In Aula Manodori a Reggio Emilia un incontro su diritti e futuro delle persone anziane

locandina evento La grande età in aula Manodori il 22 febbraio

REGGIO EMILIA – Il CUPLA (Coordinamento unitario pensionati lavoro autonomo) provinciale e nazionale, in collaborazione con Federfarma, provinciale e regionale, hanno organizzato un evento pubblico che si svolgerà il 22 febbraio alle ore 15.00 presso l’Aula Magna ‘Pietro Manodori’ dell’Università, dal titolo ‘La grande età. Dalla Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità ai progetti per il futuro’.

Ad esso interverranno Mons. Vincenzo Paglia (presidente della fondazione ‘L’Età Grande’ e autore di numerose pubblicazioni in materia, nonché presidente della Pontificia accademia della vita), l’Assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini, il dottor Giovanni Gelmini (specialista in geriatria e gerontologia, membro del direttivo nazionale della Società italiana di geriatria e gerontologia, Direttore di distretto presso l’Ausl di Parma), Maria Grazia Macchioni (Presidente provinciale dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche), il dottor Achille Gallina Toschi (presidente regionale Federfarma) e Gian Lauro Rossi (Coordinatore nazionale CUPLA).

Coordinerà l’incontro Stefania Bondavalli (Consigliera Regionale). Sono state invitate a presenziare anche numerose autorità, a diverso livello, della nostra Provincia, che potranno offrire il proprio contributo di idee e riflessioni sul tema della giornata. Sarà l’occasione per riflettere e porre attenzione alle logiche, alle dinamiche e agli ideali inerenti al mondo della sanità principalmente territoriale, visti e interpretati soprattutto dalla parte degli anziani, che rappresentano una parte sempre più consistente e importante della nostra società.

La collaborazione ed il dialogo tra Cupla e Federfarma nelle scorse settimane ha portato alla distribuzione, presso le farmacie aderenti a Federfarma di Reggio città e provincia, della ‘Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità’, che presenta un’interessante e profonda introduzione firmata proprio da mons. Vincenzo Paglia.

stampareggiana.it

A Reggio Emilia. Una guida per sapere dove chiedere aiuto

Una guida per sapere dove chiedere aiuto

Crescono le persone e le famiglie in difficoltà, che hanno bisogno d’aiuto. Ma spesso non sanno a chi chiedere aiuto, non conoscono gli strumenti per far valere i propri diritti e addirittura che c’è chi è disponibile ad aiutarle. Nasce così a Reggio Emilia la guida “Dove chiedere aiuto?”, che in oltre cento pagine raccoglie e descrive più di 170 servizi cittadini, pubblici e del volontariato, che possono rispondere concretamente a questa domanda. Una delle prime in Italia così completa. Un’iniziativa ideata e promossa dal presidente del Consiglio comunale, Matteo Iori, proveniente proprio dal mondo associativo.

«Facendo tanti incontri coi cittadini – ci spiega – mi sono reso conto che molte delle risorse che esistono in una città generosa come Reggio Emilia, sono sconosciute ai più. Durante la pandemia ho poi scoperto che ben il 60% di coloro che chiedevano aiuto non erano conosciuti dai servizi e che molte persone in difficoltà non erano in contatto con il sistema dei servizi. Da allora ho iniziato a lavorare a questa guida mettendo insieme le grandi ricchezze del nostro territorio: la consistente rete degli esperti Servizi comunali, le professionali opportunità dell’Ausl, i generosi servizi svolti da Caritas o dalle tante Associazioni di volontariato rappresentate dal Csv, le opportunità offerte da Provincia, Regione, Patronati». Ne è uscito un lavoro che copre tutte le aree problematiche del territorio: anziani, disabili, famiglie, minori, studenti, persone con dipendenze patologiche, persone con problemi di salute mentale, immigrati, vittime di violenza di genere, persone in povertà e con difficoltà di inclusione, persone con problemi abitativi, persone non consapevoli di avere diritto ad agevolazioni o contributi. Per ognuna si spiegano in modo facile e chiaro norme, diritti, agevolazioni, indirizzi, servizi, e tutto quanto può essere utile a chi chiede o ha bisogno di aiuto. Davvero un lavoro completo e prezioso, consultabile anche sul sito www.dovechiedereaiuto.it, che sarà costantemente aggiornato. Oltre che in italiano è in inglese e in russo per i tanti stranieri presenti sul territorio. «Spero di poter aggiungere presto anche una versione in arabo ma dipende dall’aiuto volontario che potrò trovare» aggiunge Iori, sottolineando come la guida sia stata realizzata «a costo zero per la città e per i suoi i contribuenti, quindi senza utilizzo di fondi pubblici». Così la stampa delle 7mila copie e il sito internet sono stati possibili grazie agli sponsor. E anche questa è una buona notizia.

Il numero zero della guida è stato donato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una recente visita alla città. «Mi ha detto di averla trovata “un’ottima idea”, quindi si parte sotto i migliori auspici!», riferisce Iori. E anche dal prefetto, Iolanda Rolli, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa, sono venute parole di plauso. «È un lavoro utilissimo. Il valore di questa guida va oltre, perché veramente entra nei bisogni delle persone più vulnerabili, ed è importante tenerla aggiornata. Farla oggi non significa chiuderla, significa tenerla aperta e tenerla sempre viva, perché è uno strumento che può essere di grande grande aiuto, ed è veramente lo spirito di Reggio a tenerla sempre viva: lo spirito di lavorare assieme, di trovare sempre risposte per tutti, avere la possibilità di farlo con una comunità così forte, così coesa è davvero importante».

Una richiesta subito raccolta da Iori. «Il mio impegno sarà quello di continuare a lavorare con tutti coloro che hanno collaborato, per cercare di promuovere la conoscenza della Guida e per portarla a chi ha bisogno di aiuto. Non mi interessa una bella Guida che resti in qualche scaffale, mi interessa uno strumento che arrivi a chi possa averne bisogno».

avvenire.it

Brasile: indigeni presentano denuncia ufficiale contro Bolsonaro per genocidio alla Corte internazionale dell’Aia

Offertecartucce Banner

L’Articolazione dei popoli indigeni del Brasile (Apib) ha presentato ieri, nella Giornata internazionale dei popoli indigeni, che si celebra il 9 agosto, una denuncia ufficiale alla Corte penale internazionale, per genocidio, contro il governo Bolsonaro. L’organizzazione, come riporta attraverso il proprio sito il Consiglio indigeno missionario (Cimi), chiede che il Tribunale dell’Aia esamini i crimini commessi contro le popolazioni indigene dal presidente Jair Bolsonaro, fin dall’inizio del suo mandato, nel gennaio 2019, con attenzione particolare al periodo della pandemia di Covid-19.
Sulla base dei precedenti della Corte penale internazionale, l’Apib chiede un’indagine per crimini contro l’umanità (art. 7. b, h, k dello Statuto di Roma: sterminio, persecuzione e altri atti disumani) e genocidio (art. 6 B e C dello Statuto di Roma per l’aver provocato gravi danni fisici e psichici e determinando deliberatamente condizioni volte alla distruzione delle popolazioni indigene). Per la prima volta nella storia, le popolazioni indigene si rivolgono direttamente alla Cpi, con i loro avvocati indigeni. “Crediamo che ci siano atti in corso in Brasile che costituiscono crimini contro l’umanità, genocidio ed ecocidio. Data l’incapacità dell’attuale sistema giudiziario brasiliano di indagare, perseguire e giudicare questi comportamenti, denunciamo questi atti alla comunità internazionale, mobilitando la Corte penale internazionale”, sottolinea Eloy Terena, coordinatore legale dell’Apib, uno degli otto avvocati indigeni che ha firmato la dichiarazione.
Secondo l’organizzazione, gli attacchi ai territori e alle popolazioni indigene sono stati incoraggiati da Bolsonaro più volte durante il suo mandato. I fatti che testimoniano il progetto anti-indigeno del Governo federale vanno dall’esplicito rifiuto di delimitare nuove terre, a leggi, decreti e ordinanze che cercano di legalizzare le attività di invasione, stimolando i conflitti.
“L’Apib continuerà a lottare per il diritto dei popoli indigeni ad esistere nella loro diversità. Siamo popoli indigeni e non ci arrenderemo allo sterminio”, sottolinea Eloy Terena.

agensir