocesana), suor Raffaella Spiezio (Caritas di Livorno) e il direttore de “La Nazione”, Francesco De Robertis. Alle 18, ancora in Vescovado, incontro su “Le religioni del Libro di fronte alla misericordia di Dio” con Elzir Izzedin (presidente Ucoii), Rav Joseph Levi (Rabbino Capo di Firenze), Franziska Mueller (pastora luterana) e don Alfredo Jacopozzi (direttore del Centro per il dialogo interreligioso della diocesi di Firenze). Alle 21, la chiesa della Ss. Annunziata, ad Arezzo, ospita un concerto dell’Orchestra giovanile di Arezzo. Il giorno seguente, 5 maggio, alle 10 – sempre in Vescovado ad Arezzo – il direttore di “Famiglia Cristiana”, don Antonio Sciortino, Marco Tarquinio (direttore di “Avvenire”) e Francesco Zanotti (presidente Fisc) animano l’incontro su “I media della Chiesa per la cultura della misericordia”. Sabato 7 maggio la casa circondariale di Arezzo ospita alle 10 l’incontro-dibattito “Le voci di dentro, i detenuti intervistano i giornalisti” e, alle 21, la Cattedrale accoglie fratel Enzo Bianchi, Priore di Bose, per l’incontro “Gesù racconta la misericordia di Dio”. Infine domenica 8 maggio, giornata delle comunicazioni sociali, dal santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio in Cortona, la Messa in diretta su Rai1 (ore 10.55), presieduta dall’arcivescovo Riccardo Fontana.

sir

Premio Paoline Comunicazione e Cultura 2014

Comunicazionemediasocial network. Ma anche incontroprossimitàperiferia e testimonianza. Sono queste alcune delle parole chiave che hanno caratterizzeranno la riflessione dell’incontro che l’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Roma, il Centro Comunicazione e Cultura Paoline ONLUS e la Pontificia Università Lateranense, hanno organizzato il 22 maggio presso la sala convegni della Comunità di Sant’Egidio a Roma.

L’evento ha portato a riflettere sul tema del Messaggio per la 48ª Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali Comunicazione al Servizio di un’autentica cultura dell’incontro. Introdotti dal portavoce della Diocesi di Roma, don Walter Insero, la riflessione è stata caratterizzata dagli interventi dello storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Elisabetta Piqué,corrispondente in Italia del quotidiano argentino “La Nación” e di Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo della Diocesi di Campobasso-Boiano. Ha moderato Massimiliano Padula, responsabile dell’Ufficio stampa della Pontificia Università Lateranense.

Come da tradizione, l’appuntamento è stato caratterizzato dal conferimento del Premio Paoline Comunicazione e Cultura 2014 proprio all’arcivescovo Bregantini per la sua missione pastorale che da sempre pone al centro il “farsi prossimo e l’attenzione agli umili”.

fonte: http://www.paoline.org/

Un caso emblematico di come spesso si fa ricerca storica ai tempi della Rete Bargellini antisemita ovvero le trappole di Wikipedia

Tempo fa, ho letto un saggio che ripercorreva la collaborazione di Eugenio Garin alla rivista «Belfagor», valendosi anche del suo carteggio con Luigi Russo, che di quella rivista fu fondatore e direttore per quindici anni (F. Torchiani, Garin, «Belfagor» e i «conti» con Croce, in «Studi storici», 2010, pp. 367-390). A un certo punto, il giovane autore si imbatte nella figura di Piero Bargellini e la presenta al lettore con questa breve nota: «Piero Bargellini (1897-1980), scrittore e politico fiorentino, fondatore nel 1929 de “Il Frontespizio”, periodico volto a conciliare fascismo e cattolicesimo. Collaboratore de “La Difesa della razza” e firmatario del Manifesto in difesa della razza promosso dal regime nel 1938, militò nel dopoguerra nella Dc, divenendo assessore alle Belle arti e alla Pubblica istruzione del Comune di Firenze, guidato da Giorgio La Pira».

Il primo numero della rivista «La difesa della razza» (8 agosto 1938)Sono rimasto piuttosto perplesso: stranamente non si faceva riferimento al momento culminante della carriera politica di Bargellini, ai due anni, cioè, in cui fu sindaco di Firenze, il «sindaco dell’alluvione» del 1966, come ben rammentano i miei coetanei. Ma era soprattutto l’immagine di un Bargellini antisemita pervicace a non convincermi: il Manifesto razzista comparso sui giornali italiani il 15 luglio 1938 era anonimo e solo al momento della sua presentazione al segretario del Partito nazionale fascista il successivo 25 luglio, furono resi noti i nomi dei dieci “scienziati” fascisti che lo avevano elaborato. Forse sarebbe più corretto affermare — mi dicevo — che Bargellini abbia in qualche modo manifestato la sua adesione alle tesi di quel documento: ma era poi così sicuro? Ricordavo un passo del libro di Marie-Anne Matard Bonucci su L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei (di cui mi è capitato di curare l’edizione italiana nel 2008 presso il Mulino), nel quale — fra le poche voci di opposizione a quel Manifesto — si ricordava proprio quella dello scrittore fiorentino, che sul «Frontespizio» del luglio 1938 aveva firmato con uno dei suoi pseudonimi (Lupo Cerviero) un articolo ironico intitolato O razza o stirpe o schiatta? che se ne dissociava apertamente. E, se le cose stavano così, la collaborazione alla «Difesa della razza» era proprio certa?

  Roberto Pertici
osservatoreromano
19 Giugno 2012 07:06