India, 26 persone morte a causa delle inondazioni monsoniche

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Almeno altre 26 persone sono morte a causa delle inondazioni monsoniche e dei fulmini in India, mentre milioni di persone sono rimaste bloccate nel Paese e nel vicino Bangladesh: hanno dichiarato le autorità locali.

Nello stato nordorientale indiano dell’Assam, tre persone sono state uccise da frane e altre sei sono morte a causa delle acque alluvionali, nello stato orientale del Bihar, i fulmini provocati dalle tempeste hanno ucciso almeno 17 persone.

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Nissam è in sofferenza per le gravi inondazioni, con 5.140 villaggi nei 33 distretti dello Stato sommersi dalle acque. Più di 100.000 abitanti dei villaggi si sono sfollati. Nel vicino stato di Meghalaya, almeno 16 persone sono state uccise da giovedì scorso a causa di frane e fiumi in piena che hanno sommerso le strade.
Anche in Bangladesh le tempeste monsoniche hanno scatenato devastanti inondazioni che hanno lasciato milioni di persone bloccate e ucciso decine di persone.
Milioni di persone sono ancora bloccate, ha dichiarato Mosharraf Hossain, amministratore capo del distretto: “I rifugi di soccorso sono pieni di persone colpite. C’è un’enorme crisi di cibo e acqua potabile. Molti hanno paura di tornare a casa e molti hanno perso le loro case a causa dell’acqua”.
L’acqua che si ritira intanto sta inondando i distretti più a valle, ad Habiganj e Brahmanbaria, hanno detto i funzionari. Nel distretto di Jamalpur, una bambina di otto anni è stata trascinata via dalle forti correnti dal suo cortile inondato ed è stata poi trovata morta.
Le inondazioni sono una minaccia regolare in India e Bangladesh, ma gli esperti affermano che il cambiamento climatico ne sta aumentando la frequenza, la gravità e l’imprevedibilità per gli 1,6 miliardi di abitanti dei due Paesi. (ANSA).

La vicinanza del vescovo Massimo al Kerala. Appello alla solidarietà dei reggiani

Carissimi fratelli e sorelle che vivete nelle nostre missioni in Kerala,

ho ancora vivi negli occhi e nel cuore gli incontri con i vostri volti durante la mia recente visita.

Immagino il vostro strazio e la paura per le tremende inondazioni di questo periodo, che hanno colpito anche una delle nostre Case della carità. Ma conosco anche la vostra fede e le vostre opere di bene.

Mentre vi assicuro la preghiera mia e di tutta la nostra Chiesa affinché il Signore vi custodisca e siano presto migliorate le vostre condizioni di vita, chiedo ai fedeli della Diocesi di fare giungere al Centro Missionario, per la mattina dell’8 settembre in Ghiara, un aiuto concreto e generoso per le vostre necessità.

Ricordando con affetto le sorelle e i fratelli della carità, i loro ospiti, i volontari tutti, vi affido alla consolazione efficace e luminosa di Maria.

+ Massimo Camisasca

Nella foto: il vescovo Camisasca accolto nella Casa della Carità di Verapoly (Kerala), ora evacuata per le inondazioni