Occorre lasciarsi toccare dalla Parola di Dio in prima persona ed è importante studiare la Bibbia

Mi capita sempre con più frequenza di sentire persone che decidono di non andare più a Messa perché non sono contente delle omelie del proprio parroco. Generalmente la gente si lamenta perché le prediche che non si capiscono, magari sono lunghe senza lasciare però alcun messaggio. Devo anche ammettere d’altra parte che conosco diversi sacerdoti che cercano seriamente di prepararsi e avvertono la responsabilità di questo aspetto del loro ministero. Oggi i fedeli sono particolarmente esigenti, forse perché abituati a una comunicazione mediatica, che non è certamente riproducibile nel contesto liturgico. Anzi, non credo che quei presbiteri che cercano di stupire con effetti speciali siano sulla buona strada.

La domanda della gente è legittima, perché l’omelia è per molti di loro l’unico momento in cui possono ascoltare un commento alla Parola di Dio e ricevere un insegnamento per la loro vita. Bisogna anche dire però che fare un’omelia non è facile: si tratta di un evento comunicativo molto complesso. In un lasso di tempo breve, bisogna catturare l’attenzione dell’assemblea, esponendosi al giudizio e alla critica, cercando di dire in tempi ragionevoli qualcosa di interessante. Mi sentirei di dire allora che i fedeli possono aiutare il sacerdote, offrendo un riscontro sincero, ma incoraggiante e non distruttivo. Il presbitero sa che un’omelia è sempre il frutto innanzitutto della sua preghiera e del suo studio: occorre lasciarsi toccare dalla Parola di Dio in prima persona ed è importante studiare, nella misura del possibile, i testi biblici.

Papa Francesco dice che il predicatore deve lasciarsi “ferire” dalla Parola. L’omelia è un discorso, per quanto molto particolare, e pertanto ha bisogno anche di una costruzione logica e chiara. A volte le omelie sono fatte purtroppo di pensieri affastellati alla rinfusa, per questo lasciano spesso la sensazione della confusione e della frustrazione. Può essere anche utile avere chiaro un messaggio su cui ci si vuole concentrare, accompagnandolo con qualche immagine o esempio. Ad ogni modo non ci si deve scoraggiare: per quanto molte volte la capacità di predicare sia anche legata alla personalità del predicatore, si può sicuramente sempre migliorare.
famiglia Cristiana