Libri in podcast IN 36 EPISODI IL MEGLIO DELLA LETTERATURA ITALIANA E INTERNAZIONALE

Guido, cammino, cucino e ascolto libri- Sette
(DIRE) Napoli, 17 dic. – “Libri in 3 minuti” è il titolo del nuovo progetto audio indipendente firmato Podcastory. Dedicato al meglio della produzione letteraria mondiale di tutti i tempi è un racconto immersivo attraverso la storia dell’umanità che si evolve grazie all’intreccio di culture e civiltà diverse. Una sorta di sinossi editoriale narrata dalle voci di attori professionisti e doppiatori di fama come Giuppi Izzo e Christian Iansante.

“Libri in 3 minuti”, si legge nella nota di presentazione, utilizza tecnologie aggiornate e un mezzo fortemente attrattivo e coinvolgente come il podcast per rendere la cultura letteraria maggiormente fruibile e accessibile in maniera pop e snackable e invitare gli ascoltatori a leggere e rileggere i fondamenti della cultura, scoprirne la bellezza e comprenderne l’importanza con l’obiettivo di stimolare creatività e fantasia e facilitare la costruzione di un pensiero critico che si appoggi a una sempre più ampia conoscenza.

I 36 episodi del podcast “Libri in 3 minuti” potranno essere ascoltati gratuitamente ogni martedì fino al 18 luglio su Spreaker, Spotify, Amazon Music, Apple Podcast e Google Podcast e su Podcastory App (applicazione gratuita disponibile su App Store e Google Play). L’uscita del podcast è accompagnata da un divertente quiz sul profilo Instagram @podcastory_it che metterà alla prova i follower sulla conoscenza delle trame dei romanzi della letteratura più conosciuti.

Questo il link all’ascolto: https://www.spreaker.com/show/libri-in-tre-minuti

Annie Ernaux “Nei miei libri c’è tanto cinema italiano”

Premio Nobel a Festa Roma con docu nato da filmini famigliari

(ANSA) – ROMA, 22 OTT – Il cinema italiano “è fra quelli che mi hanno più segnato e ispirato.

Penso a film come il posto di Olmi di cui parlo nel mio libro L’evento.

Un altro film molto importante per me è stato La strada di Fellini, che ho visto da giovane. Mi sono resa subito conto di quanto il cinema italiano parlasse attraverso il realismo. Mi colpiva molto di più di quello francese che trovavo spesso troppo al di sopra delle cose che raccontava e troppo parlato”. Lo dice la scrittrice francese Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022 alla Festa del Cinema di Roma, dove ha incontrato il pubblico dopo la presentazione di Annie Ernaux: I miei anni Super-8, documentario da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot (con lei protagonista dell’incontro) che sarà distribuito prossimamente in Italia da I Wonder Pictures.
Un viaggio nel tempo attraverso i filmini famigliari senza voce in super 8, girati dagli Ernaux tra il 1972 e il 1981, che prendono vita nel testo sul filo dei ricordi scritto dall’autrice, anche voce narrante. Il legame tra cinema italiano e letteratura della scrittrice c’è anche per uno dei suoi romanzi più celebri, Gli anni: “Una fonte d’ispirazione è stata Ballando ballando di Scola. Dopo aver visto il film mi è venuta l’idea di scrivere un libro con quel tipo di racconto, ma mi serviva la formula giusta. La scelta è stata di utilizzare quello che avevo sentito dire durante la mia infanzia”.
Arrivano anche le domande del pubblico, fra le quali una su quale libro di un altro autore avrebbe voluto scrivere: “Avrei risposto facilmente 30 anni fa, oggi è più difficile. E’ come se invecchiando sentissi che il mio percorso sarebbe potuto essere solo in una direzione, un po’ come in quel libro di Kafka (il processo, ndr) dove si apre per uno dei personaggi una porta destinata solo a lui. Tra i libri che ho ammirato di più ad esempio c’è Le cose di Georges Perec ma questo non vuol dire che avrei voluto scriverlo io”. Fra le domande invece per il figlio della scrittrice c’è quella su come lui abbia reagito alla notizia del Nobel: “E’ stata una cosa molto naturale non c’è voluto molto per abituarsi – dice sorridendo – anche perché lo considero pienamente meritato”. (ANSA).

(segnalazione web a cura di Turismo Culturale – https://viagginews.blogspot.com/

Uscito in Italia per Piemme un libro di pensieri e appelli alla concordia del Pontefice in questa fase drammatica della vita internazionale, curato dal giornalista argentino Hernán Reyes Alcaide

 Papa Francesco in preghiera

Francesca Sabatinelli e Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano

Vatican News

Un libro per raccogliere gli appelli di Papa Francesco a costruire un orizzonte di pace attraverso il dialogo, il rispetto e la fiducia, perché in gioco è la sopravvivenza dell’umanità. È il volume ‘Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza” a cura del giornalista argentino Hernàn Reyes Alcaide, corrispondente dell’Agenzia Télam a Roma, uscito ieri nelle librerie italiane per Piemme edizioni, che condensa gli appelli di Francesco e le sue preoccupazioni centrali, come quella sul proliferare dell’industria delle armi, o sul ruolo delle organizzazioni internazionali, o sulla promozione della donna nelle società.

La ricca espressività di Francesco

A ispirare l’opera di Reyes Alcaide, racconta lui stesso a Vatican News, è stato il videomessaggio di Bergoglio ai movimenti popolari, pubblicato il 16 ottobre del 2021, quando, dopo aver esaminato la situazione mondiale in quel momento di pandemia, il Papa fa una serie di richieste iniziando proprio con la frase “Vi chiedo in nome di Dio”. Il giornalista parla del suo essere rimasto colpito dalla costruzione poetica, “non una novità”, sottolinea, spiegando come sia un tratto caratteristico della “ricca espressività” del Papa dimostrato in molti altri discorsi: un esempio tra tutti, quelli alla Curia romana in occasione degli auguri di Natale. “Allo sfondo molto interessante – nota il giornalista – unisce di solito una forma molto bella”.

I migliori romanzi che parlano di famiglia


Il Forum delle Associazioni familiari annuncia la sestina della Prima Edizione del Premio letterario “Pontremoli – Città del Libro e della Famiglia”, nato su iniziativa del Forum delle Associazioni familiari e del Comune di Pontremoli, in collaborazione con la Fondazione “Città del Libro”.
A contendersi il podio: Massimiliano Alberti con “La piccola Parigi”, Ed. Infinito; Susanna Bo, autrice di “Se fossi in te”, Ed. San Paolo; Anna Pavignano, con “La prima figlia”, Ed. E/O; Susanna Petruni, autrice di “Volevo una mamma bionda”, Ed. Piemme; Mariangela Tarì, e il suo “Il precipizio dell’amore”, Ed. Mondadori; Maria Pia Veladiano, con “Adesso che sei qui”, Ed. Guanda.

Il Premio letterario “Pontremoli – Città del Libro e della Famiglia” si propone l’obiettivo di promuovere la bellezza della famiglia anche attraverso la letteratura, coniugando, così, sociale e cultura. Il Premio intende valorizzare opere in narrativa che, in piena aderenza alla vita familiare reale e alle sue dinamiche, mettono in risalto la valenza della famiglia quale luogo di accoglienza, di crescita e formazione, di incontro tra generazioni diverse, di riscatto dinanzi alle difficoltà della vita, di trasmissione di valori, dove solidarietà e reciprocità abbiano l’ultima parola, facendo della famiglia “il luogo bello, il porto sicuro, il riferimento per le persone”
La premiazione avverrà durante una cerimonia il prossimo 31 luglio a Pontremoli, in piazza della Repubblica, alle ore 21.00, alla presenza di Gigi De Palo, Presidente Forum Associazioni Familiari, Jacopo Ferri, Sindaco Pontremoli, Ignazio Landi, Presidente Fondazione Città del libro; madrina della serata l’attrice Beatrice Fazi.

QUESTE LE MOTIVAZIONI DELLA SESTINA:

La piccola Parigi, Massimiliano Alberti

Trieste è magica per le sue piazze, i borghi e i profumi. Il protagonista Lorenzo è nato e cresciuto in un rione “che parla la lingua del silenzio”. È una piccola Parigi che segna la vita dei vari personaggi che intersecano strade diverse, difficili e dolorose, ma sempre restano legati alla storia e alla bellezza dei luoghi giovanili. Un punto di vista sui ragazzi che crescono bene anche in famiglie non convenzionali, ma non per questo meno funzionanti. Un punto di vista sui ragazzi che crescono bene anche in famiglie non convenzionali, ma non per questo meno funzionanti.

Se fossi in te, Susanna Bo

Il romanzo descrive, in modo autentico, l’adolescenza, le sue contraddizioni e il suo grande mistero. Non si tralascia il grande tema della difficoltà di comunicazione tra le protagoniste e i genitori, così come è sottolineata la ricerca di relazioni significative. Il linguaggio, i temi, i toni rendono questo libro particolarmente adatto a giovani lettori, ma risulta utile e piacevole anche per gli adulti che vogliono comprendere il mondo adolescenziale senza pregiudizi.

La prima figlia, Anna Pavignano (recensito su famiglia cristiana 46 del 2021)

La dimensione femminile incontra il mistero della vita nell’enigma del parto. Anche quando la protagonista vuole analizzarlo con lucidità, non ci riesce perché il ragionamento sfugge a ogni logica. È proprio l’incertezza di una gravidanza all’età di quarant’anni, che le fa percepire più forte la realtà che continua a sfuggirle e rivendica i suoi diritti. Invano la fantasia irrompe per allontanare i pensieri. La scelta è già fatta per una forza viscerale che ci lega alla vita.

Volevo una mamma bionda, Susanna Petruni

Susanna e suo marito, in un iter complicato ma pieno di speranze, toccano con mano le difficoltà legate al mondo delle adozioni e dei bambini abbandonati; vengono truffati e le scartoffie burocratiche sembrano non finire mai. Fino a un evento straordinario: l’incontro di Susanna e suo marito con papa Francesco, che simbolicamente cambierà il corso degli eventi. “Volevo una mamma bionda” è una storia forte, di amore e resilienza, scritta da una mamma che, con uno stile mai patetico o tragico, rende il lettore partecipe di un’avventura straordinaria e commovente.

Il precipizio dell’amore, Mariangela Tarì

Il libro racconta in modo autentico e coinvolgente la storia di una famiglia che si trova a dover affrontare la malattia di due figli. Al centro della narrazione sono sempre le persone, gli affetti autentici, il legame familiare che non lascia indietro nessuno e che, spesso, è rafforzato dalla presenza degli amici di sempre. Risalta l’importanza della rete affettiva, in particolare i nonni e gli zii, che non sono spettatori passivi, ma autentici protagonisti di un evento che coinvolge tutti. Nonostante l’importanza del tema, la lettura risulta piacevole e scorrevole, anche nei momenti di maggiore tensione emotiva.

Adesso che sei qui, Maria Pia Veladiano

La zia Camilla si ammala e con dolcezza e naturale sobrietà inizia piano piano a perdere l’abitudine alla normalità di confini e pensieri razionali. Dopo l’iniziale amorevole stupore di chi le vuole già bene e i freddi suggerimenti di tutti gli altri, la malattia diventa un momento di incontro, comunione e verità. Proprio allora, accanto alla zia e alla sua fragilità, i suoi familiari superano freddezze, distanze e incomprensioni cristallizzate nel tempo. Si ravvivano legami spezzati e se ne creano di nuovi. La famiglia, arricchita dalle donne straniere che si prendono cura della zia e dai loro bambini, torna ad essere viva proprio di fronte alla malattia della zia. Mentre la zia perde la memoria di sé, la famiglia si riappropria, nell’amore e nella cura di lei, della propria identità e verità, trattenendo il ricordo di lei, dolcissimo, vivo per sempre.
Famiglia Cristiana

I best seller della fede. Sul podio fa capolino Simone Cristicchi

A CURA DI REBECCALIBRI

Aria nuova al vertice del podio con l’ultimo libro di Simone Cristicchi: legato a uno spettacolo teatrale e ispirandosi a Comizi d’amore di Pasolini porta il lettore alla scoperta del senso profondo delle cose. Tra i rientri e nuove entrate, la riflessione spirituale in chiave ironica e provocatoria come nel libro di Nerosfina edito nel 2016.

La classifica dei libri più venduti nelle librerie religiose viene elaborata da ‘Rebeccalibri’ rilevando i dati dalle librerie Ancora, Paoline, San Paolo. Sono esclusi i titoli inferiori a 5 euro e non sono compresi la Bibbia, i testi liturgici, la catechesi, i sussidi. Info: www.rebeccalibri.it, il portale dell’editoria religiosa italiana.

Nuovi romanzi che raccontano il fascino delle librerie

iStock. © Ansa

I libri che parlano di libri si possono ormai considerare un vero e proprio filone letterario; sono sempre di più, e sempre più apprezzati da lettrici e lettori, i titoli che raccontando storie vere o inventate di librai, bibliotecari, archivisti, e altre professioni legate al mondo del libro si fanno meta racconto del variegato mondo legato alla lettura.

Questi titoli (molto spesso romanzi, a volte guide e saggi, ma non mancano anche le poesie e gli ibridi) hanno di solito protagonisti che sono appassionati di libri, o che lo diventano con il tempo, scoprendo tra le pagine delle loro letture un nuovo modo di rapportarsi alla vita, o una soluzione inaspettata ai propri problemi.

Altre volte, in queste opere si immagina come sarebbe l’incontro con l’autore o l’autrice dei propri romanzi preferiti, oppure viene aperta una finestra sui retroscena più pratici e meno romantici comportati dal lavoro con i libri, che non è mai solamente lettura e scoperta, per quanto questi ne siano gli aspetti decisamente più apprezzati.

Questo tema non rappresenta comunque una novità letteraria, agli scrittori infatti è sempre piaciuto ragionare sul valore della lettura con le proprie storie.

Basti pensare per esempio a classici come Se una notte d’inverno un viaggiatore, di Italo Calvino, o il più drammatico Fahreneit 451 di Ray Bradbury (entrambi editi da Mondadori, il secondo nella traduzione di Giuseppe Lippi), per capire quanto diversi possano essere i modi di ragionare sulla lettura attraverso la narrativa.

Per iniziare a esplorare questo filone, abbiamo raccolto alcune uscite recenti in cui si parla in particolare di libraie e librerie, e del fascino che queste ultime suscitano non solo nei lettori ma anche nelle imprenditrici e negli imprenditori che decidono di cimentarsi nel mestiere nonostante le difficoltà e i cambiamenti in atto nel settore.

Iniziamo questo percorso con La libraia che salvò i libri (Garzanti, traduzione di Stefano Beretta) scritto da Kerri Maher.Ci troviamo nella Parigi del 1919, quando Sylvia, la fondatrice di Shakespeare & Company, decide di pubblicare un libro che farà la storia della letteratura: l’Ulisse di James Joyce. Ma la sua scelta, a causa della censura che dilaga, potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza della sua stessa libreria. Ad affiancarla nella sua battaglia troviamo gli scrittori che in quel periodo si lasciavano ispirare dall’atmosfera parigina: Ernest Hemingway, Ezra Pound, Gertrude Stein e James Joyce. Questo romanzo, che mescola storia e finzione, rappresenta un vero e proprio omaggio ad alcuni dei simboli più importanti della letteratura del 1900.

Cristina è una libraia con un obiettivo: diventare una “libraia tascabile”, cioè una libraia capace di entrare nelle tasche dei suoi lettori attraverso i suoi consigli e la sua conoscenza letteraria; ma il suo catalogo e la sua buona volontà da sole non bastano. La libraia tascabile (Giunti), scritto da Cristina di Canio, fondatrice della libreria milanese ribattezzata “la scatola lilla”, racconta il mondo delle librerie, e anche nei risvolti meno patinati. Gestirne una significa infatti anche gestire i rapporti con i grossisti, spostare e aprire moltissimi scatoloni, pensare alle fatture e ai resi, organizzare eventi, pianificare la comunicazione sul web, ma anche, e soprattutto, riuscire a consigliare ai lettori il libro giusto, quello che li terrà incollati alle pagine e che li farà tornare in libreria per avere un nuovo consiglio.

Alba Donati in La libreria sulla collina (Einaudi), ci racconta una storia confortante, di quelle che mettono il sorriso; è la storia della Libreria sotto la penna, aperta da Donati nel 2019 a Lucignana, un paese di sole 170 anime sulle colline toscane, grazie al sostegno di un crowdfunding e del passaparola sui social. Le difficoltà purtroppo non si fermano con l’apertura della libreria, che viene distrutta da un incendio poco più di un mese dopo l’apertura. Dopo la ricostruzione, che mobilita il paese e i lettori, arriva il lockdown a smorzare gli entusiasmi. Ma quella della Libreria sotto la penna è una storia a lieto fine, come racconta Donati in questo diario dei primi sei difficili ma incoraggianti mesi della sua nuova attività, fatti di difficoltà superate anche grazie al senso di comunità offerte dai libri, dalla lettura e dai luoghi che sostengono entrambi.

In Le piccole libertà (Feltrinelli), Lorenza Gentile racconta la storia di Olivia, una donna di trent’anni che vive con i propri genitori, e che sta per sposare Bernardo, in apparenza l’uomo perfetto. Eppure Olivia non è contenta, e il suo disagio si manifesta attraverso insonnia e tachicardia. Una boccata di ossigeno arriva grazie a un messaggio della zia Vivienne, che Olivia non sente da anni e che da tempo vive a Parigi. Vivienne però, una volta che Olivia la raggiunge su sua impellente richiesta, sembra introvabile. Questo costringe Olivia, nel tentativo di trovare la zia, a frequentare la comunità bohèmienne che ruota attorno alla celebre libreria Shakespeare and Company, un’avventura che le farà riscoprire il piacere delle piccole libertà, dandole il coraggio di provare finalmente a conquistarsene una più grande.

I miei giorni alla libreria Morisaki (Feltrinelli, traduzione di Gala Maria Follaco) di Satoshi Yagisawa, ci trasporta nel mondo della letteratura del Sol Levante. La vita della venticinquenne Takako ha bisogno di una scossa: da quando l’uomo di cui è innamorata le ha svelato che sposerà un’altra donna, lei non esce più. Un po’ per caso, un po’ per fortuna, Takako però riscopre Jinbōchō, il quartiere delle librerie di Tokyo, un luogo dall’atmosfera magica e tranquilla, dove la sua famiglia possiede da tre generazioni una piccola attività. A occuparsene è lo zio Satoru, che si dedica alla libreria con ancora più dedizione da quando la moglie lo ha lasciato. Satoru offre a Takako le offre un posto dove dormire in cambio di qualche ora di lavoro, ed è così che lei, pur non essendo mai stata una grande lettrice, trova proprio grazie ai libri un nuovo modo di relazionarsi alle persone.

La libraia del Cairo (Garzanti, traduzione di Bianca Bernardi) di Nadia Wassef racconta la storia di Nadia, di sua sorella Hind e della loro amica Nihal. Le tre donne nel 2002 decidono di aprire al Cairo una libreria moderna e indipendente, una sfida resa ancora più difficile dal fatto che in quel periodo, a causa delle problematiche sofferte dal paese, i libri rappresentavano un lusso che in molti non si potevano permettere. Nadia però non si lascia scoraggiare e così nasce la libreria Diwan, che grazie al proprio impegno e a quello delle altre fondatrici in pochi anni non solo ottiene successo, ma si espande attraverso numerose sedi in Egitto, diventando simbolo del potere del cambiamento che può scaturire dai libri e dalla letteratura.

Library with many shelves and books, diminishing perspective and shallow dof