Papa Francesco, la frase sul “farsi da parte” che scatena il tam tam dimissioni


Papa Francesco riflette sull’importanza di farsi da parte per tempo e le sue parole fanno tornare d’attualità l’ipotesi delle dimissioni del Pontefice. Parole che arrivano all’Angelus dopo la morte del Papa emerito Benedetto XVI e la notizia che Bergoglio ha già firmato le sue dimissioni in caso di grave infermità. “È facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini. Senza aspettare il contraccambio”, ha sottolineato Papa Francesco prima della recita dell’Angelus.
Il Santo padre ha parlato dello “spirito di servizio” di Giovanni Battista. “Giovanni fa così: mette i suoi discepoli sulle orme di Gesù. Non è interessato ad avere un seguito per sè, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perchè molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Possiamo dire – ha aggiunto a braccio – ‘apre la porta e se ne va’”. “Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù”. “Farsi da parte, imparare a congedarsi”, ha aggiunto ancora Francesco, “non prendere qualcosa per contraccambio per noi”.
Principi generali, validi per tutti. Non solo. “Pensiamo a quanto è importante questo per un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù. Pensiamo a quant’è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita”, la frase di Francesco destinata a far discutere.
iltempo.it

Papa Francesco: “Ho firmato le mie dimissioni in caso di impedimento medico”

Il pontefice, in un’intervista alla testata spagnola Abc, annuncia entro due anni una donna a capo di un dicastero e conferma di recarsi spesso dal Papa emerito e di non averne toccato lo status: “È un santo”. Pessimismo sul conflitto in Ucraina: “Non vedo una fine a breve termine perché si tratta di una guerra mondiale”

papa francesco dimissioni 

AGI – “Ho già firmato le mie dimissioni”, in caso “di impedimento medico”. È quanto ha rivelato Papa Francesco nell’intervista al quotidiano spagnolo Abc. Il Pontefice riferisce di averle consegnate all’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. “Le firmai e gli dissi: ‘In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già”. Non so a chi le abbia date il cardinal Bertone, ma gliele ho date io quando era segretario di Stato”.

“È la prima volta che lo dico”, ha continuato Bergoglio, sottolineando di volere che si sappia: “Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andà a chiedere a Bertone: ‘Dammi il foglio!’ (ride). Sicuramente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. L’ho dato a Bertone come segretario di Stato”. Paolo VI scrisse anche le sue dimissioni in caso di impedimento permanente. “Esatto, e penso anche a Pio XII”, ha concluso Francesco.

Non si tratta dell’unico annuncio clamoroso contenuto nella conversazione con la testata conservatrice iberica. “Entro due anni nominerò una donna a capo di un dicastero, ha affermato il Pontefice, che ha nominato diverse donne per alte cariche della Curia ma ancora nessuna come numero uno di un dicastero. “È vero. Ma ci sarà. Ne ho uno in vista per un dipartimento che sarà vacante tra due anni. Nulla impedisce a una donna di dirigere un dipartimento in cui un laico può essere prefetto”.

Da cosa dipende? “Se si tratta di un dicastero di carattere sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo. Anche se lì si discute se l’autorità venga dalla missione, come sostiene il cardinale Ouellet, o dal sacramento, come sostiene Rouco Varela. È una bella discussione tra cardinali, una questione che i teologi continuano a discutere”, precisa.

“Ratzinger? È lucido e molto vivo”
Papa Francesco ha poi confermato di recarsi spesso da Ratzinger al monastero Mater Ecclesiae e di non aver toccato lo statuto di Papa emerito. “Lo visito spesso e ne esco edificato dal suo sguardo trasparente”, ha sottolineato Bergoglio, “vive nella contemplazione… È di buon umore, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione. Ammiro la sua intelligenza. È grande”.

‘Cosa apprezza di più di Benedetto XVI?’, gli è stato chiesto. “È un santo. È un uomo di alta vita spirituale”. Quando vediamo le foto recenti di Benedetto, a 95 anni, sorge l’inevitabile riflessione che sarebbe stato estremamente difficile per lui governare la Chiesa se non si fosse dimesso. “Il futuro inganna sempre, quindi non mi lascio coinvolgere…”, risponde Bergoglio che poi a una domanda sullo statuto del Papa emerito (sarà lasciato così o sarà ben definito?) risponde: “No. Non l’ho toccato per niente, né mi è venuta in mente l’idea di farlo. Sarà che lo Spirito Santo non ha interesse che io mi prenda cura di quelle cose”.

Infine la guerra in Ucraina, della quale il Papa non vede “una fine a breve termine perché si tratta di una guerra mondiale. Non dimentichiamolo. Ci sono già diverse mani coinvolte nella guerra. È globale. Credo che una guerra venga combattuta quando un impero inizia a indebolirsi, e quando ci sono armi da usare, da vendere e da testare. Mi sembra che ci siano in mezzo molti interessi”.

Papa Francesco: le voci sulle dimissioni e l’ipotesi dei tre pontefici in Vaticano

I problemi al ginocchio e il rifiuto di un’altra operazione. Il teologo: impossibili per ragioni di opportunità

Le dimissioni di Papa Francesco tornano d’attualità. A scatenare le nuove voci sull’addio di Jorge Mario Bergoglio a San Pietro un articolo sul Washington Post: «Papa Francesco è alla fine del suo pontificato?». Ma anche una presunta battuta rivolta ai vescovi italiani: «Piuttosto che operarmi mi dimetto», avrebbe detto parlando del suo ginocchio. Poi c’è la programmata visita all’Aquila, il 28 agosto. E il concistoro del 27, quando insedierà 21 nuovi cardinali di cui 16 sotto gli ottanta anni. Tutti avrebbero diritto di voto in un eventuale conclave.

Gli indizi: la visita a L’Aquila e le nomine
«Quell’enorme afflusso significa che Francesco ha selezionato più del 60% delle figure che sceglieranno il suo sostituto, aumentando le probabilità di un successore che la pensa allo stesso modo, anche se è difficile garantirlo. Per alcuni osservatori vaticani, è un segno che Francesco sente l’urgenza di preparare la chiesa per la sua partenza», afferma il giornale. I problemi di salute, e in particolare quelli al ginocchio, angustiano il Papa da tempo. Tanto che il quotidiano scrive che la dipendenza del pontefice dalla sedia a rotelle è un fattore fondamentale di questa speculazione.

In questo scenario la visita a L’Aquila assume un altro significato. Nell’occasione di un passaggio nel capoluogo abruzzese Benedetto XVI appoggiò la sua stola sulla tomba di Celestino V, il pontefice che per primo si dimise. Era il 2009 e quattro anni dopo Ratzinger presentò la sua rinuncia. Intanto Francesco compirà due viaggi impegnativi, uno in Africa (Congo e Sud Sudan) e l’altro in Canada. Parlando della sua malattia, sempre nell’incontro a porte chiuse con i vescovi italiani, aveva detto che è una realtà dalla quale sta imparando molto. L’intervento invece non lo mette in agenda: non vuole sottoporsi ad una nuova anestesia e soprattutto ad un impegnativo periodo di riabilitazione.

Tre Papi in Vaticano
Ma dal Vaticano respingono le voci. Che erano più forti di oggi un anno fa, quando il Papa fu ricoverato per l’intervento al colon. Fu lui stesso a dire successivamente in un’intervista: «Non mi è passato neanche per la testa». E su La Stampa il teologo Vito Mancuso spiega che al momento Francesco non può dimettersi perché l’eventuale presenza di ben due papi emeriti accanto al nuovo Papa nella pienezza dei poteri creerebbe obiettivamente una situazione imbarazzante: «Tre papi nello stesso momento, vivi e presenti in Vaticano. Li riuscite a immaginare in una foto tutti e tre vestiti di bianco?». Ma lo stesso teologo lascia una porta socchiusa all’ipotesi: «Una cosa comunque, a mio avviso, deve essere chiara: che se papa Francesco si dimetterà, dovrà compiere un ulteriore passo in avanti rispetto al suo predecessore e rinunciare anche alla qualifica di “Papa emerito” e alla veste bianca. Sarebbe la maniera migliore di augurare buon lavoro al suo successore».

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Vaticano, rumors sulla dimissioni del Papa agitano la galassia cattolica

Vaticano, rumors sulla dimissioni del Papa agitano la galassia cattolica

È bastata una battuta pronunciata a porte chiuse durante l’ultima assemblea dei vescovi italiani per scatenare rumors intorno alle possibili dimissioni dal soglio di Pietro di Papa Francesco. Secondo alcuni media, infatti, sarebbe stato lo stesso Bergoglio a dire che piuttosto che farsi operare al ginocchio si dimetterebbe. Una battuta, niente di più, eppure nella galassia cattolica, fonti più o meno interessate hanno iniziato a diffondere notizie non ufficiali intorno a un pontificato ai titoli di coda. “È Francesco vicino alla fine del suo pontificato?”, titola col punto interrogativo il Washington Post. E così diversi altri.

Francesco ha 85 anni. Oggi gode di buona salute. L’operazione di un anno fa per una stenosi diverticolare sintomatica del colon è riuscita perfettamente anche se i postumi dell’anestesia lo hanno disturbato più del dovuto. Così l’idea di sottoporsi a un secondo intervento per una gonartrosi, ovvero un’artrosi del ginocchio destro, non lo aggrada. Tanto che preferisce continuare a curarsi con antidolorifici e presentarsi in pubblico su una carrozzina.

Stando agli appuntamenti pubblici previsti una rinuncia al soglio non sembra essere prevista nel 2022. Oltre ai viaggi in Africa e Canada a luglio, è prevista una visita a L’Aquila a fine agosto, un viaggio in autunno in Kazakistan e con ogni probabilità uno a fine anno in Libano. Quanto al 2023 tutto sembra confermare la direzione che Francesco ha sempre dichiarato di voler mantenere: non pensa alle dimissioni, anche se come è logico che sia dopo che Benedetto XVI per primo ha rinunciato al soglio di Pietro, nel caso le condizioni di salute dovessero precipitare tutto può accadere.

Di certo ad oggi c’è soltanto che Francesco si lascia portare dal corso degli eventi senza precludersi nessuna possibilità. E lo fa nonostante sappia che intorno al suo pontificato alcune voci interne ed esterne alla Santa Sede auspicherebbero un suo addio. Ne parla sul suo sito Gianni Valente che ricorda come in Francia, una rete internazionale di autori presentati come “i migliori esperti vaticanisti del mondo” abbia dato vita a una rivista pensata ad hoc per i membri del Collegio cardinalizio, inviata direttamente ai loro indirizzi personali con l’intento dichiarato di aiutarli a “conoscersi per prendere le giuste decisioni nei momenti importanti della vita della Chiesa”. “Un Postalmarket per porporati – scrive Valente – , intitolato “Cardinalis” (in latino) e stampato in quattro lingue come guida orientativa per fornire dritte, informative e criteri di giudizio ai partecipanti al prossimo Conclave, quelli che vengono definiti come ‘i principali consiglieri del Papa durante il suo pontificato’, e che ‘eleggono il suo successore'”. E ancora: “La linea editoriale viene dalla rivista presentata dai fan come ‘conforme a quella dei Pontificati di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI’, e si condensa in un vero e proprio ‘Memorandum per un futuro Conclave’, pubblicato sul numero di ‘Cardinalis’ distribuito a aprile”.

di Paolo Rodari – La Repubblica

Perché si parla delle dimissioni di papa Francesco

Ne discutono vari vaticanisti, anche se per ora sono supposizioni con scarso fondamento: c’entrano le sue condizioni di salute, la nomina di 21 nuovi cardinali e una visita all’Aquila

Da alcuni giorni sui media italiani e internazionali si sta parlando della possibilità che nei prossimi mesi papa Francesco si dimetta. Sono al momento soltanto supposizioni non sostenute da nessuna fonte ufficiale e vanno prese quindi con estrema cautela, ma ci sono alcuni elementi che hanno spinto analisti ed esperti di Chiesa cattolica a prenderle quanto meno in considerazione.Si discute della remota possibilità che il papa si dimetta soprattutto per via di un insieme di circostanze concomitanti, tra cui le sue condizioni di salute, la nomina di 21 nuovi cardinali e la decisione di partecipare alle simboliche celebrazioni della “Perdonanza” dell’Aquila, come nessun papa aveva mai fatto prima di lui.

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Papa Francesco ha 85 anni e il suo pontificato è iniziato nel 2013, dopo che il suo predecessore Benedetto XVI aveva deciso di ritirarsi a vita privata a causa dell’età avanzata. Le dimissioni di Benedetto XVI furono sorprendenti perché solo una volta prima di lui un papa aveva fatto lo stesso, ovvero Celestino V, nel 1294. Papa Francesco ha più volte negato di avere intenzione di fare come Benedetto XVI, l’ultima volta lo scorso settembre, ma quanto avvenuto ultimamente ha alimentato nuove ipotesi al riguardo.

Innanzitutto ci sono le sue condizioni di salute, che negli ultimi mesi sembrano essere peggiorate. Da inizio maggio partecipa spesso alle udienze pubbliche seduto su una sedia a rotelle, a causa di un persistente dolore al ginocchio destro che da mesi non gli permette di stare in piedi a lungo. È un problema fisico chiamato gonalgia che capita comunemente con l’avanzare dell’età, ma che si aggiunge ad altri problemi avuti nei mesi passati. Lo scorso luglio era stato operato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, cioè un restringimento di uno dei tratti finali dell’intestino dovuto all’infezione di piccole sacche che si formano nella sua parete, i diverticoli.

Secondo alcune indiscrezioni riportate dai giornali, durante l’assemblea dei vescovi italiani tenuta il 24 maggio – in cui l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi è stato nominato nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) – papa Francesco avrebbe parlato dei problemi al ginocchio confidando di non sapere se dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico e di temere effetti indesiderati dell’anestesia, come sarebbe successo dopo l’intervento del luglio scorso. Il Vaticano non ha dato conferme al riguardo.

A far discutere della possibilità che si dimetta, oltre alle sue condizioni di salute, c’è il fatto che la scorsa settimana papa Francesco ha annunciato la nomina di 21 nuovi cardinali, che avverrà formalmente il prossimo 27 agosto. Di questi 21 cardinali, 16 avranno meno di 80 anni e quindi potrebbero partecipare a un conclave per l’elezione di un nuovo papa (i cardinali con più di 80 anni infatti non hanno diritto di voto).

Peraltro quest’elezione aumenterebbe considerevolmente il numero di cardinali eletti da papa Francesco in un eventuale conclave, rispetto a quelli eletti in passato da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II: ci sarebbero infatti 83 cardinali elettori scelti da papa Bergoglio, contro 38 scelti da Ratzinger e 11 da Wojtyła. È una decisione, insomma, che aumenterebbe il peso “politico” di papa Francesco nella Chiesa cattolica e che permetterebbe di eleggere un successore che ne segua la linea riformista adottata finora nel suo pontificato.

C’è infine un altro fatto che ha contribuito a far parlare delle sue dimissioni, benché sia soprattutto simbolico: nei giorni scorsi papa Francesco ha annunciato che il 28 agosto andrà all’Aquila, in Abruzzo, per partecipare a un evento religioso molto sentito in città, chiamato “Perdonanza”, istituito proprio da Celestino V.

Durante il suo breve pontificato, durato circa quattro mesi, Celestino V emanò una bolla papale con la quale concesse l’indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila, che lui stesso aveva fatto costruire prima di essere eletto papa e dove è sepolto.

Quella bolla, chiamata anche “Bolla del perdono”, anticipò di sei anni il primo giubileo della storia, e ogni anno da allora viene ricordata e celebrata in città durante la “Perdonanza”. All’evento partecipa di solito un cardinale, ma mai dal 1294 aveva partecipato un papa. Il fatto che papa Francesco vada a rendere omaggio a un evento religioso istituito da Celestino V è stato interpretato da alcuni come un gesto simbolico per il futuro del suo pontificato.

Come detto, per ora queste sono solo speculazioni, ma secondo quanto detto ad Associated Press da Christopher Bellitto, storico della Chiesa presso la Kean University, nel New Jersey, la maggior parte dei vaticanisti si aspetta che papa Francesco alla fine si dimetterà, anche se non prima della morte di Benedetto XVI. «Non permetterà che ci siano due ex papi in giro», ha detto Bellitto che ha anche sottolineato come la basilica di Collemaggio fosse stata visitata già da Benedetto XVI nel 2009 dopo il terremoto che aveva colpito quell’anno la città, anche se non durante la Perdonanza. Allora però nessuno aveva ipotizzato che quella visita avesse un qualche significato simbolico.

Correggio, il parroco don Sergio Pellati si è dimesso

Dopo 5 anni ha lasciato per ragioni personali. La decisione è stata comunicata nelle Messe di domenica. In attesa di una decisione del Vescovo, la guida pastorale è nelle mani del curato don Alberto Debbi, il prete medico tornato in corsia durante l’emergenza Covid

REGGIO EMILIA – Don Sergio Pellati, 52 anni, da cinque parroco dell’Unità pastorale Madonna delle grazie di Correggio, si è dimesso. Il sacerdote ha lasciato la guida della comunità per ragioni personali. Anche in passato aveva palesato la possibilità di andarsene.

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Per alcuni è stato un fulmine a ciel sereno. Per altri no. Quando domenica , durante le Messe festive, è stata comunicata la decisione di don Sergio Pellati di lasciare la guida dell’unità pastorale di Correggio è divenuta realtà quella che in passato sembrava solamente un’ipotesi. Don Sergio non lascia il sacerdozio, ma per ragioni personali non se la sente più di sobbarcarsi la responsabilità di una comunità cristiana impegnativa, grande e piena di attese come quella correggese. In questi giorni, l”ormai ex parroco, ha lasciato la diocesi andando a stabilirsi in Lombardia. Per il momento a Correggio restano il curato, don Alberto Debbi, che in quanto pneumologo è tornato in ospedale nei mesi scorsi per fronteggiare l’emergenza Covid e altri due sacerdoti anziani che hanno coadiuvato don Sergio negli anni scorsi.

L’unità pastorale Madonna delle grazie non comprende tutte le parrocchie del Correggese, alcune delle quali dipendono dal parroco di san Martino in Rio e altre da don Carlo Fantini, in passato missionario in Madagascar e Albania.

Ora sarà il Vescovo, monsignor Camisasca, a nominare nelle prossime settimane un facente funzioni per poi arrivare alla scelta del nuovo parroco.

Reggio Online