Gmg. I messaggi di Francesco: costruite ponti e seminate speranza

Costruire ponti e non erigere muri. E’ l’invito che più volte Papa Francesco ha rivolto ai giovani di ogni parte del mondo, riuniti a Cracovia per la 31.ma Giornata Mondiale della Gioventù, conclusasi domenica scorsa. Il Papa esorta i ragazzi ad avere coraggio per diventare protagonisti della storia e cambiare il mondo. Così si fa carne quella Misericordia che – con i suoi due grandi “annunciatori” polacchi, San Giovanni Paolo II e Santa Faustina – è stata, in modo speciale, al centro di questa Gmg. Ripercorriamo i messaggi centrali che Francesco ha rivolto ai giovani nel servizio di Debora Donnini da Radio Vaticana

“Abbiate il coraggio di insegnarci che è più facile costruire ponti che innalzare muri!” (Veglia alla Gmg di Cracovia, 30 luglio 2016).

Tra gli applausi e l’entusiasmo, Papa Francesco ha esortato circa 1 milione e  600 mila ragazzi presenti alla Veglia al Campus Misericordiae di Cracovia, a stringersi la mano. Francesco offre, dunque, ai grandi del mondo lo spettacolo visivo di un “grande ponte fraterno”, creato dai giovani dei cinque continenti. Giovani ai quali chiede di non “vegetare”, di non confondere la felicità con un divano, rischiando di addormentarsi mentalmente davanti al computer per ore, magari giocando ai videogiochi. A loro il Papa chiede, fra gli applausi scroscianti, di difendere la loro libertà perché, invece, c’è tanta gente che li vuole imbambolati. Francesco ricorda, dunque, che costruire ponti significa rinunciare a “vincere l’odio con l’odio” perché la “nostra risposta alla guerra” si chiami fraternità.

La Messa di domenica: non accettare l’odio fra i popoli
Anche nell’altro momento clou della Gmg, la Messa di domenica, Francesco chiede ai giovani di cambiare il mondo. Dio “fa sempre il tifo per noi” e non conta per Lui il vestito o il cellulare. Il Papa affronta, infatti, i problemi quotidiani che i giovani di oggi vivono, invitandoli a dire “no” alla tristezza, “al doping del successo ad ogni costo”, “alla droga del pensare solo a sé”, al “maquillage dell’anima”:

“Potranno giudicarvi dei sognatori perché credete in una nuova umanità che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei paesi come delle barriere e costruisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti. Non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana, che qui così bene rappresentate!”. (Messa conclusiva della Gmg, domenica 31 luglio).

I Santuari e la Cerimonia di accoglienza: un cuore capace di sognare ha spazio per la Misericordia
Andando a ritroso, già nelle visite di Sabato, al Santuario della Divina Misericordia e a quello di San Giovanni Paolo II, il Papa aveva chiaramente detto che il Vangelo ha ancora delle pagine bianche che siamo chiamati a scrivere, compiendo opere di misericordia. Ma fin dal video collegamento di Francesco con i giovani italiani presenti alla Gmg, mercoledì scorso, e poi soprattutto giovedì, alla cerimonia di accoglienza della 31.ma Gmg, il Papa li aveva esortati a lanciarsi “nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri”, facendo ancora una volta capire cosa sia concretamente la Misericordia:

“E quando il cuore è aperto e capace di sognare c’è posto per la misericordia, c’è posto per carezzare quelli che soffrono, c’è posto per mettersi accanto a quelli che non hanno pace nel cuore o mancano del necessario per vivere, o mancano della cosa più bella: la fede. Misericordia. Diciamo insieme questa parola: misericordia. Tutti! [Misericordia!] Un’altra volta! [Misericordia!] Un’altra volta, perché il mondo senta! [Misericordia!]”.  (Cermonia di Accoglienza della 31.ma Gmg, giovedì 28 luglio 2016).

Il Venerdì con Auschwitz, l’ospedale pediatrico e la Via Crucis: essere seminatori di speranza
Francesco con il suo sorriso e la forza delle sue espressioni non chiede qualcosa da poco ai giovani: gli chiede di cambiare al mondo e di non andare in pensione dalla vita sui 23 anni. Apprezzando la vitalità e l’energia dei giovani, ricorda loro che la Chiesa e il mondo li guardano. Fin dalla conferenza stampa in aereo nel viaggio di andata, tema poi ripreso anche in quella ritorno, in merito al brutale assassinio del sacerdote francese e ad altre tristi cronache di violenza, il Papa aveva sottolineato che non si tratta di una guerra di religione ma di una guerra, punto. E che non è giusto identificare l’Islam con la violenza. Assieme ai dolorosi eventi di attualità, la visita ad Auschwitz, dove il silenzio del Papa ha parlato più di mille parole, e quella all’ospedale pediatrico, tornano indirettamente nella riflessione alla Via Crucis, il venerdì. Francesco ha, infatti, espresso il dolore e la domanda di ogni uomo di fronte alla Croce: “Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre?”. La risposta è che Gesù stesso, il Figlio di Dio, ha scelto di identificarsi nei sofferenti. La credibilità dei cristiani si gioca nell’accoglienza, non nelle idee. E ai giovani viene chiesto di essere “protagonisti nel servizio”, ricordando il valore della Via della Croce:

“È la Via della speranza e del futuro. Chi la percorre con generosità e con fede, dona speranza al futuro e all’umanità. Chi la percorre con generosità e con fede semina speranza. E io vorrei che voi foste seminatori di speranza”. (Via Crucis della Gmg, venerdì 29 luglio 2016).

GMG 2016 “Il Volo” alla Gmg di Cracovia, per essere di nuovo tre giovani tra tanti giovani del mondo

Tra gli iscritti alla Gmg di Cracovia ci sono anche loro, Piero Barone (23 anni), Ignazio Boschetto (21 anni) e Gianluca Ginoble (21 anni), ovvero il trio canoro de “Il Volo”. Reduci dalla loro tournée in Mexico, saranno a Cracovia dal 28 al 31 luglio per la Gmg durante la quale si esibiranno, davanti a Papa Francesco, in occasione della Veglia di sabato 30 luglio e della Messa finale del giorno dopo, al Campus Misericordiae

Una partecipazione “voluta e desiderata” dai tre giovani artisti che hanno mosso i loro primi passi cantando proprio nei cori di parrocchia, e che fa seguito a un percorso artistico e spirituale iniziato con il “Concerto di Natale” ad Assisi e all’incontro lo scorso maggio, al Centro “Giovanni Paolo II” di Montorso, a Loreto. In quell’occasione i tre giovani artisti offrirono un mazzo di fiori alla Madonna, sostarono in preghiera nella Santa Casa di Loreto e accesero la “Fiaccola della pace” attesa in Polonia per la Gmg. A pochi giorni dall’inizio della Gmg, il Sir li ha incontrati.

Da dove e come nasce la vostra sensibilità religiosa?
Certamente l’insieme di tutto, ma prima di tutto la famiglia. Le altre frequentazioni ci hanno sicuramente formato come buoni cristiani grazie agli insegnamenti ricevuti sui valori essenziali della vita.

Come vivete la vostra arte: come un dono, come una meta raggiunta con studio e impegno e dunque anche come qualcosa di dovuto?
Siamo consapevoli di avere ricevuto un dono dal cielo e convinti che

un bene così prezioso non poteva essere sprecato o disperso nella banalità. Anche il nostro incontro è sicuramente un dono e non un fatto casuale.

Ecco perché tanto impegno di tutti e tre nello studio e nella professione sia come un dovere del singolo nei confronti degli altri due e di tutti nei confronti di quanti si sono appassionati al nostro canto, alle nostre canzoni ai nostri concerti. Per ognuno di noi deludere tante aspettative, sarebbe davvero un peccato.

Come si concilia una dimensione spirituale, interiore, con il successo raggiunto?
Rimanere con i piedi per terra dopo tanto successo non è facile. Per ragazzi della nostra età ancora di più.Ma la vicinanza delle nostre famiglie che continuamente ci tiene consapevoli delle due realtà, una proiettata nel mondo di fuori e l’altra che ci ricorda sempre origini, inizi, affetti, gli amici di sempre, ci sostiene.I momenti di riflessione interiore e il confronto a tre, ci aiuta molto.

La fede e la spiritualità sono buone “cinture di sicurezza”.

Come è nata l’idea di iscrivervi alla Gmg con i giovani delle Marche? Perché questa scelta: una precisa volontà di esserci? O per una ribalta mondiale?
Il tutto nasce da precedenti frequentazioni e amicizie nate nel tempo con il mondo del Centro “San Giovanni Paolo II” di Loreto. Partecipare alla Gmg è sempre stato un nostro desiderio e loro ci hanno aiutato a fare i passi necessari. L’occasione dell’iscrizione è stato così un momento di festa e gioioso, culminato poi con la visita della Santa Casa della Vergine di Loreto, che è la Protettrice di chi vola: piloti, hostess, steward, passeggeri….e noi come ci chiamiamo? Il Volo. Altra casualità o forse un dono ulteriore del cielo.

Avete mai partecipato a una Gmg?
Questa per noi sarà la prima e sarà sicuramente un’esperienza emozionante. Potremo anche avere una buona occasione per diversi giorni per essere di nuovo tre giovani tra tanti giovani di tutto il mondo . Tre ragazzi come tanti.

Canterete davanti a Papa Francesco…
Anche questo è sempre stato un grande desiderio, molto di più di un momento mediatico. Ecco l’occasione di portare il dono che abbiamo ricevuto al Santo Padre e avere la sua benedizione perché questo possa arrivare a tanta gente.

Siamo convinti che la musica, come la preghiera, unisca la gente e doni emozione e gioia di vivere e vivere insieme.

Vi esibirete davanti a più di un milione e mezzo di giovani. Tuttavia non sarà un concerto, bensì una celebrazione. Cosa cambia per voi da questo punto di vista?
I nostri tour mondiali ci hanno insegnato a trattenere l’emozione e a volte il timore di affrontare tanta gente. Certo, una platea così grande è un’ulteriore prova, ma quanto canteremo è già un grande sostegno, perché ci esibiremo con due Ave Maria, una scritta per l’occasione da un grande compositore italiano di fama internazionale, Romano Musumarra e la famosa Ave Maria di Schubert. La novità sarà l’interpretazione di “Jesus Christ you are my life”, uno degli inni più noti delle Gmg e che conosciamo per averlo eseguito in chiesa. Parte di queste interpretazioni saranno probabilmente inserite nel nostro album in uscita a settembre che contiene il concerto “Una notte magica”, in cui abbiamo rievocato l’esibizione a Caracalla, 26 anni fa, di Jose’ Carreras, Luciano Pavarotti e Placido Domingo.

Cosa direte a Papa Francesco quando lo incontrerete?
Meglio non preparare niente per non rischiare momenti di ansia e di emozione. Sicuramente ci aiuterà anche lui, sempre nella speranza di incontrarlo. E’ certo che se ci sarà l’occasione sfodereremo tutta la nostra conoscenza della lingua spagnola che le numerose tournée in America latina ci hanno permesso di imparare abbastanza bene.

Quale messaggio lancerete ai giovani del mondo dal palco di Cracovia?
Gli ultimi tragici avvenimenti di Nizza ci hanno profondamente turbato e segnato. Speriamo che la nostra musica, le nostre canzoni di amore siano un momento di gioia e di pace per tutti i giovani del mondo e che questa follia possa avere fine. I messaggi di Papa Francesco saranno incomparabili e quindi potremo solo affiancare ad essi il nostro canto e la gioia di avere una vita di speranze e di sogni e non di avversione e odio fondati su false ideologie.

STUDIO, MONTAGNE, RISATE E DIO: LA SANTITÀ GIOVANE

Un cristiano tutto d’un pezzo, fermo nelle sue profonde convinzioni, un amico dei poveri, un modello sempre attuale per i giovani, un convinto antifascista, un amante della montagna e della natura, un ragazzo vivacissimo, che amava gli scherzi e le risate tra amici. E’ stato tutto questoPier Giorgio Frassati (6 aprile 1901 – 4 luglio 1925) , figura di santità ardente e affascinante, proclamato beato da papa Wojtyla nel 1990.

Torinese, nato in una delle famiglie più in vista della città (suo padre, Alfredo Frassati, è tra i fondatori del quotidiano “La Stampa), dedicò tutta la sua esistenza agli ultimi. Morì a soli ventiquattro anni, stroncato da una poliomielite, ma la sua vita ha lasciato un’eredità preziosa. Quest’anno la ricorrenza liturgica di Frassati, che si celebra il 4 luglio, si carica di un valore speciale. Accanto ad altri testimoni, tra i quali suor Faustina Kowalska e Giovanni Paolo II, Frassati è stato indicato da papa Francesco come punto di riferimento per i giovani di tutto il mondo, in particolare per coloro che parteciperanno alla Gmg (Giornata mondiale della gioventù) in programma a Cracovia dal 26 al 31 luglio. Sono attesi in Polonia centinaia di migliaia di ragazzi da ogni angolo del pianeta.
Per l’occasione, l’arcidiocesi di Cracovia ha richiesto la presenza delle reliquie di Frassati, conservate nella Cattedrale di Torino. Il corpo giungerà dunque nella città polacca dopo una lunga peregrinazione, che toccherà oltre 20 tappe tra cui Milano, Bolzano, Vienna, Bratislava e Varsavia.

Non si tratta di un’assoluta novità. Già nel 2008 le spoglie di Frassati erano state trasportate a Sidney per la Gmg, ma in quel caso si era trattato di un viaggio diretto. Risale invece al 2015 (anno del bicentenario salesiano) il lungo “tour” internazionale che ha avuto come protagonista l’urna contenente le spoglie di don Bosco, accolta con devozione ed entusiasmo da migliaia di persone di diverse nazionalità.  «Nell’esperienza umana e spirituale di Frassati» spiega don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Torino, «non vi è alcuna contrapposizione tra la vita di giovane e la fede. In tutte le dimensioni, dalla preghiera allo studio, dalla politica all’impegno con i poveri, dallo sport all’incontro con gli amici, emerge la centralità di un incontro che non è mortificazione, ma al contrario, esaltazione della vita. Frassati non è un eremita, ma un ragazzo laico buttato nel mondo. Sta in questo la sua capacità di attrazione».

L’idea della peregrinazione vuole anche riecheggiare uno speciale carisma che Frassati aveva in vita: «trascinare con sé gli amici lungo i sentieri della sua missione» spiega don Ramello. «Si veda ad esempio la “Compagnia dei Tipi Loschi” (associazione, fondata dal Beato, che dietro un’apparenza spensierata, quasi goliardica, nascondeva l’aspirazione a un’amicizia profonda, fondata sul vincolo della preghiera, ndr). In questi 5.000 chilometri attraverso l’Europa, Pier Giorgio continua a camminare con i suoi amici». Una volta a Cracovia, dal 23 al 31 luglio il corpo verrà collocato nella chiesa della Santissima Trinità, «dove provocherà il cuore e l’intelligenza di tanti a scoprire questa figura. E anche lì sarà catalizzatore di preghiera, incontri, confessioni, esattamente come in vita».

Ma se crediamo in una religione fondata sulla trascendenza, è davvero così necessaria la presenza fisica di un corpo? «Le reliquie non sono necessarie, però fanno parte, fin dai tempi più antichi, della tradizione della Chiesa» risponde il direttore della pastorale giovanile torinese. «Non sono, ovviamente, il centro della devozione, però possono essere uno strumento che rimanda al mistero di Dio».

Famiglia Cristiana

GMG 2016 Non solo numeri. Alla Gmg di Cracovia “sono i giovani la vera notizia!”, parola di don Falabretti

Conto alla rovescia per la Giornata mondiale della Gioventù che si svolgerà a Cracovia dal 26 al 31 luglio, alla presenza di Papa Francesco. Il sito ufficiale italiano della Gmg, www.gmg2016.it, segna il tempo che separa i giovani dall’evento che li ha visti impegnati nella preparazione, non solo tecnico-organizzativa, per almeno due anni. Un lungo cammino soprattutto spirituale, fatto di catechesi, incontri e laboratori, condotto nelle diocesi e che ora arriva a compimento. 90mila i giovani italiani iscritti accompagnati da ben 130 vescovi, il numero più alto mai registrato nelle Gmg, esclusa quella di Roma 2000. Il ruolo di “Casa Italia” e un appello ai giornalisti: “Raccontate la Gmg stando in mezzo ai giovani. Sono loro la notizia!”

Cracovia, si parte! La capitale mondiale della Divina Misericordia, la città del fondatore delle Gmg, san Giovanni Paolo II, aspetta circa due milioni di giovani. Questa la stima del Comitato organizzatore locale che conferma: dopo i polacchi, i giovani più numerosi saranno quelli provenienti dall’Italia. Facile attendersi, allora, una Cracovia tinta di azzurro come nella migliore tradizione delle Gmg. E come sempre accade la spedizione dei giovani italiani è tra le più organizzate, grazie all’impegno messo in campo dalla Conferenza episcopale italiana. “Sarà così anche in Polonia – conferma donMichele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) – dove arriveranno circa 90mila nostri giovani, un numero analogo a quello della Gmg di Madrid 2011. Un aumento vertiginoso di iscritti si è registrato in questo ultimo mese. I primi partiranno dal 20 luglio. I giovani saranno accompagnati dai loro educatori e soprattutto dai loro vescovi.

A Cracovia i vescovi italiani saranno ben 130, il numero più alto mai registrato in una Gmg esclusa quella di Roma 2000”.

La presenza azzurra potrebbe aumentare ancora, visto che il Comitato organizzatore polacco ha lanciato il 1 luglio il sistema “last minute” rivolto a coloro che hanno deciso di iscriversi solo adesso (ma non oltre il 22 luglio). “Si tratta di una modalità inedita – ammette il sacerdote – che mostra la difficoltà dei giovani a decidere per tempo. Questo aspetto deve interpellare anche il nostro modo di fare pastorale tra le nuove generazioni”.

L’impegno della Cei. Lo sforzo organizzativo della Cei ruota intorno a “Casa Italia”, situata al centro di Cracovia (Via Bernardynska, 3), che, spiega don Falabretti, “sarà un posto familiare dove ritrovarsi, un punto di riferimento per chi si sente perso, una tappa di sosta per i giovani disabili, un luogo dove circolano informazioni, si ritirano materiali, ci si ristora e si fa festa. Anche per i vescovi. Nell’ampio cortile sarà disponibile una rete wi-fi per consentire ai giovani di comunicare più facilmente con i loro familiari e amici rimasti a casa”. Dentro Casa Italia, inoltre, si svolgeranno catechesi e le messe dei gruppi, mentre la cappella al suo interno sarà un luogo di preghiera sempre aperto. Verrà, tra le altre cose, allestita una postazione per il Consolato italiano nel caso che qualche pellegrino smarrisca documenti e per ogni altra necessità. “L’allestimento di Casa Italia prenderà il via l’11 luglio – dichiara don Falabretti – il 18 dovrebbe essere pronta per ricevere il personale legato agli uffici. Domenica 24 mattina, monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei, celebrerà nella chiesa dei Bernardini, una messa di inaugurazione”. Altra iniziativa messa in campo dalla Cei, attraverso la Pastorale giovanile, riguarda la carta prepagata “Enjoy Gmg 2016” da usare in Polonia che permette ai pellegrini di convertire la valuta Eur/Złoty a un tasso di cambio agevolato, e senza ulteriori commissioni (www.ubibanca.com/gmg-2016). La quasi totalità degli italiani prenderà parte anche ai “Giorni nelle diocesi” (20-25 luglio), vale a dire i gemellaggi diocesani che fanno da corollario alla Gmg. Tutti o quasi i nostri pellegrini si recheranno al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, che Papa Francesco visiterà il 29 luglio. Altro appuntamento cardine dei giovani azzurri a Cracovia sarà il 27 luglio, giorno del pellegrinaggio giubilare al Santuario della Divina Misericordia, luogo che tante volte ha ospitato San Giovanni Paolo II, con l’attraversamento della Porta Santa. Alle 16.30 è prevista la celebrazione della messa nella spianata del santuario cui seguirà la festa degli Italiani che promette grandi sorprese musicali. Al termine della festa i giovani consegneranno in dono alla Chiesa polacca, i simboli della Gmg, la Croce e l’icona della Madonna.

“Raccontate i giovani! “Tutto è pronto. Gli zaini sono quasi chiusi. Ma in quello di don Falabretti c’è ancora spazio per una speranza che è un appello ai media, anche cattolici: “Non è una questione di numeri.

vorrei che la Gmg fosse raccontata stando in mezzo ai giovani. Sono loro la notizia.

Il programma papale lo conosciamo e possiamo seguirlo anche da casa. Ma chi racconta di questi giovani? L’immagine più suggestiva che si ha delle Gmg è quella presa dall’elicottero che immortala i milioni di giovani della celebrazione finale.

Ecco, scendiamo dall’elicottero e stringiamo l’obiettivo verso quei giovani, mostrandone i volti e le storie. Sono le loro storie che ti rimandano a un mondo più grande di quella spianata. Cerchiamo di capire questi giovani e vedere quello che si portano dentro. Altrimenti il rischio è raccontare la Gmg come un rito sempre uguale a se stesso.

In gioco c’è anche un’Europa che cambia. Venticinque anni fa eravamo a Czestochowa, il muro era appena caduto e il mondo stava cambiando, era ricco di speranze. Venticinque anni dopo, c’è la Gran Bretagna che se ne va e c’è un mondo pieno di incertezza che pervade i nostri giovani. Raccontare la Gmg è raccontare i giovani”.

sir