Covid. «Oggi la Cina ha toccato quota 3,7 milioni di contagi»

Il dato giornaliero emerge da uno studio britannico secondo il quale i morti potrebbero balzare a 1,7 milioni per la fine di aprile. Il regime offre dati ben inferiori, con 900 milioni di contagiati

Pazienti in attesa al pronto soccorso di un ospedale di Shanghai

Pazienti in attesa al pronto soccorso di un ospedale di Shanghai – Reuters

in avvenire.it

Oggi la Cina potrebbe segnare un altro triste record: secondo alcune stime infatti, i casi odierni di contagio da Coronavirus in Cina potrebbero toccare oggi un picco di 3,7 milioni quotidiani, e dieci giorni più tardi il numero dei decessi quotidiani potrebbe salire a 25mila, stando ad una previsione realizzata dai ricercatori della società di analisi di dati sanitari con sede a Londra Airfinity analytics. Stando alle previsioni, per quella data i morti per Covid-19 da inizio dicembre potrebbero salire a oltre mezzo milione, un bilancio che potrebbe ulteriormente aggravarsi toccando 1,7 milioni per la fine di aprile. Stando a diverse stime, nelle prime tre settimane di dicembre 248 milioni di persone (pari al 18% della popolazione) avrebbero contratto il virus nel paese, che il 7 dicembre ha rinunciato alla sua politica ‘Zero Covid’.

L’ondata di contagi dovrebbe protrarsi fino a marzo o aprile anche se le previsioni, in assenza di dati chiari, sono difficili. Airfinity prevede un picco per inizio marzo con 4,2 milioni di contagi quotidiani, e un particolare impatto sulle zone rurali. Gli esperti temono una diffusione particolarmente forte nelle città più piccole e nelle zone rurali in vista del Capodanno cinese, il 22 gennaio, in occasione del quale sono previsti spostamenti di milioni di persone, che attraverseranno il paese per raggiungere le famiglie in altre aree. Ben diversi i dati che il regime lascia trapelare. Circa 900 milioni di persone in Cina sono state contagiate dal coronavirus fino all’11 gennaio, secondo uno studio dell’Università di Pechino citato dalla “Bbc”. Il rapporto stima che il 64% della popolazione del Paese abbia contratto il Covid. La più colpita è provincia di Gansu, dove il 91% delle persone risulta essere infetto, seguita da Yunnan (84%) e Qinghai (80%). E la situazione potrebbe peggiorare perché centinaia di milioni di cinesi stanno per viaggiare verso le loro città d’origine – molti per la prima volta dall’inizio della pandemia – in vista del capodanno lunare del 23 gennaio.

Kraken ora fa paura al mondo

La variante XBB.1.5, battezzata Kraken sui social, “sulla base delle sue caratteristiche genetiche e delle stime iniziali del tasso di crescita, può contribuire all’aumento dell’incidenza di casi” Covid “a livello globale”. E’ il primo esito della valutazione rapida del rischio associato a questo mutante di Sars-CoV-2, affrontata dagli esperti del gruppo consultivo tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sull’evoluzione del virus (Tag-Ve). Il pool si è riunito il 5 gennaio scorso per discutere le ultime evidenze su XBB.1.5 e valutare il rischio per la salute pubblica da questa variante, sottolignaggio di XBB, che è un ricombinante di due sottovarianti di Omicron 2. Dal 22 ottobre 2022 all’11 gennaio 2023 – riferisce l’Oms – sono state segnalate 5.288 sequenze di XBB.1.5 da 38 Paesi. La maggior parte di queste sequenze proviene dagli Stati Uniti (82,2%), seguiti a distanza dal Regno Unito (8,1%) e dalla Danimarca (2,2%). E quindi ad oggi, precisano gli esperti, “la fiducia complessiva nella valutazione”, la sua affidabilità, “è bassa poiché le stime del vantaggio di crescita provengono solo da un Paese, gli Usa” per l’appunto. L’Oms e gli esperti del Tag-Ve raccomandano agli Stati membri di dare la priorità ad alcuni studi “per affrontare meglio le incertezze relative al vantaggio di crescita” di Kraken, alla capacità di “fuga dagli anticorpi” e alla “gravità“. La valutazione del rischio, spiega l’Oms in una nota, “sarà rivista regolarmente, man mano che vi saranno ulteriori evidenze e dati aggiuntivi”. Gli esperti riepilogano le informazioni disponibili sulla variante Kraken e spiegano che “il vantaggio di crescita settimanale negli Usa, a livello nazionale ma con differenze regionali riportate, vede un aumento delle proporzioni dall’1% nella settimana 47 all’8% nella settimana 50 e un rapido incremento nella parte Nord-Est degli Usa”. Quanto alla fuga dagli anticorpi (affidabilità della valutazione moderata), il gruppo tecnico consultivo indica che XBB e i suoi discendenti, insieme alla famiglia BQ.1 e suoi sottolignaggi, “sono fino ad oggi le varianti più resistenti agli anticorpi”. Dai test di neutralizzazione condotti finora, XBB.1.5 ha dimostrato di essere altrettanto immunoevasiva rispetto a XBB.1, la sottovariante Omicron con la più alta fuga immunitaria” ad oggi nota. Secondo questi dati, i sieri di persone vaccinate con tre dosi del prodotto cinese Coronavac che si sono poi infettate con le varianti Omicron BA.1, BA.5 o BF.7, e i sieri di vaccinati con 3 o 4 dosi di vaccino a mRna poi contagiati da Omicron 5 (BA.5), non inducono titoli di neutralizzazione elevati contro Kraken. “Attualmente non ci sono dati dal mondo reale sull’efficacia vaccinale contro malattie gravi o morte”, aggiungono gli esperti.

Il termometro dell’economia non mente

Riferimento fondamentale per circoscrivere la portata del fenomeno resta comunque sempre l’economia. E i dati non sembrano confortanti. Le esportazioni cinesi a dicembre sono scese al ritmo più veloce dal 2020, secondo i dati ufficiali pubblicati oggi, a causa di un calo della domanda globale e dopo che le restrizioni sanitarie hanno colpito duramente l’economia. La seconda economia mondiale sta ancora risentendo degli effetti di anni di politica dello zero-Covid, che ha colpito le imprese e le catene di approvvigionamento e ha frenato i consumi. All’inizio del mese scorso, la Cina ha iniziato a revocare la maggior parte delle misure di rigore, ma da allora il Paese ha registrato un’impennata delle infezioni da Covid-19. Le esportazioni sono diminuite del 9,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 30,6 miliardi di dollari, secondo mese consecutivo di declino e il piu’ grande calo dai primi giorni della pandemia nel 2020. A novembre il calo era stato dell’8,7%. Anche le importazioni sono diminuite di nuovo a dicembre, con un calo del 7,5%, dopo il calo del 10,6% del mese precedente. Sia le importazioni che le esportazioni sono calate molto di piu’ di quanto previsto da un sondaggio condotto da “Bloomberg” tra gli economisti. Per tutto il 2022, le esportazioni del gigante asiatico sono aumentate del 7,0%, in netto rallentamento rispetto al balzo del 29,9% registrato l’anno precedente, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,1%, ben al di sotto dell’aumento del 30,1% registrato nel 2021.

Aggiornamento settimanale Covid, a Reggio e provincia 1505 contagi e 18 decessi

Questa settimana nella provincia di Reggio Emilia sono da segnalare 1505 contagi e 18 decessi. I ricoveri (2) restano invariati

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus in Emilia-Romagna si sono registrati 2.095.414 casi di positività, 11.847 in più rispetto alla settimana precedente, su un totale di 71.324 tamponi eseguiti negli ultimi 7 giorni, di cui 27.739 molecolari e 43.585 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 16,6%.

Questi i dati relativi alla settimana dal 16 al 22 dicembre, aggiornati alle ore 10 di ieri, giovedì 22, come richiesto dal ministero della Salute.

In Emilia-Romagna è possibile continuare a consultare i dati giornalieri relativi all’andamento dell’epidemia grazie al sito messo a punto dalla Regione https://regioneer.it/bollettino-covid, aggiornato ogni giorno alle ore 15.

Ricoveri
I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 46 (-2 rispetto alla settimana precedente, -4,2%). Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.695 (-94 rispetto alla settimana precedente, -5,3%).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 5 a Parma (invariato rispetto alla settimana precedente); 2 a Reggio Emilia (invariato); 3 a Modena (invariato); 14 a Bologna (+1); 7 nel Circondario Imolese (+3); 6 a Ferrara (-1); 3 a Ravenna (-4); 1 a Forlì (invariato); 1 a Cesena (-1) 4 a Rimini (+1).

Nessun ricovero a Piacenza (-1 rispetto alla settimana precedente).

Contagi
L’età media dei nuovi positivi è di 56,5 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 2.078 nuovi casi nell’ultima settimana (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 424.688), seguita da Modena (1.522 su 314.975) e Reggio Emilia (1.505 su 240.280); poi Ravenna (1.326 su 198.334), Parma (1.210 su 179.835) e Ferrara (1.152 su 155.622); quindi Rimini (918 su 192.023), Cesena (628 su 116.736), Piacenza (627 su 110.711) e Forlì (506 su 97.827); infine il Circondario imolese, con 375 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 64.383.

I casi attivi, cioè i malati effettivi ad oggi sono 28.317 (-8.390). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 26.576 (-8.294), il 93,8% del totale dei casi attivi.

Guariti e deceduti
Le persone complessivamente guarite sono 20.116 in più rispetto alla settimana precedente e raggiungono quota 2.048.248.

Purtroppo, si registrano 119 decessi:

4 in provincia di Piacenza
13 in provincia di Parma
18 in provincia di Reggio Emilia
20 in provincia di Modena
12 in provincia di Bologna
23 in provincia di Ferrara
5 in provincia di Ravenna
13 in provincia di Forlì-Cesena
10 in provincia di Rimini
1 decesso riguarda una persona residente fuori regione
Nessun decesso nel Circondario Imolese.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 18.849.

Vaccinazioni
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 14 di oggi sono state somministrate complessivamente 11.212.386 dosi; sul totale sono 3.804.477 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 94,7%. Le dosi aggiuntive fatte sono 2.985.694.

Il conteggio progressivo delle dosi di vaccino somministrate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quanti sono i cicli vaccinali completati e le dosi aggiuntive somministrate.

stampareggiana.it

LA SITUAZIONE Natale a letto con l’influenza L’allarme dei pronto soccorso

In netto anticipo rispetto alle scorse stagioni, sono in crescita i cittadini colpiti da sindromi influenzali, che si aggiungono ai contagi da Covid. In Francia si pensa a rimettere le mascherine, New York le consiglia

Test antigenici per il Covid a New York in un centro tamponi mobile / Reuters

La stagione influenzale è esplosa in anticipo rispetto agli anni precedenti, e gli esperti prefigurano un picco proprio nelle prossime vacanze natalizie o subito dopo. I medici lamentano già intasamenti nei Pronto soccorso e, d’altra parte, il Covid-19 non è scomparso: i ricoveri sono in leggero aumento, anche se l’incidenza è in calo per le età inferiori ai 59 anni, mentre per le sindromi influenzali i più colpiti sono i bambini. In Francia, ma anche negli Stati Uniti, si torna a parlare di mascherine.

In base agli ultimi dati della rete Influnet, diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss), la stagione 2022-2023 fa registrare una curva di rapida salita dei casi di sindromi simil-influenzali, in base alle segnalazioni dei medici sentinella, che mostrano un livello più alto di tutte le stagioni precedenti fino al 2009-2010, quella della pandemia da H1N1. Parla di «stagione da record» il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che stima in 10 milioni gli italiani che potrebbero contrarre il virus influenzale durante l’inverno, soprattutto «se sarà freddo e le temperature si manterranno basse a lungo». Sfiorano i 943mila i cittadini che hanno contratto virus influenzali nell’ultima settimana secondo il rapporto dell’Iss, portando l’incidenza complessiva a sfiorare i 16 casi ogni mille abitanti. «L’epidemia di influenza è in fortissima ascesa – sottolinea Filippo Anelli (presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) –, il picco non è stato raggiunto e ci aspettiamo che si raggiungerà intorno a Natale o dopo. Ma siamo già a livelli che realmente non ci aspettavamo, almeno per questo periodo. Questo significa che un bel po’ di gente starà a letto nel periodo delle feste». L’unico modo per evitare i virus stagionali, aggiunge Anelli «rimane la vaccinazione. L’altra misura è usare il più possibile la mascherina ». Uno strumento che, anche per contrastare il Covid-19, sarebbe gradito in Francia: secondo un sondaggio realizzato da Odoxa e pubblicato da Le Figaro, tre francesi su 4 si dicono favorevoli alla reintroduzione dell’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi di trasporto pubblici. Mentre la città di New York lo ha già chiesto ai suoi abitanti, in particolare negli ambienti chiusi per contrastare un aumento record di contagi da Sars-Cov-2.

Nel nostro Paese l’aumento di casi di influenza si sta scaricando sul sistema assistenziale. I Pronto soccorso sono «allo stremo, con criticità non più localizzate ma diffuse anche in regioni considerate virtuose», lamenta il presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu) Fabio De Iaco, che dirige il Pronto soccorso all’ospedale Maria Vittoria di Torino. Un caso esemplarmente negativo delle situazione di caos è quello occorso a un uomo di 88 anni, che è rimasto 12 giorni in un Pronto soccorso romano, senza ottenere il ricovero in reparto, finendo per contrarre il Covid- 19 e morendo in solitudine, senza poter vedere i propri parenti. La situazione emergenziale viene denunciata anche dai medici di medicina generale. In media, segnala Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) «ogni settimana un medico di famiglia ha circa 100 assistiti che si ammalano».

Una situazione che si somma al Covid-19: «Temo un Natale all’insegna della “rimozione” del virus pandemico dalla nostra vita – osserva Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma –. Credo si stia scambiando la mancanza di una politica attiva contro l’epidemia, che dovrebbe essere sostituita con la responsabilizzazione dei cittadini, in una sorta di “liberi tutti” diffuso. Sembra che abbiamo un po’ dimenticato precauzioni seguite negli anni precedenti ». Sul tema dei morti Covid predica prudenza l’infettivologo Matteo Bassetti (ospedale San Martino di Genova): «È molto difficile dire quanti sono i morti reali legati al Covid e credo che fondamentalmente dobbiamo guardare a chi è morto di polmonite da Sars-CoV-2, non a chi muore in ospedale o a casa con un tampone positivo». E conclude che «un dato sbagliato che porta anche a una “cattiva fama” dei vaccini».

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È di nuovo possibile scambiarsi un segno di pace a Messa

Via libera della Cei che ha deciso di allentare le “restrizioni” durante le celebrazioni in Chiesa vista la situazione pandemica attualmente in corso in Italia

ritorno segno pace messa covid

AGI – Torna lo scambio del gesto della pace alla messa: le regole restano, le raccomandazioni pure, ma anche la Cei prende atto di un certo allentamento nelle norme di prevenzione del Covid. In una lettera inviata dalla Presidenza della CEI ai Vescovi si leggono alcuni consigli e suggerimenti relativi alle misure di prevenzione della pandemia.

“La normativa di prevenzione dalla pandemia da Covid-19 non è stata oggetto di interventi recenti del Governo”, si rileva, “Sembra, tuttavia, opportuno continuare a condividere i seguenti consigli e suggerimenti:

  • È importante ricordare che non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perche’ positivo al SARS-CoV-2;
  • Si valuti, in ragione delle specifiche circostanze e delle condizioni dei luoghi, l’opportunita’ di raccomandare l’uso della mascherina;
  • È consigliata l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
  • È possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere;
  • È possibile svolgere le processioni offertoriali;
  • Non è più obbligatorio assicurare il distanziamento tra i fedeli che partecipino alle celebrazioni;
  • Si potrà ripristinare la consueta forma di scambio del segno della pace;
  • Si consiglia ai Ministri di igienizzare le mani prima di distribuire la Comunione;
  • Nella celebrazione dei Battesimi, delle Cresime, delle Ordinazioni e dell’Unzione dei Malati si possono effettuare le unzioni senza l’ausilio di strumenti

Tenuto conto delle specifiche situazioni locali i singoli Vescovi possono, comunque, adottare provvedimenti e indicazioni più particolari”.