In ricordo di don Bruno Morini a 24 anni dalla morte

Per ben ventidue anni, dal 1951 al 1973, don Bruno Morini  guidò la parrocchia cittadina di Santo Stefano. Il ventiquattresimo anniversario della sua morte, avvenuta a Montecchio il 15 dicembre 1998, sarà ricordato domenica 18 dicembre 2022 nella sua chiesa parrocchiale di Santo Stefano nella celebrazione eucaristica alle ore 10.00.

La lapide commemorativa in Santo Stefano Reggio Emilia

 

 

don Bruno con i chierichetti “storici” di Santo Stefano

Nato a Montecchio il 2 ottobre 1920, don Bruno fu ordinato sacerdote il 27 giugno 1943 dal vescovo Brettoni. Curato dapprima a Pianzo e poi a Minozzo dal 1943 al ’45, fu anche vicario sostituto e poi economo spirituale dal 1944 al 1945 a Poiano, di cui fu poi rettore fino al 1951.

In quell’anno fu nominato priore di Santo Stefano città, dove si distinse per numerose iniziative: dal ritrovo parrocchiale, all’istituzione del FAC – Fraterno Aiuto Cristiano – per l’aiuto alle famiglie in difficoltà, alla valorizzazione del Consiglio Pastorale, all’applicazione della riforma liturgica voluta dal Con cilio (foto 2).

Dopo ventidue anni di generoso servizio alla comunità parrocchiale di Santo Stefano, nel 1973 si era ritirato a, di cui divenne rettore; dal 1976 al 1993 è stato è stato  economo spirituale a Canossa; nel 1987 è stato nominato amministratore parrocchiale a Grassano. Nel 1998 venne nominato canonico onorario della Cattedrale.

Don Bruno ha rivestito un ruolo fondamentale nel Sinodo diocesano convocato dal Vescovo Gilberto Baroni; infatti dal 1978 al 1987 ne è stato l’infaticabile e propositivo segretario.

Don Morini aveva notevoli interessi culturali; è stato tra i soci fondatori della Società Reggiana di Archeologia e durante io suo parroccato  ha promosso accurate indagini sull’architettura di Santo Stefano, riscoprendo preziosi tracce dell’antica chiesa.

Il 16 dicembre 2007, i parrocchiani hanno voluto legare ad una targa marmorea la testimonianza della loro gratitudine e del loro affetto verso il parroco che ha fatto della fraternità una delle linee cardine del suo ministero. Si legge, infatti: Rese la parrocchia una famiglia fondata sull’amore, la solidarietà, la condivisione. (foto 3)

Ha scritte poesie raccolte in due pubblicazioni: “Voglio svegliare l’aurora” e Svegliatevi arpa e cetra”; e due libri di meditazioni su brani del Vangelo: “Se lo vedessi” e “Se lo sentissi”, titoli di chiara ispirazione manzoniana.

Profonda spiritualità, intensa vita di preghiera, lettura e meditazione costante della Parola di Dio, attenzione all’ascolto e al dialogo, contatto continuo con i parrocchiani soprattutto con i giovani, accoglienza e sorriso, capacità di consigliare, senso dell’amicizia sono state le doti che hanno sempre contraddistinto don Bruno, a cui tanti gli sono ancora debitori per la loro formazione umana e cristiana.

(notizie tratte da un articolo di gar)

Domenica 23 dicembre, a venti anni dalla morte LA PARROCCHIA DI SANTO STEFANO HA RICORDATO IL PARROCO DON BRUNO MORINI

I 55 anni del generoso e prezioso ministero sacerdotale di don Bruno Morini, spentosi il 15 dicembre 1998 a 78 anni, e i vari incarichi da lui ricoperti sono stati ripercorsi domenica 23 dicembre da mons. Emilio Landini nell’omelia della Messa presieduta in Santo Stefano dal parroco don Daniele Casini nel ventesimo della morte del sacerdote.

Per ben ventidue anni, dal 1951 al 1973, don Morini guidò la parrocchia cittadina di Santo Stefano lasciando una profonda impronta e promuovendo iniziative che ancora continuano: ritrovo parrocchiale; F.A.C. – Fraterno Aiuto Cristiano, anticipatore della Caritas per dare a chi è in situazione di difficoltà e per ascoltarne le necessità -; consacrazione delle famiglie alla Madonna l’8 dicembre; fondazione del “Diario” il bollettino parrocchiale inviato a tutte le famiglie della parrocchia. Don Bruno si distinse nell’applicazione della riforma liturgica voluta dal Concilio; nella valorizzazione piena dei laici nella vita della comunità e  nel rilievo dato al Consiglio Pastorale Parrocchiale; è stato guida spirituale per tanti giovani. Ha saputo fare di Santo Stefano una parrocchia all’avanguardia, ha rimarcato mons. Landini.

Prima di diventare parroco in città, don Bruno, nato a Montecchio il 2 ottobre 1920 e ordinato sacerdote il 27 giugno 1943, ha svolto il suo ministero per otto anni – di cui tre mentre infuriava la guerra – in montagna a Pianzo e Poiano.

Mons. Landini ha altresì sottolineato la profonda vocazione contemplativa-monastica di don Bruno che a 53 anni si ritirò a Rossena e Canossa per dare maggiore spazio alla meditazione; ha lasciato due preziose pubblicazioni: “Se lo vedessi” e “Se lo sentissi”, titoli di chiara ispirazione manzoniana. Poi nel 1978 il vescovo Gilberto Baroni lo chiamava ad assumere il ruolo di Segretario del Sinodo diocesano, incarico mantenuto sino alla conclusione dell’assise.

Don Bruno aveva una spiccata vena poetica: lo dimostrano due raccolte di componimenti: “Voglio svegliare l’aurora” e “Svegliatevi arpa e cetra”.

Profonda spiritualità, intensa vita di preghiera, lettura e meditazione costante della Parola di Dio, attenzione all’ascolto e al dialogo, contatto continuo con i parrocchiani soprattutto con i giovani, accoglienza e sorriso, capacità di consigliare, senso dell’amicizia sono state le doti che hanno sempre contraddistinto don Bruno, a cui tanti gli sono ancora debitori per la loro formazione umana e cristiana.

Don Morini aveva notevoli interessi culturali; è stato tra i soci fondatori della Società Reggiana di Archeologia e durante io suo parroccato ha promosso accurate indagini sull’architettura di Santo Stefano, riscoprendo preziosi tracce dell’antica chiesa.

In occasione del ventennale della morte è stato edito un numero speciale commemorativo del “Diario”, ricco di testimonianze di parrocchiani, corredate da fotografie; alla celebrazione eucaristica hanno partecipato “giovani” formatisi e cresciuti in Santo Stefano sotto la guida di don Bruno.

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Nella foto: mons. Emilio Landini pronuncia l’omelia

Nella foto: i “giovani” di Don Bruno

Ricordo di Vittorio Lasagni

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Vittorio Lasagni ha dato molto alla nostra città in qualità di imprenditore, perché ha contribuito in modo determinante ad introdurre nel nostro territorio gli strumenti più aggiornati della comunicazione informatica.

Il suo spirito imprenditoriale era permeato dalla capacitĂ  di relazione umana aperta all’ascolto e alla valorizzazione dei collaboratori e dei dipendenti, che infondeva fiducia nel domani, suscitava apertura d’animo e speranza.

Questa sua dote si è espressa anche nell’impegno di promozione umana, che egli ha sviluppato soprattutto stimolando la comunitĂ  cristiana ad un atteggiamento di servizio verso i giovani in campo educativo e culturale.

Suo maestro in questo ambito fu il parroco di Santo Stefano-cittĂ , don Bruno Morini, che chiedeva ai suoi fedeli di esercitare una solidarietĂ  concreta, che toccava anche il portafoglio, per sovvenire alle necessitĂ  dei fratelli.

Don Bruno trovò in Vittorio un attento collaboratore e pertanto gli affidò la conduzione di iniziative educative di grande responsabilità.

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