Papa Francesco: anche i peccatori mangiano alla tavola di Dio

Dio non esclude mai nessun peccatore dal suo amore, come mostrato da Gesù “che non aveva paura di dialogare” con pubblicani e prostitute. All’udienza generale, Papa Francesco ha rievocato la figura dell’Apostolo Matteo e le parole con cui Gesù risponde alle critiche dei farisei, che non volevano che frequentasse un pubblicano. Dio non ama, ha detto il Papa, “una religiosità di facciata” ma un cuore leale capace di pentirsi. Il servizio di Alessandro De Carolis da Radio Vaticana 

A tavola con il nemico, un venduto che dissangua i suoi conterranei a favore degli odiati invasori. I farisei non lo avrebbero nemmeno sfiorato con lo sguardo, Matteo il pubblicano. Gesù invece accetta il suo invito e non solo mangia con lui ma lo accoglierà nella cerchia ristretta dei discepoli.

Chiesa non è “comunità di perfetti”
La chiamata di Matteo, indica il Papa, è lo spartiacque tra chi fa della religione una forma di decoro e chi un’esperienza di vita. “Essere cristiani – afferma Francesco – non ci rende impeccabili”:

“Tutti siamo peccatori, tutti abbiamo peccati. Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. Una volta ho sentito un detto bello: ‘Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro’ (…) È bello questo: questo è quello che fa Gesù. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore perché si riconoscono peccatori e bisognosi del suo perdono”.

Peccatori, “commensali di Dio”
Il problema di un fariseo di ieri e di oggi, osserva Francesco, è che “ha la presunzione di credersi giusto” e vive di selezioni sociali, scegliendo e scartando. Gesù invece, sottolinea il Papa, “si presenta come un buon medico” che accoglie chiunque:

“Innanzi a Gesù nessun peccatore va escluso – nessun peccatore va escluso! (…) Chiamando i peccatori alla sua mensa, Egli li risana ristabilendoli in quella vocazione che essi credevano perduta e che i farisei hanno dimenticato: quella di invitati al banchetto di Dio (…) Se i farisei vedono negli invitati solo dei peccatori e rifiutano di sedersi con loro, Gesù al contrario ricorda loro che anch’essi sono commensali di Dio”.

Ricostituenti preziosi
I “farmaci” con i quali Cristo mostra “il potere risanante di Dio” sono la sua Parola e l’Eucaristia. Entrambi, prosegue Francesco, devono “dare fiducia e aprire il nostro cuore al Signore perché venga e ci risani”:

“A volte questa Parola è dolorosa perché incide sulle ipocrisie, smaschera le false scusanti, mette a nudo le verità nascoste; ma nello stesso tempo illumina e purifica, dà forza e speranza, è un ricostituente prezioso nel nostro cammino di fede. L’Eucaristia, da parte sua, ci nutre della stessa vita di Gesù e, come un potentissimo rimedio, in modo misterioso rinnova continuamente la grazia del nostro Battesimo”.

Non fermarsi alla carta
Gesù conclude il suo incontro-scontro con i farisei che lo contestano citando il profeta Osea: “Misericordia voglio e non sacrificio”. Ovvero, conclude Francesco, un cuore sincero e non una “religiosità di facciata”:

“‘Misericordia io voglio’, cioè la lealtà di un cuore che riconosce i propri peccati, che si ravvede e torna ad essere fedele all’alleanza con Dio. ‘E non sacrificio’: senza un cuore pentito ogni azione religiosa è inefficace! Gesù applica questa frase profetica anche alle relazioni umane: quei farisei erano molto religiosi nella forma (…) È come se a te regalassero un pacchetto con dentro un dono e tu, invece di andare a cercare il dono, guardassi soltanto la carta nel quale è incartato… Soltanto le apparenze, le forme, e non il nocciolo della grazia, del dono che viene dato!”.

Gli auguri alla Polonia
Nei saluti post-catechesi a i vari gruppi linguistici, il Papa ha ricordato fra l’altro la Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni di domenica prossima, invitando a chiedere “a Cristo, Buon Pastore, di mandare sempre nuovi operai al suo servizio”. Quindi, con i fedeli della Polonia in particolare, Francesco si è soffermato sui 1.050 anni del Battesimo della nazione, che vengono celebrati in questi giorni. “Chiedo a Dio – ha detto – che la generazione presente e le future generazioni dei polacchi rimangano fedeli alla grazia del battesimo, dando testimonianza dell’amore di Cristo e della Chiesa”.

Santo del giorno 21 Settembre: Matteo apostolo

La vocazione dell’apostolo Matteo è stata fissata in maniera indelebile sia nella pagina evangelica (autobiografica) che lo descrive mentre si alza obbediente dal banco delle imposte e segue Gesù, sia nella celebre rappresentazione che ne ha dato il Caravaggio: Matteo viene “tratto” dal buio della sua bottega e dei suoi interessi, dal gesto “creatore” di Gesù che irrompe sulla scena e lo chiama alla vita (si sa che Caravaggio ha volutamente “citato” il gesto michelangiolesco del Dio Creatore che si protende verso Adamo). Il gioco delle mani e dei gesti dei vari personaggi dice, poi, tutta l’intensità spirituale della vicenda: «Tu!», dice Gesù impetuosamente deciso a Matteo. «Io?», ribatte Matteo umile e stupefatto, quasi incredulo di tanta grazia. «Lui?», osserva l’apostolo Pietro meravigliato di una simile scelta. Ci sono poi due paggi eleganti che non riescono a nascondere un certo sconvolgimento: uno si ritrae, l’altro quasi si protende. Così la vicenda di Matteo, il pubblicano, è già tutta descritta nella sua vocazione e nel suo aver invitato a mensa con Cristo i suoi amici di un tempo. Secondo la tradizione, Matteo scrisse un primo Vangelo (probabilmente in aramaico), appositamente composto per i suoi connazionali, che mostra una particolare attenzione ai temi ecclesiali e raggiunge una particolare intensità drammatica nel racconto della Passione (è particolarmente da ricordare il capolavoro musicale che Johann Sebastian Bach compose per il venerdì santo del 1729). San Matteo è considerato patrono di tutti coloro che lavorano in campo finanziario (bancari, doganieri, guardie di finanza, ragionieri, commercialisti, contabili), che in lui devono trovare non soltanto un protettore, ma anche un esempio di libertà cristiana.
Altri Santi: S. Giona, profeta;
S. Maura di Troyes, vergine (827-850).
Letture: «Un solo corpo e un solo spirito» (Ef 4,1-7.11-13); «Ai confini del mondo si diffonde il loro messaggio» (Sal 18); «Seguimi!» (Mt 9,9-13).
Ambrosiano: Atti degli Apostoli 1,12-14; Salmo 18; Efesini 1,3-14; Matteo 9,9-17.