Haiti 2,6 milioni di bambini bisognosi di assistenza

Ad Haiti si prevede che 2,6 milioni di bambini avranno bisogno di assistenza salvavita immediata nel 2023. Lo ricorda l’Unicef in occasione della prima missione sul campo di Garry Conille come direttore regionale Unicef per l’America Latina e i Caraibi. Negli ultimi 2 anni, il numero di bambini haitiani bisognosi di aiuti umanitari è aumentato di mezzo milione mentre la crescita della violenza armata e l’epidemia di colera, uniti a insicurezza alimentare e aumento dell’inflazione hanno ristretto l’accesso a servizi essenziali sanitari, nutrizionali e scolastici. Nella foto Reuters una via della capitale Port au Prince coperta di spazzatura. Nei giorni scorsi la polizia ha bloccato le strade e ha fatto irruzione nell’aeroporto per chiedere giustizia per i colleghi uccisi da bande armate.

avvenire.it

Dramma invisibile. Haiti è al punto di non ritorno: colera e carestia fuori controllo

Il potere di fatto è nella mani della gang che paralizzano il Paese. Le scuole non hanno potuto riaprire. E perfino alcuni reparti degli ospedali hanno dovuto chiudere
Haiti vive una situazione di grave carestia

Haiti vive una situazione di grave carestia – Reuters

da Avvenire

«Carestia». A pronunciare questa parola, riferita al contesto haitiano, è Ulrika Richardoson, coordinatrice umanitaria dell’Onu nell’isola. È la prima volta che la fame cronica del Paese più povero d’Occidente raggiunge il “livello 5”, quello massimo definito dagli standard internazionali. Lo ha confermato una recente rilevazione delle Nazioni Unite realizzata a Cité Soleil, il più grande slum di Port-au-Prince. Quasi ventimila persone della baraccopoli hanno raggiunto «condizioni catastrofiche» di insicurezza alimentare: quando va bene, cioè, consumano un pasto al giorno privo di nutrimenti essenziali. Ed è a malapena la punta dell’iceberg. La metà degli abitanti – 4,7 milioni – sono alla fame, di questi, almeno 1,8 milioni, in modo grave. Dati allarmanti perfino per una nazione “assuefatta” alle calamità naturali e umane come Haiti. «Stavolta siamo al punto di rottura», sostengono fonti Onu. È il prodotto di multiple crisi, in corso da oltre un anno, che si sono saldate in un mix perverso.

La violenza delle bande paralizza l'isola

La violenza delle bande paralizza l’isola – Reuters

Il governo è guidato dall’impopolare Ariel Henry, subentrato al presidente ucciso il 7 luglio 2021. A parte dieci senatori non scaduti e il presidente della Camera alta, Joseph Lambért, non ci sono politici eletti. E Henry, finora, ha rifiutato la proposta di un gruppo formato da opposizione e società civile – il cosiddetto Montana, dal nome dell’albergo dove è nata la coalizione – di creare un esecutivo di transizione. Nel frattempo, il potere reale è in mano alle bande criminali. In particolare, al boss Jimmy Chérizier, alias “Barbecue”. La sua gang, “G9 an fanmi ak alye”, controlla il terminale petrolifero di Varreux, nel porto della capitale e blocca la distribuzione del carburante, rivenduto al mercato nero. Il Paese è rimasto senza energia, la cui produzione dipende quasi totalmente dal combustibile. La decisione del governo di eliminare i sussidi su quest’ultimo, poco più di un mese fa, ha fatto esplodere la protesta sociale: omicidi, sequestri e stupri sono all’ordine del giorno. A Port-au-Prince nascono quotidianamente nuovi campi spontanei di sfollati in fuga dai quartieri presi in ostaggio dalle bande. Il risultato è una nazione paralizzata. La riapertura delle scuole, prevista il 3 ottobre, è stata rinviata a data da destinarsi. Uffici e perfino alcuni reparti degli ospedalieri hanno dovuto chiudere i battenti per mancanza di elettricità. Quello stesso giorno, è stato certificato il ritorno del colera. Le vittime registrate sono qualche decina e i casi alcune centinaia ma con gran parte dell’isola irraggiungibile per la violenza è impossibile avere cifre precise.

 

La rivolta rischia di diventare generalizzata

La rivolta rischia di diventare generalizzata – Ansa

 

In questo scenario tragico, è arrivata la richiesta di Henry di dispiegare una forza internazionale per ripristinare le condizioni minime di sicurezza. L’Onu è favorevole e la prossima settimana la questione sarà esaminata in Consiglio di sicurezza. Data la scarsa efficacia delle recenti missioni internazionali, tuttavia, la mossa del governo suscita polemica. Molti esperti sostengono che si tratti di una mossa del presidente per restare al comando. È noto che le gang siano finanziate da esponenti politici che li utilizzano come eserciti privati. Varie fonti accusano Henry di aver fomentato intenzionalmente il caos – e il suo principale artefice, Barbecue, – per posticipare le elezioni. La situazione sembra, però, essere sfuggita completamente di mano. E lo spettro di un bagno di sangue aleggia sull’isola.

Haiti, testimoni oculari: “Suor Luisa vittima di un agguato. Non è stata una rapina”

(tv2000) Fonti locali raccontano a Tv2000 gli attimi in cui la religiosa è stata uccisa. In una lettera del 16 aprile la missionaria raccontava la tragica fine di un giovane fermato dai banditi. A Tv2000 le immagini del compleanno che la comunità ‘Casa di Carlo’ ieri ha voluto comunque festeggiare in sua memoria- Suor Luisa Dell’Orto non è stata vittima di una rapina finita male ad Haiti ma di un agguato. Non le hanno infatti rubato nulla. Lo riferiscono al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, testimoni oculari che per la loro sicurezza e riservatezza l’emittente della Cei ha deciso di lasciare anonimi.I testimoni hanno riferito che sabato 25 giugno, verso le 9,30 locali, in una strada della capitale Port au Prince chiamata “Delmas 19”, una macchina ha tamponato la vettura sulla quale viaggiava la missionaria italiana spingendo il lato della guidatrice verso un muro. Dalla macchina che ha speronato sono scesi tre uomini vestiti di nero e incappucciati. Uno di loro ha sparato quattro colpi a suor Luisa. La religiosa è morta due ore dopo all’ospedale.
Suor Luisa in una lettera del 16 aprile, Sabato Santo, aveva ricordato la violenza ad Haiti raccontando la tragica fine di un giovane fermato per strada a Port au Prince da alcuni banditi, i quali lo avevano costretto a portarli a casa dove violentarono e uccisero una ragazza per poi uccidere anche il giovane e i nonni.
Suor Luisa viveva immersa nella povertà del popolo di Haiti per accendere la speranza soprattutto tra i bambini che accoglieva nella “Casa di Carlo”, da dove domani partirà una fiaccolata che arriverà fino al luogo dell’uccisione della missionaria.
E proprio nella “Casa di Carlo” ieri hanno festeggiato il compleanno di suor Luisa: 65 anni celebrati in sua memoria.
Il Sismografo

Haiti. Sale il bilancio delle vittime, quasi 1300 morti. L’appello del Papa

Quasi 1300 vittime ma ci sono ancora migliaia di dispersi. Francesco: “la comunità internazionale sia solidale”
Sale il bilancio delle vittime, quasi 1300 morti. L'appello del Papa

Reuters

Sono salite a 1.297 le vittime accertate del terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito Haiti due giorni fa e si scava ancora tra le macerie anche se con il passar delle ore si affievoliscono le speranze di trovare persone ancora vive. Gli ospedali hanno accolto oltre 5.700 feriti e sono ormai saturi. Il timore è che la situazione si possa ulteriormente aggravare nelle prossime ore, a causa del previsto arrivo della tempesta tropicale Grace.

Il primo ministro Ariel Henry ha dichiarato lo stato d’emergenza, la misura resterà in vigore per un mese in un paese già gravemente provato da una profonda crisi civile e politica: solo un mese fa l’uccisione del presidente Moise. Il terremoto di sabato è stato più forte rispetto al devastante terremoto del 2010 che ha ucciso più di 220 mila persone ma il suo epicentro è stato più lontano dalla capitale. L’epicentro del sisma è stato individuato a 8 chilometri da Petit Trou de Nippes, a una profondità di 10 chilometri ed alla prima scossa ne hanno fatto seguito altre, in uno sciame sismico che continua a scuotere l’isola. Stamane una seconda violenta scossa.

 

Reuters

 

L’appello di Papa Francesco: “la comunità internazionale sia solidale”

Il Papa all’Angelus ha pregato per la popolazione colpita dal terremoto. “Desidero esprimere la mia vicinanza a quelle care popolazioni colpite duramente dal sisma. Mentre elevo al signore la mia preghiera per le vittime rivolgo la mia parola di incoraggiamento ai sopravvissuti, auspicando che verso di loro si muova l’interesse partecipe della comunità internazionale – ha sottolineato il Papa, la solidarietà di tutti possa lenire le conseguenze della tragedia”.