Il turismo come volano per la ripartenza dellʼItalia: dal mare alla montagna, alle città dʼarte fino ai piccoli borghi

Turismo al collasso e c'è chi vuole vietare il mare. Imprenditori: «Nessuna  logica, chiediamo aiuti»
Mare

Turismo, atteso il boom
Il turismo come volano per la ripartenza dellʼItalia: dal mare alla montagna, alle città dʼarte fino ai piccoli borghi. Nel 2022 i risultati sono stati eccellenti, ma le previsioni dicono che si va verso unʼaltra stagione da record. Secondo i dati rilevati da Demoskopika, nel 2023 sono attesi quasi 127 milioni di turisti, per oltre 442 milioni di pernottamenti.”

Estate. Il mare di tutti, anche di chi ha la Sla. Così si riaccende la voglia di vivere

Patrizia è affetta da sclerosi multipla, grazie all’associazione salentina Sunrise onlus, a distanza di 15 anni dall’ultima vol ta, è tornata in acqua
Il mare è di tutti. Volontari di Sunrise in azione con i loro amici

Il mare è di tutti. Volontari di Sunrise in azione con i loro amici – Collaboratori

Avvenire

Patrizia vive a Bari ed è affetta da sclerosi multipla. Il mare lo vede tutti i giorni, ma solo dalla finestra. Grazie all’associazione salentina Sunrise onlus, a distanza di 15 anni dall’ultima volta, è tornata in acqua. Qualche minuto a contatto con le onde e corpo e spirito sono rinati: «Non ci sono parole per descrivere la mia felicità» sono le uniche parole che riesce a pronunciare, ma è l’emozione sul suo viso a dire tutto.

Se il mare in estate è la meta della vacanza per moltissimi, per le persone con disabilità come Patrizia è quasi sempre inaccessibile. Ma le barriere sono fuori, l’acqua marina per natura apre le sue acque a tutti e può diventare anche terapeuica. Sono proprio questi i due ingredienti alla base del progetto “Mare di tutti” che Sunrise onlus realizza da luglio a settembre al Lido Coiba a San Foca, nel comune pugliese di Melendugno: «Facciamo una cosa molto semplice, portiamo in spiaggia le persone con disabilità e patologie neurologiche. Stando insieme agli altri, a tutti gli altri, dai bambini che giocano agli adulti che leggono sotto l’ombrellone, tutti quanti superano le barriere culturali che ancora oggi imponiamo culturalmente e socialmente ai disabili. Ostacoli che solo in rarissime eccezioni le persone con Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, con sclerosi multipla o con patologie neurologiche sanno di poter superare» spiega la presidente dell’associazione Maria De Giovanni, affetta lei stessa da sclerosi multipla.

Il progetto è iniziato gratuitamente cinque anni fa per alcune decine di persone, «ma è rimasto gratuito anche lo scorso anno, quando abbiamo avuto gente che arrivava da Roma, Torino e Milano per un totale di 500 partecipanti» aggiunge De Giovanni. “Mare di tutti” affronta la sfida dell’inclusione sociale portando persone con disabilità in acqua, ma ricorre alle onde salate dell’Adriatico anche per curare le patologie: «Da luogo “proibito” e irraggiungibile il mare è diventato lo spazio accogliente per la talassoterapia, che consiste in una fisioterapia effettuata direttamente in acqua, con il supporto di attrezzature specifiche per persone disabili e l’assistenza di fisiatri, fisioterapisti, cardiologi, psicologi, infermieri e volontari che si sono formati nell’approccio e nella gestione delle malattie neurologiche» spiega la presidente di Sunrise.

Questa esperienza è attiva sei giorni su sette nel lido di San Foca che è stato negli anni appositamente attrezzato con passerelle che arrivano fino al mare e carrozzine sulle quali sono state montate ruote in plastica per facilitarne lo scorrimento sul bagnasciuga e il galleggiamento in acqua. «Per diffondere questo messaggio inclusivo e queste pratiche terapeutiche, da fine luglio fino a settembre una volta alla settimana portiamo “Mare di tutti” in una diversa spiaggia del Salento, che viene opportunamente preparata per essere senza barriere per chiunque», racconta Maria De Giovanni che per questo progetto ha ricevuto l’encomio dal ministero della Salute e dal presidente della Repubblica è stata insignita del titolo di Ufficiale della Repubblica «per la sua instancabile attività di volontariato».

Il giorno prescelto per il “Mare di tutti (versione itinerante)” è il sabato e il pulmino dell’associazione passa a prendere chi non può spostarsi in autonomia: come Maurizio, che è stato il primo paziente delle nuove tappe itineranti al lido salentino di San Cataldo: «Veniamo da due anni di “isolamento nell’isolamento” per via delle le maggiori limitazioni subite in conseguenza della pandemia da chi come me ha la sclerosi o patologie neurologiche limitanti. Una situazione che però conoscevo già da 35 anni: tanto è passato dall’ultima volta che sono entrato in mare, nonostante ci viva a pochi metri. Essere di nuovo immerso nell’acqua è una sensazione che fa bene al mio corpo e alla mia anima e mi sento come tutti gli altri, parte di questo mare, che – conclude Maurizio – con la sua immensità, ci ricorda che può essere di tutti, senza barriere».

Messa in mare: parroco indagato da Procura di Crotone. Sacerdote chiede scusa, non volevo banalizzare l’Eucarestia

Don Mattia Bernasconi, il prete della parrocchia San Luigi Gonzaga di Milano che ha celebrato messa in mare a Crotone a conclusione di un campo di volontariato di Libera, risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Crotone che ha aperto un fascicolo sulla celebrazione avvenuta domenica in località Alfieri su un materassino gonfiabile.

Il parroco è indagato per offesa a confessione religiosa.

L’iniziativa del procuratore Giuseppe Capoccia nascerebbe, secondo quando appreso in ambienti giudiziari, dall’esame di articoli e foto apparsi soprattutto sui social che avrebbero arrecato offesa alla religione cattolica.
Intanto, il sacerdote ha chiesto scusa. “Vi scrivo poche ma sentite righe per chiedere scusa per la celebrazione di domenica 24 mattina nelle acque del mare di Capo Colonna”. Lo scrive in una lettera pubblicata sul sito della parrocchia di San Luigi di Gonzaga di Milano, don Mattia Bernasconi, vicario della pastorale per i giovani. “Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l’Eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo”, aggiunge don Bernasconi. (ANSA).