NUOVA CURA TUMORE AL SENO, AUMENTA SOPRAVVIVENZA GIOVANI

ANSA

PRESENTATO NUOVO STUDIO SU 672 PAZIENTI TRA 20 E 39 ANNI Sono in aumento le giovani, tra 20 e 39 anni, con tumore al seno. Per loro, una nuova speranza arriva da una molecola che, aggiunta alla terapia standard, ha dimostrato di aumentare significativamente la sopravvivenza. A evidenziarlo è uno studio su un campione di 672 pazienti presentato al congresso della Società americana di oncologia. Dopo 42 mesi di trattamento, il tasso di sopravvivenza era del 70% per le donne trattate col farmaco e la terapia standard e del 46% per quelle che ricevevano la sola cura standard. 

Isolato nell’intestino un batterio che ‘cura’ la sclerosi multipla Verso nuova era della medicina con i ‘farma-microbi’

Scoperto un tipo di batterio della flora intestinale che potrebbe essere usato come terapia contro la sclerosi multipla, avviando la medicina verso una nuova era di “farma-microbi”, ovvero microrganismi usati come farmaci per curare malattie tra le più disparate, dall’autismo al Parkinson.
È il risultato di una ricerca condotta tra Università dell’Iowa e Mayo Clinic e pubblicata sulla rivista Cell Reports.
Si tratta di una ricerca potenzialmente importante, perché sempre di più aumentano le evidenze sperimentali che dimostrano come i batteri che compongono la flora intestinale siano cruciali non solo per la salute del tratto digerente ma anche di tutto il resto dell’organismo: “Stiamo entrando in una nuova era della medicina – afferma l’autore del lavoro Joseph Murray – in cui useremo i microbi come farmaci per curare malattie (Murray ha coniato il farmaco ‘brug’ dall’unione di ‘bug’, microbo, e drug, farmaco).
Il batterio protagonista di questo studio si chiama Prevotella histicola, gli esperti lo hanno isolato da campioni di flora intestinale prelevati dall’intestino di soggetti sani e lo hanno iniettato in modelli animali di sclerosi multipla.
Grazie a questa ‘terapia’, il quadro neurologico dei topolini malati è migliorato e allo stesso tempo è diminuita nel loro organismo la concentrazione di due proteine che causano infiammazione ed aumenta la concentrazione di cellule che contrastano la malattia, cellule immunitarie come i linfociti T, ‘cellule dendritiche’ e un tipo di ‘macrofago’. Gli esperti ritengono che questi risultati siano il punto di partenza per testare il batterio su pazienti con sclerosi multipla, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario del paziente va in tilt e distrugge la guaina isolante dei nervi, la mielina, determinando danni neurologici progressivi.
Studi recenti hanno evidenziato che pazienti con sclerosi multipla presentano alterazioni della flora intestinale e, guarda caso, sono carenti o privi del batterio Prevotella histicola.

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